Comunismo: differenze tra le versioni

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[[File:Karl_Marx_001.jpg|200 px|thumb|[[Karl Marx]], teorico del [[socialismo scientifico]] ([[marxismo]])]][[File:Bakunin.jpg|thumb|200 px|left|[[Michail Bakunin]], uno dei fondatori del comunismo ottocentesco di [[anarco-comunismo|matrice libertaria]].]]
[[File:Karl_Marx_001.jpg|200 px|thumb|[[Karl Marx]], teorico del [[socialismo scientifico]] ([[marxismo]])]][[File:Bakunin.jpg|thumb|200 px|left|[[Michail Bakunin]], uno dei fondatori del comunismo ottocentesco di [[anarco-comunismo|matrice libertaria]].]]
Il '''comunismo''' è una dottrina e un sistema politico-sociale fondato sul principio dell'[[uguaglianza]] reale tra i membri di una società e della proprietà comune dei mezzi di produzione. Formulato con accenti e sfumature diverse in ogni epoca, da [[Platone]] a [[Tommaso Moro]] a [[Tommaso Campanella]], ha acquistato un significato non più [[socialismo utopistico|utopistico]] e di richiamo alla natura, ma storico e rivoluzionario, in seguito alla rivoluzione industriale del XVIII sec. Dopo le prime formulazioni di [[Babeuf]], [[Claude-Henri de Saint-Simon]], [[Charles Fourier]], [[Blanc]], [[Blanqui]], [[Pierre Joseph Proudhon]], [[Robert Owen]], la teoria comunista fu scientificamente definita dall'opera di [[Karl Marx]] e [[Friedrich Engels]] sulla base dell'analisi critica del sistema di produzione e sociopolitico capitalistico; gli stessi, con il [[Manifesto del partito comunista]] ([[1848]]), esposero per primi una strategia politica volta, nel tempo, alla costituzione di una società senza classi. Il pensiero marxista, rielaborato tenendo conto delle mutate situazioni storiche, ha costituito la base del leninismo e del maoismo, nelle due differenti concezioni affermatesi in [[Russia]] e in [[Cina]], nonché dei diversi esperimenti di 'socialismo reale' tentati lì come in numerosi altri Stati dell'Europa orientale, Africa e Asia nel corso del XX sec.; gli "anni Novanta" hanno assistito alla crisi planetaria del comunismo organizzato, culminata nello scioglimento del Partito comunista sovietico dopo il colpo di [[Stato]] dell'agosto [[1991]].
Il '''comunismo''' è una dottrina e un sistema politico-sociale fondato sul principio dell'[[uguaglianza]] reale tra i membri di una società e della proprietà comune dei mezzi di produzione. Formulato con accenti e sfumature diverse in ogni epoca, da [[Platone]] a [[Tommaso Moro]] a [[Tommaso Campanella]], ha acquistato un significato non più [[socialismo utopistico|utopistico]] e di richiamo alla natura, ma storico e rivoluzionario, in seguito alla rivoluzione industriale del XVIII sec. Dopo le prime formulazioni di [[Babeuf]], [[Claude-Henri de Saint-Simon]], [[Charles Fourier]], [[Blanc]], [[Blanqui]], [[Pierre Joseph Proudhon]], [[Robert Owen]], la teoria comunista fu scientificamente definita dall'opera di [[Karl Marx]] e [[Friedrich Engels]] sulla base dell'analisi critica del sistema di produzione e sociopolitico capitalistico; gli stessi, con il [[Manifesto del partito comunista]] ([[1848]]), esposero per primi una strategia politica volta, nel tempo, alla costituzione di una società senza classi. Il pensiero marxista, rielaborato tenendo conto delle mutate situazioni storiche, ha costituito la base del leninismo e del maoismo, nelle due differenti concezioni affermatesi in [[Russia]] e in [[Cina]], nonché dei diversi esperimenti di 'socialismo reale' tentati lì come in numerosi altri Stati dell'Europa orientale, Africa e Asia nel corso del XX sec.; gli "anni Novanta" hanno assistito alla crisi planetaria del comunismo organizzato, culminata nello scioglimento del Partito comunista sovietico dopo il colpo di [[Stato]] dell'agosto [[1991]].


