Pier Paolo Pasolini: differenze tra le versioni

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'''Pier Paolo Pasolini''' nacque a Bologna il [[5 marzo]] [[1922]] da una famiglia benestante con il padre militare e la madre maestra elementare. A causa dei continui spostamenti del padre è costretto a cambiare spesso abitazione in vari luoghi, durante l'adolescenza, ma si affeziona al luogo di nascita della madre, Casarsa in Friuli, in cui trascorre le vacanze estive. Nel [[1939]] si iscrisse al Collegio di Letteratura presso l'Università  di Bologna, scoprendo nuovi temi, come la filologia e l'[[estetica]] delle [[arte|arti]] figurative. Frequenta il locale club cinematografico. Pasolini ha sempre mostrato ai suoi amici una personalità  virile e forte, nascondendo la sua omosessualità  di cui comincia ad essere sempre più consapevole. Figlio di [[Fascismo|fascista]] (col quale Pier Paolo sviluppò un rapporto molto conflittuale), prese parte forzatamente ad alcuni eventi ricreativi organizzati dal GUF <ref>'''Il problema dei GUF, ovvero Gruppi Universitari Fascisti, risulta piuttosto complesso in quanto una buona parte di nomi noti dal punto di vista storico e già  appartenenti ai GUF passarono, nel proseguo, armi in pugno, all'[[antifascismo]] militante, per cui è necessario accennare alla storia dei GUF e ad alcuni personaggi di spicco che combatterono contro il [[Fascismo|fascisti]]'''. I GUF erano delle articolazioni del Partito nazionale fascista, istituiti nel 1927, erano ad iscrizione volontaria e raccoglievano al proprio interno sia gli universitari che fossero interessati a far carriera nel fascismo, che gli iscritti alle accademie militari. Scopo dei GUF era l'educazione della futura classe dirigente seguendo i dettami e le direttive del [[Fascismo|regime fascista]]. Questi incontri di confronto tra giovani intellettuali portarono alla nascita dei primi contrasti in seno al Partito Nazionale Fascista. Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha detto che il GUF "''era in effetti un vero e proprio vivaio di energie intellettuali antifasciste, mascherato e fino a un certo punto tollerato''" ([http://espresso.repubblica.it/dettaglio-archivio/1525149&m2s=a come da articolo di Edmondo Berselli del 27-3-2008]), a detta di altri esperti altri commentatori questa interpretazione è falsa: come dimostrato da più fonti, gli aderenti ai Guf non erano [[antifascismo|antifascisti]] bensì fascisti fanatici, e spesso antisemiti, che si ponevano alla destra del regime criticandolo per la sua supposta eccessiva morbidezza da quanto scritto nell'articolo "[http://lafrusta.homestead.com/rec_serri.html I redenti di Mirella Serri]" e in quello di  [http://www.unilibro.it/find_buy/findresult/libreria/prodotto-libro/editore-europa_editrice_.htm?redirectt Nino Tripodi dal titolo Italia fascista in piedi!]. Certo è che da queste organizzazioni uscirono antifascisti militanti del calibro di Giaime Pintor, Antonello Trombadori che formò squadre antifasciste a Roma durante la Resistenza chiamandole col nome di [[Arditi del Popolo]], nome assai caro agli antifascisti romani, e di Felice Chilanti redattore di ''Bandiera Rossa'', giornale della formazione partigiana [[Bandiera Rossa Roma]] [nella stessa formazione militava anche un altro ex fascista decorato noto ancora adesso per le sue azioni spericolate contro i nazi fascisti: Vincenzo Guarniera, nome di battaglia ''Tommaso Moro'', straconosciuto per l'audacissimo colpo di mano con cui liberò 11 compagni destinati alla fucilazione a Forte Bravetta. Catturò anche dei fascisti e dopo aver indossato le loro divise si introdusse tranquillamente nel forte con una squadra di miliziani; [[Bandiera