Storia dell'anarchismo sardo: differenze tra le versioni

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==Premessa==
==Premessa==
Nel popolo sardo è stata da sempre presente un innata diffidenza e\o ostilità  verso le [[autorità ]] e le istituzioni di ogni tipo [un po'meno verso quelle religiose, '''NdR'''], specie se proveniente dal “continente”. Come dice l'archeologo e storico Giovanni Lilliu, nella storia del popolo sardo è presente una « costante resistenziale» che si è manifestata di volta in volta contro le potenze coloniali che di volta in volta occuparono l'Isola. [[File:Tomaso_Serra.JPG|thumb|left|200 px|[[Tomaso Serra]], anarchico sardo che partecipò alla [[la Rivoluzione spagnola (1936-39)|rivoluzione spagnola]]]]
Nel popolo sardo è stata da sempre presente un innata diffidenza e\o ostilità  verso le [[autorità]] e le istituzioni di ogni tipo [un po'meno verso quelle religiose, '''NdR'''], specie se proveniente dal “continente”. Come dice l'archeologo e storico Giovanni Lilliu, nella storia del popolo sardo è presente una « costante resistenziale» che si è manifestata di volta in volta contro le potenze coloniali che di volta in volta occuparono l'Isola. [[File:Tomaso_Serra.JPG|thumb|left|200 px|[[Tomaso Serra]], anarchico sardo che partecipò alla [[la Rivoluzione spagnola (1936-39)|rivoluzione spagnola]]]]
:« ..La Sardegna, in ogni tempo, ha avuto uno strano marchio storico: quello di essere stata sempre dominata (in qualche modo ancora oggi), ma di avere sempre resistito. Un'Isola sulla quale è calata per i secoli la mano oppressiva del colonizzatore, a cui ha opposto, sistematicamente, il graffio della resistenza. Perciò, i Sardi hanno avuto l'aggressione di integrazioni di ogni specie ma, nonostante, sono riusciti a conservarsi sempre se stessi. Nella confusione etnica e culturale che li ha inondati per millenni sono riemersi, costantemente, nella fedeltà  alle origini autentiche e pure. Questo è stato, ed è certamente, un miracolo, a pensare che l'Isola, per la sua posizione geografica, è tracciata in ogni senso, è un terminal da ogni parte; e che la vasta solitudine dei suoi spazi (si parla di essa come di un continente) ha invitato e invita a riempirli gente d'ogni sangue e colore. » (Giovanni Lilliu, ''la Costante resistenziale sarda''; p. 225)
:« ..La Sardegna, in ogni tempo, ha avuto uno strano marchio storico: quello di essere stata sempre dominata (in qualche modo ancora oggi), ma di avere sempre resistito. Un'Isola sulla quale è calata per i secoli la mano oppressiva del colonizzatore, a cui ha opposto, sistematicamente, il graffio della resistenza. Perciò, i Sardi hanno avuto l'aggressione di integrazioni di ogni specie ma, nonostante, sono riusciti a conservarsi sempre se stessi. Nella confusione etnica e culturale che li ha inondati per millenni sono riemersi, costantemente, nella fedeltà  alle origini autentiche e pure. Questo è stato, ed è certamente, un miracolo, a pensare che l'Isola, per la sua posizione geografica, è tracciata in ogni senso, è un terminal da ogni parte; e che la vasta solitudine dei suoi spazi (si parla di essa come di un continente) ha invitato e invita a riempirli gente d'ogni sangue e colore. » (Giovanni Lilliu, ''la Costante resistenziale sarda''; p. 225)
Una certa innata tendenza verso l'antiautoritarismo <ref>[http://it.wikipedia.org/wiki/Utente:Shardan/Sandbox Utente:Shardan/Sandbox]</ref> non ha però fatto sì che l'[[anarchia|idea anarchica]] si diffondesse nel tessuto socio-politico dell'isola quando nell'ottocento essa cominciava a far presa in Europa. Ciò fu legato in parte alla condizione di insularità  ed in parte ad una certa mentalità  di tendenza individualistica, legata forse all'attività  agro-pastorale che è stata lungamente predominante nell'isola, ma non nel senso libertario del termine quanto a quello più propriamente egoistico del pensar ognun per sè. <ref>C'è da dire però che nella tradizione agro-pastorale è storicamente presente il principio mutualistico de ''S'aggiudu torrau'' (“aiuto restituito” o "aiuto reciproco"), che consiste nel reciproco aiuto che pastori e contadini si danno in occasione di particolari momenti di difficoltà.</ref>  