== La Storia del comunismo ==
== La Storia del comunismo ==
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=== Le origini ===  
=== Le origini ===  
[[File:Red flag waving.png|thumb|left|200px|La bandiera rossa è il simbolo adottato dalla [[marxismo|corrente marxista]].]]
[[File:Red flag waving.png|thumb|left|200px|La bandiera rossa è il simbolo adottato dalla [[marxismo|corrente marxista]].]]
La prima formulazione di una società comunista è attribuibile a [[Platone]], che nella città ideale disegnata nella Repubblica prevedeva la soppressione della proprietà privata e dell'istituzione familiare per annullare ogni conflitto tra interesse privato e [[Stato]]; tale modello si applicava tuttavia alla sola élite dirigente, mentre mancava ogni riferimento a una emancipazione dei ceti inferiori. È comunque con l'avvento del cristianesimo che fiorirono i primi ideali comunistici di carattere universale: i dettami evangelici, per quanto attenuati dalle esortazioni di s. Paolo a vivere docilmente la propria condizione sociale, indussero le prime comunità cristiane a mettere in comune i beni materiali <ref>cfr. Atti degli Apostoli, 2,44-45; 4,34-37; 5,1-4</ref>. Questi precedenti ispirarono in una certa misura le esperienze dell'ordine francescano e dei movimenti ereticali dei secc. XII-XIV (catari, valdesi, fratelli apostolici di fra' Dolcino, predicazione di Gioacchino da Fiore). Ancora nei primi anni del "500" [[Thomas Müntzer]], il capo dei contadini protestanti, gli [[anabattismo|anabattisti]] in lotta contro i loro principi, esortò a restaurare l'uguaglianza delle comunità cristiane delle origini.
La prima formulazione di una società comunista è attribuibile a [[Platone]], che nella città ideale disegnata nella Repubblica prevedeva la soppressione della proprietà privata e dell'istituzione familiare per annullare ogni conflitto tra interesse privato e [[Stato]]; tale modello si applicava tuttavia alla sola élite dirigente, mentre mancava ogni riferimento a una emancipazione dei ceti inferiori. È comunque con l'avvento del cristianesimo che fiorirono i primi ideali comunistici di carattere universale: i dettami evangelici, per quanto attenuati dalle esortazioni di s. Paolo a vivere docilmente la propria condizione sociale, indussero le prime comunità cristiane a mettere in comune i beni materiali <ref>cfr. Atti degli Apostoli, 2,44-45; 4,34-37; 5,1-4</ref>. Questi precedenti ispirarono in una certa misura le esperienze dell'ordine francescano e dei movimenti ereticali dei secc. XII-XIV (catari, valdesi, fratelli apostolici di fra' Dolcino, predicazione di Gioacchino da Fiore). Ancora nei primi anni del "500" [[Thomas Müntzer]], il capo dei contadini protestanti, gli [[anabattismo|anabattisti]] in lotta contro i loro principi, esortò a restaurare l'uguaglianza delle comunità cristiane delle origini.
[[File:Guerin.JPG|thumb|250px|[[Daniel Guérin]]]]
[[File:Guerin.JPG|thumb|250px|[[Daniel Guérin]]]]
È doveroso sottolineare che il termine comunismo indica l'adesione a principi di classe che contraddistinguono tutta la sinistra rivoluzionaria (compreso il pensiero anarchico), indipendentemente dalle scuole di pensiero. Sono stati gli anarchici, di fatto, ad adottare per primi su larga scala il termine comunismo.  
È doveroso sottolineare che il termine comunismo indica l'adesione a principi di classe che contraddistinguono tutta la sinistra rivoluzionaria (compreso il pensiero anarchico), indipendentemente dalle scuole di pensiero. Sono stati gli anarchici, di fatto, ad adottare per primi su larga scala il termine comunismo.  
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La sua assunzione cosciente anzi ha rappresentato una maturazione precoce del movimento anarchico, che è passato dalla fase [[collettivismo|collettivista]], cui era ancora legato [[Michail Bakunin| Bakunin]] («'''''da ciascuno secondo le proprie capacità, a ciascuno in misura del proprio lavoro'''''»), alla fase veramente [[egualitarismo| egualitaria]] («'''''da ciascuno secondo le proprie capacità, a ciascuno secondo i propri bisogni'''''»).
La sua assunzione cosciente anzi ha rappresentato una maturazione precoce del movimento anarchico, che è passato dalla fase [[collettivismo|collettivista]], cui era ancora legato [[Michail Bakunin| Bakunin]] («'''''da ciascuno secondo le proprie capacità, a ciascuno in misura del proprio lavoro'''''»), alla fase veramente [[egualitarismo| egualitaria]] («'''''da ciascuno secondo le proprie capacità, a ciascuno secondo i propri bisogni'''''»).


Prima che sul finire del XIX secolo gli anarchici adottassero l'aggettivo comunista, esso era relegato ad alcune sette utopistiche. I [[marxismo|marxisti]] lo avevano assunto inizialmente, tant'è che [[Karl Marx]] ed [[Friedrich Engels]], proprio per il piccolo gruppo di tedeschi emigrati in [[Gran Bretagna|Inghilterra]] uniti nella "Lega dei Comunisti", scrissero nel [[1848]] il ''[[Manifesto del Partito Comunista]]''. Ma successivamente ripiegarono in tutti i paesi sul termine socialdemocrazia. Solo dopo [[La Rivoluzione Russa |la rivoluzione russa]] dell'ottobre [[1917]] nei partiti marxisti di tutto il mondo tornerà l'aggettivo comunista, quando i comunisti anarchici lo avevano già utilizzato da mezzo secolo all'incirca in totale analogia con [[anarchismo]] di classe.
Prima che sul finire del XIX secolo gli anarchici adottassero l'aggettivo comunista, esso era relegato ad alcune sette utopistiche. I [[marxismo|marxisti]] lo avevano assunto inizialmente, tant'è che [[Karl Marx]] ed [[Friedrich Engels]], proprio per il piccolo gruppo di tedeschi emigrati in [[Gran Bretagna|Inghilterra]] uniti nella "Lega dei Comunisti", scrissero nel [[1848]] il ''[[Manifesto del Partito Comunista]]''. Ma successivamente ripiegarono in tutti i paesi sul termine socialdemocrazia. Solo dopo [[La Rivoluzione Russa |la rivoluzione russa]] dell'ottobre [[1917]] nei partiti marxisti di tutto il mondo tornerà l'aggettivo comunista, quando i comunisti anarchici lo avevano già utilizzato da mezzo secolo all'incirca in totale analogia con [[anarchismo]] di classe.