Rossa Roma]] era la più forte formazione della Resistenza romana, politicamente antistalinista, in cui confluirono anche anarchici di spicco. "Stranamente" fu quella la formazione che ebbe il numero maggiore di massacrati fra quelli trucidati alle fosse ardeatine, mentre il poliziotto che scelse i nomi fece carriera senza esser perseguito ('''NdR'''). Dal [[1934]] vennero organizzati a cadenza annuale degli incontri denominati Littoriali della cultura e dell'arte (organizzati da Giuseppe Bottai ed Alessandro Pavolini) che si affiancarono a quelli dello sport, creati nel 1932. Nota di [[Utente:Lupo rosso|Lupo rosso]]</ref> e scrisse qualche articolo sulla rivista "Il Setaccio" della GIL, Gioventù Italiana del Littorio, in cui vi sono i primi segni di un antifascismo sia pure naïf e volto per il momento solamente agli aspetti culturali di una opposizione al potere costituito (aggiungono Angela Molteni e Massimiliano Valente: ''se i "moderni" sostenitori di un'assurda appartenenza del poeta a una ideologia di destra non confidassero, per le loro asserzioni, fondamentalmente su una diffusa "ignoranza" dei più - com'è d'altronde costume di chi fa dell'inganno e dello stravolgimento della storia la propria bandiera -, probabilmente non avremmo mai letto certe loro dichiarazioni tanto lontane dalla verità '' [...] ''il suo amico casarsese Cesare Bortotto, anch'egli collaboratore al "Setaccio", ha scritto di Pasolini: "Il suo antifascismo viscerale e culturale era una nota ricorrente nei suoi discorsi; a volte era il tono caricaturale e grottesco (riferito agli aspetti esteriori del gerarchismo fascista) comune a molta gioventù studentesca"''). Nel [[1941]], insieme con Francesco Leonetti, Roberto Roversi e altri, ha tentato di pubblicare una [[stampa anarchica|rivista]] di poesia, ma il tentativo fallì a causa di carenza di carta. Nelle sue poesie di questo periodo, Pasolini ha iniziato a includere frammenti in friulano, che aveva imparato da sua madre. I suoi primi versi in friulano sono raccolti sotto il titolo di "''Poesie a Casarza''" ([[1942]]) e "''La meglio gioventù''" ([[1954]]). Tali opere delimitano il "periodo friulano" i cui temi ricorrenti sono la madre, la terra e l'infanzia. Inoltre, il periodo trascorso in Friuli ha causato il suo interesse per la società  contadina ed i suoi modi di vivere che saranno presto spazzati via. Nelle settimane prima dell'armistizio dell'[[8 settembre]], fu catturato e imprigionato dai tedeschi. Riuscì a fuggire travestito da contadino, fa cosi ritorno a Casarsa. Qui è entrato a far parte di un gruppo di altri giovani appassionati della lingua friulana, che ha voluto dare al friulano di Casarsa uno status uguale a quello di Udine, il principale dialetto regionale. Dal maggio [[1944]] pubblicarono una [[stampa anarchica|rivista]] intitolata “''Stroligùt di cà  da l'aga''”. Nel frattempo, Casarsa subì bombardamenti alleati e i rastrellamenti da parte della Repubblica Sociale Italiana. Nel [[1945]] Pasolini si laurea con una tesi sul Pascoli ed è segnato da un grave lutto familiare: il fratello partigiano viene ucciso da altri [[partigiani]] comunisti durante i tragici fatti che ruotano attorno alla [[Brigata Osoppo]] ed ai contatti di alcuni suoi appartenenti coi fascisti della X MAS (il fratello Guido, nome di battaglia ''Ermes'', probabilmente venne ucciso da incolpevole nella complessa situazione che si era verificata ai confini della Jugoslavia, '''NdR'''). Nel [[1947]] si iscrive al [[Partito Comunista Italiano]] a cui aderì, senza mai prescindere dalla propria coscienza critica, perchè rispondeva alle sue aspettative di impegno civile in quanto profondo ammiratore di [[Karl Marx]] e [[Gramsci]].
