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Nel [[1965]] durante una licenza concepì il secondo figlio, ma a causa delle avverse condizioni, Anna che soffriva di problemi di salute lo lasciò per tornare nella sua città, Napoli, dove venne ricoverata per cure. | Nel [[1965]] durante una licenza concepì il secondo figlio, ma a causa delle avverse condizioni, Anna che soffriva di problemi di salute lo lasciò per tornare nella sua città, Napoli, dove venne ricoverata per cure. | ||
Horst di nuovo in [[libertà ]] definitiva lavorò per qualche tempo come pizzaiolo e barista, ma tornò a rapinare le banche: fu la volta di una banca di Genova. Non riuscì, perché venne arrestato prima di compiere il colpo. Trascorse qualche mese in galera, durante i quali apprese che la madre era morta per infarto, ma non gli consentirono di andare al suo funerale. Horst decise di evadere per la prima volta usando il più classico dei modi: lenzuola annodate. E decise che non avrebbe avuto mai più ripensamenti: ecco perché e come diventò rapinatore. | Horst di nuovo in [[libertà]] definitiva lavorò per qualche tempo come pizzaiolo e barista, ma tornò a rapinare le banche: fu la volta di una banca di Genova. Non riuscì, perché venne arrestato prima di compiere il colpo. Trascorse qualche mese in galera, durante i quali apprese che la madre era morta per infarto, ma non gli consentirono di andare al suo funerale. Horst decise di evadere per la prima volta usando il più classico dei modi: lenzuola annodate. E decise che non avrebbe avuto mai più ripensamenti: ecco perché e come diventò rapinatore. | ||
Era il [[1967]], da mesi latitante, compì numerosi colpi nel nord [[Italia]], durante uno dei quali, dispiaciutosi per una cassiera svenuta (il giorno seguente gli inviò un mazzo di rose tramite un'agenzia di spedizioni) diventò "il bandito gentile"; poi decise di espatriare rifugiandosi dai parenti in [[Germania]]. Tra il [[1967]] e il [[1968]] scrisse lettere di scherno alla polizia italiana, gli venne affibbiato il nomignolo di "primula rossa". Cosa faceva il pericoloso bandito ricercato dalle polizie di mezza Europa? Appena raggiunse Parigi, andò al Louvre per vedere la Gioconda. Risiedeva a Mannheim in una lussuosa villa con la sua giovane compagna... dandy raffinato, elegantissimo, alla guida di macchine sportive, faceva la spola tra [[Francia]], [[Germania]] e [[Italia]] incassando parecchi milioni che portava con sé nei voli aerei in prima classe. | Era il [[1967]], da mesi latitante, compì numerosi colpi nel nord [[Italia]], durante uno dei quali, dispiaciutosi per una cassiera svenuta (il giorno seguente gli inviò un mazzo di rose tramite un'agenzia di spedizioni) diventò "il bandito gentile"; poi decise di espatriare rifugiandosi dai parenti in [[Germania]]. Tra il [[1967]] e il [[1968]] scrisse lettere di scherno alla polizia italiana, gli venne affibbiato il nomignolo di "primula rossa". Cosa faceva il pericoloso bandito ricercato dalle polizie di mezza Europa? Appena raggiunse Parigi, andò al Louvre per vedere la Gioconda. Risiedeva a Mannheim in una lussuosa villa con la sua giovane compagna... dandy raffinato, elegantissimo, alla guida di macchine sportive, faceva la spola tra [[Francia]], [[Germania]] e [[Italia]] incassando parecchi milioni che portava con sé nei voli aerei in prima classe. | ||
Nel [[1968]] fu di nuovo arrestato, mentre cercava di rapinare una banca di Saint Tropez. Trascorse alcuni anni torturato e vessato nelle [[carcere|galere]] francesi (dove vigevano regole particolarmente inumane, alcuni detenuti furono ghigliottinati dopo una rivolta particolarmente violenta a Clairveaux), fu rinchiuso nelle Baumettes a Marsiglia, tentò ancora di evadere ad Aix en Provence con le catene ai polsi. Il "fratellino di Van Gogh" non corse più per molto tempo. Da allora le porte della gabbia si chiusero definitivamente: da quel momento non avrà mai più la [[libertà ]] definitiva. | Nel [[1968]] fu di nuovo arrestato, mentre cercava di rapinare una banca di Saint Tropez. Trascorse alcuni anni torturato e vessato nelle [[carcere|galere]] francesi (dove vigevano regole particolarmente inumane, alcuni detenuti furono ghigliottinati dopo una rivolta particolarmente violenta a Clairveaux), fu rinchiuso nelle Baumettes a Marsiglia, tentò ancora di evadere ad Aix en Provence con le catene ai polsi. Il "fratellino di Van Gogh" non corse più per molto tempo. Da allora le porte della gabbia si chiusero definitivamente: da quel momento non avrà mai più la [[libertà]] definitiva. | ||