=== Utopie e cambiamenti economici ===  
=== Utopie e cambiamenti economici ===  


Le prime [[Utopia (concetto)|utopie]] comuniste in senso proprio furono esposte nei secc. XVI e XVII (in coincidenza con l'affermazione della classe borghese, lo sviluppo delle manifatture e la crisi di molte comunità rurali). In quel contesto s. [[Tommaso Moro]] scrisse ([[1516]]) "Utopia", isola ideale dove non esistevano proprietà privata e denaro, i beni appartenevano allo [[Stato]], i cittadini lavoravano sei ore al giorno e l'ordinamento era democratico ed elettivo. L'ideale di un mondo organizzato per soddisfare i bisogni della comunità e non quelli egoistici dei singoli trovò nuova voce un secolo dopo negli scritti di [[Tommaso Campanella]] (''[[La città del sole]]'', [[1643]]). Le aspirazioni a un nuovo ordine sociale furono alla base, verso la metà del '600, del movimento inglese degli "zappatori" ([[diggers]]), ala estrema del movimento radical-democratico dei "livellatori" (levellers ): essi ponevano come premessa imprescindibile per l'eliminazione delle disuguaglianze economiche e sociali la soppressione della proprietà terriera (scritti di [[Gerrard Winstanley]]). Nel [[1649]] il loro tentativo di comunità rurale fu represso con le armi.
Le prime [[Utopia (concetto)|utopie]] comuniste in senso proprio furono esposte nei secc. XVI e XVII (in coincidenza con l'affermazione della classe borghese, lo sviluppo delle manifatture e la crisi di molte comunità rurali). In quel contesto s. [[Tommaso Moro]] scrisse ([[1516]]) "Utopia", isola ideale dove non esistevano proprietà privata e denaro, i beni appartenevano allo [[Stato]], i cittadini lavoravano sei ore al giorno e l'ordinamento era democratico ed elettivo. L'ideale di un mondo organizzato per soddisfare i bisogni della comunità e non quelli egoistici dei singoli trovò nuova voce un secolo dopo negli scritti di [[Tommaso Campanella]] (''[[La città del sole]]'', [[1643]]). Le aspirazioni a un nuovo ordine sociale furono alla base, verso la metà del '600, del movimento inglese degli "zappatori" ([[diggers]]), ala estrema del movimento radical-democratico dei "livellatori" (levellers ): essi ponevano come premessa imprescindibile per l'eliminazione delle disuguaglianze economiche e sociali la soppressione della proprietà terriera (scritti di [[Gerrard Winstanley]]). Nel [[1649]] il loro tentativo di comunità rurale fu represso con le armi.


=== Rivoluzione francese e rivoluzione industriale ===  
=== Rivoluzione francese e rivoluzione industriale ===  
[[File:Etiennecabet.jpg|left|thumb|180 px|Etienne Cabet]]
[[File:Etiennecabet.jpg|left|thumb|180 px|Etienne Cabet]]


Il pensiero illuminista portò un contributo fondamentale alla crescita delle idee comuniste. In particolare le elaborazioni di [[Jean Jacques Rousseau]] e di Morelly (che configuravano la proprietà privata il primo come degenerazione di un primitivo e ideale stato di natura, il secondo come origine di ogni difetto sociale) aprirono la strada al movimento guidato, in corrispondenza della [[La Rivoluzione Francese| rivoluzione francese]], da [[Babeuf]]: il "babuvismo" aspirava nella sostanza a un comunismo distributivo, a un sistema, cioè, in cui il potere politico si preoccupasse di organizzare pressoché integralmente l'attività economica e di distribuire con equità i prodotti del lavoro.  
Il pensiero illuminista portò un contributo fondamentale alla crescita delle idee comuniste. In particolare le elaborazioni di [[Jean Jacques Rousseau]] e di Morelly (che configuravano la proprietà privata il primo come degenerazione di un primitivo e ideale stato di natura, il secondo come origine di ogni difetto sociale) aprirono la strada al movimento guidato, in corrispondenza della [[La Rivoluzione Francese| rivoluzione francese]], da [[Babeuf]]: il "babuvismo" aspirava nella sostanza a un comunismo distributivo, a un sistema, cioè, in cui il potere politico si preoccupasse di organizzare pressoché integralmente l'attività economica e di distribuire con equità i prodotti del lavoro.  


Nel [[1796]] la "[[congiura degli Eguali]]" di Babeuf pose le radici di quell'idea di "dittatura dell'insurrezione" (cioè la possibilità di ricorrere ad azioni politiche estreme per instaurare una società comunista), che tanto peso avrebbe avuto negli sviluppi ulteriori del movimento comunista. Tuttavia, le scuole di pensiero socialiste e comuniste che nella prima metà dell'800 fiorirono in risposta ai crescenti problemi economici e sociali provocati dalla rivoluzione industriale non percorsero la strada del babuvismo, mirando piuttosto a cambiamenti nonviolenti. Così [[Charles Fourier]] teorizzò i ''falansteri'' (piccole comunità autarchiche prive di contrasti di interesse), mentre [[Robert Owen]] progettò le comuni (villaggi agricoli fondati sulla cooperazione, costituiti su terre assegnate ai disoccupati).  
Nel [[1796]] la "[[congiura degli Eguali]]" di Babeuf pose le radici di quell'idea di "dittatura dell'insurrezione" (cioè la possibilità di ricorrere ad azioni politiche estreme per instaurare una società comunista), che tanto peso avrebbe avuto negli sviluppi ulteriori del movimento comunista. Tuttavia, le scuole di pensiero socialiste e comuniste che nella prima metà dell'800 fiorirono in risposta ai crescenti problemi economici e sociali provocati dalla rivoluzione industriale non percorsero la strada del babuvismo, mirando piuttosto a cambiamenti nonviolenti. Così [[Charles Fourier]] teorizzò i ''falansteri'' (piccole comunità autarchiche prive di contrasti di interesse), mentre [[Robert Owen]] progettò le comuni (villaggi agricoli fondati sulla cooperazione, costituiti su terre assegnate ai disoccupati).  


Da parte sua, [[Etienne Cabet]] immaginò invece un sistema rigorosamente comunista (privo di ogni forma di proprietà privata) a livello nazionale, reso possibile dalla soppressione di qualunque differenza sociale e dal controllo dei mezzi produttivi da parte della collettività. Il punto più alto di questa linea di pensiero venne raggiunto da [[Claude-Henri de Saint-Simon]], il primo a introdurre inequivocabilmente gli ideali comunistici nel nuovo mondo industriale: dalle idee di Saint-Simon emergeva chiaramente la condanna di una società in cui i pochi si arricchivano sfruttando il lavoro della maggioranza.
Da parte sua, [[Etienne Cabet]] immaginò invece un sistema rigorosamente comunista (privo di ogni forma di proprietà privata) a livello nazionale, reso possibile dalla soppressione di qualunque differenza sociale e dal controllo dei mezzi produttivi da parte della collettività. Il punto più alto di questa linea di pensiero venne raggiunto da [[Claude-Henri de Saint-Simon]], il primo a introdurre inequivocabilmente gli ideali comunistici nel nuovo mondo industriale: dalle idee di Saint-Simon emergeva chiaramente la condanna di una società in cui i pochi si arricchivano sfruttando il lavoro della maggioranza.