'''Pier Paolo Pasolini''' nacque a Bologna il [[5 marzo]] [[1922]] da una famiglia benestante con il padre militare e la madre maestra elementare. A causa dei continui spostamenti del padre è costretto a cambiare spesso abitazione in vari luoghi, durante l'adolescenza, ma si affeziona al luogo di nascita della madre, Casarsa in Friuli, in cui trascorre le vacanze estive. Nel [[1939]] si iscrisse al Collegio di Letteratura presso l'Università  di Bologna, scoprendo nuovi temi, come la filologia e l'[[estetica]] delle [[arte|arti]] figurative. Frequenta il locale club cinematografico. Pasolini ha sempre mostrato ai suoi amici una personalità  virile e forte, nascondendo la sua omosessualità  di cui comincia ad essere sempre più consapevole. Figlio di [[Fascismo|fascista]] (col quale Pier Paolo sviluppò un rapporto molto conflittuale), prese parte forzatamente ad alcuni eventi ricreativi organizzati dal GUF <ref>'''Il problema dei GUF, ovvero Gruppi Universitari Fascisti, risulta piuttosto complesso in quanto una buona parte di nomi noti dal punto di vista storico e già  appartenenti ai GUF passarono, nel proseguo, armi in pugno, all'[[antifascismo]] militante, per cui è necessario accennare alla storia dei GUF e ad alcuni personaggi di spicco che combatterono contro il [[Fascismo|fascisti]]'''. I GUF erano delle articolazioni del Partito nazionale fascista, istituiti nel 1927, erano ad iscrizione volontaria e raccoglievano al proprio interno sia gli universitari che fossero interessati a far carriera nel fascismo, che gli iscritti alle accademie militari. Scopo dei GUF era l'educazione della futura classe dirigente seguendo i dettami e le direttive del [[Fascismo|regime fascista]]. Questi incontri di confronto tra giovani intellettuali portarono alla nascita dei primi contrasti in seno al Partito Nazionale Fascista. Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha detto che il GUF "''era in effetti un vero e proprio vivaio di energie intellettuali antifasciste, mascherato e fino a un certo punto tollerato''" ([http://espresso.repubblica.it/dettaglio-archivio/1525149&m2s=a come da articolo di Edmondo Berselli del 27-3-2008]), a detta di altri esperti altri commentatori questa interpretazione è falsa: come dimostrato da più fonti, gli aderenti ai Guf non erano [[antifascismo|antifascisti]] bensì fascisti fanatici, e spesso antisemiti, che si ponevano alla destra del regime criticandolo per la sua supposta eccessiva morbidezza da quanto scritto nell'articolo "[http://lafrusta.homestead.com/rec_serri.html I redenti di Mirella Serri]" e in quello di  [http://www.unilibro.it/find_buy/findresult/libreria/prodotto-libro/editore-europa_editrice_.htm?redirectt Nino Tripodi dal titolo Italia fascista in piedi!]. Certo è che da queste organizzazioni uscirono antifascisti militanti del calibro di Giaime Pintor, Antonello Trombadori che formò squadre antifasciste a Roma durante la Resistenza chiamandole col nome di [[Arditi del Popolo]], nome assai caro agli antifascisti romani, e di Felice Chilanti redattore di ''Bandiera Rossa'', giornale della formazione partigiana [[Bandiera Rossa Roma]] [nella stessa formazione militava anche un altro ex fascista decorato noto ancora adesso per le sue azioni spericolate contro i nazi fascisti: Vincenzo Guarniera, nome di battaglia ''Tommaso Moro'', straconosciuto per l'audacissimo colpo di mano con cui liberò 11 compagni destinati alla fucilazione a Forte Bravetta. Catturò anche dei fascisti e dopo aver indossato le loro divise si introdusse tranquillamente nel forte con una squadra di miliziani; [[Bandiera Rossa Roma]] era la più forte formazione della