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Nel [[1906]], quando ha solo 13 anni, va a lavorare dallo zio a Genova, il quale però dopo quattro anni decide di emigrare negli [[USA|Stati Uniti]]. Zambonini prosegue a lavorare da solo nel capoluogo ligure e si avvicina agli ambienti socialisti. Chiamato alle armi sette anni più tardi, è assegnato al 2° Reggimento Artiglieria da montagna ed inviato in Libia, dove il suo reparto si distingue per le azioni di [[repressione]] indigena. | Nel [[1906]], quando ha solo 13 anni, va a lavorare dallo zio a Genova, il quale però dopo quattro anni decide di emigrare negli [[USA|Stati Uniti]]. Zambonini prosegue a lavorare da solo nel capoluogo ligure e si avvicina agli ambienti socialisti. Chiamato alle armi sette anni più tardi, è assegnato al 2° Reggimento Artiglieria da montagna ed inviato in Libia, dove il suo reparto si distingue per le azioni di [[repressione]] indigena. | ||
Proprio durante il servizio militare conosce le idee anarchiche e quando il [[7 settembre]] [[1919]] rientra in [[Italia]] inizia la militanza anarchica, pur senza interrompere i rapporti con i socialisti. Nel [[1919]] è infatti militante attivo della CdL sindacalista di Sestri Ponente e partecipa all'assemblea costitutiva della sezione socialista di Villa Minozzo. Durante gli anni del biennio rosso ([[1919]]-[[1920]]), Zamobonini entra in contatto con [[Armando Borghi]] e partecipa alla costituzione di un sindacato minatori aderente all'[[USI]]. Da rivoluzionario qual è guarda con molto interesse a quanto accade in quel periodo in tutta la penisola: a La Spezia, per esempio, il gruppo di [[Dante Carnesecchi]] e [[Renzo Novatore]] dà | Proprio durante il servizio militare conosce le idee anarchiche e quando il [[7 settembre]] [[1919]] rientra in [[Italia]] inizia la militanza anarchica, pur senza interrompere i rapporti con i socialisti. Nel [[1919]] è infatti militante attivo della CdL sindacalista di Sestri Ponente e partecipa all'assemblea costitutiva della sezione socialista di Villa Minozzo. Durante gli anni del biennio rosso ([[1919]]-[[1920]]), Zamobonini entra in contatto con [[Armando Borghi]] e partecipa alla costituzione di un sindacato minatori aderente all'[[USI]]. Da rivoluzionario qual è guarda con molto interesse a quanto accade in quel periodo in tutta la penisola: a La Spezia, per esempio, il gruppo di [[Dante Carnesecchi]] e [[Renzo Novatore]] dà l'assalto alla polveriera di Vallegrande, inoltre nelle grandi città del nord si susseguono le [[Consigli ed occupazioni di fabbrica in Italia (1919-20)|occupazioni delle fabbriche]]. L'[[Italia]] intera sembra avviarsi sulla strada della [[rivoluzione sociale]]. | ||
Tutte le volte che rientra nel suo paese natale, Zambonini non manca mai di far propaganda libertaria. Si ricorda una sua partecipazione come attore ad un "Maggio", una forma di [[teatro]] popolare caratteristica dell'epoca. Proprio durante una di queste celebrazioni, nell'estate del [[1922]] a Gazzano (RE), subisce un aggressione fisica da parte di un gruppo di [[fascismo|fascisti]] al grido di: «A morte l'anarchia». | Tutte le volte che rientra nel suo paese natale, Zambonini non manca mai di far propaganda libertaria. Si ricorda una sua partecipazione come attore ad un "Maggio", una forma di [[teatro]] popolare caratteristica dell'epoca. Proprio durante una di queste celebrazioni, nell'estate del [[1922]] a Gazzano (RE), subisce un aggressione fisica da parte di un gruppo di [[fascismo|fascisti]] al grido di: «A morte l'anarchia». | ||
===Esiliato in Francia=== | ===Esiliato in Francia=== | ||
Sapendo di correre rischi di aggressioni fisiche a causa delle sue idee, fugge in [[Francia]] ([[1922]]-[[1928]]) dove è presente una folta rappresentanza di [[antifascismo|antifascisti]] italiani. Si stabilisce a Marsiglia, inizia a rapportarsi con il [[movimento anarchico]] locale e prende a lavorare per una ditta di prodotti chimici. Nella stessa città | Sapendo di correre rischi di aggressioni fisiche a causa delle sue idee, fugge in [[Francia]] ([[1922]]-[[1928]]) dove è presente una folta rappresentanza di [[antifascismo|antifascisti]] italiani. Si stabilisce a Marsiglia, inizia a rapportarsi con il [[movimento anarchico]] locale e prende a lavorare per una ditta di prodotti chimici. Nella stessa città incontra Germaine e se ne innamora, ma la zia di questa, non approvando tale rapporto, lo denuncia per «ratto di minore». | ||
