La Comune di Fiume (da anarcotico.net): differenze tra le versioni

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: «La bandiera dei Lavoratori del Mare issata all'albero di maestra, quando la nave "Persia" stava per entrare nel porto di Fiume con il suo carico sospetto, confermò non soltanto la santità ma l'universalità della nostra causa. La federazione dopo averci arditamente mostrato il suo consenso e dato il suo aiuto, ci fornisce armi per la giustizia, armi per la libertà, togliendole a reazioni oscure contro un altro popolo, non confessate. Teniamo le armi e teniamo la nave. Adopreremo le armi, senza esitazione e senza misura, contro chiunque venga a minacciare la città che abbiamo per sempre liberata. D'accordo con te e con i tuoi compagni, consideriamo la nave come un pegno contro la malafede che di indugio in indugio tenta di sottrarsi alle promesse e ai patti. E confidiamo che la Federazione ci sostenga con tutta la sua potenza a impedire che il governo antinazionale distrugga a profitto di stranieri l'ordine commercial fiumano e continui a rovinare il traffico del porto e ad affamarne i lavoratori. Ringrazio te che all'improvviso ci hai portato il tuo ardore allegro, il tuo vigore costruttivo, la tua fede guerreggiante. E nuovamente ringrazio i quattro tuoi Arditi che mutarono la rotta della nave dolosa con un colpo maestro,rapido, preciso,irresistibile, nello stile dei Ronchi. Dalla carbonaia nera, come dal nostro cimitero carsico, balzò lo spirito. La causa di Fiume non è la causa del suolo: è la causa dell'anima, è la causa dell'immortalità. Questo gli sciocchi e i vigliacchi ignorano o disconoscono o falsano. Tutti i miei soldati lo sanno, lo hanno compreso e divinato. È bello che lo sappiano e l'abbiano compreso così vastamente i tuoi Lavoratori del Mare. Dall'indomabile Sinn Fein d'Irlanda alla bandiera rossa che in Egitto unisce la Mezzaluna e la Croce, tutte le insurrezioni dell spirito contro i divoratori di carne cruda sono per riaccendersi alle nostre faville che volano lontano. Il mio compito di lavoratore del Carnaro, caro compagno, consiste nel far prevalere e risplendere la bellezza ignuda e forte della conquista da me presentita. Arrivederci, capitano Giulietti. Certo, il buon sale marino preserva la federazione da ogni corrompimento. Siamo tranquilli. E, se tener duro è bene, assaltare è meglio.»
: «La bandiera dei Lavoratori del Mare issata all'albero di maestra, quando la nave "Persia" stava per entrare nel porto di Fiume con il suo carico sospetto, confermò non soltanto la santità ma l'universalità della nostra causa. La federazione dopo averci arditamente mostrato il suo consenso e dato il suo aiuto, ci fornisce armi per la giustizia, armi per la libertà, togliendole a reazioni oscure contro un altro popolo, non confessate. Teniamo le armi e teniamo la nave. Adopreremo le armi, senza esitazione e senza misura, contro chiunque venga a minacciare la città che abbiamo per sempre liberata. D'accordo con te e con i tuoi compagni, consideriamo la nave come un pegno contro la malafede che di indugio in indugio tenta di sottrarsi alle promesse e ai patti. E confidiamo che la Federazione ci sostenga con tutta la sua potenza a impedire che il governo antinazionale distrugga a profitto di stranieri l'ordine commercial fiumano e continui a rovinare il traffico del porto e ad affamarne i lavoratori. Ringrazio te che all'improvviso ci hai portato il tuo ardore allegro, il tuo vigore costruttivo, la tua fede guerreggiante. E nuovamente ringrazio i quattro tuoi Arditi che mutarono la rotta della nave dolosa con un colpo maestro,rapido, preciso,irresistibile, nello stile dei Ronchi. Dalla carbonaia nera, come dal nostro cimitero carsico, balzò lo spirito. La causa di Fiume non è la causa del suolo: è la causa dell'anima, è la causa dell'immortalità. Questo gli sciocchi e i vigliacchi ignorano o disconoscono o falsano. Tutti i miei soldati lo sanno, lo hanno compreso e divinato. È bello che lo sappiano e l'abbiano compreso così vastamente i tuoi Lavoratori del Mare. Dall'indomabile Sinn Fein d'Irlanda alla bandiera rossa che in Egitto unisce la Mezzaluna e la Croce, tutte le insurrezioni dell spirito contro i divoratori di carne cruda sono per riaccendersi alle nostre faville che volano lontano. Il mio compito di lavoratore del Carnaro, caro compagno, consiste nel far prevalere e risplendere la bellezza ignuda e forte della conquista da me presentita. Arrivederci, capitano Giulietti. Certo, il buon sale marino preserva la federazione da ogni corrompimento. Siamo tranquilli. E, se tener duro è bene, assaltare è meglio.»