Resistenza romana, politicamente antistalinista, in cui confluirono anche anarchici di spicco. "Stranamente" fu quella la formazione che ebbe il numero maggiore di massacrati fra quelli trucidati alle fosse ardeatine, mentre il poliziotto che scelse i nomi fece carriera senza esser perseguito ('''NdR'''). Dal [[1934]] vennero organizzati a cadenza annuale degli incontri denominati Littoriali della cultura e dell'arte (organizzati da Giuseppe Bottai ed Alessandro Pavolini) che si affiancarono a quelli dello sport, creati nel 1932. Nota di [[Utente:Lupo rosso|Lupo rosso]]</ref> e scrisse qualche articolo sulla rivista "Il Setaccio" della GIL, Gioventù Italiana del Littorio, in cui vi sono i primi segni di un antifascismo sia pure naïf e volto per il momento solamente agli aspetti culturali di una opposizione al potere costituito (aggiungono Angela Molteni e Massimiliano Valente: ''se i "moderni" sostenitori di un'assurda appartenenza del poeta a una ideologia di destra non confidassero, per le loro asserzioni, fondamentalmente su una diffusa "ignoranza" dei più - com'è d'altronde costume di chi fa dell'inganno e dello stravolgimento della storia la propria bandiera -, probabilmente non avremmo mai letto certe loro dichiarazioni tanto lontane dalla verità '' [...] ''il suo amico casarsese Cesare Bortotto, anch'egli collaboratore al "Setaccio", ha scritto di Pasolini: "Il suo antifascismo viscerale e culturale era una nota ricorrente nei suoi discorsi; a volte era il tono caricaturale e grottesco (riferito agli aspetti esteriori del gerarchismo fascista) comune a molta gioventù studentesca"''). Nel [[1941]], insieme con Francesco Leonetti, Roberto Roversi e altri, ha tentato di pubblicare una [[stampa anarchica|rivista]] di poesia, ma il tentativo fallì a causa di carenza di carta. Nelle sue poesie di questo periodo, Pasolini ha iniziato a includere frammenti in friulano, che aveva imparato da sua madre. I suoi primi versi in friulano sono raccolti sotto il titolo di "''Poesie a Casarza''" ([[1942]]) e "''La meglio gioventù''" ([[1954]]). Tali opere delimitano il "periodo friulano" i cui temi ricorrenti sono la madre, la terra e l'infanzia. Inoltre, il periodo trascorso in Friuli ha causato il suo interesse per la società  contadina ed i suoi modi di vivere che saranno presto spazzati via. Nelle settimane prima dell'armistizio dell'[[8 settembre]], fu catturato e imprigionato dai tedeschi. Riuscì a fuggire travestito da contadino, fa cosi ritorno a Casarsa. Qui è entrato a far parte di un gruppo di altri giovani appassionati della lingua friulana, che ha voluto dare al friulano di Casarsa uno status uguale a quello di Udine, il principale dialetto regionale. Dal maggio [[1944]] pubblicarono una [[stampa anarchica|rivista]] intitolata “''Stroligùt di cà  da l'aga''”. Nel frattempo, Casarsa subì bombardamenti alleati e i rastrellamenti da parte della Repubblica Sociale Italiana. Nel [[1945]] Pasolini si laurea con una tesi sul Pascoli ed è segnato da un grave lutto familiare: il fratello partigiano viene ucciso da altri [[partigiani]] comunisti durante i tragici fatti che ruotano attorno alla [[Brigata Osoppo]] ed ai contatti di alcuni suoi appartenenti coi fascisti della X MAS (il fratello Guido, nome di battaglia ''Ermes'', probabilmente venne ucciso da incolpevole nella complessa situazione che si era verificata ai confini della Jugoslavia, '''NdR'''). Nel [[1947]] si iscrive al [[Partito Comunista Italiano]] a cui aderì, senza mai prescindere dalla propria coscienza critica, perchè rispondeva alle sue aspettative di impegno civile in quanto profondo ammiratore di [[Karl Marx]] e [[Gramsci]].
