Insurrezione anarchica del gennaio 1933 (Spagna): differenze tra le versioni

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[[File:Benalup Casas Viejas (Cádiz).PNG|right|280px|thumb|Ubicazione di Casas Viejas]]
[[File:Benalup Casas Viejas (Cádiz).PNG|right|280px|thumb|Ubicazione di Casas Viejas]]
* Il giorno [[8 gennaio|8]], membri del movimento [[anarco-sindacalismo|anarcosindacalista]] di Madrid tentano di assaltare la caserma di Carabanchel, entrando in conflitto armato con la Guardia Civil. A Barcellona si registrano atti di [[violenza]] intorno all'''Arco del teatro'', dove era presente la sede del sindacato. Sparatorie anche contro la caserma di Atarazanas, dove una guardia de asalto cade morto e uno ferito. Al quartier generale della [[polizia]] di Madrid esplodono tre bombe.
* Il giorno [[8 gennaio|8]], membri del movimento [[anarco-sindacalismo|anarcosindacalista]] di Madrid tentano di assaltare la caserma di Carabanchel, entrando in conflitto armato con la Guardia Civil. A Barcellona si registrano atti di [[violenza]] intorno all'''Arco del teatro'', dove era presente la sede del sindacato. Sparatorie anche contro la caserma di Atarazanas, dove una guardia de asalto cade morto e uno ferito. Al quartier generale della [[polizia]] di Madrid esplodono tre bombe.
* A Valencia, le organizzazioni anarco-sindacaliste si vanno ad aggiungere alle agitazioni più o meno spontanee già  presenti nella zona. Si registrano disordini a Valencia e in numerose cittadine della provincia, come Ribarroja, Bétera, Benaguacil e Utiel.<ref> Casanova, Julián (1997). Ibid.. pp. 109.</ref> A Gestalgar vengono fatte esplodere diverse bombe. A Bugarra, gli anarchici, dopo un'intensa battaglia con le forze dell'ordine, conquistano la cittadina al prezzo di cinque morti e diversi feriti. Viene proclamata l'instaurazione del [[comunismo libertario]]. A Castellón de la Plana inizia l'agitazione il giorno [[10 gennaio|10]]. A Pedralba muoiono una guardia civil e una guardia de asalto durante l'insurrezione; la Guardia Civil ristabilisce l'ordine causando la morte di dieci persone.<ref>Ballbé, Manuel (1983). ''Orden público y militarismo en la España constitucional (1812-1983)''. Madrid: Alianza Editorial. pp. 357.</ref>  
* A Valencia, le organizzazioni anarco-sindacaliste si vanno ad aggiungere alle agitazioni più o meno spontanee già  presenti nella zona. Si registrano disordini a Valencia e in numerose cittadine della provincia, come Ribarroja, Bétera, Benaguacil e Utiel. <ref> Casanova, Julián (1997). Ibid.. pp. 109.</ref> A Gestalgar vengono fatte esplodere diverse bombe. A Bugarra, gli anarchici, dopo un'intensa battaglia con le forze dell'ordine, conquistano la cittadina al prezzo di cinque morti e diversi feriti. Viene proclamata l'instaurazione del [[comunismo libertario]]. A Castellón de la Plana inizia l'agitazione il giorno [[10 gennaio|10]]. A Pedralba muoiono una guardia civil e una guardia de asalto durante l'insurrezione; la Guardia Civil ristabilisce l'ordine causando la morte di dieci persone. <ref>Ballbé, Manuel (1983). ''Orden público y militarismo en la España constitucional (1812-1983)''. Madrid: Alianza Editorial. pp. 357.</ref>  
* L'agitazione si estende a Saragozza, Murcia, Oviedo ed altre province, trovando maggior risonanza in Andalucia, dove prendono vita numerosi [[sciopero|scioperi]]. A Siviglia vengono dati alle fiamme diversi edifici, trovando la resistenza violenta delle forze di [[polizia]] locali. A La Rinconada, si proclama il [[comunismo libertario]].
* L'agitazione si estende a Saragozza, Murcia, Oviedo ed altre province, trovando maggior risonanza in Andalucia, dove prendono vita numerosi [[sciopero|scioperi]]. A Siviglia vengono dati alle fiamme diversi edifici, trovando la resistenza violenta delle forze di [[polizia]] locali. A La Rinconada, si proclama il [[comunismo libertario]].
*[[Rivolta di Casas Viejas]]: a Casas Viejas (Cadice), i contadini [[anarco-sindacalismo|anarco-sndacalisti]] si sollevano chiedendo la collettivizzazione delle terre nel'ambito di un programma[[comunismo anarchico|comunista-anarchico]]. Le forze dell'ordine, comandate dal capitano Rojas, provocano una vera e propria mattanza tra gli insorti, suscitando gran scandalo politico in tutta la nazione.
*[[Rivolta di Casas Viejas]]: a Casas Viejas (Cadice), i contadini [[anarco-sindacalismo|anarco-sndacalisti]] si sollevano chiedendo la collettivizzazione delle terre nel'ambito di un programma[[comunismo anarchico|comunista-anarchico]]. Le forze dell'ordine, comandate dal capitano Rojas, provocano una vera e propria mattanza tra gli insorti, suscitando gran scandalo politico in tutta la nazione.
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== Repressione e fine dell'insurrezione ==
== Repressione e fine dell'insurrezione ==