Horst continuava a sfottere i giudici "gli ermellini da guardia" durante le udienze, e per questo aggiunsero altri (molti) anni alla sua carcerazione. | Horst continuava a sfottere i giudici "gli ermellini da guardia" durante le udienze, e per questo aggiunsero altri (molti) anni alla sua carcerazione. | ||
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Nel [[1975]] Giorgio Bertani editore di Verona, grazie all'interessamento di Franca Rame ([[Soccorso Rosso]]) pubblicò ''Ormai è fatta!'', cronaca di un'evasione" (recentemente ripubblicato da El Paso - Nautilus) resoconto minuzioso e lucidissimo di quel [[23 luglio]] [[1973]] a Fossano, scritto da Horst con una macchina per scrivere in sole 48 ore. Al racconto di Horst venne aggiunta una bellissima appendice di poesie che egli da sempre scriveva in cella. | Nel [[1975]] Giorgio Bertani editore di Verona, grazie all'interessamento di Franca Rame ([[Soccorso Rosso]]) pubblicò ''Ormai è fatta!'', cronaca di un'evasione" (recentemente ripubblicato da El Paso - Nautilus) resoconto minuzioso e lucidissimo di quel [[23 luglio]] [[1973]] a Fossano, scritto da Horst con una macchina per scrivere in sole 48 ore. Al racconto di Horst venne aggiunta una bellissima appendice di poesie che egli da sempre scriveva in cella. | ||
Libero Fantazzini a Bologna affrontò a muso duro vari giornalisti forcaioli, e occupò la Torre degli Asinelli per protestare contro lo [[Stato]] che imprigionava i compagni. | Libero Fantazzini a Bologna affrontò a muso duro vari giornalisti forcaioli, e occupò la Torre degli Asinelli per protestare contro lo [[Stato]] che imprigionava i compagni. | ||
Erano anni intensi, di [[solidarietà ]] coi prigionieri; gli anarchici e molti compagni comunisti si mobilitarono per Fantazzini. La sua compagna di allora Valeria Vecchi fu condannata a 7 anni di [[carcere]] per avere tentato di farlo evadere, e altri compagni dei collettivi di supporto ai detenuti subirono pesanti condanne. Anche la tennista anarchica Monica Giorgi rimase vittima di una feroce [[repressione]], accusata di far parte di "[[Azione Rivoluzionaria]]", poi assolta con formula piena. | Erano anni intensi, di [[solidarietà]] coi prigionieri; gli anarchici e molti compagni comunisti si mobilitarono per Fantazzini. La sua compagna di allora Valeria Vecchi fu condannata a 7 anni di [[carcere]] per avere tentato di farlo evadere, e altri compagni dei collettivi di supporto ai detenuti subirono pesanti condanne. Anche la tennista anarchica Monica Giorgi rimase vittima di una feroce [[repressione]], accusata di far parte di "[[Azione Rivoluzionaria]]", poi assolta con formula piena. | ||
A metà degli anni '70 grazie al generale Dalla Chiesa inaugurò il bunker Fornelli dell'Asinara, dove vennero spediti tutti i ribelli, [[comunismo|comunisti]] e [[anarchici]]. Iniziò una collaborazione con tutti i compagni anche delle Brigate Rosse e di Prima Linea, basata sull'amicizia e sulla solidarietà di prigionieri nella situazione contingente. La leggenda poi riportata dai giornali, che Horst sarebbe stato simpatizzante delle Brigate Rosse è falsa: si avvicinò ai suoi militanti come uomo, ne era ideologicamente troppo lontano e mai sposò la loro causa, ritenendosi sempre anarchico individualista. | A metà degli anni '70 grazie al generale Dalla Chiesa inaugurò il bunker Fornelli dell'Asinara, dove vennero spediti tutti i ribelli, [[comunismo|comunisti]] e [[anarchici]]. Iniziò una collaborazione con tutti i compagni anche delle Brigate Rosse e di Prima Linea, basata sull'amicizia e sulla solidarietà di prigionieri nella situazione contingente. La leggenda poi riportata dai giornali, che Horst sarebbe stato simpatizzante delle Brigate Rosse è falsa: si avvicinò ai suoi militanti come uomo, ne era ideologicamente troppo lontano e mai sposò la loro causa, ritenendosi sempre anarchico individualista. | ||