[[Image:Pasolini_naldini_casarsa.jpg |thumb|left|165|Il cugino Nico Naldini e Pasolini: la giovinezza a Casarsa]]
[[Image:Pasolini_naldini_casarsa.jpg |thumb|left|165|Il cugino Nico Naldini e Pasolini: la giovinezza a Casarsa]]
Nel [[1949]] inizia il suo lungo calvario giudiziario a causa della sua diversità  dalla [[società ]] [[cattolicesimo|cattolico]]-[[borghesia|borghese]] e della sua [[omosessualità ]]. Nel mese di ottobre dello stesso anno, Pasolini fu accusato di corruzione di minori e atti osceni in luogo pubblico. Di conseguenza, venne espulso dalla sezione del Partito Comunista di Udine e perse il posto di lavoro, l'insegnamento che aveva ottenuto l'anno precedente a Valvasone. Tutte le accuse in seguito caddero, Pasolini fu vittima di una [[omofobia]] presente a quei tempi anche negli ambienti del [[Partito Comunista Italiano|PCI]].<ref name="parere di">Parere di [[Utente:Sytry82|Sytry82]]</ref> Vive una situazione difficile, nel gennaio del [[1950]] Pasolini si trasferisce a Roma con la madre; giunge tra le borgate romane di Rebibbia. Invece di chiedere l'aiuto di altri scrittori, Pasolini preferisce cavarsela per conto suo. Trova lavoro negli studi di Cinecittà  e vende i suoi libri nelle bancarelle di Roma. Infine, attraverso l'aiuto del poeta dialettale abruzzese Vittorio Clemente, trova lavoro come insegnante a Ciampino, un sobborgo di Roma. Durante la sua permanenza nella capitale orienta i suoi interessi verso il sottoproletariato ed i comportamenti giovanili.  In questo periodo nascono le tre opere che lo portano ai vertici della letteratura italiana: "''Ragazzi di vita''" ([[1955]]), "Una vita violenta" ([[1959]]) e la raccolta di poesie "''Le ceneri di Gramsci''" ([[1957]]) animata da una grande tensione civile e caratterizzata dalla coesistenza di diversi registri linguistici. Il grande successo di "''Ragazzi di vita''" è mal ricevuto dal PCI e, soprattutto, da parte del governo italiano, che ha avviato anche una causa contro Pasolini e il suo editore, Garzanti. Dal [[1955]] al [[1959]] collabora con la [[stampa anarchica|rivista]] di poesie "Officina" il cui scopo era quello di constatare la crisi del neorealismo e di ridefinire il ruolo dell'artista all'interno della propria società. Nella prima metà  degli anni sessanta il suo impegno non si limita alla mera analisi di una società  contadina costretta all'omologazione ma ricerca le radici umane in quelle aree del mondo non ancora corrotte dalla società  borghese. Per questo compie dei viaggi in India, Kenya, Nigeria, Israele e Giordania. Nell'ultima parte della sua vita Pasolini si dedica soprattutto alla collaborazione con diversi quotidiani in cui si segnala per le sue originali critiche contro il [[comunismo]], la contestazione studentesca, la televisione "Il medium di massa" secondo lui, dove sostenne che "tutti possono inviare messaggi 'ex cattedra' a prescindere dalla veridicità  del messaggio".<ref name="Vedi">Vedi il  [http://www.youtube.com/watch?v=ne3DzDifD7g&feature=player_embedded video]</ref> Forse il suo anticonformismo fu talmente inaccettabile, nelle mentalità  di alcuni, da attirare la violenza bruta che lo uccise ad Ostia (in provincia di Roma) il [[2 novembre]] [[1975]]<ref name="parere">Parere di [[Utente:Sytry82|Sytry82]]</ref> e le cui dinamiche sono ancora incerte.