Una certa innata tendenza verso l'antiautoritarismo <ref>[http://it.wikipedia.org/wiki/Utente:Shardan/Sandbox Utente:Shardan/Sandbox]</ref> non ha però fatto sì che l'[[anarchia|idea anarchica]] si diffondesse nel tessuto socio-politico dell'isola quando nell'ottocento essa cominciava a far presa in Europa. Ciò fu legato in parte alla condizione di insularità  ed in parte ad una certa mentalità  di tendenza individualistica, legata forse all'attività  agro-pastorale che è stata lungamente predominante nell'isola, ma non nel senso libertario del termine quanto a quello più propriamente egoistico del pensar ognun per sè. <ref>C'è da dire però che nella tradizione agro-pastorale è storicamente presente il principio mutualistico de ''S'aggiudu torrau'' (“aiuto restituito” o "aiuto reciproco"), che consiste nel reciproco aiuto che pastori e contadini si danno in occasione di particolari momenti di difficoltà.</ref>  
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L'800 è un secolo in cui si svilupparono molte proteste e insurrezioni popolari: dopo la legge delle chiudende del [[1820]] <ref name="chiudende">[http://www.mamoiada.org/_pdf/Le%20chiudende.pdf Le chiudende]</ref>, che di fatto privatizzò le terre pubbliche, si registrarono numerose rivolte nel Nuorese <ref name="natale sanna">Il cammino dei sardi, Natale Sanna, pag 385</ref>. In seguito se ne verificarono anche a Sedilo ([[1850]]), Sassari ([[1852]]) e Oschiri ([[1855]]) <ref name="natale">Il cammino dei sardi, Natale Sanna, pag 393</ref>, tutte determinate dalla fusione con il Piemonte che portò con sé l'introduzione del servizio militare obbligatorio, la pressione fiscale e l'aumento del costo della vita. Con le leggi del [[1863]]-[[1873]] fu anche limitato l'uso civico delle terre: a Nuoro la popolazione insorse nel [[1868]] con i cosiddetti moti di '''''su Connottu''''' (cioè “al conosciuto”, ovvero l'aspirazione al ritorno alle antiche usanze). Risulta evidente quindi che i sardi erano storicamente predisposti verso al collettivizzazione dei beni pubblici e assai avversi alla [[proprietà  privata]], che potè essere imposta solo con l'uso della forza e la [[repressione]] popolare.
L'800 è un secolo in cui si svilupparono molte proteste e insurrezioni popolari: dopo la legge delle chiudende del [[1820]] <ref name="chiudende">[http://www.mamoiada.org/_pdf/Le%20chiudende.pdf Le chiudende]</ref>, che di fatto privatizzò le terre pubbliche, si registrarono numerose rivolte nel Nuorese <ref name="natale sanna">Il cammino dei sardi, Natale Sanna, pag 385</ref>. In seguito se ne verificarono anche a Sedilo ([[1850]]), Sassari ([[1852]]) e Oschiri ([[1855]]) <ref name="natale">Il cammino dei sardi, Natale Sanna, pag 393</ref>, tutte determinate dalla fusione con il Piemonte che portò con sé l'introduzione del servizio militare obbligatorio, la pressione fiscale e l'aumento del costo della vita. Con le leggi del [[1863]]-[[1873]] fu anche limitato l'uso civico delle terre: a Nuoro la popolazione insorse nel [[1868]] con i cosiddetti moti di '''''su Connottu''''' (cioè “al conosciuto”, ovvero l'aspirazione al ritorno alle antiche usanze). Risulta evidente quindi che i sardi erano storicamente predisposti verso al collettivizzazione dei beni pubblici e assai avversi alla [[proprietà  privata]], che potè essere imposta solo con l'uso della forza e la [[repressione]] popolare.