Nel [[1923]] si trasferisce a Saint Raphael, lavorando come meccanico prima e come direttore di un'azienda edilizia dopo. Nel [[1928]], accusato ingiustamente di aver attentato alla vita di un agente consolare francese, subisce la perquisizione del suo domicilio, dove gli trovano del piombo e materiale propagandistico, tra cui alcuni manifesti che inneggiano al tirannicidio. Processato, viene assolto da ogni accusa a suo carico. | Nel [[1923]] si trasferisce a Saint Raphael, lavorando come meccanico prima e come direttore di un'azienda edilizia dopo. Nel [[1928]], accusato ingiustamente di aver attentato alla vita di un agente consolare francese, subisce la perquisizione del suo domicilio, dove gli trovano del piombo e materiale propagandistico, tra cui alcuni manifesti che inneggiano al tirannicidio. Processato, viene assolto da ogni accusa a suo carico. | ||
===Periodo pre-rivoluzionario e rivoluzionario spagnolo=== | ===Periodo pre-rivoluzionario e rivoluzionario spagnolo=== | ||
Dopo questa vicenda decide di spostarsi in [[Belgio]] ([[1928]]-[[1932]]), a Liegi, dove lavora come muratore e meccanico. Qui continua la sua attività | Dopo questa vicenda decide di spostarsi in [[Belgio]] ([[1928]]-[[1932]]), a Liegi, dove lavora come muratore e meccanico. Qui continua la sua attività anarchica (è segnalato alle [[autorità]] come anarchico) entrando in contatto con [[Nicholas Lazarevitch]] <ref>[https://web.archive.org/web/20150910200517/https://recollectionbooks.com/bleed/Encyclopedia/LazarevitchNicholas.htm Nicholas Lazarevitch (1895-1975)]</ref>, [[Francisco Ascaso]], [[Buenaventura Durruti]], Dal Col, [[Ernesto Bruna]], [[Giuseppe Pasotti]] e [[Luigi D'Agaro]] <ref>[http://xoomer.virgilio.it/anarchivio/archivio%20testi/020/20_03.htm Anarchici contro il fascismo: La Carnia]</ref>, con i quali apprende dei fermenti rivoluzionari spagnoli. Nel [[1933]] si trasferisce clandestinamente a Barcellona con l'intenzione di soffiare sul fuoco della rivolta e «preparare la Rivoluzione Sociale». A tal proposito s'incontra con [[Ernesto Rossi]] ad Espolla e partecipa alla rivolta delle Asturie <ref>[http://www.storiaxxisecolo.it/antifascismo/Guerraspagna22.htm ''Asturie 1934'', di Maurizio Attanasi (da sito ANPI)]</ref>. Nell'autunno del [[1934]], quando si trova in [[Francia]] con la sua compagna, viene arrestato per non aver rispetatto il decreto di espulsione di tempo prima. | ||
Al momento dello scoppio della [[la Rivoluzione spagnola (1936-39)|rivoluzione]] Zambonini si trova a Barcellona: partecipa ai primi eventi ed inizia la militanza nella [[CNT]]-[[FAI]] ed è tra i primissimi aderenti della sezione italiana della [[Colonna Ascaso]], con i quali partecipa alla battaglia di Almudevar e Huesca: | Al momento dello scoppio della [[la Rivoluzione spagnola (1936-39)|rivoluzione]] Zambonini si trova a Barcellona: partecipa ai primi eventi ed inizia la militanza nella [[CNT]]-[[FAI]] ed è tra i primissimi aderenti della sezione italiana della [[Colonna Ascaso]], con i quali partecipa alla battaglia di Almudevar e Huesca: | ||
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Come molti anarchici e militanti del [[POUM]] prende parte agli scontri del maggio [[1937]] (quelli che provocarono l'assassinio di [[Camillo Berneri]]), in cui rimane seriamente ferito al volto, contro chi (gli stalinisti) vorrebbe imporre la militarizzazione delle milizie popolari. Nonostante le gravi ferite riportate, Zambonini sceglie di restare a Barcellona impegandosi nel sostegno ai rivoluzionari: il [[21 maggio]] [[1938]] su «[[L'Adunata dei Refrattari]]» Zambonini e [[Fosca Corsinovi]] firmano un appello per una Colletta Intercontinentale a favore degli orfani spagnoli a causa dei bombardamenti