Nel [[1949]] inizia il suo lungo calvario giudiziario a causa della sua diversità  dalla [[società]] [[cattolicesimo|cattolico]]-[[borghesia|borghese]] e della sua [[omosessualità]]. Nel mese di ottobre dello stesso anno, Pasolini fu accusato di corruzione di minori e atti osceni in luogo pubblico. Di conseguenza, venne espulso dalla sezione del Partito Comunista di Udine e perse il posto di lavoro, l'insegnamento che aveva ottenuto l'anno precedente a Valvasone. Tutte le accuse in seguito caddero, Pasolini fu vittima di una [[omofobia]] presente a quei tempi anche negli ambienti del [[Partito Comunista Italiano|PCI]].<ref name="parere di">Parere di [[Utente:Sytry82|Sytry82]]</ref> Vive una situazione difficile, nel gennaio del [[1950]] Pasolini si trasferisce a Roma con la madre; giunge tra le borgate romane di Rebibbia. Invece di chiedere l'aiuto di altri scrittori, Pasolini preferisce cavarsela per conto suo. Trova lavoro negli studi di Cinecittà  e vende i suoi libri nelle bancarelle di Roma. Infine, attraverso l'aiuto del poeta dialettale abruzzese Vittorio Clemente, trova lavoro come insegnante a Ciampino, un sobborgo di Roma. Durante la sua permanenza nella capitale orienta i suoi interessi verso il sottoproletariato ed i comportamenti giovanili.  In questo periodo nascono le tre opere che lo portano ai vertici della letteratura italiana: "''Ragazzi di vita''" ([[1955]]), "Una vita violenta" ([[1959]]) e la raccolta di poesie "''Le ceneri di Gramsci''" ([[1957]]) animata da una grande tensione civile e caratterizzata dalla coesistenza di diversi registri linguistici. Il grande successo di "''Ragazzi di vita''" è mal ricevuto dal PCI e, soprattutto, da parte del governo italiano, che ha avviato anche una causa contro Pasolini e il suo editore, Garzanti. Dal [[1955]] al [[1959]] collabora con la [[stampa anarchica|rivista]] di poesie "Officina" il cui scopo era quello di constatare la crisi del neorealismo e di ridefinire il ruolo dell'artista all'interno della propria società. Nella prima metà  degli anni sessanta il suo impegno non si limita alla mera analisi di una società  contadina costretta all'omologazione ma ricerca le radici umane in quelle aree del mondo non ancora corrotte dalla società  borghese. Per questo compie dei viaggi in India, Kenya, Nigeria, Israele e Giordania. Nell'ultima parte della sua vita Pasolini si dedica soprattutto alla collaborazione con diversi quotidiani in cui si segnala per le sue originali critiche contro il [[comunismo]], la contestazione studentesca, la televisione "Il medium di massa" secondo lui, dove sostenne che "tutti possono inviare messaggi 'ex cattedra' a prescindere dalla veridicità  del messaggio".<ref name="Vedi">Vedi il  [http://www.youtube.com/watch?v=ne3DzDifD7g&feature=player_embedded video]</ref> Forse il suo anticonformismo fu talmente inaccettabile, nelle mentalità  di alcuni, da attirare la violenza bruta che lo uccise ad Ostia (in provincia di Roma) il [[2 novembre]] [[1975]]<ref name="parere">Parere di [[Utente:Sytry82|Sytry82]]</ref> e le cui dinamiche sono ancora incerte.


== Il pensiero ==
== Il pensiero ==
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===Il concetto pasoliniano di sviluppo===  
===Il concetto pasoliniano di sviluppo===  
Lo sviluppo è voluto sia da chi produce -gli [[industriali]]- sia dalla [[massa]] che nel [[consumismo|consumo]] di [[bene economico|beni]] superflui vede una promozione sociale ed una liberazione dai propri vecchi valori culturali che la estraniavano dal benessere tenendo i suoi vari membri sotto lo schema di "poveri" e "[[lavoratori]]". Pasolini vedeva in atto -in [[Italia]]- un vero e proprio [[genocidio]] ovvero la distruzione di ampi strati sociali causata dal [[consumismo]]. Un grande ruolo, in questa repressione culturale delle [[civiltà ]] locali e delle classi povere è svolto dalla televisione che ha diffuso i [[borghesia|valori borghesi]] e ucciso i dialetti uniformando tutta la [[società ]] alla sola lingua nazionale. Inoltre, secondo il poeta, l'uso dei più potenti [[mass media|mezzi di comunicazione]] e l'eccessivo [[industrialismo]] hanno reso il "centralismo della società  dei consumi" di oggi molto più repressivo del [[fascismo|regime fascista]] il quale non è riuscito a cambiare il [[popolo]] italiano secondo il proprio modello ma si limitava a chiedere l'adesione ad esso in via prettamente verbale.