Nonostante questa innata repulsione verso l'[[autorità ]], le statitistiche ufficiali dicono che dal [[1878]] al [[1891]] ci furono solo 3 [[sciopero|scioperi]] (1076 in tutta [[Italia]]) e che alla fine dell'800 vi erano solo 400 militanti socialisti. Questi dati fanno però riferimento ad una ricerca storiografica che tende a minimizzare, se non del tutto negare, il ruolo svolto dai rivoluzionari e ancor più dagli anarchici. La ricerca storica è quindi importante perchè permette il recupero della verità  storica rispetto all'anarchismo sardo: per esempio, secondo quanto riporta [[Costantino Cavalleri]] nel suo ''Per la storia dell'anarchismo in Sardegna'', «è comprovata la presenza a Cagliari di una sezione dell'Internazionale Antiautoritaria, rappresentata al Congresso regionale della Federazione dell'Alta Italia dell'AIL, nel 1877, da Fontana e Marcialis»<ref name="cedema">[http://www.nuoroblindata.altervista.org/opuscoli%20fanzine%20libri%20pdf/Costantino%20Cavalleri%20-%20Storia%20Anarchismo%20Sardo.pdf Per la storia dell'anarchismo in Sardegna]</ref>
Nonostante questa innata repulsione verso l'[[autorità]], le statitistiche ufficiali dicono che dal [[1878]] al [[1891]] ci furono solo 3 [[sciopero|scioperi]] (1076 in tutta [[Italia]]) e che alla fine dell'800 vi erano solo 400 militanti socialisti. Questi dati fanno però riferimento ad una ricerca storiografica che tende a minimizzare, se non del tutto negare, il ruolo svolto dai rivoluzionari e ancor più dagli anarchici. La ricerca storica è quindi importante perchè permette il recupero della verità  storica rispetto all'anarchismo sardo: per esempio, secondo quanto riporta [[Costantino Cavalleri]] nel suo ''Per la storia dell'anarchismo in Sardegna'', «è comprovata la presenza a Cagliari di una sezione dell'Internazionale Antiautoritaria, rappresentata al Congresso regionale della Federazione dell'Alta Italia dell'AIL, nel 1877, da Fontana e Marcialis»<ref name="cedema">[http://www.nuoroblindata.altervista.org/opuscoli%20fanzine%20libri%20pdf/Costantino%20Cavalleri%20-%20Storia%20Anarchismo%20Sardo.pdf Per la storia dell'anarchismo in Sardegna]</ref>


Ci sono inoltre testimonianze rispetto ad una certo attivismo [[anticlericalismo|anticlericale]] sardo che si manifestava durante pubbliche celebrazioni religiose <ref name="cammino">Il cammino dei sardi, Natale Sanna, pag 428</ref>. Il sardo ha una innata diffidenza verso l'organizzazione, per questo spesso la ribellione talvolta assunse forme d'[[illegalismo]] come il banditismo <ref name="banditi">I banditi in alcuni casi arrivarono ad affiggere dei veri e propri bandi: i fratelli Elia e Giacamo Serra autorizzarono la popolazione a raccogliere le olive nei campi di alcuni possidenti; G. Serrittu proibì a Gavoi di pagare le imposte ai fratelli esattori Daddi ecc. (''Il cammino dei sardi'', Natale Sanna pag 415, 416)</ref>, che talvolta poté godere dell'appoggio popolare. In questa fase sono da segnalare le poesie vagamente anarcoidi e fortemente anticlericali di [[Peppino Mereu]] ([[1872]]-[[1901]]) <ref name="nuche">[http://nuke.peppinumereu.it/ Peppino Mereu.it]</ref>, poeta assai affine alla scapigliatura milanese.  
Ci sono inoltre testimonianze rispetto ad una certo attivismo [[anticlericalismo|anticlericale]] sardo che si manifestava durante pubbliche celebrazioni religiose <ref name="cammino">Il cammino dei sardi, Natale Sanna, pag 428</ref>. Il sardo ha una innata diffidenza verso l'organizzazione, per questo spesso la ribellione talvolta assunse forme d'[[illegalismo]] come il banditismo <ref name="banditi">I banditi in alcuni casi arrivarono ad affiggere dei veri e propri bandi: i fratelli Elia e Giacamo Serra autorizzarono la popolazione a raccogliere le olive nei campi di alcuni possidenti; G. Serrittu proibì a Gavoi di pagare le imposte ai fratelli esattori Daddi ecc. (''Il cammino dei sardi'', Natale Sanna pag 415, 416)</ref>, che talvolta poté godere dell'appoggio popolare. In questa fase sono da segnalare le poesie vagamente anarcoidi e fortemente anticlericali di [[Peppino Mereu]] ([[1872]]-[[1901]]) <ref name="nuche">[http://nuke.peppinumereu.it/ Peppino Mereu.it]</ref>, poeta assai affine alla scapigliatura milanese.  