=== Il pensiero di Marx ed Engels ===  
=== Il pensiero di Marx ed Engels ===  
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[[Karl Marx]] e [[Friedrich Engels]] si posero l'obiettivo di costruire una teoria scientifica del comunismo, basata su un'analisi circostanziata della dinamica economica e sociale e non sull'escogitazione utopica del singolo pensatore. Essi individuarono la genesi del moderno [[capitalismo]] nella crescita e nell'affermazione della classe borghese, che aveva monopolizzato i mezzi di produzione, riducendo i lavoratori a "proletari", costretti a vendere la loro forza-lavoro per vivere. Nelle previsioni dei due studiosi tedeschi il modo di produzione capitalistico era attraversato da contraddizioni che col tempo si sarebbero rivelate incontrollabili da parte della borghesia, dando luogo a crisi sempre più violente.  
[[Karl Marx]] e [[Friedrich Engels]] si posero l'obiettivo di costruire una teoria scientifica del comunismo, basata su un'analisi circostanziata della dinamica economica e sociale e non sull'escogitazione utopica del singolo pensatore. Essi individuarono la genesi del moderno [[capitalismo]] nella crescita e nell'affermazione della classe borghese, che aveva monopolizzato i mezzi di produzione, riducendo i lavoratori a "proletari", costretti a vendere la loro forza-lavoro per vivere. Nelle previsioni dei due studiosi tedeschi il modo di produzione capitalistico era attraversato da contraddizioni che col tempo si sarebbero rivelate incontrollabili da parte della borghesia, dando luogo a crisi sempre più violente.  


Il progressivo scomparire dei ceti medi, assorbiti dalla dinamica industriale all'interno del proletariato, avrebbe alla fine messo l'una di fronte all'altra la ristretta élite di capitalisti e la stragrande maggioranza costituita dai lavoratori-proletari. Questi ultimi, forti del loro numero, avrebbero potuto imporre l'abbattimento della proprietà privata e instaurare una società senza classi, dove ognuno contribuisse in misura delle sue capacità e ricevesse secondo il suo bisogno.
Il progressivo scomparire dei ceti medi, assorbiti dalla dinamica industriale all'interno del proletariato, avrebbe alla fine messo l'una di fronte all'altra la ristretta élite di capitalisti e la stragrande maggioranza costituita dai lavoratori-proletari. Questi ultimi, forti del loro numero, avrebbero potuto imporre l'abbattimento della proprietà privata e instaurare una società senza classi, dove ognuno contribuisse in misura delle sue capacità e ricevesse secondo il suo bisogno.


'''Il movimento socialista dopo Marx andò differenziandosi in due grandi filoni''': da una parte chi vedeva il socialismo come il risultato del progressivo allargamento della democrazia borghese garantito dall'ineluttabile caduta del [[capitalismo]] per le sue contraddizioni interne; dall'altra, chi, soprattutto dopo la sanguinosa repressione della [[la Comune di Parigi (1871)|Comune di Parigi]] del [[1871]], sosteneva la necessità di una rottura rivoluzionaria che si ponesse il problema della conquista del potere da parte delle avanguardie del proletariato, forzando i tempi della storia e non delegando i destini del c. a indefiniti e spontanei processi economico-sociali. Lo scontro delle due linee percorse la storia dei partiti socialisti organizzati nella [[l'Internazionale dei lavoratori|Prima e nella Seconda Internazionale]] e arrivò a una definitiva divaricazione con la I guerra mondiale, vista da molti come la conferma dell'incapacità del [[capitalismo]] di risolvere le sue contraddizioni se non facendo precipitare il mondo in disastrosi conflitti. La [[La Rivoluzione Russa|rivoluzione bolscevica]] del [[1917]] in [[Russia]] portò alla creazione del primo [[Stato]] socialista della storia e della [https://www.anarcopedia.org/index.php/l%27Internazionale_dei_lavoratori#L.27Internazionale_Comunista III Internazionale comunista] ([[1919]]): da quel momento la storia del comunismo divenne un continuo e spesso strumentale e incoerente intreccio di ideali e teorie da un lato, e realizzazioni politico-istituzionali dall'altro.
'''Il movimento socialista dopo Marx andò differenziandosi in due grandi filoni''': da una parte chi vedeva il socialismo come il risultato del progressivo allargamento della democrazia borghese garantito dall'ineluttabile caduta del [[capitalismo]] per le sue contraddizioni interne; dall'altra, chi, soprattutto dopo la sanguinosa repressione della [[la Comune di Parigi (1871)|Comune di Parigi]] del [[1871]], sosteneva la necessità di una rottura rivoluzionaria che si ponesse il problema della conquista del potere da parte delle avanguardie del proletariato, forzando i tempi della storia e non delegando i destini del c. a indefiniti e spontanei processi economico-sociali. Lo scontro delle due linee percorse la storia dei partiti socialisti organizzati nella [[l'Internazionale dei lavoratori|Prima e nella Seconda Internazionale]] e arrivò a una definitiva divaricazione con la I guerra mondiale, vista da molti come la conferma dell'incapacità del [[capitalismo]] di risolvere le sue contraddizioni se non facendo precipitare il mondo in disastrosi conflitti. La [[La Rivoluzione Russa|rivoluzione bolscevica]] del [[1917]] in [[Russia]] portò alla creazione del primo [[Stato]] socialista della storia e della [https://www.anarcopedia.org/index.php/l%27Internazionale_dei_lavoratori#L.27Internazionale_Comunista III Internazionale comunista] ([[1919]]): da quel momento la storia del comunismo divenne un continuo e spesso strumentale e incoerente intreccio di ideali e teorie da un lato, e realizzazioni politico-istituzionali dall'altro.


