Guido Picelli: differenze tra le versioni

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Passato, come indipendente, alle fila del Partito Comunista d'Italia il occasione del [[1 maggio|primo maggio]] del [[1924]] ormai a [[fascismo]] asceso a regime issa sul balcone del Parlamento, dove permane per quindici minuti, la bandiera rossa prima che gli sgherri [[fascismo|fascisti]] riescano a toglierla. <ref>[http://www.micciacorta.it/articolo.php?id_news=686 ''La bandiera rossa sventola su Montecitorio'' di Giancarlo Bocchi Il Manifesto, 5 gennaio 2008]</ref>
Passato, come indipendente, alle fila del Partito Comunista d'Italia il occasione del [[1 maggio|primo maggio]] del [[1924]] ormai a [[fascismo]] asceso a regime issa sul balcone del Parlamento, dove permane per quindici minuti, la bandiera rossa prima che gli sgherri [[fascismo|fascisti]] riescano a toglierla. <ref>[http://www.micciacorta.it/articolo.php?id_news=686 ''La bandiera rossa sventola su Montecitorio'' di Giancarlo Bocchi Il Manifesto, 5 gennaio 2008]</ref>
=== L'antifascismo e gli Arditi del Popolo ===
=== L'antifascismo e gli Arditi del Popolo ===
Con l'anarchico [[Antonio Cieri]] è tra gli organizzatori degli [[Arditi del Popolo]] e l'anima della leggendaria [[Difesa di Parma del 1922]], in cui 350 [[Arditi del Popolo]] (tra cui anche il fratello Vittorio <ref> '''Vittorio Picelli''', nato a  Parma nel [[1893]] e morto a Roma nel [[1979]], fu presente con il fratello Guido nelle 5 giornate della [[Difesa di Parma del 1922]]. [[sindacalismo rivoluzionario|Sindacalista rivoluzionario]], momentaneamente capo militare della "Legione Proletaria Filippo Corridoni" che combattè a Parma gli [[Fascismo|squadristi fascisti]] a fianco degli [[Arditi del Popolo]], l'effettivo leader, [[Impresa_di_Fiume|Alcestre De Ambris]], autore della ''Carta del Carnaro'' ovvero la "costituzione" della [[Impresa di Fiume|Libera Repubblica di Fiume]], molto più progressista ed [èeguaglianza|eguaglitaria]] della costituzione italiana, era andato a chiedere aiuto e sostegno a [[Impresa_di_Fiume|Gabriele D'Annunzio]] per l'elaborazione di una strategia globale miltare contro i [[Fascismo|fascisti]] che non ammettesse tentennamenti di sorta. Il comandante "sul campo" fu quindi Vittorio Picelli. Vittorio Picelli è noto anche per aver fondato nel [[1909]] il "Fascio Anticlericale [[Francisco Ferrer y Guardia|Francisco_Ferrer]]".
Con l'anarchico [[Antonio Cieri]] è tra gli organizzatori degli [[Arditi del Popolo]] e l'anima della leggendaria [[Difesa di Parma del 1922]], in cui 350 [[Arditi del Popolo]] (tra cui anche il fratello Vittorio <ref>'''Vittorio Picelli''', nato a  Parma nel [[1893]] e morto a Roma nel [[1979]], fu presente con il fratello Guido nelle 5 giornate della [[Difesa di Parma del 1922]]. [[sindacalismo rivoluzionario|Sindacalista rivoluzionario]], momentaneamente capo militare della "Legione Proletaria Filippo Corridoni" che combattè a Parma gli [[Fascismo|squadristi fascisti]] a fianco degli [[Arditi del Popolo]], l'effettivo leader, [[Impresa_di_Fiume|Alcestre De Ambris]], autore della ''Carta del Carnaro'' ovvero la "costituzione" della [[Impresa di Fiume|Libera Repubblica di Fiume]], molto più progressista ed [èeguaglianza|eguaglitaria]] della costituzione italiana, era andato a chiedere aiuto e sostegno a [[Impresa_di_Fiume|Gabriele D'Annunzio]] per l'elaborazione di una strategia globale miltare contro i [[Fascismo|fascisti]] che non ammettesse tentennamenti di sorta. Il comandante "sul campo" fu quindi Vittorio Picelli. Vittorio Picelli è noto anche per aver fondato nel [[1909]] il "Fascio Anticlericale [[Francisco Ferrer y Guardia|Francisco_Ferrer]]".