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[[File:Fancello Pascale Crodazzu-133x200-132x200.jpg|400 px|thumb|[[Pasquale Fancello]]]]
[[File:Fancello Pascale Crodazzu-133x200-132x200.jpg|400 px|thumb|[[Pasquale Fancello]]]]
: «...Riconobbi altri fra gli aggressori.Mi sorprese molto la presenza di tale Fois [...] Era stato organizzatore dei lavoratori del mare, anarchico-sindacalista e antifascista. Quando i fascisti avevano occupato la sede dell'organizzazione si era trovato nell'impossibilità  di guadagnarsi la vita.Aveva voluto emigrare in Francia ed io lo avevo raccomandato perchè amici di lì lo soccorressero e gli trovassero lavoro[...] Rientrato dalla Francia a Cagliari si era iscritto al fascio [...] Si scusava presso gli antichi compagni con la necessità  di dar da mangiare ai figli [...] mi chiedo ancora perchè quella sera,armato, esigesse il mio linciaggio [...]» <ref name="marcia">''Marcia su Roma e dintorni'', L'Unione Sarda, pag 241</ref>
: «...Riconobbi altri fra gli aggressori.Mi sorprese molto la presenza di tale Fois [...] Era stato organizzatore dei lavoratori del mare, anarchico-sindacalista e antifascista. Quando i fascisti avevano occupato la sede dell'organizzazione si era trovato nell'impossibilità  di guadagnarsi la vita.Aveva voluto emigrare in Francia ed io lo avevo raccomandato perchè amici di lì lo soccorressero e gli trovassero lavoro[...] Rientrato dalla Francia a Cagliari si era iscritto al fascio [...] Si scusava presso gli antichi compagni con la necessità  di dar da mangiare ai figli [...] mi chiedo ancora perchè quella sera,armato, esigesse il mio linciaggio [...]» <ref name="marcia">''Marcia su Roma e dintorni'', L'Unione Sarda, pag 241</ref>
La [[repressione]] fascista, sommata all'ostilità  dei [[comunismo|comunisti]] e dei riformisti, portò col tempo alla dissoluzione del "Sante Caserio". Molti anarchici allora scelsero di andare in esilio in [[Francia]], in [[Tunisia]] o in altri paesi. A Tunisi <ref name="tunisi"> A Tunisi era presente una folta comunità  di antifascisti italiani: ([http://www.ilcorriereditunisi.it/default.asp?id=34&mnu=34&ACT=5&content=275 Articolo del Corriere di Tunisi)].</ref> gli anarchici sardi, tra cui [[Emilio Atzori]], [[Raimondo Mereu]], [[Giovanni Dettori]], [[Francesco Piras|Francesco]] e [[Antonio Piras]], contribuirono non poco alle attività  del locale circolo anarchico. Le [[autorità ]] fasciste imputarono ai sardi [[Giovanni Dettori]] e [[Emilio Atzori]], oltre che a [[Giuvanni Curti]] e [[Alberto Tarchiani]], gli attentati al consolato di Tunisi ([[28 dicembre]] [[1928]]) e al giornale fascista «Unione» ([[18 aprile]] [[1929]]) <ref name="militants">[http://militants-anarchistes.info/spip.php?article1249 da militants-anarchistes.info]</ref>. Altri anarchici sardi scelsero di costituire piccoli gruppi, andando incontro alle periodiche ondate repressive. Solo alla fine della [[II Guerra mondiale]] il "gruppo Sante Caserio" si ricostituì cambiando nome in "gruppo [[Michele Schirru]]" (il gruppo rimarrà  attivo sino agli anni 80). Dettori abbia partecipato con Atzori, Giuvanni Curti e Alberto Tarchiani agli attentati contro il consolato di Tunisi (il [[28 dicembre]] [[1928]]) e contro il giornale fascista «Unione» ([[18 aprile]] [[1929]]).[[Image:Schirru.jpg|thumb|left|160 px|[[Michele Schirru]], condannato a morte per aver pensato di uccidere Mussolini]]
