Settimana Rossa: differenze tra le versioni

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[[Image:Masetti.jpg|thumb|left|[[Augusto Masetti]]]]
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Nella penisola si era consolidato un blocco sociale formato da contadini, operai e ceto medio, di estrazione per lo più [[anarchismo|anarchica]], socialista, [[sindacalismo|sindacalista]] e repubblicana. Questa alleanza ideologica era tenuta assieme da un comune senso [[antimilitarismo|antimilitarista]], dalla contrarietà all'impresa coloniale in [[Libia]] e dalla lotta contro le "Compagnie di Disciplina dell'Esercito" dove molti militanti, riconosciuti come rivoluzionari, venivano inviati a scopo “rieducazionale”.
Nella penisola si era consolidato un blocco sociale formato da contadini, operai e ceto medio, di estrazione per lo più [[anarchismo|anarchica]], socialista, [[sindacalismo|sindacalista]] e repubblicana. Questa alleanza ideologica era tenuta assieme da un comune senso [[antimilitarismo|antimilitarista]], dalla contrarietà all'impresa coloniale in [[Libia]] e dalla lotta contro le "Compagnie di Disciplina dell'Esercito" dove molti militanti, riconosciuti come rivoluzionari, venivano inviati a scopo “rieducazionale”.


In particolare due casi colpirono l'opinione pubblica:
In particolare due casi colpirono l'opinione pubblica:
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Al termine del comizio i carabinieri “caricarono” la folla sparando e uccidendo tre manifestanti (Nello Budini 17 anni e Antonio Casaccia 24 anni entrambi repubblicani e l'anarchico [[Attilio Giambrignoni]] di 22 anni).
Al termine del comizio i carabinieri “caricarono” la folla sparando e uccidendo tre manifestanti (Nello Budini 17 anni e Antonio Casaccia 24 anni entrambi repubblicani e l'anarchico [[Attilio Giambrignoni]] di 22 anni).


[[Malatesta]] allora incitò gli anconetani alla rivolta (la città fu occupata per 7 giorni) che, partendo dalle Marche e dalla Romagna, si estese in quasi tutta [[Italia]] provocando numerosi scontri violenti con le forze dell'ordine.  
[[Malatesta]] allora incitò gli anconetani alla rivolta (la città fu occupata per 7 giorni) che, partendo dalle Marche e dalla Romagna, si estese in quasi tutta [[Italia]] provocando numerosi scontri violenti con le forze dell'ordine.  
: «Non sappiamo ancora se vinceremo, ma è certo che la rivoluzione è scoppiata e va propagandosi. La Romagna è in fiamme, in tutta la regione da Terni ad Ancona il popolo è padrone della situazione. A Roma il governo è costretto a tenersi sulle difese contro gli assalti popolari; il Quirinale è sfuggito, per ora, all'invasione della massa insorta, ma è sempre minacciato». ([[Errico Malatesta]], ''Manifesto degli anarchici al popolo'', «[[Volontà]]», [[17 giugno]] [[1914]]) <ref name="supplemento"> Nel supplemento al n. 17 di «Volontà» dell'aprile 1914, gli anarchici anconetani avevano indirizzato un manifesto ai socialisti riuniti a congresso nazionale nella loro città, ''Il manifesto'', scritto certamente da [[Malatesta]], invitava i socialisti a porsi su una piattaforma rivoluzionaria insieme con gli [[Personalità anarchiche|anarchici]], a «tornare alle origini», a smetterla con le posizioni equivoche ed a schierarsi contro lo [[Stato]] e fuori dello [[Stato]].</ref>
: «Non sappiamo ancora se vinceremo, ma è certo che la rivoluzione è scoppiata e va propagandosi. La Romagna è in fiamme, in tutta la regione da Terni ad Ancona il popolo è padrone della situazione. A Roma il governo è costretto a tenersi sulle difese contro gli assalti popolari; il Quirinale è sfuggito, per ora, all'invasione della massa insorta, ma è sempre minacciato». ([[Errico Malatesta]], ''Manifesto degli anarchici al popolo'', «[[Volontà]]», [[17 giugno]] [[1914]]) <ref name="supplemento"> Nel supplemento al n. 17 di «Volontà» dell'aprile 1914, gli anarchici anconetani avevano indirizzato un manifesto ai socialisti riuniti a congresso nazionale nella loro città, ''Il manifesto'', scritto certamente da [[Malatesta]], invitava i socialisti a porsi su una piattaforma rivoluzionaria insieme con gli [[Personalità anarchiche|anarchici]], a «tornare alle origini», a smetterla con le posizioni equivoche ed a schierarsi contro lo [[Stato]] e fuori dello [[Stato]].</ref>