Con il [[fascismo]] asceso a regime, Guido Picelli divenne membro di "[[Italia Libera]]", nascente organizzazione [[antifascismo|antifascista]]. Riparò in [[Francia]] nel [[1924]] e a Parigi fu fra i promotori del gruppo sindacalista intitolato a [[Filippo Corridoni]], occupandosi del giornale dell'organizzazione: «Corriere degli Italiani». Entro' in contatto con Vittorio Ambrosini e Giuseppe Mingrino che in quel periodo da dirigenti valorosi degli [[Arditi del Popolo]] erano finiti a causa di sporchi ricatti da parte dell'[[OVRA]] a far azioni di rottura all'interno del fronte [[antifascismo|antifascista]] dei "fuoriusciti". Vittorio Picelli non prese parte a simili vili atti provocatori. In seguito aderì alla "Lega italiana dei diritti e della concentrazione antifascista" e nel [[1934]] divenne simpatizzante di [[Carlo Rosselli|Giustizia e Libertà]]. Entrato in un periodo di forti difficoltà economiche, si recò in [[Belgio]] nel [[1935]] ed a questo punto tradì la causa [[antifascismo|antifascista]] chiedendo a Mussolini di parteciapre al conflitto in Africa Orientale onde aver di che sostentarsi, lui e la sua famiglia; ovviamente a Mussolini neppur sembrò vero che un irriducibile antifascista "ritornasse all'ovile" e concedette quanto richiesto. Rientrato a Roma dall'Africa Orientale, divenne dirigente nel sindacato fascista e scrisse ''Il fante nella guerra nell'Africa Orientale''. La sua vicenda è opposta a quella di [[Alceste De Ambris]], a cui Mussolini avrebbe fatto ponti d'oro per il suo ingresso nel partito fascista, vista anche la sua enorme notorietà, ma mai l'ex capo sindacalista rivoluzionario accettò tali inviti, occupandosi invece del sostententamento dei "fuoriusciti" antifascisti in Francia.
Con il [[fascismo]] asceso a regime, Guido Picelli divenne membro di "[[Italia Libera]]", nascente organizzazione [[antifascismo|antifascista]]. Riparò in [[Francia]] nel [[1924]] e a Parigi fu fra i promotori del gruppo sindacalista intitolato a [[Filippo Corridoni]], occupandosi del giornale dell'organizzazione: «Corriere degli Italiani». Entro' in contatto con Vittorio Ambrosini e Giuseppe Mingrino che in quel periodo da dirigenti valorosi degli [[Arditi del Popolo]] erano finiti a causa di sporchi ricatti da parte dell'[[OVRA]] a far azioni di rottura all'interno del fronte [[antifascismo|antifascista]] dei "fuoriusciti". Vittorio Picelli non prese parte a simili vili atti provocatori. In seguito aderì alla "Lega italiana dei diritti e della concentrazione antifascista" e nel [[1934]] divenne simpatizzante di [[Carlo Rosselli|Giustizia e Libertà]]. Entrato in un periodo di forti difficoltà economiche, si recò in [[Belgio]] nel [[1935]] ed a questo punto tradì la causa [[antifascismo|antifascista]] chiedendo a Mussolini di parteciapre al conflitto in Africa Orientale onde aver di che sostentarsi, lui e la sua famiglia; ovviamente a Mussolini neppur sembrò vero che un irriducibile antifascista "ritornasse all'ovile" e concedette quanto richiesto. Rientrato a Roma dall'Africa Orientale, divenne dirigente nel sindacato fascista e scrisse ''Il fante nella guerra nell'Africa Orientale''. La sua vicenda è opposta a quella di [[Alceste De Ambris]], a cui Mussolini avrebbe fatto ponti d'oro per il suo ingresso nel partito fascista, vista anche la sua enorme notorietà, ma mai l'ex capo sindacalista rivoluzionario accettò tali inviti, occupandosi invece del sostententamento dei "fuoriusciti" antifascisti in Francia.