La [[repressione]] fascista, sommata all'ostilità  dei [[comunismo|comunisti]] e dei riformisti, portò col tempo alla dissoluzione del "Sante Caserio". Molti anarchici allora scelsero di andare in esilio in [[Francia]], in [[Tunisia]] o in altri paesi. A Tunisi <ref name="tunisi"> A Tunisi era presente una folta comunità  di antifascisti italiani: ([http://www.ilcorriereditunisi.it/default.asp?id=34&mnu=34&ACT=5&content=275 Articolo del Corriere di Tunisi)].</ref> gli anarchici sardi, tra cui [[Emilio Atzori]], [[Raimondo Mereu]], [[Giovanni Dettori]], [[Francesco Piras|Francesco]] e [[Antonio Piras]], contribuirono non poco alle attività  del locale circolo anarchico. Le [[autorità]] fasciste imputarono ai sardi [[Giovanni Dettori]] e [[Emilio Atzori]], oltre che a [[Giuvanni Curti]] e [[Alberto Tarchiani]], gli attentati al consolato di Tunisi ([[28 dicembre]] [[1928]]) e al giornale fascista «Unione» ([[18 aprile]] [[1929]]) <ref name="militants">[http://militants-anarchistes.info/spip.php?article1249 da militants-anarchistes.info]</ref>. Altri anarchici sardi scelsero di costituire piccoli gruppi, andando incontro alle periodiche ondate repressive. Solo alla fine della [[II Guerra mondiale]] il "gruppo Sante Caserio" si ricostituì cambiando nome in "gruppo [[Michele Schirru]]" (il gruppo rimarrà  attivo sino agli anni 80). Dettori abbia partecipato con Atzori, Giuvanni Curti e Alberto Tarchiani agli attentati contro il consolato di Tunisi (il [[28 dicembre]] [[1928]]) e contro il giornale fascista «Unione» ([[18 aprile]] [[1929]]).[[Image:Schirru.jpg|thumb|left|160 px|[[Michele Schirru]], condannato a morte per aver pensato di uccidere Mussolini]]
Durante gli anni del [[Fascismo|fascismo]] il numero dei militanti si aggirava intorno a cinquecento, moltissimi dei quali furono schedati. Alcuni riuscirono a sfuggire ai controlli ossessivi della polizia politica, e tra questi va citato [[Zemiro Melas]]. Melas partecipò alle lotte antifasciste in Jugoslavia poi, al rientro in [[Italia]], fu tra i fondatori del gruppo anarchico fiorentino "Fronte della Gioventù", prima di venir arrestato e deportato dai [[Nazionalsocialismo|nazisti]] (Zemiro Melas riuscirà  poi a sfuggire fortunosamente alla deportazione).  
Durante gli anni del [[Fascismo|fascismo]] il numero dei militanti si aggirava intorno a cinquecento, moltissimi dei quali furono schedati. Alcuni riuscirono a sfuggire ai controlli ossessivi della polizia politica, e tra questi va citato [[Zemiro Melas]]. Melas partecipò alle lotte antifasciste in Jugoslavia poi, al rientro in [[Italia]], fu tra i fondatori del gruppo anarchico fiorentino "Fronte della Gioventù", prima di venir arrestato e deportato dai [[Nazionalsocialismo|nazisti]] (Zemiro Melas riuscirà  poi a sfuggire fortunosamente alla deportazione).  


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Ma il progetto libertario più interessante fu però messo in atto all'inizio degli anni  
Ma il progetto libertario più interessante fu però messo in atto all'inizio degli anni  
'60 dal già  citato [[Tomaso Serra]] che a Barrali (Ca) fondò la "[[Collettività  anarchica di solidarietà ]]" (CAS). La CAS fu un vero e proprio esperimento di [[autogestione]] che ebbe all'epoca notevole risalto anche all'estero. A metà  degli anni '60 [[Aurelio Chessa]] (nato a Putifigari) ritornò in Sardegna, ad Iglesias, dove per breve periodo trasferì il suo archivio anarchico alla ricerca di nuovo materiale. Il [[24 aprile]] [[1970]], durante la visita di Papa Paolo VI nel capoluogo, ad un gruppo di anarchici, tra cui diversi appartenenti del gruppo "Dioniso Milano", venne impedito di manifestare contro il corteo papale. Ciò scatenò dei tumulti nel corso del quale ci fu una violenta sassaiola prima dell'arresto di ventidue anarchici che nell'ottobre successivo saranno processati e condannati <ref>[http://www.anarca-bolo.ch/a-rivista/339/56.htm Pietro e le pietre]</ref><ref>[http://www.arivista.org/index.php?nr=83&pag=83_06.htm Quelli del Dioniso]</ref>.