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Varie vicende giudiziarie causate da un processo fondato su un teorema accusatorio, che ipotizzava la sua partecipazione ad una fantomatica formazione eversiva, impedirono che ottenesse le prime licenze. | Varie vicende giudiziarie causate da un processo fondato su un teorema accusatorio, che ipotizzava la sua partecipazione ad una fantomatica formazione eversiva, impedirono che ottenesse le prime licenze. | ||
Nel [[1999]] fu trasferito a Bologna, la [[libertà ]] si avvicinava per merito di un film: ''Ormai è fatta!'' (regia di Enzo Monteleone) liberamente tratto dal suo libro, di cui Horst approvò la sceneggiatura, e di una campagna per la sua liberazione messa in atto dalla sua ultima compagna, Pralina (fondatrice del Comitato per la liberazione di Horst Fantazzini) e dal figlio maggiore, che coinvolse tutto il movimento anarchico e portò la storia di Horst a conoscenza di molte persone. Molti giornalisti intervistarono Horst, l'intervista più lunga e completa fu realizzata per una puntata del Maurizio Costanzo Show, qui viene proposta la versione integrale. Riportiamo qui anche le interviste pubblicate sui settimanali Boxer e Avvenimenti, quest'ultima fu poi mandata in onda su TeleMontecarlo. Case editrici importanti s'interessarono della ripubblicazione del suo libro, che Horst avrebbe riproposto volentieri con una grossa casa editrice come Feltrinelli, Einaudi o Baldini&Castoldi. Anche alla Dozza le condizioni di carcerazione sono difficili, i metodi arbitrari: gli venne rifiutato un lavoro. Horst accettò per un certo periodo di fare parte della redazione di "May day", e con la sua esperienza di grafico impaginatore produsse magnifici elaborati per la tipografia dei detenuti, come il libro di ricette di cucina a tiratura limitata ''Un curioso viaggio tra cibo e cultura''. | Nel [[1999]] fu trasferito a Bologna, la [[libertà]] si avvicinava per merito di un film: ''Ormai è fatta!'' (regia di Enzo Monteleone) liberamente tratto dal suo libro, di cui Horst approvò la sceneggiatura, e di una campagna per la sua liberazione messa in atto dalla sua ultima compagna, Pralina (fondatrice del Comitato per la liberazione di Horst Fantazzini) e dal figlio maggiore, che coinvolse tutto il movimento anarchico e portò la storia di Horst a conoscenza di molte persone. Molti giornalisti intervistarono Horst, l'intervista più lunga e completa fu realizzata per una puntata del Maurizio Costanzo Show, qui viene proposta la versione integrale. Riportiamo qui anche le interviste pubblicate sui settimanali Boxer e Avvenimenti, quest'ultima fu poi mandata in onda su TeleMontecarlo. Case editrici importanti s'interessarono della ripubblicazione del suo libro, che Horst avrebbe riproposto volentieri con una grossa casa editrice come Feltrinelli, Einaudi o Baldini&Castoldi. Anche alla Dozza le condizioni di carcerazione sono difficili, i metodi arbitrari: gli venne rifiutato un lavoro. Horst accettò per un certo periodo di fare parte della redazione di "May day", e con la sua esperienza di grafico impaginatore produsse magnifici elaborati per la tipografia dei detenuti, come il libro di ricette di cucina a tiratura limitata ''Un curioso viaggio tra cibo e cultura''. | ||
Il suo avvocato Luca Petrucci raccogliendo l'istanza di Horst, inoltrò la richiesta di grazia. Uscirono varie interviste. Ci furono due interrogazioni parlamentari, una a cura di Ersilia Salvato, l'altra di Paolo Cento. Gli vennero concesse le prime licenze. Poi la semilibertà. Abitava insieme a Pralina e circondato dai suoi cari, nella casa in via Roncrio che costruì suo padre Libero. Difficile trovargli un lavoro, poiché considerato un "soggetto poco affidabile" anche dai suoi stessi compagni di fede che lo guardavano con simpatia ma anche con diffidenza. | Il suo avvocato Luca Petrucci raccogliendo l'istanza di Horst, inoltrò la richiesta di grazia. Uscirono varie interviste. Ci furono due interrogazioni parlamentari, una a cura di Ersilia Salvato, l'altra di Paolo Cento. Gli vennero concesse le prime licenze. Poi la semilibertà. Abitava insieme a Pralina e circondato dai suoi cari, nella casa in via Roncrio che costruì suo padre Libero. Difficile trovargli un lavoro, poiché considerato un "soggetto poco affidabile" anche dai suoi stessi compagni di fede che lo guardavano con simpatia ma anche con diffidenza. |