La storia del [[marxismo]] ha dato origine a diverse correnti di pensiero, tutte fondate su una diversa interpretazione degli scritti di Marx. Le più importanti sono: [[marxismo-leninismo]] ([[stalinismo]]), [[luxemburghismo]] ([[consiliarismo]]), [[trotzkismo]] e [[maoismo]].
La storia del [[marxismo]] ha dato origine a diverse correnti di pensiero, tutte fondate su una diversa interpretazione degli scritti di Marx. Le più importanti sono: [[marxismo-leninismo]] ([[stalinismo]]), [[luxemburghismo]] ([[consiliarismo]]), [[trotzkismo]] e [[maoismo]].
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Veniva così a configurarsi il ruolo del Partito Comunista come avanguardia cosciente, interprete della classe operaia e garante della conquista del potere statale. Ben presto, dopo [[La Rivoluzione Russa|la rivoluzione russa del 1917]], il progetto di instaurazione di una [[democrazia]] operaia dei soviet lasciò il passo al monopolio del potere da parte del Partito Comunista, giustificato con la durezza dello scontro di classe interno e con l'"accerchiamento" della rivoluzione da parte delle potenze internazionali capitalistiche.  
Veniva così a configurarsi il ruolo del Partito Comunista come avanguardia cosciente, interprete della classe operaia e garante della conquista del potere statale. Ben presto, dopo [[La Rivoluzione Russa|la rivoluzione russa del 1917]], il progetto di instaurazione di una [[democrazia]] operaia dei soviet lasciò il passo al monopolio del potere da parte del Partito Comunista, giustificato con la durezza dello scontro di classe interno e con l'"accerchiamento" della rivoluzione da parte delle potenze internazionali capitalistiche.  
[[File:1917petrogradsoviet assembly.jpg|thumb|right|300px|Il [[soviet]] di Pietrogrado nel 1917]]
[[File:1917petrogradsoviet assembly.jpg|thumb|right|300px|Il [[soviet]] di Pietrogrado nel 1917]]
Il regime comunista russo si caratterizzò per il fortissimo centralismo e per l'identificazione tra [[Stato]] e partito che tendevano ad annullare le libertà e i diritti individuali. I tratti autoritari furono parossisticamente accentuati dal sistema di potere creato da [[Stalin]] tra il [[1924]] e il [[1953]]: all'imposizione di una concezione monolitica del partito e al culto della personalità del capo, che spensero ogni possibilità di dibattito politico, unì drastiche persecuzioni contro avversari reali e potenziali. Queste misure apparentemente violente erano giustificabili dall'esigenza di costruire il «socialismo in un solo paese» in un contesto internazionale ostile, subordinando alle esigenze dello Stato sovietico quelle del movimento rivoluzionario in Occidente, contro la tesi di «rivoluzione permanente» avanzata da [[Lev Trotzkij]]. Mentre sotto Lenin si era sperimentata la convivenza tra regime [[collettivismo|collettivistico]] e forme di proprietà privata, specie nelle campagne, Stalin optò definitivamente per la collettivizzazione forzata dell'agricoltura e la pianificazione centrale dell'intera dinamica economica secondo "piani quinquennali", centrati sullo sviluppo accelerato dell'industria pesante. Su queste scelte si consumò la rottura tra [[Stalin]] e [[Nicolaj Bucharin]] e furono avviate le grandi "purghe" del partito e dello [[Stato]], che fecero milioni di vittime negli anni '30 (la repressione colpì anche gli anarchici, che già erano stati duramente repressi sin dai tempi di [[Kronstadt]]). Il Patto Molotov-Ribbentrop con il Terzo Reich consentì a Stalin di non entrare subito in guerra, permettendogli di riportare l'Unione Sovietica alla stessa estensione territoriale dell'Impero Russo con l'annessione di Polonia Orientale, Bessarabia, Stati Baltici e Karelia. In seguito all'apertura del Fronte Orientale, tuttavia, l'URSS giocò un ruolo fondamentale nella sconfitta dei tedeschi, soprattutto grazie agli aiuti inviati da Churchill e Roosevelt; la vittoria nella Seconda guerra mondiale consentì l'imposizione del regime comunista prima nei paesi dell'Europa orientale rimasti sotto l'influenza dell'[[URSS]] (il famoso Patto di Varsavia), quindi, a seguito del processo di decolonizzazione, in alcuni [[Stato|Stati]] dell'Africa e del Sudest asiatico, sebbene questi ultimi furono più spesso appannaggio della Cina maoista.
Il regime comunista russo si caratterizzò per il fortissimo centralismo e per l'identificazione tra [[Stato]] e partito che tendevano ad annullare le libertà e i diritti individuali. I tratti autoritari furono parossisticamente accentuati dal sistema di potere creato da [[Stalin]] tra il [[1924]] e il [[1953]]: all'imposizione di una concezione monolitica del partito e al culto della personalità del capo, che spensero ogni possibilità di dibattito politico, unì drastiche persecuzioni contro avversari reali e potenziali. Queste misure apparentemente violente erano giustificabili dall'esigenza di costruire il «socialismo in un solo paese» in un contesto internazionale ostile, subordinando alle esigenze dello Stato sovietico quelle del movimento rivoluzionario in Occidente, contro la tesi di «rivoluzione permanente» avanzata da [[Lev Trotzkij]]. Mentre sotto Lenin si era sperimentata la convivenza tra regime [[collettivismo|collettivistico]] e forme di proprietà privata, specie nelle campagne, Stalin optò definitivamente per la collettivizzazione forzata dell'agricoltura e la pianificazione centrale dell'intera dinamica economica secondo "piani quinquennali", centrati sullo sviluppo accelerato dell'industria pesante. Su queste scelte si consumò la rottura tra [[Stalin]] e [[Nicolaj Bucharin]] e furono avviate le grandi "purghe" del partito e dello [[Stato]], che fecero milioni di vittime negli anni '30 (la repressione colpì anche gli anarchici, che già erano stati duramente repressi sin dai tempi di [[Kronstadt]]). Il Patto Molotov-Ribbentrop con il Terzo Reich consentì a Stalin di non entrare subito in guerra, permettendogli di riportare l'Unione Sovietica alla stessa estensione territoriale dell'Impero Russo con l'annessione di Polonia Orientale, Bessarabia, Stati Baltici e Karelia. In seguito all'apertura del Fronte Orientale, tuttavia, l'URSS giocò un ruolo fondamentale nella sconfitta dei tedeschi, soprattutto grazie agli aiuti inviati da Churchill e Roosevelt; la vittoria nella Seconda guerra mondiale consentì l'imposizione del regime comunista prima nei paesi dell'Europa orientale rimasti sotto l'influenza dell'[[URSS]] (il famoso Patto di Varsavia), quindi, a seguito del processo di decolonizzazione, in alcuni [[Stato|Stati]] dell'Africa e del Sudest asiatico, sebbene questi ultimi furono più spesso appannaggio della Cina maoista.