Gli insorti allora fecero pressione sul "Sindacato dei Ferrovieri" affinché proclamasse lo [[sciopero generale]], che effettivamente fu annunciato il [[9 giugno]] (anche se in alcune regioni iniziò il [[10 giugno|10]]).
Gli insorti allora fecero pressione sul "Sindacato dei Ferrovieri" affinché proclamasse lo [[sciopero generale]], che effettivamente fu annunciato il [[9 giugno]] (anche se in alcune regioni iniziò il [[10 giugno|10]]).
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:«Si è fatto correr la voce che la Confederazione Generale del Lavoro ha ordinato la cessazione dello sciopero. La notizia manca di ogni prova, ed è probabile sia stata inventata e propagata dal governo [...] Ma fosse anche vera, essa non servirebbe che a marchiare d'infamia coloro che avrebbero tentato il tradimento. La Confederazione Generale del Lavoro non sarebbe ubbidita [...] E poi, ancora una volta, ora non si tratta più di sciopero, ma di RIVOLUZIONE. Il movimento incomincia adesso, e ci vengono a dire di cessarlo! Abbasso gli addormentatori! Abbasso i traditori! Evviva la rivoluzione!»  
:«Si è fatto correr la voce che la Confederazione Generale del Lavoro ha ordinato la cessazione dello sciopero. La notizia manca di ogni prova, ed è probabile sia stata inventata e propagata dal governo [...] Ma fosse anche vera, essa non servirebbe che a marchiare d'infamia coloro che avrebbero tentato il tradimento. La Confederazione Generale del Lavoro non sarebbe ubbidita [...] E poi, ancora una volta, ora non si tratta più di sciopero, ma di RIVOLUZIONE. Il movimento incomincia adesso, e ci vengono a dire di cessarlo! Abbasso gli addormentatori! Abbasso i traditori! Evviva la rivoluzione!»  


Alla fine però la C.G.L ebbe la meglio e di fatto fu la fine della rivolta, che però si protrarrà sino al [[14 giugno]]. (La C.G.L sarà protagonista dello stesso “tradimento” dei lavoratori durante le [[consigli ed occupazioni di fabbrica in Italia (1919-20) | occupazioni delle fabbriche del 1919-20]]).  
Alla fine però la C.G.L ebbe la meglio e di fatto fu la fine della rivolta, che però si protrarrà sino al [[14 giugno]]. (La C.G.L sarà protagonista dello stesso “tradimento” dei lavoratori durante le [[consigli ed occupazioni di fabbrica in Italia (1919-20) | occupazioni delle fabbriche del 1919-20]]).  


Durante questa settimana molti simboli delle [[autorità]] e della [[Chiesa]] furono attaccati: incendio al municipio di Alfonsine (Ravenna), distruzione della [[Chiesa]] di Villanova di Bagnacavallo, ecc.
Durante questa settimana molti simboli delle [[autorità]] e della [[Chiesa]] furono attaccati: incendio al municipio di Alfonsine (Ravenna), distruzione della [[Chiesa]] di Villanova di Bagnacavallo, ecc.
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*Luciano Lucci, ''Quando Alfonsine divenne famosa. A 90 anni dalla Settimana Rossa'' <ref name="nota">[http://www.racine.ra.it/orione39/alfonsine/Alfonsine/cosa_fu_la_settimana_rossa.htm Come acquistare il libro]</ref>
*Luciano Lucci, ''Quando Alfonsine divenne famosa. A 90 anni dalla Settimana Rossa'' <ref name="nota">[http://www.racine.ra.it/orione39/alfonsine/Alfonsine/cosa_fu_la_settimana_rossa.htm Come acquistare il libro]</ref>
*Alessandro Luparini, ''Settimana Rossa e dintorni'', editore Faenza, 2004
*Alessandro Luparini, ''Settimana Rossa e dintorni'', editore Faenza, 2004
*Roberto Carocci, '' Roma sovversiva. Anarchismo e conflittualità sociale dall'età giolittiana al fascismo (1900-1926)'', Odradek, Roma 2012.
*Roberto Carocci, '' Roma sovversiva. Anarchismo e conflittualità sociale dall'età giolittiana al fascismo (1900-1926)'', Odradek, Roma 2012.


==Voci correlate ==
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