'60 dal già  citato [[Tomaso Serra]] che a Barrali (Ca) fondò la "[[Collettività  anarchica di solidarietà]]" (CAS). La CAS fu un vero e proprio esperimento di [[autogestione]] che ebbe all'epoca notevole risalto anche all'estero. A metà  degli anni '60 [[Aurelio Chessa]] (nato a Putifigari) ritornò in Sardegna, ad Iglesias, dove per breve periodo trasferì il suo archivio anarchico alla ricerca di nuovo materiale. Il [[24 aprile]] [[1970]], durante la visita di Papa Paolo VI nel capoluogo, ad un gruppo di anarchici, tra cui diversi appartenenti del gruppo "Dioniso Milano", venne impedito di manifestare contro il corteo papale. Ciò scatenò dei tumulti nel corso del quale ci fu una violenta sassaiola prima dell'arresto di ventidue anarchici che nell'ottobre successivo saranno processati e condannati <ref>[http://www.anarca-bolo.ch/a-rivista/339/56.htm Pietro e le pietre]</ref><ref>[http://www.arivista.org/index.php?nr=83&pag=83_06.htm Quelli del Dioniso]</ref>.


Riguardo poi all'esperienza della CAS, in seno a quest'iniziativa nacque più avanti nel tempo anche l'"Arkiviu-bibrioteka de kurtura populari" (Archivio biblioteca di cultura popolare), che alla morte di [[Tomaso Serra]], avvenuta nel [[1985]], assunse il nome di [[S'arkiviu-bibrioteka "T. Serra"]]. Questa biblioteca, gestita attualmente da [[Costantino Cavalleri]], si avvalse dei testi di [[Tomaso Serra]] e di donazioni fatte da altri anarchici sardi, in particolare da [[Pietrino Arixi]] e [[Giovanni Tolu]].  
Riguardo poi all'esperienza della CAS, in seno a quest'iniziativa nacque più avanti nel tempo anche l'"Arkiviu-bibrioteka de kurtura populari" (Archivio biblioteca di cultura popolare), che alla morte di [[Tomaso Serra]], avvenuta nel [[1985]], assunse il nome di [[S'arkiviu-bibrioteka "T. Serra"]]. Questa biblioteca, gestita attualmente da [[Costantino Cavalleri]], si avvalse dei testi di [[Tomaso Serra]] e di donazioni fatte da altri anarchici sardi, in particolare da [[Pietrino Arixi]] e [[Giovanni Tolu]].  
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== Attualità  ==
== Attualità  ==


Il XXI° secolo si apre invece con un'ondata repressiva: a Cagliari, nell'ottobre del [[2003]], una manifestazione in [[solidarietà ]] a [[Massimo Leonardi]] <ref name="leonardi1">[http://isole.ecn.org/filiarmonici/sardo.html Su Massimo Leonardi]</ref> si conclude con una pesante carica delle forze dell'ordine e quattordici fermati <ref name="leonardi2">[http://isole.ecn.org/filiarmonici/sardo-cagliari031025.html Sui fatti di Cagliari (ottobre 2003)]</ref>; nel [[2004]] altri 6 anarchici vengono arrestati; nel febbraio dello stesso anno l'anarchico L.F viene fermato con l'accusa di essere responsabile di 19 piccoli attentati, tutti firmati con la sigla [[Asai]] (Anonima sarda anarchici insurrezionalisti); sempre nel [[2004]] la [[repressione]] colpisce i militanti del circolo Fraria <ref name="fraria">[http://italy.indymedia.org/news/2004/06/569138_comment.php#573872 Sulla chiusura del Fraria]</ref>, di cui viene imposta la chiusura; il [[13 giugno]] è la volta di Sassari, dove vengono arrestati due giovani accusati di preparare un attentato.
