La strage del Teatro Diana: differenze tra le versioni

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[[File:Malatesta.jpg|left|thumb|130 px|left|[[Errico Malatesta]], uno degli anarchici detenuti ingiustamente ed in [[solidarietà ]] del quale fu organizzato l'attentato (gli altri erano [[Armando Borghi|Borghi]] e [[Corrado Quaglino|Quaglino]].]][[File:Strage del Diana.JPG|thumb|280 px|Prima pagina de «La Stampa» che riporta la notizia della strage del Diana]]
[[File:Malatesta.jpg|left|thumb|130 px|left|[[Errico Malatesta]], uno degli anarchici detenuti ingiustamente ed in [[solidarietà]] del quale fu organizzato l'attentato (gli altri erano [[Armando Borghi|Borghi]] e [[Corrado Quaglino|Quaglino]].]][[File:Strage del Diana.JPG|thumb|280 px|Prima pagina de «La Stampa» che riporta la notizia della strage del Diana]]
La '''strage del Teatro Diana''', che provocò 21 morti e 80 feriti, fu un attentato dinamitardo avvenuto a Milano il [[23 marzo]] [[1921]]. I colpevoli vennero identificati in un gruppo [[anarco-individualismo|anarco-individualista]] milanese che intendeva colpire il questore Giovanni Gasti, in quanto rappresentante, e quindi complice, di quello [[Stato]] che deteneva in [[carcere]] senza prove [[Errico Malatesta]] ed altri anarchici.
La '''strage del Teatro Diana''', che provocò 21 morti e 80 feriti, fu un attentato dinamitardo avvenuto a Milano il [[23 marzo]] [[1921]]. I colpevoli vennero identificati in un gruppo [[anarco-individualismo|anarco-individualista]] milanese che intendeva colpire il questore Giovanni Gasti, in quanto rappresentante, e quindi complice, di quello [[Stato]] che deteneva in [[carcere]] senza prove [[Errico Malatesta]] ed altri anarchici.


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Nell'[[Italia]] dell'immediato periodo post-[[biennio rosso]] e precedente l'avvento del [[fascismo]], vi era un infuocato clima in cui convivevano, scontrandosi anche violentemente, le istanze [[rivoluzione|rivoluzionarie]] e quelle della reazione, quelle [[rivoluzione|rivoluzionarie]] e quelle repressive, quelle del [[proletariato]] e quelle della [[borghesia]]. In questo clima, il [[17 ottobre]] [[1920]], dopo l'arresto di [[Armando Borghi]] del [[13 ottobre|13]] e la perquisizione della sede di «[[Umanità  Nova]]» del [[15 ottobre|15]], erano stati arrestati gli anarchici redattori di «[[Umanità  Nova]]» [[Malatesta]] e [[Carlo Frigerio|Frigerio]], accusati di una non meglio precisata attività  cospirativa. <ref>[http://epheman.perso.neuf.fr/mars23.html Ephéméride Anarchiste, 23 mars]</ref> Insieme a loro erano stati arrestati in tempi più o meno differiti anche [[Corrado Quaglino]], [[Nella Giacomelli]] e altri "anarchici minori". Dopo il rilascio di alcuni anarchici, erano rimasti in stato di detenzione nel [[carcere]] milanese di San Vittore i conosciuti [[Armando Borghi|Borghi]], [[Malatesta]] e [[Corrado Quaglino]], i quali dopo cinque mesi di prigione, poiché la magistratura non aveva ancora stabilito alcun data di inizio processo, cinque giorni prima del fatidico [[23 marzo]] (giorno dell'attentato), avevano iniziato uno [[sciopero della fame]] con l'intento di richiamare l'attenzione dell'opinione pubblica sul loro ingiusto stato di detenzione.  
Nell'[[Italia]] dell'immediato periodo post-[[biennio rosso]] e precedente l'avvento del [[fascismo]], vi era un infuocato clima in cui convivevano, scontrandosi anche violentemente, le istanze [[rivoluzione|rivoluzionarie]] e quelle della reazione, quelle [[rivoluzione|rivoluzionarie]] e quelle repressive, quelle del [[proletariato]] e quelle della [[borghesia]]. In questo clima, il [[17 ottobre]] [[1920]], dopo l'arresto di [[Armando Borghi]] del [[13 ottobre|13]] e la perquisizione della sede di «[[Umanità  Nova]]» del [[15 ottobre|15]], erano stati arrestati gli anarchici redattori di «[[Umanità  Nova]]» [[Malatesta]] e [[Carlo Frigerio|Frigerio]], accusati di una non meglio precisata attività  cospirativa. <ref>[http://epheman.perso.neuf.fr/mars23.html Ephéméride Anarchiste, 23 mars]</ref> Insieme a loro erano stati arrestati in tempi più o meno differiti anche [[Corrado Quaglino]], [[Nella Giacomelli]] e altri "anarchici minori". Dopo il rilascio di alcuni anarchici, erano rimasti in stato di detenzione nel [[carcere]] milanese di San Vittore i conosciuti [[Armando Borghi|Borghi]], [[Malatesta]] e [[Corrado Quaglino]], i quali dopo cinque mesi di prigione, poiché la magistratura non aveva ancora stabilito alcun data di inizio processo, cinque giorni prima del fatidico [[23 marzo]] (giorno dell'attentato), avevano iniziato uno [[sciopero della fame]] con l'intento di richiamare l'attenzione dell'opinione pubblica sul loro ingiusto stato di detenzione.  


