Bernardino Verro: differenze tra le versioni

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Sei giorni dopo un pubblico comizio, tenuto la sera del [[31 ottobre]] [[1910]] a Corleone, in cui aveva attaccatto la mafia e l'amministrazione comunale, Verro scampò ad un attentato compiuto da alcuni sicari mafiosi. Fallito l'attentato, la [[mafia]] e gli agrari provarono ad eliminare Verro con l'arma della calunnia, accusandolo di aver falsificato delle cambiali e di aver truffato il Banco di Sicilia. Le accuse gli erano state rivolte dall'autentico falsario, ovvero Angelo Palazzo, cassiere dell'"Unione agricola". Egli aveva coinvolto Verro nel falso in cambiali con l'intento di attenuare le proprie responsabilità ed anche perché spinto dalle pressioni ricevute dai capo-mafia locali, che speravano così di infangane l'onore e spedirlo in [[carcere]]. Verro rimase in stato di detenzione per dieci mesi, ma finalmente nel luglio [[1913]] fu liberato e fece ritorno a Corleone, dove i contadini lo accolsero festosamente convinti della sua onestà.  
Sei giorni dopo un pubblico comizio, tenuto la sera del [[31 ottobre]] [[1910]] a Corleone, in cui aveva attaccatto la mafia e l'amministrazione comunale, Verro scampò ad un attentato compiuto da alcuni sicari mafiosi. Fallito l'attentato, la [[mafia]] e gli agrari provarono ad eliminare Verro con l'arma della calunnia, accusandolo di aver falsificato delle cambiali e di aver truffato il Banco di Sicilia. Le accuse gli erano state rivolte dall'autentico falsario, ovvero Angelo Palazzo, cassiere dell'"Unione agricola". Egli aveva coinvolto Verro nel falso in cambiali con l'intento di attenuare le proprie responsabilità ed anche perché spinto dalle pressioni ricevute dai capo-mafia locali, che speravano così di infangane l'onore e spedirlo in [[carcere]]. Verro rimase in stato di detenzione per dieci mesi, ma finalmente nel luglio [[1913]] fu liberato e fece ritorno a Corleone, dove i contadini lo accolsero festosamente convinti della sua onestà.  


== L'omicidio ==
=== L'omicidio ===
Nel primo pomeriggio del [[3 novembre]] [[1915]], Verro, uscito dal municipio, si stava dirigendo verso casa salendo da via Tribuna, dove lo attendevano la compagna, Maria Rosa Angelastri, e la figlioletta di appena un anno, Giuseppina Pace Umana. Aveva appena mandato via i due vigili urbani che lo scortavano, quando due sicari lo raggiunsero e lo colpirono con undici colpi di rivoltella, di cui quattro sparatigli a bruciapelo al capo, che lo uccisero. Il processo per il suo assassinio si concluse - incredibilmente - con la richiesta del pubblico ministero, il commendatore Wancolle, di assolvere tutti gli imputati per non aver commesso il fatto, che il tribunale immediatamente accolse. Gli esecutori materiali del delitto non furono mai riconosciuti.
Nel primo pomeriggio del [[3 novembre]] [[1915]], Verro, uscito dal municipio, si stava dirigendo verso casa salendo da via Tribuna, dove lo attendevano la compagna, Maria Rosa Angelastri, e la figlioletta di appena un anno, Giuseppina Pace Umana. Aveva appena mandato via i due vigili urbani che lo scortavano, quando due sicari lo raggiunsero e lo colpirono con undici colpi di rivoltella, di cui quattro sparatigli a bruciapelo al capo, che lo uccisero. Il processo per il suo assassinio si concluse - incredibilmente - con la richiesta del pubblico ministero, il commendatore Wancolle, di assolvere tutti gli imputati per non aver commesso il fatto, che il tribunale immediatamente accolse. Gli esecutori materiali del delitto non furono mai riconosciuti.


[[Categoria:Sindacalisti|Verro, Bernardino]]
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