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Ad ogni modo, il movimento squatters prese rapidamente a svilupparsi, assumendo in ogni paese delle caratteristiche specifiche legate al contesto sociale e politico. In [[Germania]], per esempio, il movimento dei cosiddetti ''besetzers'', si diffuse tanto in tutto il paese | Ad ogni modo, il movimento squatters prese rapidamente a svilupparsi, assumendo in ogni paese delle caratteristiche specifiche legate al contesto sociale e politico. In [[Germania]], per esempio, il movimento dei cosiddetti ''besetzers'', si diffuse tanto in tutto il paese | ||
(compresa la Germania est), concentrandosi in particolare nella città di Berlino soprattutto dopo la caduta del Muro il [[9 novembre]] | (compresa la Germania est), concentrandosi in particolare nella città di Berlino soprattutto dopo la caduta del Muro il [[9 novembre]] | ||
[[1989]]. L'elevato numero di occupazioni indussero le [[autorità]] ad intervenire da un lato per cercare di reprimere le iniziative illegali e dall'altro per riportare nella legalità almeno parte del movimento attraverso la proposta di alcune misure accondiscendenti (es. affitti molto bassi). Molti ''besetzers'' accettarono le condizioni dello [[Stato]], ma una minoranza si dimostrò inflessibile e continuò ad occupare diversi edifici come forma di contrasto al [[capitalismo]], allo [[Stato]] e soprattutto alla speculazione immobiliare. Al momento sembrerebbero comunque esserci pochissimi squat illegali<ref name="squat">[http://repositorio.uchile.cl/bitstream/handle/2250/130699/TESIS%20MAGISTER%20SOCIOLOGIA%20MOVIMIENTO%20OKUPA.%20PRAXIS,%20REDES%20SOCIALES%20Y%20FORMAS%20DE%20ACCIÓN%20COLECTIVA.pdf?sequence=1&isAllowed=y Movimiento okupa]</ref>, quantunque ne persistano di diversi di una certa importanza (Au a Francoforte, ''[[Rote Flora]]'' ad Amburgo...). | [[1989]]. L'elevato numero di occupazioni indussero le [[autorità]] ad intervenire da un lato per cercare di reprimere le iniziative illegali e dall'altro per riportare nella legalità almeno parte del movimento attraverso la proposta di alcune misure accondiscendenti (es. affitti molto bassi). Molti ''besetzers'' accettarono le condizioni dello [[Stato]], ma una minoranza si dimostrò inflessibile e continuò ad occupare diversi edifici come forma di contrasto al [[capitalismo]], allo [[Stato]] e soprattutto alla speculazione immobiliare. Al momento sembrerebbero comunque esserci pochissimi squat illegali <ref name="squat">[http://repositorio.uchile.cl/bitstream/handle/2250/130699/TESIS%20MAGISTER%20SOCIOLOGIA%20MOVIMIENTO%20OKUPA.%20PRAXIS,%20REDES%20SOCIALES%20Y%20FORMAS%20DE%20ACCIÓN%20COLECTIVA.pdf?sequence=1&isAllowed=y Movimiento okupa]</ref>, quantunque ne persistano di diversi di una certa importanza (Au a Francoforte, ''[[Rote Flora]]'' ad Amburgo...). | ||
L'esperienza italiana del movimento cominciò invece nel gennaio degli "anni '70", quando a Milano alcune famiglie di orientamento anarchico per contrastare l'alienazione della vita metropolitana e la carenza di abitazioni cominciarono ad occupare case ed edifici abbandonati o sfitti. Contemporaneamente iniziarono anche le occupazioni di [[scuola|scuole]], università e soprattutto fabbriche, in cui furono avviati diversi progetti di [[autogestione]] molto interessanti e formativi. Si diffondono così in tutta la penisola i cosiddetti [[Centro Sociale Occupato Autogestito|C.S.O.A.]] che fungevano, e fungono ancora oggi, il compito di promuovere mezzi di [[controinformazione]] e lo sviluppo di [[controcultura|movimenti controculturali]] capaci di far emancipare le masse dalle direttive restrittive dei partiti istituzionali. Un momento drammatico della storia degli squat italiani si verificò nel marzo del [[1998]], quando furono arrestati a Torino tre squatters [[NO TAV]] - [[Edoardo Massari]], [[Maria Soledad Rosas]] e [[Silvano Pelissero]] - con l'accusa di ecoterrorismo <ref name="sole">Si legga [[Sole, Baleno e Pelissero]]</ref>. Dopo il suicidio di "Baleno" (soprannome di [[Edoardo Massari]]) e Soledad, [[Silvano Pelissero]] fu processato ed assolto dalle accuse, in realtà apparse sin da subito infondate, di appartenenza al fantomatico gruppo terroristico dei "'''Lupi Grigi'''" <ref name="scarpe">[http://www.notavtorino.org/documenti-05/le_scarpe_dei_suicidi.pdf Le scarpe dei suicidi]</ref>. | L'esperienza italiana del movimento cominciò invece nel gennaio degli "anni '70", quando a Milano alcune famiglie di orientamento anarchico per contrastare l'alienazione della vita metropolitana e la carenza di abitazioni cominciarono ad occupare case ed edifici abbandonati o sfitti. Contemporaneamente iniziarono anche le occupazioni di [[scuola|scuole]], università e soprattutto fabbriche, in cui furono avviati diversi progetti di [[autogestione]] molto interessanti e formativi. Si diffondono così in tutta la penisola i cosiddetti [[Centro Sociale Occupato Autogestito|C.S.O.A.]] che fungevano, e fungono ancora oggi, il compito di promuovere mezzi di [[controinformazione]] e lo sviluppo di [[controcultura|movimenti controculturali]] capaci di far emancipare le masse dalle direttive restrittive dei partiti istituzionali. Un momento drammatico della storia degli squat italiani si verificò nel marzo del [[1998]], quando furono arrestati a Torino tre squatters [[NO TAV]] - [[Edoardo Massari]], [[Maria Soledad Rosas]] e [[Silvano Pelissero]] - con l'accusa di ecoterrorismo <ref name="sole">Si legga [[Sole, Baleno e Pelissero]]</ref>. Dopo il suicidio di "Baleno" (soprannome di [[Edoardo Massari]]) e Soledad, [[Silvano Pelissero]] fu processato ed assolto dalle accuse, in realtà apparse sin da subito infondate, di appartenenza al fantomatico gruppo terroristico dei "'''Lupi Grigi'''" <ref name="scarpe">[http://www.notavtorino.org/documenti-05/le_scarpe_dei_suicidi.pdf Le scarpe dei suicidi]</ref>. |