[[Errico Malatesta]] era quasi settantenne, le sue condizioni di [[salute]] peggioravano sempre più e quel giorno «[[Umanità  Nova]]» era uscito col titolo ''Compagni! Malatesta muore!''. <ref>[http://xoomer.virgilio.it/anarchivio/archivio%20testi/078/78_09.htm Letture (da A-Rivista)]</ref> In tutta [[Italia]] erano già  state numerose le manifestazioni di protesta e [[solidarietà ]] con i tre redattori (soprattutto a Carrara, Piombino, Valdarno e in tutta la Liguria), seppur del tutto inutili ed incapaci di obbligare la magistratura ad uscire dall'''impasse''. In questa situazione, il gruppo milanese decise di far sentire alta la propria voce organizzando una serie di attentati in segno di [[solidarietà ]] con [[Malatesta]] e compagni.<ref>[http://simonettiwalter.blogspot.it/2010/06/gli-individualisti-che-salvarono.html Gli individualisti che salvarono Malatesta da Anarcotico.net]</ref>
[[Errico Malatesta]] era quasi settantenne, le sue condizioni di [[salute]] peggioravano sempre più e quel giorno «[[Umanità  Nova]]» era uscito col titolo ''Compagni! Malatesta muore!''. <ref>[http://xoomer.virgilio.it/anarchivio/archivio%20testi/078/78_09.htm Letture (da A-Rivista)]</ref> In tutta [[Italia]] erano già  state numerose le manifestazioni di protesta e [[solidarietà]] con i tre redattori (soprattutto a Carrara, Piombino, Valdarno e in tutta la Liguria), seppur del tutto inutili ed incapaci di obbligare la magistratura ad uscire dall'''impasse''. In questa situazione, il gruppo milanese decise di far sentire alta la propria voce organizzando una serie di attentati in segno di [[solidarietà]] con [[Malatesta]] e compagni.<ref>[http://simonettiwalter.blogspot.it/2010/06/gli-individualisti-che-salvarono.html Gli individualisti che salvarono Malatesta da Anarcotico.net]</ref>


==Progettazione ed esecuzione dell'attentato==
==Progettazione ed esecuzione dell'attentato==
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Subito dopo l'esplosione, una squadraccia [[fascismo|fascista]], che si trovava nei pressi del Teatro, fu richiamata dal boato e accorse sul posto, decidendo immediatamente di compiere un'azione di rappresaglia contro le sedi del giornale socialista ''Avanti!'', in via San Gregorio, e di ''[[Umanità  Nova]]'', in via Carlo Goldoni. <ref>Il [[19 aprile]] i fascisti distrussero a Pistoia la sede del giornale l'''Iconoclasta!''. Il [[5 maggio]], a Pisa, fu incendiata la tipografia de ''L'Avvenire anarchico'' </ref>
Subito dopo l'esplosione, una squadraccia [[fascismo|fascista]], che si trovava nei pressi del Teatro, fu richiamata dal boato e accorse sul posto, decidendo immediatamente di compiere un'azione di rappresaglia contro le sedi del giornale socialista ''Avanti!'', in via San Gregorio, e di ''[[Umanità  Nova]]'', in via Carlo Goldoni. <ref>Il [[19 aprile]] i fascisti distrussero a Pistoia la sede del giornale l'''Iconoclasta!''. Il [[5 maggio]], a Pisa, fu incendiata la tipografia de ''L'Avvenire anarchico'' </ref>