</ref>, comandate sul campo della "Legione Proletaria Filippo Corridoni" <ref>[http://it.wikipedia.org/wiki/Legione_Proletaria_Filippo_Corridoni Cenni storici relativi alla "Legione Proletaria Filippo Corridoni"]</ref>, affiancati dalla popolazione, compresi alcuni religiosi (ci fu il tacito assenso del vescovo di Parma), riescono a mettere in fuga decine di migliaia di [[Fascismo|squadristi fascisti]] comandati da Farinacci, poi sostituito da Italo Balbo visto che Mussolini non poteva accettare un'onta simile. Anche dopo l'occupazione di Parma da parte dei militari, necessari per "sedare" le acque e soffocare quello che per loro era un pericolosissimo focolaio [[antifascismo|antifascista]] dopo la caduta della [http://www.ainfos.ca/02/nov/ainfos00320.html Camera del Lavoro di Genova], nodo focale per il [[Fascismo|fascismo]], Guido Picelli continua la sua azione antifascista favorito dall'essere ancora un deputato socialista che gli garantisce l'immunità e la liberazione quasi immediata dopo ogni arresto.
</ref>, comandate sul campo della "Legione Proletaria Filippo Corridoni" <ref>[http://it.wikipedia.org/wiki/Legione_Proletaria_Filippo_Corridoni Cenni storici relativi alla "Legione Proletaria Filippo Corridoni"]</ref>, affiancati dalla popolazione, compresi alcuni religiosi (ci fu il tacito assenso del vescovo di Parma), riescono a mettere in fuga decine di migliaia di [[Fascismo|squadristi fascisti]] comandati da Farinacci, poi sostituito da Italo Balbo visto che Mussolini non poteva accettare un'onta simile. Anche dopo l'occupazione di Parma da parte dei militari, necessari per "sedare" le acque e soffocare quello che per loro era un pericolosissimo focolaio [[antifascismo|antifascista]] dopo la caduta della [http://www.ainfos.ca/02/nov/ainfos00320.html Camera del Lavoro di Genova], nodo focale per il [[Fascismo|fascismo]], Guido Picelli continua la sua azione antifascista favorito dall'essere ancora un deputato socialista che gli garantisce l'immunità e la liberazione quasi immediata dopo ogni arresto.
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: «L'odissea di Guido Picelli a Mosca, rimasta segreta fino a oggi, è emersa da una serie di documenti riservati che abbiamo trovato nell'Archivio del Comintern (Rgaspi) e in altri due archivi moscoviti. Sono carte che testimoniano dall'interno i meccanismi segreti dello stalinismo e mettono a fuoco il ruolo di Togliatti.» <ref name="tele2">[http://www.telestreetbari.it/content/view/642/5/ ''Guido Picelli: l'eroe di Parma e Spagna'', da  «L'Espresso» del [[2 ottobre]] [[2008]]]</ref>
: «L'odissea di Guido Picelli a Mosca, rimasta segreta fino a oggi, è emersa da una serie di documenti riservati che abbiamo trovato nell'Archivio del Comintern (Rgaspi) e in altri due archivi moscoviti. Sono carte che testimoniano dall'interno i meccanismi segreti dello stalinismo e mettono a fuoco il ruolo di Togliatti.» <ref name="tele2">[http://www.telestreetbari.it/content/view/642/5/ ''Guido Picelli: l'eroe di Parma e Spagna'', da  «L'Espresso» del [[2 ottobre]] [[2008]]]</ref>


Giunto in URSS lavora come operaio, distinguendosi tuttavia dalla linea stalinista. Per questo rischia il [[carcere]], così come lo rischiano gli altri dissidenti, tra cui il compagno Dante Corneli ([[Ardito del Popolo|Ardito]], amico di [[Antonio Gramsci]], che solo dopo molti anni di [[carcere]] stalinista, alla fine della seconda guerra mondiale, potrà tornare in [[Italia]]
