Bruno Misefari: differenze tra le versioni

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=== Dal socialismo all'anarchia ===
=== Dal socialismo all'anarchia ===
In questa fase della sua vita collabora con il periodico della locale Camera del lavoro, ''[[Il Lavoratore]]'' (1910-14), al settimanale socialista di Messina ''Il Riscatto'' e al giornale anarchico ''[[Il Libertario]]'' che [[Pasquale Binazzi]] pubblicava a La Spezia. È proprio "grazie" ad un articolo pubblicato ([[28 marzo]] [[1912]]) in questo giornale su [[Maria Rygier]], allora militante anarchica non ancora vendutasi alla [[massoneria]], che il prefetto di Reggio Calabria decide di sorvegliarlo «convenientemente» <ref>Roma, Archivio centrale dello Stato, Ministero dell'Interno, Direzione generale Pubblica sicurezza, Casellario politico centrale, ad nomen</ref>.
In questa fase della sua vita collabora con il periodico della locale Camera del lavoro, ''[[Il Lavoratore]]'' (1910-14), al settimanale [[socialista]] di Messina ''Il Riscatto'' e al giornale anarchico ''[[Il Libertario]]'' che [[Pasquale Binazzi]] pubblicava a La Spezia. È proprio "grazie" ad un articolo pubblicato ([[28 marzo]] [[1912]]) in questo giornale su [[Maria Rygier]], allora militante anarchica non ancora vendutasi alla [[massoneria]], che il prefetto di Reggio Calabria decide di sorvegliarlo «convenientemente» <ref>Roma, Archivio centrale dello Stato, Ministero dell'Interno, Direzione generale Pubblica sicurezza, Casellario politico centrale, ad nomen</ref>.
A dire il vero, già il [[5 marzo]] precedente, a causa della sua attività [[antimilitarista]] esercitata all'interno del Circolo contro la Guerra italo-turca, era stato condannato a due mesi e mezzo di carcere per aver istigato i militari alla disobbedienza durante la manifestazione del [[22 ottobre]] [[1911]]. <ref>[http://www.arivista.org/?nr=359&pag=85.htm Le schede biografiche di alcuni esponenti anarchici calabresi]</ref> <ref>La pena, confermata in appello, fu sospesa per cinque anni e in considerazione della sua giovane età non fu registrata nel cartellino penale.</ref>
A dire il vero, già il [[5 marzo]] precedente, a causa della sua attività [[antimilitarista]] esercitata all'interno del Circolo contro la Guerra italo-turca, era stato condannato a due mesi e mezzo di carcere per aver istigato i militari alla disobbedienza durante la manifestazione del [[22 ottobre]] [[1911]]. <ref>[http://www.arivista.org/?nr=359&pag=85.htm Le schede biografiche di alcuni esponenti anarchici calabresi]</ref> <ref>La pena, confermata in appello, fu sospesa per cinque anni e in considerazione della sua giovane età non fu registrata nel cartellino penale.</ref>


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:« L'esistenza del militarismo è la dimostrazione migliore del grado di ignoranza, di servile sottomissione, di crudeltà, di barbarie a cui è arrivata la società umana. Quando della gente può fare l'apoteosi del militarismo e della guerra senza che la collera popolare si rovesci su di essa, si può affermare con certezza assoluta che la società è sull'orlo della decadenza e perciò sulla soglia della barbarie, o è una accolita di belve in veste umana. »
:« L'esistenza del militarismo è la dimostrazione migliore del grado di ignoranza, di servile sottomissione, di crudeltà, di barbarie a cui è arrivata la società umana. Quando della gente può fare l'apoteosi del militarismo e della guerra senza che la collera popolare si rovesci su di essa, si può affermare con certezza assoluta che la società è sull'orlo della decadenza e perciò sulla soglia della barbarie, o è una accolita di belve in veste umana. »


Sotto lo pseudonimo di '''Furio Sbarnemi''', nel giugno del [[1917]] si insedia a Zurigo, a casa dell'amico socialista Francesco Misiano, il quale lo introduce nell'ambiente del fuoruscitismo internazionale e gli fa conoscere una famiglia anarchica di origine bellunese, gli Zanolli. Misefari si innamora della figlia di questi, [[Pia Zanolli|Pia]], che poi sposerà civilmente nel maggio del [[1931]].
Sotto lo pseudonimo di '''Furio Sbarnemi''', nel giugno del [[1917]] si insedia a Zurigo, a casa dell'amico [[socialista]] Francesco Misiano, il quale lo introduce nell'ambiente del fuoruscitismo internazionale e gli fa conoscere una famiglia anarchica di origine bellunese, gli Zanolli. Misefari si innamora della figlia di questi, [[Pia Zanolli|Pia]], che poi sposerà civilmente nel maggio del [[1931]].