=== L'esperienza cinese ===
=== L'esperienza cinese ===


Un modello assai differente da quello sovietico venne proposto dopo la guerra dall'altra grande rivoluzione comunista, che portò nel [[1949]] alla fondazione della Repubblica Popolare Cinese. [[Mao Tse-tung]] operò una profonda reinterpretazione degli ideali comunisti rivalutando l'apporto delle classi contadine, determinanti nelle realtà dei paesi in via di sviluppo rispetto a un debole proletariato urbano. Il [[maoismo]] evidenziò anche in modo particolare la necessità di pianificare una crescita più equilibrata tra agricoltura e industria e di tenere costantemente vivo lo spirito rivoluzionario per impedire il ricostituirsi dei privilegi e della stratificazione in classi. Tuttavia l'idea maoista di una rivoluzione permanente si scontrò con forti resistenze all'interno dello stesso Partito Comunista, venne progressivamente accantonata e ricevette un colpo definitivo con la morte di [[Mao]] ([[1976]]). Il Maoismo ebbe forti influenze nel Sudest asiatico, e in particolar modo nella [[Cambogia]] di [[Pol Pot]], mentre il [[Vietnam]] si pose sotto influenza sovietica.
Un modello assai differente da quello sovietico venne proposto dopo la guerra dall'altra grande rivoluzione comunista, che portò nel [[1949]] alla fondazione della Repubblica Popolare Cinese. [[Mao Tse-tung]] operò una profonda reinterpretazione degli ideali comunisti rivalutando l'apporto delle classi contadine, determinanti nelle realtà dei paesi in via di sviluppo rispetto a un debole proletariato urbano. Il [[maoismo]] evidenziò anche in modo particolare la necessità di pianificare una crescita più equilibrata tra agricoltura e industria e di tenere costantemente vivo lo spirito rivoluzionario per impedire il ricostituirsi dei privilegi e della stratificazione in classi. Tuttavia l'idea maoista di una rivoluzione permanente si scontrò con forti resistenze all'interno dello stesso Partito Comunista, venne progressivamente accantonata e ricevette un colpo definitivo con la morte di [[Mao]] ([[1976]]). Il Maoismo ebbe forti influenze nel Sudest asiatico, e in particolar modo nella [[Cambogia]] di [[Pol Pot]], mentre il [[Vietnam]] si pose sotto influenza sovietica.


===L'esperienza cubana===
===L'esperienza cubana===
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=== Dalla destalinizzazione al crollo dei regimi dell'Est ===
=== Dalla destalinizzazione al crollo dei regimi dell'Est ===


