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Il campo di Le Vernet nacque nel [[1918]] come luogo d'addestramento per truppe coloniali, ma fu quasi subito trasformato in campo di prigionia per soldati tedeschi ed austriaci e poi utilizzato come deposito militare. Ai primi di febbraio del [[1939]], con l'incrementarsi dell'afflusso di esuli provenienti dalla Catalogna, le [[autorità]] francesi pensarono di utilizzare Le Vernet come campo d'accoglienza per i profughi, ma poiché si trovava in grave stato d'abbandono la Sanità militare non ne autorizzò l'utilizzo. | Il campo di Le Vernet nacque nel [[1918]] come luogo d'addestramento per truppe coloniali, ma fu quasi subito trasformato in campo di prigionia per soldati tedeschi ed austriaci e poi utilizzato come deposito militare. Ai primi di febbraio del [[1939]], con l'incrementarsi dell'afflusso di esuli provenienti dalla Catalogna, le [[autorità]] francesi pensarono di utilizzare Le Vernet come campo d'accoglienza per i profughi, ma poiché si trovava in grave stato d'abbandono la Sanità militare non ne autorizzò l'utilizzo. | ||
In seguito, quando giunsero in [[Francia]] circa 10.200 anarchici, molti dei quali appartenenti alla [[Colonna Durruti|26ª Divisione Durruti]] (tra loro anche [[Ricardo Sanz]], [[Joseph Juan Domenench]], [[Miguel Garcia Vivancios]] | In seguito, quando giunsero in [[Francia]] circa 10.200 anarchici, molti dei quali appartenenti alla [[Colonna Durruti|26ª Divisione Durruti]] (tra loro anche [[Ricardo Sanz]], [[Joseph Juan Domenench]], [[Miguel Garcia Vivancios]]) e perciò ritenuti particolarmente pericolosi, il Prefetto cambiò parere e Le Vernet fu predisposto ad accogliere questi ex-miliziani. Il campo si trovava in pessime condizioni, un'immensa spianata di fango, con solo una ventina di baracche peraltro in rovina. La notte la temperatura scendeva a meno 10 gradi, i rifugiati si riparavano alla meglio, ma ben 57 di loro morirono di fame e freddo tra marzo e settembre [[1939]] (gli esuli ricevettero una pagnotta di pane e una scatola di sardine tre giorni dopo il loro arrivo). All'arrivo dei combattenti comunisti e antifascisti delle Brigate Internazionali, a partire dall'autunno [[1939]] (fino ad allora internati nel campo di Gurs), lentamente furono costruite nuove baracche, un'infermeria e tutta una serie di reticolati volti a dividere il campo in sezioni, dove vennero collocati gli internati sulla base dell'ideologia e della nazionalità. | ||
La situazione peggiorò dopo la firma del patto di non-aggressione sovietico-tedesco del [[23 agosto]] [[1939]] (Patto Molotov-Ribbentrop), che portò le [[autorità]] francesi a bollare i comunisti stranieri residenti in [[Francia]] o internati nei diversi campi come «uomini pericolosi» (''hommes dangereux''). Le Vernet così si trasformò in un "campo di disciplina", dove gli internati venivano sottoposti alla stretta sorveglianza del regime duro. | La situazione peggiorò dopo la firma del patto di non-aggressione sovietico-tedesco del [[23 agosto]] [[1939]] (Patto Molotov-Ribbentrop), che portò le [[autorità]] francesi a bollare i comunisti stranieri residenti in [[Francia]] o internati nei diversi campi come «uomini pericolosi» (''hommes dangereux''). Le Vernet così si trasformò in un "campo di disciplina", dove gli internati venivano sottoposti alla stretta sorveglianza del regime duro. |