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Nel celeberrimo ''Vindication of the Rights of Woman'' (1792) così descrive la condizione femminile dell'epoca : | Nel celeberrimo ''Vindication of the Rights of Woman'' (1792) così descrive la condizione femminile dell'epoca : | ||
: | : «Le donne si trovano dovunque a vivere in questa deplorevole condizione: per difendere la loro innocenza, eufemismo per ignoranza, le si tiene ben lontane dalla verità e si impone loro un carattere artificioso, prima ancora che le loro facoltà intellettive si siano fortificate. Fin dall'infanzia si insegna loro che la bellezza è lo scettro della donna e la mente quindi si modella sul corpo e si aggira nella sua gabbia dorata, contenta di adorarne la prigione. Le donne, assieme agli uomini, sono rese deboli e amanti del lusso dai piaceri rilassanti che il benessere procura; ma in aggiunta a questo, sono rese schiave della propria persona, e devono renderla attraente in modo che l'uomo presti loro la sua ragione per guidarne bene i passi malsicuri» | ||
A questo proposito, la Wollstonecraft polemizza con James Fordyce, John Gregory e [[Jean-Jacques Rousseau]], che nei loro scritti negavano alle donne il diritto all'educazione; Rousseau, nell'''Émile'' (1762), riporta infatti che le donne avrebbero dovuto essere educate in modo da piacere all'uomo. | A questo proposito, la Wollstonecraft polemizza con James Fordyce, John Gregory e [[Jean-Jacques Rousseau]], che nei loro scritti negavano alle donne il diritto all'educazione; Rousseau, nell'''Émile'' (1762), riporta infatti che le donne avrebbero dovuto essere educate in modo da piacere all'uomo. |