Giunto in URSS lavora come operaio, distinguendosi tuttavia dalla linea stalinista. Per questo rischia il [[carcere]], così come lo rischiano gli altri dissidenti, tra cui il compagno Dante Corneli ([[Ardito del Popolo|Ardito]], amico di [[Antonio Gramsci]], che solo dopo molti anni di [[carcere]] stalinista, alla fine della seconda guerra mondiale, potrà tornare in [[Italia]] <ref name="togliatti1">[http://espresso.repubblica.it/dettaglio//2043047/16&print=true Quel Togliatti mai visto di [[Giancarlo Bocchi]]]</ref>). Coinvolto nelle lotte intestine con l'opposizione trotzkista, Picelli è presto un uomo avvilito e deluso; egli sa che l'arresto di [[Emilio Guarnaschelli]] significa che il cerchio si sta stringendo sui comunisti italiani antistalinisti. Infatti, il [[9 gennaio]] [[1935]], Picelli è interrogato dall'[[Ceka|Nkvd]], la polizia segreta di [[Stalin]]. Immediatamente licenziato, gli vengono negati i ''talon'', ovvero i buoni per comprare il cibo e pagarsi l'appartamento in affitto.
" <ref name="togliatti1">[http://espresso.repubblica.it/dettaglio//2043047/16&print=true Quel Togliatti mai visto di [[Giancarlo Bocchi]]]</ref>). Coinvolto nelle lotte intestine con l'opposizione trotzkista, Picelli è presto un uomo avvilito e deluso; egli sa che l'arresto di [[Emilio Guarnaschelli]] significa che il cerchio si sta stringendo sui comunisti italiani antistalinisti. Infatti, il [[9 gennaio]] [[1935]], Picelli è interrogato dall'[[Ceka|Nkvd]], la polizia segreta di [[Stalin]]. Immediatamente licenziato, gli vengono negati i ''talon'', ovvero i buoni per comprare il cibo e pagarsi l'appartamento in affitto.


Scrive Guido Picelli: «Dopo il licenziamento dalla Scuola leninista avvenuto in modo singolare e quello più recente dal Comintern, sono indotto a pensare che taluno mi ritenga incapace e che l'esperienza di guerra e quella della guerra civile non mi sia servita a nulla» <ref name="togliatti2">[http://espresso.repubblica.it/dettaglio//2043047/16&print=true Quel Togliatti mai visto di Giancarlo Bocchi]</ref>.  
Scrive Guido Picelli: «Dopo il licenziamento dalla Scuola leninista avvenuto in modo singolare e quello più recente dal Comintern, sono indotto a pensare che taluno mi ritenga incapace e che l'esperienza di guerra e quella della guerra civile non mi sia servita a nulla» <ref name="togliatti2">[http://espresso.repubblica.it/dettaglio//2043047/16&print=true Quel Togliatti mai visto di Giancarlo Bocchi]</ref>.  
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*[[la Rivoluzione spagnola (1936-39)|Rivoluzione spagnola]]
*[[la Rivoluzione spagnola (1936-39)|Rivoluzione spagnola]]
*[[Antonio Cieri]]
*[[Antonio Cieri]]
== Collegamenti esterni ==
== Collegamenti esterni ==
*[http://archive.is/LitHz I protagonisti della [[Difesa di Parma del 1922]]]
*[http://archive.is/LitHz I protagonisti della [[Difesa di Parma del 1922]]]
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== Note ==
== Note ==
<references/>


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[[Categoria:Antifascisti|Picelli, Guido]]
[[Categoria:Antifascisti|Picelli, Guido]]
[[Categoria:Marxismo|Picelli, Guido]]
[[Categoria:Marxismo|Picelli, Guido]]
[[Categoria:Rivoluzione spagnola|Picelli, Guido]]
[[Categoria:Rivoluzione spagnola|Picelli, Guido]]
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