Lo sviluppo è voluto sia da chi produce -gli [[industriali]]- sia dalla [[massa]] che nel [[consumismo|consumo]] di [[bene economico|beni]] superflui vede una promozione sociale ed una liberazione dai propri vecchi valori culturali che la estraniavano dal benessere tenendo i suoi vari membri sotto lo schema di "poveri" e "[[lavoratori]]". Pasolini vedeva in atto -in [[Italia]]- un vero e proprio [[genocidio]] ovvero la distruzione di ampi strati sociali causata dal [[consumismo]]. Un grande ruolo, in questa repressione culturale delle [[civiltà]] locali e delle classi povere è svolto dalla televisione che ha diffuso i [[borghesia|valori borghesi]] e ucciso i dialetti uniformando tutta la [[società]] alla sola lingua nazionale. Inoltre, secondo il poeta, l'uso dei più potenti [[mass media|mezzi di comunicazione]] e l'eccessivo [[industrialismo]] hanno reso il "centralismo della società  dei consumi" di oggi molto più repressivo del [[fascismo|regime fascista]] il quale non è riuscito a cambiare il [[popolo]] italiano secondo il proprio modello ma si limitava a chiedere l'adesione ad esso in via prettamente verbale.


===Il concetto pasoliniano di sottoproletariato===
===Il concetto pasoliniano di sottoproletariato===
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'''A) '''Da queste sue affermazioni si capisce chiaramente che Pasolini ha una concezione di [[anarchia]] alquanto distorta e inusuale: questi, infatti la associa al potere costituito ed al libero arbitrio.
'''A) '''Da queste sue affermazioni si capisce chiaramente che Pasolini ha una concezione di [[anarchia]] alquanto distorta e inusuale: questi, infatti la associa al potere costituito ed al libero arbitrio.
Non si capisce bene se il potere a cui si riferisce Pasolini, sia solo quello non legittimato dal popolo, incontrollato, e quindi un potere istituito per il semplice soddisfacimento degli interessi di pochi a totale discapito dei governati (vedi "Salò e le 120 giornate di Sodoma") o sia anche quello degli "''industrialotti''" della società  consumistica del nostro "''regime democratico''".
Non si capisce bene se il potere a cui si riferisce Pasolini, sia solo quello non legittimato dal popolo, incontrollato, e quindi un potere istituito per il semplice soddisfacimento degli interessi di pochi a totale discapito dei governati (vedi "Salò e le 120 giornate di Sodoma") o sia anche quello degli "''industrialotti''" della società  consumistica del nostro "''regime democratico''".
In ogni caso, solo chi ha il "''potere''", si erge al di sopra degli altri e delle convenzioni sociali che esso stesso genera attraverso l'esercizio sistematico dell'[[autorità ]] ed ha quindi la possibilità  del totale libero arbitrio, che Pasolini osa chiamare “anarchico”!
In ogni caso, solo chi ha il "''potere''", si erge al di sopra degli altri e delle convenzioni sociali che esso stesso genera attraverso l'esercizio sistematico dell'[[autorità]] ed ha quindi la possibilità  del totale libero arbitrio, che Pasolini osa chiamare “anarchico”!


I punti di debolezza e di contraddizione di questo ragionamento sono evidenti:
I punti di debolezza e di contraddizione di questo ragionamento sono evidenti:
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b) Solo se l'uomo assume "''potere''" emergendo dalla massa e imponendosi su di essa, acquista un valore di coscienza individuale che lo porta al privilegio “anarchico” dell'esaltazione del proprio io nella consapevolezza del libero arbitrio, non avendo alcun obbligo di sottostare alle convenzioni sociali.
b) Solo se l'uomo assume "''potere''" emergendo dalla massa e imponendosi su di essa, acquista un valore di coscienza individuale che lo porta al privilegio “anarchico” dell'esaltazione del proprio io nella consapevolezza del libero arbitrio, non avendo alcun obbligo di sottostare alle convenzioni sociali.