Lo storico e critico letterario Umberto Carpi provò la presenza in Fiume del fuoriuscito ungherese Miclos Sisa, ex commisario del popolo nel governo dei Consigli ungherese di Bela Kun <ref>[http://archive.is/575Rm Biografia di Bela Kun]</ref>, che in seguito diventerà cittadino sovietico servendo la causa dell'U.R.S.S. come funzionario presso varie ambasciate e consolati. Sisa partecipò sicuramente alle discussioni sul progetto di Costituzione della Carta del Carnaro, riconoscendo che questo conteneva ammirevoli elementi ed ebbe un ruolo di primo piano insieme al poeta internazionalista e rivoluzionario belga [[Leone Kochnitzky]], alla progettazione della Lega di Fiume, cioè l'associazione che avrebbe dovuto raggruppare le forze sparse di tutti gli oppressi: popoli, nazioni e singole individualità che attraverso questo mezzo avrebbero potuto combattere e vincere l'[[imperialismo]].
Lo storico e critico letterario Umberto Carpi provò la presenza in Fiume del fuoriuscito ungherese Miclos Sisa, ex commisario del popolo nel governo dei Consigli ungherese di Bela Kun <ref>[http://archive.is/575Rm Biografia di Bela Kun]</ref>, che in seguito diventerà cittadino sovietico servendo la causa dell'U.R.S.S. come funzionario presso varie ambasciate e consolati. Sisa partecipò sicuramente alle discussioni sul progetto di Costituzione della Carta del Carnaro, riconoscendo che questo conteneva ammirevoli elementi ed ebbe un ruolo di primo piano insieme al poeta [[internazionalista]] e rivoluzionario belga [[Leone Kochnitzky]], alla progettazione della Lega di Fiume, cioè l'associazione che avrebbe dovuto raggruppare le forze sparse di tutti gli oppressi: popoli, nazioni e singole individualità che attraverso questo mezzo avrebbero potuto combattere e vincere l'[[imperialismo]].


Giulietti organizzò un incontro con l'anarchico [[Malatesta]] e i [[socialisti rivoluzionari]] Bombacci, il quale godeva di notevoli simpatie tra i legionari fiumani dannunziani, a partire da Nino Daniele, che successivamente subirà a Torino un'aggressione da parte di squadristi fascisti, e Serrati. Si trattava di discutere del progetto rivoluzionario che D'annunzio e il sindacalista rivoluzionario [[Alceste De Ambris]] - uno dei principali artefici della sublime, immaginifica e rinascimentale Carta del Carnaro, un uomo ancora oggi nel cuore dei rivoluzionari antiborghesi più ferventi e appassionati - vagheggiavano colmi d'entusiasmo: la Poesia al posto di comando, per finirla con ogni comando. L'incontro si svolse a Roma il 19 gennaio 1920. Malatesta e Bombacci furono pronti ad aderire ma Serrati rifiutò, dicendo di non sentirsela di fare la rivoluzione con D'Annunzio. Sarà sempre il [[socialista rivoluzionario]] massimalista Giacinto Menotti Serrati, sedicente "comunista unitario" ma in realtà elezionista, che nel gennaio 1921 a Livorno preferirà rompere con le varie componenti che daranno vita al Partito Comunista d'Italia piuttosto che liquidare Turati e i suoi fidi, che egli considerava fedeli alla linea del partito e diversi dagli altri riformisti europei, mai caduti come questi ultimi nella tentazione dello sciovinismo, dell'interventismo e dell'"union sacrèe".
Giulietti organizzò un incontro con l'anarchico [[Malatesta]] e i [[socialisti rivoluzionari]] Bombacci, il quale godeva di notevoli simpatie tra i legionari fiumani dannunziani, a partire da Nino Daniele, che successivamente subirà a Torino un'aggressione da parte di squadristi fascisti, e Serrati. Si trattava di discutere del progetto rivoluzionario che D'annunzio e il sindacalista rivoluzionario [[Alceste De Ambris]] - uno dei principali artefici della sublime, immaginifica e rinascimentale Carta del Carnaro, un uomo ancora oggi nel cuore dei rivoluzionari antiborghesi più ferventi e appassionati - vagheggiavano colmi d'entusiasmo: la Poesia al posto di comando, per finirla con ogni comando. L'incontro si svolse a Roma il 19 gennaio 1920. Malatesta e Bombacci furono pronti ad aderire ma Serrati rifiutò, dicendo di non sentirsela di fare la rivoluzione con D'Annunzio. Sarà sempre il [[socialista rivoluzionario]] massimalista Giacinto Menotti Serrati, sedicente "comunista unitario" ma in realtà elezionista, che nel gennaio 1921 a Livorno preferirà rompere con le varie componenti che daranno vita al Partito Comunista d'Italia piuttosto che liquidare Turati e i suoi fidi, che egli considerava fedeli alla linea del partito e diversi dagli altri riformisti europei, mai caduti come questi ultimi nella tentazione dello sciovinismo, dell'interventismo e dell'"union sacrèe".
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