nazi-fascisti. Servivano 100 dollari al mese per vitto, alloggio, istruzione e controlli sanitari, ma servivano ogni mese e per questo si appellano alal [[solidarietà]] anarchica <ref> [https://centrostudilibertari.it/sites/default/files/materiali/bollettino_30.pdf Archivio Pinelli]</ref>. Il [[7 novembre]] [[1938]] apre a Pins del Valles, grazie anche all'impegno di Zambonini, la colonia per bambini spagnoli “L'Adunata dei Refrattari”. A tal proposito viene girato un corto di 4 minuti bianco e nero, muto. | Come molti anarchici e militanti del [[POUM]] prende parte agli scontri del maggio [[1937]] (quelli che provocarono l'assassinio di [[Camillo Berneri]]), in cui rimane seriamente ferito al volto, contro chi (gli stalinisti) vorrebbe imporre la militarizzazione delle milizie popolari. Nonostante le gravi ferite riportate, Zambonini sceglie di restare a Barcellona impegandosi nel sostegno ai rivoluzionari: il [[21 maggio]] [[1938]] su «[[L'Adunata dei Refrattari]]» Zambonini e [[Fosca Corsinovi]] firmano un appello per una Colletta Intercontinentale a favore degli orfani spagnoli a causa dei bombardamenti nazi-fascisti. Servivano 100 dollari al mese per vitto, alloggio, istruzione e controlli sanitari, ma servivano ogni mese e per questo si appellano alal [[solidarietà]] anarchica <ref> [https://centrostudilibertari.it/sites/default/files/materiali/bollettino_30.pdf Archivio Pinelli]</ref>. Il [[7 novembre]] [[1938]] apre a Pins del Valles, grazie anche all'impegno di Zambonini, la colonia per bambini spagnoli “L'Adunata dei Refrattari”. A tal proposito viene girato un corto di 4 minuti bianco e nero, muto. | ||
Nel gennaio [[1939]], quando le sorti dei rivoluzionari sembrano segnate (caduta di Barcellona) partecipa alla fondazione del gruppo “Libertà | Nel gennaio [[1939]], quando le sorti dei rivoluzionari sembrano segnate (caduta di Barcellona) partecipa alla fondazione del gruppo “Libertà o Morte” a Torello. Arrestato, viene trattenuto nel campo di concentramento francese di Argeles Sur Mer, poi in quello di Gurs e infine all'ospedale di Perpignan, da dove il [[6 agosto]] [[1942]], viene riconsegnato all'[[Italia]] che lo spedisce al confino a Ventotene. | ||
===La resistenza antifascista=== | ===La resistenza antifascista=== | ||
Dopo il [[25 luglio]] [[1943]] Zambonini viene trasferito al lager di [[Testimonianza sul campo di concentramento di Renicci d'Anghiari| Renicci di Anghiari]], ma rifiutandosi di proseguire è tradotto al [[carcere]] di Arezzo da dove esce il [[4 dicembre]] [[1943]]. | Dopo il [[25 luglio]] [[1943]] Zambonini viene trasferito al lager di [[Testimonianza sul campo di concentramento di Renicci d'Anghiari| Renicci di Anghiari]], ma rifiutandosi di proseguire è tradotto al [[carcere]] di Arezzo da dove esce il [[4 dicembre]] [[1943]]. | ||
L'anno seguente, a cinquant'anni, ritorna a Secchio di Villa Minozzo da cui mancava da ventun anni. In paese prende contatti con la [[gli anarchici e la resistenza antifascista|resistenza antifascista]] sull'Appennino, dove agiscono diverse bande partigiane, e gli propongono di assumere il comando del gruppo partigiano di Cercarolo. Non smette però di cercare contatto con gli anarchici attivi in Emilia: incontra [[Emilio Canzi]] di Piacenza, [[Aladino Betti]] di Modena e [[Attilio Diolaiti]] di Bologna. Il [[21 gennaio]] [[1944]] i [[fascismo|fascisti]] circondano la parrocchia di Tapigola, dove sta riposando una banda partigiana. Ne nasce un conflitto a fuoco, i [[fascismo|fascisti]] arrestano il parroco, don Pasquino Borghi, e il giorno dopo pure Zambonini. Lo trasferiscono in [[carcere]] a Reggio Emilia ed il [[30 gennaio]], dopo un sommario processo, viene fucilato senza pietà | L'anno seguente, a cinquant'anni, ritorna a Secchio di Villa Minozzo da cui mancava da ventun anni. In paese prende contatti con la [[gli anarchici e la resistenza antifascista|resistenza antifascista]] sull'Appennino, dove agiscono diverse bande partigiane, e gli propongono di assumere il comando del gruppo partigiano di Cercarolo. Non smette però di cercare contatto con gli anarchici attivi in