Il comitato nazionale della [[CNT spagnola|CNT]], che non aveva convocato lo sciopero, il [[10 gennaio]] dichiarò che l'insurrezione era stata di «puro significato anarchico senza che però sia intervenuto l'organismo federale», quantunque non lo condannò, come peraltro fece anche l'organo federale di [[Solidaridad Obrera (gruppo)|Solidaridad Obrera]], per compiere un «dovere di solidarietà  e di coscienza». Questa, secondo loro, non poteva però essere la vera [[rivoluzione]] che sarebbe giunta con garanzie e alla luce del sole in tempi più maturi.<ref>Casanova, Julián (1997). Ibid.. pp. 111.</ref>
Il comitato nazionale della [[CNT spagnola|CNT]], che non aveva convocato lo sciopero, il [[10 gennaio]] dichiarò che l'insurrezione era stata di «puro significato anarchico senza che però sia intervenuto l'organismo federale», quantunque non lo condannò, come peraltro fece anche l'organo federale di [[Solidaridad Obrera (gruppo)|Solidaridad Obrera]], per compiere un «dovere di solidarietà  e di coscienza». Questa, secondo loro, non poteva però essere la vera [[rivoluzione]] che sarebbe giunta con garanzie e alla luce del sole in tempi più maturi. <ref>Casanova, Julián (1997). Ibid.. pp. 111.</ref>


L'organo ufficiale della [[CNT spagnola|CNT]] di Madrid, il [[9 gennaio]] aveva scritto nel suo editoriale «questa non è la nostra rivoluzione», due giorni dopo affermava che l'organizzazione non era stata «nè sconfitta nè umiliata» e attribuiva la sconfitta alla «politica repressiva... settaria dei socialisti che detengono il potere e lo usano contro gli interessi dei lavoratori.». Le rivolte «esistono e cresceranno a causa dell'ingiustizia esistente» e per questo, «sconfitta un'insurrezione, represso uno sciopero, un altro si realizza; placata una rivolta ne scoppia subito un'altra».<ref name="cede"> Casanova, Julián (1997). Ibid.. pp. 110.</ref>
L'organo ufficiale della [[CNT spagnola|CNT]] di Madrid, il [[9 gennaio]] aveva scritto nel suo editoriale «questa non è la nostra rivoluzione», due giorni dopo affermava che l'organizzazione non era stata «nè sconfitta nè umiliata» e attribuiva la sconfitta alla «politica repressiva... settaria dei socialisti che detengono il potere e lo usano contro gli interessi dei lavoratori.». Le rivolte «esistono e cresceranno a causa dell'ingiustizia esistente» e per questo, «sconfitta un'insurrezione, represso uno sciopero, un altro si realizza; placata una rivolta ne scoppia subito un'altra».<ref name="cede"> Casanova, Julián (1997). Ibid.. pp. 110.</ref>
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