Il XXI° secolo si apre invece con un'ondata repressiva: a Cagliari, nell'ottobre del [[2003]], una manifestazione in [[solidarietà]] a [[Massimo Leonardi]] <ref name="leonardi1">[http://isole.ecn.org/filiarmonici/sardo.html Su Massimo Leonardi]</ref> si conclude con una pesante carica delle forze dell'ordine e quattordici fermati <ref name="leonardi2">[http://isole.ecn.org/filiarmonici/sardo-cagliari031025.html Sui fatti di Cagliari (ottobre 2003)]</ref>; nel [[2004]] altri 6 anarchici vengono arrestati; nel febbraio dello stesso anno l'anarchico L.F viene fermato con l'accusa di essere responsabile di 19 piccoli attentati, tutti firmati con la sigla [[Asai]] (Anonima sarda anarchici insurrezionalisti); sempre nel [[2004]] la [[repressione]] colpisce i militanti del circolo Fraria <ref name="fraria">[http://italy.indymedia.org/news/2004/06/569138_comment.php#573872 Sulla chiusura del Fraria]</ref>, di cui viene imposta la chiusura; il [[13 giugno]] è la volta di Sassari, dove vengono arrestati due giovani accusati di preparare un attentato.


Nonostante la [[repressione]] e la mancanza di gruppi dell'[[anarchismo]] organizzato (non esiste alcuna sede di [[Federazione Anarchica Italiana|FAI]], [[Federazione dei Comunisti Anarchici|FdCA]] ed [[USI]]...), recentemente si sono avuti segnali di risveglio del movimento con la nascita del [[centro sociale]] ''[[PANGEA]]'' (non espressamente anarchico) <ref>Per lungo tempo in Sardegna sono stati assenti anche i [[centri sociali]], ma alla fine dell'estate, grazie al movimento "NOI CONTRO LORO", è nato a Porto Torres (SS) il [[centro sociale occupato autogestito]] ''[[PANGEA]]''.</ref>, il ''Colletivu S'Ata Areste'' (la gatta selvatica) <ref>[http://www.arivista.org/?nr=379&pag=23.htm Intervista a Su Colletivu S'Ata Areste (''La gatta selvatica'')]</ref>, ''Sa Domu'' <ref> [https://www.facebook.com/Sa-Domu-Studentato-Occupato-Casteddu-315212415339754/ Sa Domu, studentato occupato]</ref> e il [[Elenco_spazi_anarchici_e_libertari_in_italia#CAGLIARI|circolo libertario S'ARXA]] (Cagliari), attraverso i quali gli anarchici continuano nel loro attivismo nelle lotte per la casa, per il lavoro, contro il [[carcere]] e lo sfruttamento dell'ambiente, contro la [[discriminazione]] razziale e [[antimilitarismo|le basi militari]] <ref name="antimilitarismo">[http://www.reteantimilitarista.info/?cat=342 da "Reteantimilitarista.info"]</ref>.
Nonostante la [[repressione]] e la mancanza di gruppi dell'[[anarchismo]] organizzato (non esiste alcuna sede di [[Federazione Anarchica Italiana|FAI]], [[Federazione dei Comunisti Anarchici|FdCA]] ed [[USI]]...), recentemente si sono avuti segnali di risveglio del movimento con la nascita del [[centro sociale]] ''[[PANGEA]]'' (non espressamente anarchico) <ref>Per lungo tempo in Sardegna sono stati assenti anche i [[centri sociali]], ma alla fine dell'estate, grazie al movimento "NOI CONTRO LORO", è nato a Porto Torres (SS) il [[centro sociale occupato autogestito]] ''[[PANGEA]]''.</ref>, il ''Colletivu S'Ata Areste'' (la gatta selvatica) <ref>[http://www.arivista.org/?nr=379&pag=23.htm Intervista a Su Colletivu S'Ata Areste (''La gatta selvatica'')]</ref>, ''Sa Domu'' <ref> [https://www.facebook.com/Sa-Domu-Studentato-Occupato-Casteddu-315212415339754/ Sa Domu, studentato occupato]</ref> e il [[Elenco_spazi_anarchici_e_libertari_in_italia#CAGLIARI|circolo libertario S'ARXA]] (Cagliari), attraverso i quali gli anarchici continuano nel loro attivismo nelle lotte per la casa, per il lavoro, contro il [[carcere]] e lo sfruttamento dell'ambiente, contro la [[discriminazione]] razziale e [[antimilitarismo|le basi militari]] <ref name="antimilitarismo">[http://www.reteantimilitarista.info/?cat=342 da "Reteantimilitarista.info"]</ref>.
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