 
 
c) L'[[anarchia]] associata al potere costituito è una chiara antinomia che cela il privilegio di una apparente [[libertà ]] di agire, legata di fatto solo alla pratica della sopraffazione e politicamente, detto da un [[marxismo|marxista]], è un'infamia.<ref name="modifica">Il termine infamia è stato utilizzato da [[Utente:Altipiani azionanti|Altipiani azionanti]]</ref>
c) L'[[anarchia]] associata al potere costituito è una chiara antinomia che cela il privilegio di una apparente [[libertà]] di agire, legata di fatto solo alla pratica della sopraffazione e politicamente, detto da un [[marxismo|marxista]], è un'infamia.<ref name="modifica">Il termine infamia è stato utilizzato da [[Utente:Altipiani azionanti|Altipiani azionanti]]</ref>
 
 
Questa dell'esercizio del libero arbitrio da parte di un "''potere''" nei confronti di una massa di sfruttati, associata all'idea di "''anarchico''", è sicuramente una concezione del tutto singolare ed originale, che per la sua contraddittorietà  di fondo, riduce anche un intellettuale della levatura di Pasolini, a scadere in un altro di quei luoghi comuni (insieme all'idea di [[anarchia]] come disordine) che da sempre assillano la nostra [[Filosofia|dottrina filosofica]].
Questa dell'esercizio del libero arbitrio da parte di un "''potere''" nei confronti di una massa di sfruttati, associata all'idea di "''anarchico''", è sicuramente una concezione del tutto singolare ed originale, che per la sua contraddittorietà  di fondo, riduce anche un intellettuale della levatura di Pasolini, a scadere in un altro di quei luoghi comuni (insieme all'idea di [[anarchia]] come disordine) che da sempre assillano la nostra [[Filosofia|dottrina filosofica]].
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===Il disagio dell'intellettuale===
===Il disagio dell'intellettuale===
Oltre alla poetica, nei suoi film troviamo anche temi religiosi filtrati dalla sua eretica ispirazione, '''Il Vangelo secondo Matteo''' ([[1964]]). Qui Pasolini crea attraverso [[Gesù Cristo|Cristo]] (interpretato da un anarchico basco), la metafora dell'intellettuale, impegnato nella lotta per una [[società ]] più giusta a fianco di coloro che non sono ammessi a farne parte. L'uomo di cultura votato all'impegno politico e sociale si può vedere anche -in tutto il disagio del suo stato- in '''Uccellacci e Uccellini''' ([[1966]]) dove avviene la storica collaborazione con '''Totò'''. Durante gli anni della contestazione, Pasolini si schiera su posizioni che prefigurano il disgregarsi dei valori borghesi e l'omologazione derivata dagli strati piccolo-borghesi. Con '''Teorema''' ([[1968]]) e '''Porcile''' ([[1969]]) Pasolini conquista il pubblico giovanile, che vede in questi film la critica al potere e alle istituzioni.
Oltre alla poetica, nei suoi film troviamo anche temi religiosi filtrati dalla sua eretica ispirazione, '''Il Vangelo secondo Matteo''' ([[1964]]). Qui Pasolini crea attraverso [[Gesù Cristo|Cristo]] (interpretato da un anarchico basco), la metafora dell'intellettuale, impegnato nella lotta per una [[società]] più giusta a fianco di coloro che non sono ammessi a farne parte. L'uomo di cultura votato all'impegno politico e sociale si può vedere anche -in tutto il disagio del suo stato- in '''Uccellacci e Uccellini''' ([[1966]]) dove avviene la storica collaborazione con '''Totò'''. Durante gli anni della contestazione, Pasolini si schiera su posizioni che prefigurano il disgregarsi dei valori borghesi e l'omologazione derivata dagli strati piccolo-borghesi. Con '''Teorema''' ([[1968]]) e '''Porcile''' ([[1969]]) Pasolini conquista il pubblico giovanile, che vede in questi film la critica al potere e alle istituzioni.


===Il mito e l'eros===
===Il mito e l'eros===
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