Emilia: incontra [[Emilio Canzi]] di Piacenza, [[Aladino Betti]] di Modena e [[Attilio Diolaiti]] di Bologna. Il [[21 gennaio]] [[1944]] i [[fascismo|fascisti]] circondano la parrocchia di Tapigola, dove sta riposando una banda partigiana. Ne nasce un conflitto a fuoco, i [[fascismo|fascisti]] arrestano il parroco, don Pasquino Borghi, e il giorno dopo pure Zambonini. Lo trasferiscono in [[carcere]] a Reggio Emilia ed il [[30 gennaio]], dopo un sommario processo, viene fucilato senza pietà insieme ad altri [[:Categoria:Antifascisti|antifascisti]] (don Pasquino Borghi, Romeo Benassi, Umberto Dodi, Dario Gaiti, Destino Giovannetti, Enrico Menozzi, Contardo Trentini e Ferruccio Battini) il 30 gennaio 1944 a San Prospero Strinati. | ||
: «Rifiutò i conforti religiosi e sollevando il pugno chiuso urlò: "W l'anarchia!"» <ref>in ''Vita, battaglie e morte di Enrico Zambonini (1893-1944)'', di Antonio Zambonelli, 2°edizione Febbraio 2008</ref> | : «Rifiutò i conforti religiosi e sollevando il pugno chiuso urlò: "W l'anarchia!"» <ref>in ''Vita, battaglie e morte di Enrico Zambonini (1893-1944)'', di Antonio Zambonelli, 2°edizione Febbraio 2008</ref> | ||
Sulla fine fatta dal suo cadavere esistono diverse versioni: secondo il ''Dizionario Biografico degli Anarchici Italiani'' sarebbe stato sepellito nel cimitero di Villa Ospizio, dove si trovano i resti dei fratelli Cervi. Il Circolo Culturale Enrico Zambonini di Villa Minozzo (RE) sostiene invece che «le ossa di Fain andarono, come quelle di Lorca, disperse in fosse comuni e a tutt'oggi (Aprile 2008) risulta ancora vittima civile nel Sacrario ai caduti in Piazza a Villa Minozzo» <ref>[https://issuu.com/afroghit/docs/apr08-monografico Monografia su Zambonini]</ref>. Dopo la sua morte un distaccamento partigiano prenderà | Sulla fine fatta dal suo cadavere esistono diverse versioni: secondo il ''Dizionario Biografico degli Anarchici Italiani'' sarebbe stato sepellito nel cimitero di Villa Ospizio, dove si trovano i resti dei fratelli Cervi. Il Circolo Culturale Enrico Zambonini di Villa Minozzo (RE) sostiene invece che «le ossa di Fain andarono, come quelle di Lorca, disperse in fosse comuni e a tutt'oggi (Aprile 2008) risulta ancora vittima civile nel Sacrario ai caduti in Piazza a Villa Minozzo» <ref>[https://issuu.com/afroghit/docs/apr08-monografico Monografia su Zambonini]</ref>. Dopo la sua morte un distaccamento partigiano prenderà il suo nome, in omaggio alla sua coerenza [[antifascismo|antifascista]]. | ||
== Le motivazioni della condanna a morte == | == Le motivazioni della condanna a morte == | ||
Nella sentenza pubblicata sul «Solco fascista» del [[1 febbraio|1° febbraio]] [[1944]], si legge che i nove sono stati condannati alla pena di morte per concorso in omicidio di quattro [[fascismo|fascisti]] e, adoperando la solita fraseologia tipica della retorica [[fascismo|fascista]], «per aver nel territorio della provincia di Reggio nell'Emilia, con decisi atteggiamenti, con parole, con atti idonei ad eccitare gli animi, alimentato l'atmosfera dell'anarchia e della ribellione e determinato gli autori materiali degli assassini a compiere i delitti allo scopo di sopprimere nelle persone dei Caduti i difensori dell'indipendenza e dell'unità | Nella sentenza pubblicata sul «Solco fascista» del [[1 febbraio|1° febbraio]] [[1944]], si legge che i nove sono stati condannati alla pena di morte per concorso in omicidio di quattro [[fascismo|fascisti]] e, adoperando la solita fraseologia tipica della retorica [[fascismo|fascista]], «per aver nel territorio della provincia di Reggio nell'Emilia, con decisi atteggiamenti, con parole, con atti idonei ad eccitare gli animi, alimentato l'atmosfera dell'anarchia e della ribellione e determinato gli autori materiali degli assassini a compiere i delitti allo scopo di sopprimere nelle persone dei Caduti i difensori dell'indipendenza e dell'unità della Patria». Zamboni venne inoltre incolpato «di aver combattuto contro le truppe fasciste, nelle orde rosse in Ispagna». | ||
==Note== | ==Note== | ||
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