I tratti dittatoriali del sistema stalinista furono sottoposti a critica da [[Nikita Kruscev]] sin dal [[1956]]. La destalinizzazione e l'abbandono dei metodi più oppressivi tuttavia non bastarono a frenare il percorso del comunismo sovietico verso una sclerotica elefantiasi burocratica, ma favorirono piuttosto l'allentamento dei legami con alcuni partiti comunisti europei occidentali (e il PCI tra i primi), che, coscienti dello scontro tra il "socialismo reale" dei paesi comunisti e le esigenze di libertà radicate in Occidente, approdarono di lì a qualche anno alla elaborazione democratica dei principi marxisti. La svolta politica operata in URSS da [[Michail Gorbacëv]] nel [[1985]], basata sull'innesto progressivo di elementi di democrazia nel sistema politico e di economia di mercato nel sistema economico sovietico, se ebbe successi nel creare un'embrionale opinione pubblica nel paese, forme di pluralismo e di nuova partecipazione politica e nel portare a una distensione nei rapporti con l'Occidente e a un netto miglioramento dell'immagine internazionale dell'URSS, non riuscì però a riformare nel profondo ma nella continuità il sistema e a risollevare un'economia ormai prostrata dalla stagnazione burocratica e dal peso dell'apparato militare. Il crollo dei regimi comunisti, che a partire dal [[1989]] coinvolse tutti i paesi comunisti dell'Est europeo e portò alla dissoluzione della stessa [[URSS]] nel [[1991]], trova le sue ragioni oltre che nel collasso economico e degli apparati burocratici di partito, in una molteplicità di fattori: la diminuzione della tensione nei confronti degli [[USA]], la crescita delle tensioni etniche e nazionali nell'[[impero sovietico]], la volontà di far crescere i consumi privati a livelli almeno paragonabili a quelli delle democrazie occidentali, l'affermazione delle [[libertà]] politiche, civili, religiose e culturali di tutti i cittadini. Il crollo del comunismo nell'Est europeo ha avuto riflessi significativi anche in molti partiti comunisti del Terzo Mondo e dell'Occidente, al cui interno è andato progressivamente attenuandosi il richiamo agli ideali e alla tradizione comunisti (nel [[1991]] il Partito Comunista Italiano ha cambiato nome in Partito Democratico della Sinistra), mentre i modelli di [[lotta di classe]] sono stati abbandonati e ridisegnati come ideali di [[solidarietà sociale]]. Anche nei paesi in cui sopravvive, almeno formalmente, un regime comunista (Cina, Cuba, Corea del Nord, Laos, Vietnam), la graduale apertura a una economia di mercato ha segnato sempre di più un allontanamento dall'originaria idea comunista, sino ad assumere, in alcuni casi, caratteri reazionari.
I tratti dittatoriali del sistema stalinista furono sottoposti a critica da [[Nikita Kruscev]] sin dal [[1956]]. La destalinizzazione e l'abbandono dei metodi più oppressivi tuttavia non bastarono a frenare il percorso del comunismo sovietico verso una sclerotica elefantiasi burocratica, ma favorirono piuttosto l'allentamento dei legami con alcuni partiti comunisti europei occidentali (e il PCI tra i primi), che, coscienti dello scontro tra il "socialismo reale" dei paesi comunisti e le esigenze di libertà radicate in Occidente, approdarono di lì a qualche anno alla elaborazione democratica dei principi marxisti. La svolta politica operata in URSS da [[Michail Gorbacëv]] nel [[1985]], basata sull'innesto progressivo di elementi di democrazia nel sistema politico e di economia di mercato nel sistema economico sovietico, se ebbe successi nel creare un'embrionale opinione pubblica nel paese, forme di pluralismo e di nuova partecipazione politica e nel portare a una distensione nei rapporti con l'Occidente e a un netto miglioramento dell'immagine internazionale dell'URSS, non riuscì però a riformare nel profondo ma nella continuità il sistema e a risollevare un'economia ormai prostrata dalla stagnazione burocratica e dal peso dell'apparato militare. Il crollo dei regimi comunisti, che a partire dal [[1989]] coinvolse tutti i paesi comunisti dell'Est europeo e portò alla dissoluzione della stessa [[URSS]] nel [[1991]], trova le sue ragioni oltre che nel collasso economico e degli apparati burocratici di partito, in una molteplicità di fattori: la diminuzione della tensione nei confronti degli [[USA]], la crescita delle tensioni etniche e nazionali nell'[[impero sovietico]], la volontà di far crescere i consumi privati a livelli almeno paragonabili a quelli delle democrazie occidentali, l'affermazione delle [[libertà]] politiche, civili, religiose e culturali di tutti i cittadini. Il crollo del comunismo nell'Est europeo ha avuto riflessi significativi anche in molti partiti comunisti del Terzo Mondo e dell'Occidente, al cui interno è andato progressivamente attenuandosi il richiamo agli ideali e alla tradizione comunisti (nel [[1991]] il Partito Comunista Italiano ha cambiato nome in Partito Democratico della Sinistra), mentre i modelli di [[lotta di classe]] sono stati abbandonati e ridisegnati come ideali di [[solidarietà sociale]]. Anche nei paesi in cui sopravvive, almeno formalmente, un regime comunista (Cina, Cuba, Corea del Nord, Laos, Vietnam), la graduale apertura a una economia di mercato ha segnato sempre di più un allontanamento dall'originaria idea comunista, sino ad assumere, in alcuni casi, caratteri reazionari.


== Divergenze tra il comunismo anarchico e quello autoritario ==
== Divergenze tra il comunismo anarchico e quello autoritario ==
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[[Image:Cafiero.jpg|left|thumb|200 px|[[Carlo Cafiero]], comunista anarchico]]
[[Image:Cafiero.jpg|left|thumb|200 px|[[Carlo Cafiero]], comunista anarchico]]


Le divergenze tra le due correnti di pensiero, comunque collocabili all'interno della sinistra rivoluzionaria, riguardano due temi fondamentali: lo sviluppo del movimento proletario e la costruzione della società postrivoluzionaria.
Le divergenze tra le due correnti di pensiero, comunque collocabili all'interno della sinistra rivoluzionaria, riguardano due temi fondamentali: lo sviluppo del movimento proletario e la costruzione della società postrivoluzionaria.


===Lotte interne allo Stato===
===Lotte interne allo Stato===
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===Lotta politica e lotta sociale ===
===Lotta politica e lotta sociale ===
[[Image:Luigi Fabbri.jpg|thumb|200 px|[[Luigi Fabbri]], comunista anarchico]]
[[Image:Luigi Fabbri.jpg|thumb|200 px|[[Luigi Fabbri]], comunista anarchico]]
Per i [[anarco-comunismo|comunisti anarchici]] la rivoluzione deve essere sociale, ovverosia capovolgere i rapporti proprietari della società borghese. La società comunista non può che essere [[autogestione|autogestionaria]] e [[federalismo|federativa]], ovvero con un potere esercito dal basso verso l'alto. In questa prospettiva le lotte quotidiane servono a vari scopi; prima di tutto a costruire la forza di scontro del proletariato, la sua [[organizzazione di massa]] che nelle sue forme adombra già i futuri strumenti di gestione; in secondo luogo, dalla conquista anche «di briciole di pane, per quanto minute sono sempre buone a mangiarsi, [...] sarà aumentato il benessere operaio e migliorate quindi le condizioni anche intellettuali» ([[Luigi Fabbri]])
Per i [[anarco-comunismo|comunisti anarchici]] la rivoluzione deve essere sociale, ovverosia capovolgere i rapporti proprietari della società borghese. La società comunista non può che essere [[autogestione|autogestionaria]] e [[federalismo|federativa]], ovvero con un potere esercito dal basso verso l'alto. In questa prospettiva le lotte quotidiane servono a vari scopi; prima di tutto a costruire la forza di scontro del proletariato, la sua [[organizzazione di massa]] che nelle sue forme adombra già i futuri strumenti di gestione; in secondo luogo, dalla conquista anche «di briciole di pane, per quanto minute sono sempre buone a mangiarsi, [...] sarà aumentato il benessere operaio e migliorate quindi le condizioni anche intellettuali» ([[Luigi Fabbri]])


