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=== Il libertarismo alla Rothbard === | === Il libertarismo alla Rothbard === | ||
Il libertario percepisce sé stesso come un liberale coerente, rigoroso, nemico della coercizione, essendo convinto della necessità di affidarsi alla concorrenza per scongiurare l'instaurarsi di una società che operi violenza nei confronti dell'individuo e della sua proprietà. | Il libertario percepisce sé stesso come un [[liberale]] coerente, rigoroso, nemico della coercizione, essendo convinto della necessità di affidarsi alla concorrenza per scongiurare l'instaurarsi di una società che operi violenza nei confronti dell'individuo e della sua proprietà. | ||
In estrema sintesi, un libertario quale Rothbard ritiene che la [[libertà]] individuale rappresenti il bene politico supremo e che l'unica soluzione ragionevole per assicurarne un'adeguata protezione stia nella scelta di affidarla ad enti in competizione tra di loro; se il fine è la difesa dell'[[Individuo|individuo]] da ogni aggressione, lo strumento per raggiungerlo sarebbe la libertà di mercato. Nella teoria libertaria le tradizionali istituzioni pubbliche lasciano il posto ad ordinamenti legali scelti dalle persone nel quadro di un mercato competitivo. In questo senso, la componente più radicale del libertarismo propone che anche i servizi della difesa, della giustizia e dell'ordine pubblico si trasformino nel prodotto di aziende private, impegnate a contendersi clienti attraverso il soddisfacimento al meglio delle loro esigenze. | In estrema sintesi, un libertario quale Rothbard ritiene che la [[libertà]] individuale rappresenti il bene politico supremo e che l'unica soluzione ragionevole per assicurarne un'adeguata protezione stia nella scelta di affidarla ad enti in competizione tra di loro; se il fine è la difesa dell'[[Individuo|individuo]] da ogni aggressione, lo strumento per raggiungerlo sarebbe la libertà di mercato. Nella teoria libertaria le tradizionali istituzioni pubbliche lasciano il posto ad ordinamenti legali scelti dalle persone nel quadro di un mercato competitivo. In questo senso, la componente più radicale del libertarismo propone che anche i servizi della difesa, della giustizia e dell'ordine pubblico si trasformino nel prodotto di aziende private, impegnate a contendersi clienti attraverso il soddisfacimento al meglio delle loro esigenze. | ||
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Ciò porterebbe tra l'altro all'eliminazione della necessità di un'imposizione fiscale da parte dello [[Stato]], che Rothbard contesta perché esso vivrebbe di tassazione per produrre regolamentazione, agendo illegittimamente ed aggredendo costantemente l'individuo nel suo diritto a disporre dei beni al fine di farne l'uso preferito. Se nel pensiero di Rothbard la regolamentazione equivale ad un'aggressione (o ad una minaccia), l'imposizione fiscale viene assimilata ad un furto, ed ogni entità statuale finisce con l'essere considerata come sostanzialmente illegittima, perché incapace di giustificare gli obblighi che questa fa ricadere sui cittadini. | Ciò porterebbe tra l'altro all'eliminazione della necessità di un'imposizione fiscale da parte dello [[Stato]], che Rothbard contesta perché esso vivrebbe di tassazione per produrre regolamentazione, agendo illegittimamente ed aggredendo costantemente l'individuo nel suo diritto a disporre dei beni al fine di farne l'uso preferito. Se nel pensiero di Rothbard la regolamentazione equivale ad un'aggressione (o ad una minaccia), l'imposizione fiscale viene assimilata ad un furto, ed ogni entità statuale finisce con l'essere considerata come sostanzialmente illegittima, perché incapace di giustificare gli obblighi che questa fa ricadere sui cittadini. | ||
Per gli autori del liberalismo classico, lo [[Stato]] ha il solo compito di tutelare la vita, la [[libertà]] e la proprietà degli individui, e per evitare che esso abbandoni questa missione è necessario definire alcune regole che limitino il potere dei governanti. Il libertarismo considera però falliti i tentativi del costituzionalismo liberale di garantire i diritti individuali nel quadro di un ordinamento statuale. Le classi politiche infatti, avendo a disposizione il monopolio legale della violenza, avrebbero immancabilmente abusato del potere loro conferito allo scopo di esercitare una mera funzione di tutela. In quest'ottica i libertari avrebbero al contrario la vocazione ad “immaginare” e “costruire” forme