66 514
contributi
K2 (discussione | contributi) Nessun oggetto della modifica |
K2 (discussione | contributi) m (Sostituzione testo - "Lopez Arango" con "López Arango") |
||
Riga 33: | Riga 33: | ||
=== Azioni dirette, cattura e morte === | === Azioni dirette, cattura e morte === | ||
[[Image:Severino di Giovanni in court.jpg|thumb|300px|Severino Di Giovanni in un momento processuale]] | [[Image:Severino di Giovanni in court.jpg|thumb|300px|Severino Di Giovanni in un momento processuale]] | ||
Diviso tra teoria e pratica, Di Giovanni continua a compiere molte [[azione diretta|azioni dirette]], compresa la clamorosa uccisione di [[Emilio López Arango]], direttore del giornale anarchico avversario «[[La protesta]]» <ref> | Diviso tra teoria e pratica, Di Giovanni continua a compiere molte [[azione diretta|azioni dirette]], compresa la clamorosa uccisione di [[Emilio López Arango]], direttore del giornale anarchico avversario «[[La protesta]]» <ref>López Arango aveva criticato l'apologia della violenza e del furto, sostenendo che Di Giovanni era soltanto un bandito, un «agente della polizia e del fascismo». Anche [[Luigi Fabbri]] fu oggetto di minacce, dopo aver scritto su «Pagina italiana» un articolo pieno di dolore e d'indignazione, paragonando il fatto ad altri simili avvenuti in Italia ad opera dello squadrismo fascista.</ref>, che provoca l'isolamento del suo gruppo rispetto al movimento anarchico argentino. Il gruppo di Severino - dove militavano anche i due fratelli di [[América Josefina Scarfò|América]], [[Paulino Scarfò|Paulino]] e [[Alejandro Scarfò|Alejandro]] Scarfò - continua a rapinare banche e a colpire i simboli del [[Fascismo|fascismo]] italiano, anche se i suoi compagni cadono ad uno ad uno ([[Alejandro Scarfò]] fu arrestato e rinchiuso nel manicomio criminale di Vieytes). | ||
Il [[29 gennaio]] [[1931]] la tipografia di Severino viene circondata dalla polizia. I componenti del gruppo cercano di fuggire, uccidono due poliziotti, ma alla fine Di Giovanni, sentendosi perduto, tenta invano il suicidio. Ormai moribondo Severino viene fermato dalla polizia e condotto velocemente in ospedale dove i medici gli "salvano" la vita, affinché sia poi lo [[Stato]] argentino a condannarlo a morte. Il [[1 febbraio|1° febbraio]] [[1931]], poche ore dopo il suo arresto, viene condannato alla fucilazione insieme a [[Paulino Scarfò]] <ref name="América"> Prima di morire, Di Giovanni incontrò l'amata [[América Josefina Scarfò]], esortandola a studiare e a fondare una nuova casa editrice. Più tardi la Scarfò insegnò italiano all'Università di Buenos Aires, continuando a militare nel movimento anarchico. Nel [[1951]] giunse in [[Italia]] e si recò a Chieti alla ricerca dei parenti di Severino.</ref>. | Il [[29 gennaio]] [[1931]] la tipografia di Severino viene circondata dalla polizia. I componenti del gruppo cercano di fuggire, uccidono due poliziotti, ma alla fine Di Giovanni, sentendosi perduto, tenta invano il suicidio. Ormai moribondo Severino viene fermato dalla polizia e condotto velocemente in ospedale dove i medici gli "salvano" la vita, affinché sia poi lo [[Stato]] argentino a condannarlo a morte. Il [[1 febbraio|1° febbraio]] [[1931]], poche ore dopo il suo arresto, viene condannato alla fucilazione insieme a [[Paulino Scarfò]] <ref name="América"> Prima di morire, Di Giovanni incontrò l'amata [[América Josefina Scarfò]], esortandola a studiare e a fondare una nuova casa editrice. Più tardi la Scarfò insegnò italiano all'Università di Buenos Aires, continuando a militare nel movimento anarchico. Nel [[1951]] giunse in [[Italia]] e si recò a Chieti alla ricerca dei parenti di Severino.</ref>. | ||
Riga 40: | Riga 40: | ||
Le azioni di '''Severino Di Giovanni''' e della sua banda furono spesso mal sopportate dal movimento anarchico, sino addirittura arrivare al suo isolamento a causa di una serie di azioni ritenute eccessivamente cruente. Già dopo la bomba al consolato italiano di Buenos Aires - che essendo collocata all'ingresso dell'edificio determinò la morte di 9 persone, molte delle quali erano lì solo in attesa solo di un visto - gran parte degli [[Personalità anarchiche|anarchici]] espressero il loro sdegno. Successivamente, dopo l'attentato alla "National City Bank" (2 morti e 23 feriti), altre accuse furono rovesciate addosso a Di Giovanni e alla sua banda. Egli cercò di difendersi attraverso una serie di articoli pubblicati su «[[Il Culmine]]» e attraverso una lettera all'«[[L'Adunata dei Refrattari]]» (organo degli [[anarco-individualismo|anarco-individualisti]] italiani negli [[USA|Stati Uniti]]), in cui chiedeva l'istituzione di una commissione anarchica internazionale che giudicasse i fatti. [[Luigi Fabbri]] e [[Vincenzo Capuana]] mostrarono attenzione ai suoi scritti, inducendo Di Giovanni a credere che si trattasse di una specie di assenso alle sue azioni. | Le azioni di '''Severino Di Giovanni''' e della sua banda furono spesso mal sopportate dal movimento anarchico, sino addirittura arrivare al suo isolamento a causa di una serie di azioni ritenute eccessivamente cruente. Già dopo la bomba al consolato italiano di Buenos Aires - che essendo collocata all'ingresso dell'edificio determinò la morte di 9 persone, molte delle quali erano lì solo in attesa solo di un visto - gran parte degli [[Personalità anarchiche|anarchici]] espressero il loro sdegno. Successivamente, dopo l'attentato alla "National City Bank" (2 morti e 23 feriti), altre accuse furono rovesciate addosso a Di Giovanni e alla sua banda. Egli cercò di difendersi attraverso una serie di articoli pubblicati su «[[Il Culmine]]» e attraverso una lettera all'«[[L'Adunata dei Refrattari]]» (organo degli [[anarco-individualismo|anarco-individualisti]] italiani negli [[USA|Stati Uniti]]), in cui chiedeva l'istituzione di una commissione anarchica internazionale che giudicasse i fatti. [[Luigi Fabbri]] e [[Vincenzo Capuana]] mostrarono attenzione ai suoi scritti, inducendo Di Giovanni a credere che si trattasse di una specie di assenso alle sue azioni. | ||
I successivi attentati - una bomba ai danni di una cattedrale (un morto), una bomba fu collocata in un bastimento insieme a [[Buenaventura Durruti]] (esule in Argentina durante quegli anni) e l'uccisione del compagno anarchico [[Emilio | I successivi attentati - una bomba ai danni di una cattedrale (un morto), una bomba fu collocata in un bastimento insieme a [[Buenaventura Durruti]] (esule in Argentina durante quegli anni) e l'uccisione del compagno anarchico [[Emilio López Arango]], nuovo direttore del giornale anarchico avversario «[[La protesta]]» - determinarono il totale isolamento di Severino Di Giovanni e della sua banda. | ||
== In omaggio a Severino Di Giovanni == | == In omaggio a Severino Di Giovanni == |