In stretto contatto con diversi ambiti del movimento anarchico e socialista italiano ([[Errico Malatesta]], [[Luigi Bertoni]], [[Camillo Berneri]], [[Guiseppe Monanni]], [[Francesco Ghezzi]], [[Enrico Arrigoni]], [[Pasquale Binazzi]], [[Giuseppe Di Vittorio]], [[Armando Borghi]], [[Angelica Balabanoff]], ecc.), organizza numerose conferenze settimanali e invia articoli a diversi giornali anarchici, specialmente a ''[[Il Risveglio Anarchico]]'' di Ginevra. Da sempre, attraverso i suoi scritti, Misefari inneggerà alla lotta contro ogni [[autorità]] e [[discriminazione]], tra cui [[sessismo|quella di genere]] (« Donne, in voi e per voi è la vita del mondo: sorgete, noi siamo uguali! ») particolarmente presente nel meridione, esaltando la funzione dell'[[arte]] come mezzo di [[ribellione]]:
In stretto contatto con diversi ambiti del movimento anarchico e [[socialista]] italiano ([[Errico Malatesta]], [[Luigi Bertoni]], [[Camillo Berneri]], [[Guiseppe Monanni]], [[Francesco Ghezzi]], [[Enrico Arrigoni]], [[Pasquale Binazzi]], [[Giuseppe Di Vittorio]], [[Armando Borghi]], [[Angelica Balabanoff]], ecc.), organizza numerose conferenze settimanali e invia articoli a diversi giornali anarchici, specialmente a ''[[Il Risveglio Anarchico]]'' di Ginevra. Da sempre, attraverso i suoi scritti, Misefari inneggerà alla lotta contro ogni [[autorità]] e [[discriminazione]], tra cui [[sessismo|quella di genere]] (« Donne, in voi e per voi è la vita del mondo: sorgete, noi siamo uguali! ») particolarmente presente nel meridione, esaltando la funzione dell'[[arte]] come mezzo di [[ribellione]]:
: « Un poeta o uno scrittore, che non abbia per scopo la ribellione, che lavori per conservare lo status quo della società, non è un artista: è un morto che parla in poesia o in prosa. L'arte deve rinnovare la vita e i popoli, perciò deve essere eminentemente rivoluzionaria. »
: « Un poeta o uno scrittore, che non abbia per scopo la ribellione, che lavori per conservare lo status quo della società, non è un artista: è un morto che parla in poesia o in prosa. L'arte deve rinnovare la vita e i popoli, perciò deve essere eminentemente rivoluzionaria. »
=== Espulsione dalla Svizzera ===
=== Espulsione dalla Svizzera ===
Mentre era stato assunto nella fabbrica automobilistica Arbenz, nel quartiere Albisrieden di Zurigo, il [[16 maggio]] [[1918]] viene tratto in arresto con l'accusa, poi rivelatosi inventata dalle [[autorità]] svizzere, di essere un agente segreto al servizio della propaganda bolscevica. Con lui, nell'operazione chiamata «Affare della Bomba di Zurigo», vengono arrestati molti altri anarchici e francesi: [[Luigi Bertoni]], [[Carlo Castagna]], [[Ugo Fedeli]], [[Francesco Ghezzi]], [[Giuseppe Monanni]], ecc.  
Mentre era stato assunto nella fabbrica automobilistica Arbenz, nel quartiere Albisrieden di Zurigo, il [[16 maggio]] [[1918]] viene tratto in arresto con l'accusa, poi rivelatosi inventata dalle [[autorità]] svizzere, di essere un agente segreto al servizio della propaganda bolscevica. Con lui, nell'operazione chiamata «Affare della Bomba di Zurigo», vengono arrestati molti altri anarchici e francesi: [[Luigi Bertoni]], [[Carlo Castagna]], [[Ugo Fedeli]], [[Francesco Ghezzi]], [[Giuseppe Monanni]], ecc.  