===Il ruolo dell'avanguardia===
===Il ruolo dell'avanguardia===
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Il punto cardine che distingue [[anarchia]] da comunismo ([[marxismo-leninismo]]) è sicuramente il ruolo dello [[Stato]].
Il punto cardine che distingue [[anarchia]] da comunismo ([[marxismo-leninismo]]) è sicuramente il ruolo dello [[Stato]].
Secondo [[Marx]], poi accuratamente approfondito da [[Lenin]] in ''Stato e rivoluzione'', dopo aver abbattuto il [[capitalismo]], con la [[rivoluzione]], vi è bisogno di una forma di transizione socio-economica definita "socialismo".
Secondo [[Marx]], poi accuratamente approfondito da [[Lenin]] in ''Stato e rivoluzione'', dopo aver abbattuto il [[capitalismo]], con la [[rivoluzione]], vi è bisogno di una forma di transizione socio-economica definita "socialismo".
Il [[socialismo]], è una forma socio economica, in cui, a seguito della [[rivoluzione]] e l'abbattimento del [[capitalismo]] e l'abolizione della [[proprietà privata]] dei mezzi di produzione, quest'ultimi sono in mano allo [[stato]] (o come in Polonia in mano alle organizzazioni dei lavoratori) che grazie ai profitti delle aziende dovrebbe migliorare l'apparato sociale (scolastico, sanitario ecc...) e garantire lavoro, casa e beni a tutta la popolazione, da qui il nome "socialismo" (nonché grammaticalmente sinonimo di [[comunismo]], seppur quest'ultimo sia la forma successiva).
Il [[socialismo]], è una forma socio economica, in cui, a seguito della [[rivoluzione]] e l'abbattimento del [[capitalismo]] e l'abolizione della [[proprietà privata]] dei mezzi di produzione, quest'ultimi sono in mano allo [[stato]] (o come in Polonia in mano alle organizzazioni dei lavoratori) che grazie ai profitti delle aziende dovrebbe migliorare l'apparato sociale (scolastico, sanitario ecc...) e garantire lavoro, casa e beni a tutta la popolazione, da qui il nome "socialismo" (nonché grammaticalmente sinonimo di [[comunismo]], seppur quest'ultimo sia la forma successiva).
In questa fase dunque si garantisce un equità sociale, che porterà a seguito di un evoluzione sociale, l'estinzione dello stato raggiungendo una forma sociale semi anarchica.
In questa fase dunque si garantisce un equità sociale, che porterà a seguito di un evoluzione sociale, l'estinzione dello stato raggiungendo una forma sociale semi anarchica.
Infatti nel comunismo (società finale, dunque senza stato) nonostante l'abolizione dello [[Stato]], seguendo i principi dell'[[anarcocomunismo]], la società ha un ruolo fondamentale, tuttavia questo è un principio pensato da [[Karl Marx]], suscettibile alle volontà individuali a seguito dell'estinzione dello stato.
Infatti nel comunismo (società finale, dunque senza stato) nonostante l'abolizione dello [[Stato]], seguendo i principi dell'[[anarcocomunismo]], la società ha un ruolo fondamentale, tuttavia questo è un principio pensato da [[Karl Marx]], suscettibile alle volontà individuali a seguito dell'estinzione dello stato.
Il socialismo è per ora l'unica fase applicata del [[marxismo]], nonostante nella [[Comune di Parigi]] per pochi mesi vi sia stata una forma di comunismo, senza stato, raggiunta dopo una rivoluzione tra marxisti e anarchici.
Il socialismo è per ora l'unica fase applicata del [[marxismo]], nonostante nella [[Comune di Parigi]] per pochi mesi vi sia stata una forma di comunismo, senza stato, raggiunta dopo una rivoluzione tra marxisti e anarchici.


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<references/>
<references/>
== Bibliografia ==
== Bibliografia ==
*[[Karl Marx]], ''Friedrich Engels'', ''Opere complete'', voll. 50, Roma, Editori Riuniti, 1972-1991. <ref>In Italia l'edizione completa delle opere, prevista in 50 volumi si è fermata a 32 pubblicati fra il 1972 e il 1991 dagli Editori Riuniti [lasciati inediti i volumi XIII, XV, XVIII-XIX, XXI-XIV, XXVI-XXVIII, XXXI-XXXIII, XXXVII, XLV-XLVII e gli Indici]. - Nel 2008 la pubblicazione del volume XXII (luglio 1870 - ottobre 1871) è stata curata dall'Ed. Città del Sole di Napoli, mentre l'organizzazione politica Lotta Comunista ha pubblicato tre volumi dal 1874 al 1887 del carteggio</ref>
*[[Karl Marx]], ''Friedrich Engels'', ''Opere complete'', voll. 50, Roma, Editori Riuniti, 1972-1991. <ref>In Italia l'edizione completa delle opere, prevista in 50 volumi si è fermata a 32 pubblicati fra il 1972 e il 1991 dagli Editori Riuniti [lasciati inediti i volumi XIII, XV, XVIII-XIX, XXI-XIV, XXVI-XXVIII, XXXI-XXXIII, XXXVII, XLV-XLVII e gli Indici]. - Nel 2008 la pubblicazione del volume XXII (luglio 1870 - ottobre 1871) è stata curata dall'Ed. Città del Sole di Napoli, mentre l'organizzazione politica Lotta Comunista ha pubblicato tre volumi dal 1874 al 1887 del carteggio</ref>
* ''[http://www.liberliber.it/biblioteca/e/engels/ [[Karl Marx]], [[Friedrich Engels]] - Manifesto del Partito Comunista, Londra, 1848]'' su Liber Liber.
* ''[http://www.liberliber.it/biblioteca/e/engels/ [[Karl Marx]], [[Friedrich Engels]] - Manifesto del Partito Comunista, Londra, 1848]'' su Liber Liber.
* Edmund A. Walsh, ''Origine e sviluppo del comunismo mondiale'', Sperling & Kupfer, Milano, 1954
* Edmund A. Walsh, ''Origine e sviluppo del comunismo mondiale'', Sperling & Kupfer, Milano, 1954
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