Saul Newman: differenze tra le versioni

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Come [[Friedrich Nietzsche|Nietzsche]], Saul Newman ritiene che cercare di escludere e negare il [[potere]] sia una forma di risentimento ([[Friedrich Nietzsche|Nietzsche]] lo definisce come un «auto-avvelenamento dell'anima») che deve essere superato, non con il rifiuto ma con la creazione di una società  post-anarchica basata sul rispetto e il riconoscimento dell'[[autonomia]], della differenza e dell'apertura all'interno della collettività. Nel suo ''L'anarchismo e la politica del risentimento'' si notano tutte le influenze su di lui [[Anarchismo e Friedrich Nietzsche|esercitate da parte del filosofo tedesco]]; secondo Newman Nietzsche «vede l'anarchismo come avvelenato alla radice dal pestifero seme del “risentimento” – la disprezzabile politica del debole e del disprezzabile, la morale dello schiavo» e per questo è necessario «prendere in conto seriamente le sue posizioni contro l'anarchismo». Così egli auspica la conversione dell'anarchismo «in una nuova filosofia 'eroica', la quale non è maggiormente reattiva, ma piuttosto crea valori», proponendo una nozione di comunità  fatta «di potere attivo - una comunità  di maestri invece di una di schiavi. Questa sarebbe una comunità  che cerca di superare se stessa - continuamente trasformandosi e compiacendosi nella conoscenza del potere di poterlo fare».
Come [[Friedrich Nietzsche|Nietzsche]], Saul Newman ritiene che cercare di escludere e negare il [[potere]] sia una forma di risentimento ([[Friedrich Nietzsche|Nietzsche]] lo definisce come un «auto-avvelenamento dell'anima») che deve essere superato, non con il rifiuto ma con la creazione di una società  post-anarchica basata sul rispetto e il riconoscimento dell'[[autonomia]], della differenza e dell'apertura all'interno della collettività. Nel suo ''L'anarchismo e la politica del risentimento'' si notano tutte le influenze su di lui [[Anarchismo e Friedrich Nietzsche|esercitate da parte del filosofo tedesco]]; secondo Newman Nietzsche «vede l'anarchismo come avvelenato alla radice dal pestifero seme del “risentimento” – la disprezzabile politica del debole e del disprezzabile, la morale dello schiavo» e per questo è necessario «prendere in conto seriamente le sue posizioni contro l'anarchismo». Così egli auspica la conversione dell'anarchismo «in una nuova filosofia 'eroica', la quale non è maggiormente reattiva, ma piuttosto crea valori», proponendo una nozione di comunità  fatta «di potere attivo - una comunità  di maestri invece di una di schiavi. Questa sarebbe una comunità  che cerca di superare se stessa - continuamente trasformandosi e compiacendosi nella conoscenza del potere di poterlo fare».


In pratica Newman ritiene che gli anarchici debbano mettere da parte ogni forma di [[manicheismo]], in particolare quello che tende a contrapporre i "buoni" “senza potere” ai "cattivi" detentori del [[potere]]. Come [[Michel Foucault|Foucault]], egli pensa che il potere si configuri come un "rapporto di potere" che coinvolge tutti e tutto. Sarebbe di conseguenza impensabile ipotizzare una comunità  priva di potere, anche perché, rifacendosi a [[Friedrich Nietzsche]], l'essere umano anela il [[potere]] e negarlo significa sviluppare il "[[risentimento]]". Da qui si origina il suo rifiuto della [[rivoluzione]]. Newman piuttosto intende un [[anarchismo]] che agisce sui meccanismi di funzionamento di questi rapporti, in modo da ottenere quanta più [[libertà ]] possibile.
In pratica Newman ritiene che gli anarchici debbano mettere da parte ogni forma di [[manicheismo]], in particolare quello che tende a contrapporre i "buoni" “senza potere” ai "cattivi" detentori del [[potere]]. Come [[Michel Foucault|Foucault]], egli pensa che il potere si configuri come un "rapporto di potere" che coinvolge tutti e tutto. Sarebbe di conseguenza impensabile ipotizzare una comunità  priva di potere, anche perché, rifacendosi a [[Friedrich Nietzsche]], l'essere umano anela il [[potere]] e negarlo significa sviluppare il "[[risentimento]]". Da qui si origina il suo rifiuto della [[rivoluzione]]. Newman piuttosto intende un [[anarchismo]] che agisce sui meccanismi di funzionamento di questi rapporti, in modo da ottenere quanta più [[libertà]] possibile.


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