Rilasciato insieme ai suoi compagni il [[20 novembre]] [[1918]], cioè dopo ben sette mesi di ingiusta detenzione, il [[17 dicembre]] seguente il governo federale svizzero gli notifica un provvedimento di espulsione, che però sarà attuato solo qualche mese dopo con l'ottenimento di un visto per studenti che gli consentirà di entrare in [[Germania]]. Il [[17 luglio]] [[1919]] arriva a Stoccarda, dove entra in contatto con la socialista [[Clara Zetkin]] e l'anarchico [[Oreste Abbate]] (a Berlino).
Rilasciato insieme ai suoi compagni il [[20 novembre]] [[1918]], cioè dopo ben sette mesi di ingiusta detenzione, il [[17 dicembre]] seguente il governo federale svizzero gli notifica un provvedimento di espulsione, che però sarà attuato solo qualche mese dopo con l'ottenimento di un visto per studenti che gli consentirà di entrare in [[Germania]]. Il [[17 luglio]] [[1919]] arriva a Stoccarda, dove entra in contatto con la [[socialista]] [[Clara Zetkin]] e l'anarchico [[Oreste Abbate]] (a Berlino).
[[File:Francesco Ghezzi.JPG|thumb|left|140 px|[[Francesco Ghezzi]]]]
[[File:Francesco Ghezzi.JPG|thumb|left|140 px|[[Francesco Ghezzi]]]]


=== Rientro in Italia ===
=== Rientro in Italia ===
Nel novembre del [[1919]], in seguito all'amnistia voluta dal governo Nitti, accompagnato dalle sorelle Zanolli ([[Pia Zanolli|Pia]] e Antonietta), decide di far rientro in Calabria ma viene arrestato e trattenuto per tre settimane a Domodossola, prima di essere liberato insieme alla compagna in seguito ad un'interpellanza parlamentare promossa l'[[11 dicembre]] dal deputato socialista [[Francesco Misiano]]. A questo punto riprende l'attività di propaganda libertaria in tutto il meridione d'Italia, lottando affianco dei contadini calabresi e collaborando con giornali come ''[[Umanità Nova]]'' e ''[[L'Avvenire Anarchico]]''.
Nel novembre del [[1919]], in seguito all'amnistia voluta dal governo Nitti, accompagnato dalle sorelle Zanolli ([[Pia Zanolli|Pia]] e Antonietta), decide di far rientro in Calabria ma viene arrestato e trattenuto per tre settimane a Domodossola, prima di essere liberato insieme alla compagna in seguito ad un'interpellanza parlamentare promossa l'[[11 dicembre]] dal deputato [[socialista]] [[Francesco Misiano]]. A questo punto riprende l'attività di propaganda libertaria in tutto il meridione d'Italia, lottando affianco dei contadini calabresi e collaborando con giornali come ''[[Umanità Nova]]'' e ''[[L'Avvenire Anarchico]]''.


A Napoli, insieme a [[Giuseppe Imondi]], dirige il bisettimanale anarchico locale, ''Anarchia'', che viene pubblicato per la prima volta il [[17 giugno]] [[1920]]. Durante quest'anno viene nominato segretario della Camera del Lavoro di Taranto e guida uno sciopero di tre mesi per chiedere la riapertura di un cantiere navale. Nel [[1921]], nella zona di Napoli, partecipa attivamente alla campagna a favore di [[Sacco e Vanzetti]].  
A Napoli, insieme a [[Giuseppe Imondi]], dirige il bisettimanale anarchico locale, ''Anarchia'', che viene pubblicato per la prima volta il [[17 giugno]] [[1920]]. Durante quest'anno viene nominato segretario della Camera del Lavoro di Taranto e guida uno sciopero di tre mesi per chiedere la riapertura di un cantiere navale. Nel [[1921]], nella zona di Napoli, partecipa attivamente alla campagna a favore di [[Sacco e Vanzetti]].  
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