Vera Figner: differenze tra le versioni

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Arrestata il [[10 febbraio]] [[1883]], viene condannata a morte il [[28 settembre]] [[1884]] (Processo ai Quattordici), poi pena commutata in ergastolo da scontare nella fortezza di Schlüsselbourg fino al settembre [[1904]], poi in Siberia, dove viene deportata ed amnistiata nel [[1905]] (siamo in piena rivoluzione del [[1905]]).
Arrestata il [[10 febbraio]] [[1883]], viene condannata a morte il [[28 settembre]] [[1884]] (Processo ai Quattordici), poi pena commutata in ergastolo da scontare nella fortezza di Schlüsselbourg fino al settembre [[1904]], poi in Siberia, dove viene deportata ed amnistiata nel [[1905]] (siamo in piena rivoluzione del [[1905]]).
[[File:Vera Figner 1917.JPG|thumb|200px|left|Vera Figner a Pietrogrado nel 1917]]
[[File:Vera Figner 1917.JPG|thumb|200px|Vera Figner a Pietrogrado nel 1917]]
Soggiorna ancora in [[Svizzera]] dal [[1906]] al [[1915]], impegnandosi nell'immigrazione russa, in particolare nel Comitato di soccorso ai prigionieri del suo paese. Ritornata in [[Russia]] nel [[1915]], Vera Figner dopo la [[rivoluzione russa|Rivoluzione sovietica]], a cui non partecipa attivamente, rimane fedele ai propri ideali. Ella riteneva, come del resto i menscevichi e gran parte dei socialisti-rivoluzionari, che prima del passaggio al [[socialismo]] « un periodo di libertà parlamentare fosse necessario per l'educazione politica e civica delle masse popolari ». Nel [[1921]], alla morte di [[Pëtr Kropotkin]], viene eletta presidente della società fondata per perpetuare la memoria del grande rivoluzionario anarchico, la cui casa natale fu trasformata in museo. Attraverso saggi (tra cui ''Memorie di una rivoluzionaria''), articoli giornalistici e altro critica il sistema sovietico e le persecuzioni politiche fino a quando Stalin le proibisce di parlare.
Soggiorna ancora in [[Svizzera]] dal [[1906]] al [[1915]], impegnandosi nell'immigrazione russa, in particolare nel Comitato di soccorso ai prigionieri del suo paese. Ritornata in [[Russia]] nel [[1915]], Vera Figner dopo la [[rivoluzione russa|Rivoluzione sovietica]], a cui non partecipa attivamente, rimane fedele ai propri ideali. Ella riteneva, come del resto i menscevichi e gran parte dei socialisti-rivoluzionari, che prima del passaggio al [[socialismo]] « un periodo di libertà parlamentare fosse necessario per l'educazione politica e civica delle masse popolari ». Nel [[1921]], alla morte di [[Pëtr Kropotkin]], viene eletta presidente della società fondata per perpetuare la memoria del grande rivoluzionario anarchico, la cui casa natale fu trasformata in museo. Attraverso saggi (tra cui ''Memorie di una rivoluzionaria''), articoli giornalistici e altro critica il sistema sovietico e le persecuzioni politiche fino a quando Stalin le proibisce di parlare.


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