L'attentato fu strumentalizzato dalle istituzioni, così da giustificare la feroce [[repressione]] degli anarchici e la criminalizzazione di tutto ciò che era anche solo vagamente definibile come di "sinistra". Nonostante le intenzioni degli attentatori fossero quelle di attirare l'attenzione sulle condizioni di detenzione dei redattori di ''[[Umanità  Nova]]'' - [[Armando Borghi|Borghi]], [[Malatesta]] e [[Corrado Quaglino|Quaglino]] -, nessun motto di [[solidarietà ]] si levò per i tre anarchici. L'azione contro il "Diana", al contrario, suscitò orrore e disapprovazione, anche negli stessi ambienti anarchici (Boldrini si dichiarò sempre innocente ed anche [[Giuseppe Mariani]], una volta uscito dal [[carcere]] ammise l'inutilità  di quell'azione), per cui [[Malatesta]] e compagni rimasero in [[carcere]]; lo stesso Malatesta, venuto a conoscenza dell'esplosione, interrupe lo sciopero della fame ed espresse «il suo sdegno per il delitto esecrando che giova solo a chi opprime i lavoratori e a chi perseguita il nostro movimento». Più avanti, sulle pagine di «[[Umanità  Nova]]», pubblicherà  un articolo, intitolato ''Guerra civile'':
L'attentato fu strumentalizzato dalle istituzioni, così da giustificare la feroce [[repressione]] degli anarchici e la criminalizzazione di tutto ciò che era anche solo vagamente definibile come di "sinistra". Nonostante le intenzioni degli attentatori fossero quelle di attirare l'attenzione sulle condizioni di detenzione dei redattori di ''[[Umanità  Nova]]'' - [[Armando Borghi|Borghi]], [[Malatesta]] e [[Corrado Quaglino|Quaglino]] -, nessun motto di [[solidarietà]] si levò per i tre anarchici. L'azione contro il "Diana", al contrario, suscitò orrore e disapprovazione, anche negli stessi ambienti anarchici (Boldrini si dichiarò sempre innocente ed anche [[Giuseppe Mariani]], una volta uscito dal [[carcere]] ammise l'inutilità  di quell'azione), per cui [[Malatesta]] e compagni rimasero in [[carcere]]; lo stesso Malatesta, venuto a conoscenza dell'esplosione, interrupe lo sciopero della fame ed espresse «il suo sdegno per il delitto esecrando che giova solo a chi opprime i lavoratori e a chi perseguita il nostro movimento». Più avanti, sulle pagine di «[[Umanità  Nova]]», pubblicherà  un articolo, intitolato ''Guerra civile'':


: «...Qualunque sia la barbarie degli altri, spetta a noi anarchici, a noi tutti uomini di progresso, il mantenere la lotta nei limiti dell'umanità, vale a dire non fare mai, in materia di violenza, più di quello che è strettamente necessario per difendere la nostra libertà  e per assicurare la vittoria della causa nostra, che è la causa del bene di tutti...» ([[8 settembre]] [[1921]])
: «...Qualunque sia la barbarie degli altri, spetta a noi anarchici, a noi tutti uomini di progresso, il mantenere la lotta nei limiti dell'umanità, vale a dire non fare mai, in materia di violenza, più di quello che è strettamente necessario per difendere la nostra libertà  e per assicurare la vittoria della causa nostra, che è la causa del bene di tutti...» ([[8 settembre]] [[1921]])
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: «Non ho mai pensato, come sempre hanno fatto alcuni miei compagni, in base ad elementi che mi hanno detto positivi, fino a credere possibile una revisione del processo, d'incolpare qualcuno che vicino a noi sapesse manovraci tanto bene da farci credere che avremmo colpito il questore e altre personalità  e che invece ci facevano colpire delle povere persone innocenti intente solo a divertirsi»<ref>[http://www.odg.mi.it/node/31335 Le stragi degli anni Venti]</ref>
: «Non ho mai pensato, come sempre hanno fatto alcuni miei compagni, in base ad elementi che mi hanno detto positivi, fino a credere possibile una revisione del processo, d'incolpare qualcuno che vicino a noi sapesse manovraci tanto bene da farci credere che avremmo colpito il questore e altre personalità  e che invece ci facevano colpire delle povere persone innocenti intente solo a divertirsi»<ref>[http://www.odg.mi.it/node/31335 Le stragi degli anni Venti]</ref>


