Mafia e Fascismo: differenze tra le versioni

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[[Arrigo Petacco]], nel suo libro ''Il Prefetto di Ferro'', accusa il fascismo di essersi occupato solo dei "pesci piccoli", riportando in Sicilia i capi mafiosi fascistizzati, liberati o non arrestati grazie a leggi scritte ed utilizzate ad hoc <ref>Stralcio di una lettera di un avvocato siciliano indirizzato a Mori, tratta do Arrigo Petacco, ''Il prefetto di ferro'', 1975, Mondadori </ref>: O«ra in Sicilia si ammazza e si ruba allegramente come prima. Quasi tutti i capi mafia sono tornati a casa per condono dal confino e dalle galere [...]».
[[Arrigo Petacco]], nel suo libro ''Il Prefetto di Ferro'', accusa il fascismo di essersi occupato solo dei "pesci piccoli", riportando in Sicilia i capi mafiosi fascistizzati, liberati o non arrestati grazie a leggi scritte ed utilizzate ad hoc <ref>Stralcio di una lettera di un avvocato siciliano indirizzato a Mori, tratta do Arrigo Petacco, ''Il prefetto di ferro'', 1975, Mondadori </ref>: O«ra in Sicilia si ammazza e si ruba allegramente come prima. Quasi tutti i capi mafia sono tornati a casa per condono dal confino e dalle galere [...]».


In un articolo pubblicato su il Corriere della Sera, Giovanna Grazzini sostenne la tesi della "buona fede" di Cesare Mori, poi rimosso dall'incarico per via della sua intransigenza <ref>da articolo di Giovanni Grazzini, Il Corriere della Sera, 2 ottobre 1977</ref>: «La sua azione energica permise di distruggere quasi interamente la struttura di base della malavita organizzata siciliana e offrì a Mussolini un argomento per la sua propaganda. Ma quando Mori iniziò a diventare troppo famoso e soprattutto a indagare troppo in alto, venne messo da parte, e le tracce del suo lavoro accuratamente eliminate» <ref>[http://xoomer.alice.it/novara/petacco_ilprefettodiferro.htm da Recensione libro]</ref>.
In un articolo pubblicato su il Corriere della Sera, Giovanna Grazzini sostenne la tesi della "buona fede" di Cesare Mori, poi rimosso dall'incarico per via della sua intransigenza <ref>da articolo di Giovanni Grazzini, Il Corriere della Sera, 2 ottobre 1977</ref>:
:«La sua azione energica permise di distruggere quasi interamente la struttura di base della malavita organizzata siciliana e offrì a Mussolini un argomento per la sua propaganda. Ma quando Mori iniziò a diventare troppo famoso e soprattutto a indagare troppo in alto, venne messo da parte, e le tracce del suo lavoro accuratamente eliminate» <ref>[http://xoomer.alice.it/novara/petacco_ilprefettodiferro.htm da Recensione libro]</ref>.


===Cesare Mori e il caso Alfredo Cucco ===
===Cesare Mori e il caso Alfredo Cucco ===
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