Centri di Permanenza per i Rimpatri: differenze tra le versioni

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[[File:Cie torino.JPG|thumb|300 px|Il CIE di Torino]]I '''CPR''', acronimo di '''Centri di permanenza per i rimpatri''' (prima chiamati '''CIE''', '''Centri di identificazione ed espulsione''' <ref>"La denominazione ha trovato giustificazione nel [[xenofobia|clima xenofobo]] ed emergenziale imperante in [[Italia]]. In questa maniera il governo Berlusconi, che cambiò la denominazione, intese trasmettere l'idea che da quel momento i migranti sarebbero stati trattati alla stregua di criminali, quindi non potevano che essere identificati ed espulsi. In realtà, oggi come ieri, i CPT/CIE/CPR assolvono alla medesima funzione repressiva; il cambio del nome indica solo che oggi la repressione può e deve essere mostrata ed enfatizzata, perché genera consenso alla classe politica che attua tali misure".</ref> e ancora prima chiamati '''CPT''', '''Centri di Permanenza Temporanea''' <ref> Il nome completo sarebbe '''CPTA''', ovvero '''Centri di Permanenza Temporanea e di Assistenza''', ma quella A non è mai stata considerata e citata. Il paradosso del termine CPT sta nel fatto che il termine “permanenza” indicherebbe una certa stabilità, mentre “temporanea”, al contrario, indicherebbe uno stato di precarietà. Quindi, come si può essere stabili e precari allo stesso tempo? Non a caso [[Marco Rovelli]], in ''[[Lager Italiani]]'', li ha definiti un "[[non-luogo]]".</ref>), sono veri e propri centri di detenzione in cui vengono trattenuti forzatamente [[Migrazioni|migranti]] irregolari in attesa di un'eventuale espulsione.
[[File:Cie torino.JPG|thumb|300 px|Il CIE di Torino]]I '''CPR''', acronimo di '''Centri di permanenza per i rimpatri''' (prima chiamati '''CIE''', '''Centri di identificazione ed espulsione''' <ref>"La denominazione ha trovato giustificazione nel [[xenofobia|clima xenofobo]] ed emergenziale imperante in [[Italia]]. In questa maniera il governo Berlusconi, che cambiò la denominazione, intese trasmettere l'idea che da quel momento i migranti sarebbero stati trattati alla stregua di criminali, quindi non potevano che essere identificati ed espulsi. In realtà, oggi come ieri, i CPT/CIE/CPR assolvono alla medesima funzione repressiva; il cambio del nome indica solo che oggi la repressione può e deve essere mostrata ed enfatizzata, perché genera consenso alla classe politica che attua tali misure".</ref> e ancora prima chiamati '''CPT''', '''Centri di Permanenza Temporanea''' <ref> Il nome completo sarebbe '''CPTA''', ovvero '''Centri di Permanenza Temporanea e di Assistenza''', ma quella A non è mai stata considerata e citata. Il paradosso del termine CPT sta nel fatto che il termine “permanenza” indicherebbe una certa stabilità, mentre “temporanea”, al contrario, indicherebbe uno stato di precarietà. Quindi, come si può essere stabili e precari allo stesso tempo? Non a caso Marco Rovelli, in ''Lager Italiani'', li ha definiti un "[[non-luogo]]".</ref>), sono veri e propri centri di detenzione in cui vengono trattenuti forzatamente [[Migrazioni|migranti]] irregolari in attesa di un'eventuale espulsione.