[[Malatesta]], che il [[25 marzo]] [[1921]] era stato finalmente processato insieme a [[Armando Borghi|Borghi]] e [[Corrado Quaglino|Quaglino]] (oltre ad altre decine di imputati) <ref>[[Armando Borghi|Borghi]], [[Malatesta]] e [[Corrado Quaglino|Quaglino]] furono assolti ma rinviati a gudizio per istigazioni sovversive, insieme a [[Dante Pagliai]], accusato di essere il gerente di ''[[Umanità  Nova]]'', del quale erano stati incriminati ben 43 articoli. [[Dante Pagliai]] rimase a piede libero, [[Corrado Quaglino|Quaglino]] fu scarcerato, mentre [[Malatesta]] e [[Armando Borghi|Borghi]] restarono in [[carcere]] in attesa del nuovo giudizio. Nel luglio del [[1921]] furono assolti da ogni accusa e ritornarono definitivamente in [[libertà ]].</ref>, sempre condannò risolutamente il gesto ma mai gli autori, che anzi definì «compagni nostri, buoni compagni nostri, pronti sempre al sacrificio per il bene degli altri»; gente che «nel compiere il loro tragico ed infausto gesto intendevano fare opera di sacrificio e di devozione.».
[[Malatesta]], che il [[25 marzo]] [[1921]] era stato finalmente processato insieme a [[Armando Borghi|Borghi]] e [[Corrado Quaglino|Quaglino]] (oltre ad altre decine di imputati) <ref>[[Armando Borghi|Borghi]], [[Malatesta]] e [[Corrado Quaglino|Quaglino]] furono assolti ma rinviati a gudizio per istigazioni sovversive, insieme a [[Dante Pagliai]], accusato di essere il gerente di ''[[Umanità  Nova]]'', del quale erano stati incriminati ben 43 articoli. [[Dante Pagliai]] rimase a piede libero, [[Corrado Quaglino|Quaglino]] fu scarcerato, mentre [[Malatesta]] e [[Armando Borghi|Borghi]] restarono in [[carcere]] in attesa del nuovo giudizio. Nel luglio del [[1921]] furono assolti da ogni accusa e ritornarono definitivamente in [[libertà]].</ref>, sempre condannò risolutamente il gesto ma mai gli autori, che anzi definì «compagni nostri, buoni compagni nostri, pronti sempre al sacrificio per il bene degli altri»; gente che «nel compiere il loro tragico ed infausto gesto intendevano fare opera di sacrificio e di devozione.».
:«Quegli uomini hanno ucciso e straziato degli incolpevoli in nome della nostra idea, in nome del nostro e del loro sogno d'amore. I dinamitardi del “Diana” furono travolti da una nobile passione, ed ogni uomo dovrebbe arrestarsi innanzi a loro pensando alle devastazioni che una passione, anche sublime, può produrre nel cervello umano (...)» <ref>[http://stragedistato.wordpress.com/tag/errico-malatesta/ L'opinione di Malatesta]</ref>
:«Quegli uomini hanno ucciso e straziato degli incolpevoli in nome della nostra idea, in nome del nostro e del loro sogno d'amore. I dinamitardi del “Diana” furono travolti da una nobile passione, ed ogni uomo dovrebbe arrestarsi innanzi a loro pensando alle devastazioni che una passione, anche sublime, può produrre nel cervello umano (...)» <ref>[http://stragedistato.wordpress.com/tag/errico-malatesta/ L'opinione di Malatesta]</ref>
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