alternative di convivenza, liberate dalla violenza. | Per gli autori del liberalismo classico, lo [[Stato]] ha il solo compito di tutelare la vita, la [[libertà]] e la proprietà degli individui, e per evitare che esso abbandoni questa missione è necessario definire alcune regole che limitino il potere dei governanti. Il libertarismo considera però falliti i tentativi del costituzionalismo [[liberale]] di garantire i diritti individuali nel quadro di un ordinamento statuale. Le classi politiche infatti, avendo a disposizione il monopolio legale della violenza, avrebbero immancabilmente abusato del potere loro conferito allo scopo di esercitare una mera funzione di tutela. In quest'ottica i libertari avrebbero al contrario la vocazione ad “immaginare” e “costruire” forme alternative di convivenza, liberate dalla violenza. | ||
=== Né conservatori, né progressisti === | === Né conservatori, né progressisti === | ||
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In seguito, il libertarismo italiano si arricchisce di altri studiosi; ossia dapprima [[Fabio Massimo Nicosia]], avvocato e scrittore ("Il sovrano occulto", "Beati possidentes"), che via via assumerà posizioni sempre più critiche nei confronti del movimento libertario. Poi [[Luigi Marco Bassani]], Nicola Iannello, [[Carlo Lottieri]], [[Guglielmo Piombini]], Paolo Zanotto e altri, accolgono altri influssi e in particolare temi provenienti dalla "Scuola Austriaca" (da Mises a Leoni), dal giusnaturalismo lockiano e dall'oggettivismo ateo di [[Ayn Rand]], dall'elitismo, dalla tradizione cattolica e dal realismo politico. Riviste come ''Élites'' e ''Enclave'' diffondono in [[Italia]] i temi del pensiero anarco-capitalista, i cui testi principali sono pubblicati dalle "Edizioni Liberilibri" e dalla "Leonardo Facco Editore". Ora in [[Italia]] esiste anche un Movimento Libertario (guidato da Leonardo Facco) che si propone di tradurre la teoria libertaria e anarco-capitalista in concrete iniziative sociali, concentrando tuttavia la propria attenzione sugli aspetti strettamente economici, considerati prioritari rispetto a quelli di carattere civile. | In seguito, il libertarismo italiano si arricchisce di altri studiosi; ossia dapprima [[Fabio Massimo Nicosia]], avvocato e scrittore ("Il sovrano occulto", "Beati possidentes"), che via via assumerà posizioni sempre più critiche nei confronti del movimento libertario. Poi [[Luigi Marco Bassani]], Nicola Iannello, [[Carlo Lottieri]], [[Guglielmo Piombini]], Paolo Zanotto e altri, accolgono altri influssi e in particolare temi provenienti dalla "Scuola Austriaca" (da Mises a Leoni), dal giusnaturalismo lockiano e dall'oggettivismo ateo di [[Ayn Rand]], dall'elitismo, dalla tradizione cattolica e dal realismo politico. Riviste come ''Élites'' e ''Enclave'' diffondono in [[Italia]] i temi del pensiero anarco-capitalista, i cui testi principali sono pubblicati dalle "Edizioni Liberilibri" e dalla "Leonardo Facco Editore". Ora in [[Italia]] esiste anche un Movimento Libertario (guidato da Leonardo Facco) che si propone di tradurre la teoria libertaria e anarco-capitalista in concrete iniziative sociali, concentrando tuttavia la propria attenzione sugli aspetti strettamente economici, considerati prioritari rispetto a quelli di carattere civile. | ||
Ma non tutti i libertari italiani hanno ritenuto di aderire al "Movimento Libertario". A causa di quella che reputano essere una tendenza al conservatorismo morale (basata sulla convinzione che una prospettiva libertaria non implichi necessariamente alcuna forma di relativismo etico), alcuni dissidenti (fra i quali Nicosia, [[Luigi Corvaglia]] e La Conca) hanno scelto di operare autonomamente, producendo un anarchismo liberale che definiscono "[[anarchismo analitico]]", che può essere considerato a metà strada tra l'[[anarchismo]] classico e l'anarco-capitalismo. | Ma non tutti i libertari italiani hanno ritenuto di aderire al "Movimento Libertario". A causa di quella che reputano essere una tendenza al conservatorismo morale (basata sulla convinzione che una prospettiva libertaria non implichi necessariamente alcuna forma di relativismo etico), alcuni dissidenti (fra i quali Nicosia, [[Luigi Corvaglia]] e La Conca) hanno scelto di operare autonomamente, producendo un anarchismo [[liberale]] che definiscono "[[anarchismo analitico]]", che può essere considerato a metà strada tra l'[[anarchismo]] classico e l'anarco-capitalismo. | ||
=== Attualità === | === Attualità === |