== La normativa ==
== La normativa ==
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[[File:Umberto Bossi.JPG|left|thumb|Umberto Bossi fu, insieme a Gianfranco Fini, il firmatario della legge, la cosiddetta "Bossi-Fini", che ha appesantito la [[discriminazione]] dei migranti già messa in atto dalla "Turco-Napolitano"]]
[[File:Umberto Bossi.JPG|left|thumb|Umberto Bossi fu, insieme a Gianfranco Fini, il firmatario della legge, la cosiddetta "Bossi-Fini", che ha appesantito la [[discriminazione]] dei migranti già messa in atto dalla "Turco-Napolitano"]]


Nel [[1998]] viene approvata dal governo di centrosinistra la legge “'''Turco-Napolitano'''” (n° 40 del [[1998]]) che istituisce i '''CPT'''. Questa legge diminuisce la possibilità di espulsione, aumentando per contro quelle di accompagnamento alla frontiera. Ciò può avvenire per disposizione del Ministero dell'Interno, per ordine pubblico o per la «sicurezza dello [[Stato]]» e per disposizione del Prefetto, nel caso in cui allo straniero sia già stato intimato di lasciare l'[[Italia]] e lui non abbia adempiuto, ma anche se lo straniero non è in possesso di alcun documento valido o se si ritenesse che lo stesso possa sottrarsi all'esecuzione dell'espulsione. In questo caso egli potrà essere “trattenuto” <ref name="eufemismo"> È interessante rilevare come il linguaggio legislativo si nutra di eufemismi paradossali come “trattenere, “ospiti” ecc. Questo linguaggio, per assurdo, anziché celare, svela la sua vera natura: «i paradossali eufemismi, piuttosto che nascondere la realtà sembrano mostrarla in tutta la sua evidenza» (Marco Rovelli, ''[[Lager Italiani]]'', pag. 194).</ref> (leggasi detenuto) presso il CPT più vicino, «per il tempo strettamente necessario» ad eseguirne l'espulsione (in molti casi trattasi di vere e proprie deportazioni forzate). Resta ugualmente l'ordine di lasciare il territorio senza accompagnamento alla frontiera nel caso in cui lo straniero sia alla sua prima espulsione o anche se, pur avendo un documento valido, si ritenga che il migrante non abbia avuto un buon inserimento sociale.  
Nel [[1998]] viene approvata dal governo di centrosinistra la legge “'''Turco-Napolitano'''” (n° 40 del [[1998]]) che istituisce i '''CPT'''. Questa legge diminuisce la possibilità di espulsione, aumentando per contro quelle di accompagnamento alla frontiera. Ciò può avvenire per disposizione del Ministero dell'Interno, per ordine pubblico o per la «sicurezza dello [[Stato]]» e per disposizione del Prefetto, nel caso in cui allo straniero sia già stato intimato di lasciare l'[[Italia]] e lui non abbia adempiuto, ma anche se lo straniero non è in possesso di alcun documento valido o se si ritenesse che lo stesso possa sottrarsi all'esecuzione dell'espulsione. In questo caso egli potrà essere “trattenuto” <ref name="eufemismo"> È interessante rilevare come il linguaggio legislativo si nutra di eufemismi paradossali come “trattenere, “ospiti” ecc. Questo linguaggio, per assurdo, anziché celare, svela la sua vera natura: «i paradossali eufemismi, piuttosto che nascondere la realtà sembrano mostrarla in tutta la sua evidenza» (Marco Rovelli, ''Lager Italiani'', pag. 194).</ref> (leggasi detenuto) presso il CPT più vicino, «per il tempo strettamente necessario» ad eseguirne l'espulsione (in molti casi trattasi di vere e proprie deportazioni forzate). Resta ugualmente l'ordine di lasciare il territorio senza accompagnamento alla frontiera nel caso in cui lo straniero sia alla sua prima espulsione o anche se, pur avendo un documento valido, si ritenga che il migrante non abbia avuto un buon inserimento sociale.  


È bene evidenziare che la stessa legge introduce la carta di soggiorno per immigranti presenti in [[Italia]] da 5 anni, vengono facilitati i ricongiungimenti familiari, introdotto l'istituto dello ''sponsor'', sviluppate delle forme di garanzia sulle condizioni di lavoro e sulle loro prestazioni previdenziali.
È bene evidenziare che la stessa legge introduce la carta di soggiorno per immigranti presenti in [[Italia]] da 5 anni, vengono facilitati i ricongiungimenti familiari, introdotto l'istituto dello ''sponsor'', sviluppate delle forme di garanzia sulle condizioni di lavoro e sulle loro prestazioni previdenziali.
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