Errico Malatesta: differenze tra le versioni

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[[File:Banda del Matese.png|thumb|300px|L'arresto della [[banda del Matese]], nell'aprile 1877]]
[[File:Banda del Matese.png|thumb|300px|L'arresto della [[banda del Matese]], nell'aprile 1877]]
Il [[5 settembre]] [[1872]] giunse in [[Svizzera]] per partecipare al [[Internazionale antiautoritaria|Congresso di Saint-Imier]]; in quell'occasione divenne amico di [[Michail Bakunin]]. Sul periodo bakunista scriverà  in seguito:
Il [[5 settembre]] [[1872]] giunse in [[Svizzera]] per partecipare al [[Internazionale antiautoritaria|Congresso di Saint-Imier]]; in quell'occasione divenne amico di [[Michail Bakunin]]. Sul periodo bakunista scriverà  in seguito:
: «Noi vogliamo, per un'azione cosciente, imprimere al movimento operaio la direzione che ci sembra migliore, contro coloro che credono al miracolo dell'automatismo e alle virtù delle masse operaie... Noi che nell'Internazionale veniamo chiamati bakunisti, ed eravamo membri dell'Alleanza, critichiamo fortemente contro Marx e i marxisti perché cercarono di far trionfare nell'internazionale il loro programma specifico; ma a parte la qualità  dei mezzi adoperati sui quali ora è inutile insistere, noi facciamo come loro, vale a dire che cerchiamo di servirci dell'Internazionale per raggiungere i nostri obiettivi di parte.» (''[[Volontà ]]'', 1914)
: «Noi vogliamo, per un'azione cosciente, imprimere al movimento operaio la direzione che ci sembra migliore, contro coloro che credono al miracolo dell'automatismo e alle virtù delle masse operaie... Noi che nell'Internazionale veniamo chiamati bakunisti, ed eravamo membri dell'Alleanza, critichiamo fortemente contro Marx e i marxisti perché cercarono di far trionfare nell'internazionale il loro programma specifico; ma a parte la qualità  dei mezzi adoperati sui quali ora è inutile insistere, noi facciamo come loro, vale a dire che cerchiamo di servirci dell'Internazionale per raggiungere i nostri obiettivi di parte.» (''[[Volontà]]'', 1914)


Dopo il congresso iniziò un periodo di intensa attività  sovversiva: nel [[1873]] fu arrestato a Bologna; nel [[1874]] partecipò con un piccolo gruppo ad un fallito tentativo di [[insurrezione rivoluzionaria di Bologna (1874)|insurrezione a Bologna]]; venne arrestato poco dopo a Pesaro. Il processo conseguente si risolse con l'assoluzione di tutti gli imputati, risultando in una notevole popolarità  per gli insorti e per Malatesta in particolare. Nel [[1875]] visitò [[Bakunin]] a Lugano. Poco dopo tentò di partire in [[Bosnia-Erzegovina]] per riunirsi ai rivoluzionari serbi ribellatisi al potere ottomano; il [[19 ottobre]] [[1875]] Malatesta si iscrisse alla [[massoneria]] nel tentativo di diffondere l'ideale [[socialismo|socialista]] tra gli iscritti; il suo rapporto con la massoneria fu piuttosto tormentato, e si interruppe definitivamente il [[18 marzo]] [[1876]], quando, indignato dalla decisione della sua "loggia" di organizzare un ricevimento d'onore per Giovanni Nicotera, eletto poco prima ministro dell'interno, decise di abbandonarla definitivamente.
Dopo il congresso iniziò un periodo di intensa attività  sovversiva: nel [[1873]] fu arrestato a Bologna; nel [[1874]] partecipò con un piccolo gruppo ad un fallito tentativo di [[insurrezione rivoluzionaria di Bologna (1874)|insurrezione a Bologna]]; venne arrestato poco dopo a Pesaro. Il processo conseguente si risolse con l'assoluzione di tutti gli imputati, risultando in una notevole popolarità  per gli insorti e per Malatesta in particolare. Nel [[1875]] visitò [[Bakunin]] a Lugano. Poco dopo tentò di partire in [[Bosnia-Erzegovina]] per riunirsi ai rivoluzionari serbi ribellatisi al potere ottomano; il [[19 ottobre]] [[1875]] Malatesta si iscrisse alla [[massoneria]] nel tentativo di diffondere l'ideale [[socialismo|socialista]] tra gli iscritti; il suo rapporto con la massoneria fu piuttosto tormentato, e si interruppe definitivamente il [[18 marzo]] [[1876]], quando, indignato dalla decisione della sua "loggia" di organizzare un ricevimento d'onore per Giovanni Nicotera, eletto poco prima ministro dell'interno, decise di abbandonarla definitivamente.
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Si spostò successivamente in [[Belgio]], quindi nel [[1881]] raggiunse Londra, dove organizzò insieme a [[Kropotkin]] il [[Congresso Internazionale Socialista Rivoluzionario]].
Si spostò successivamente in [[Belgio]], quindi nel [[1881]] raggiunse Londra, dove organizzò insieme a [[Kropotkin]] il [[Congresso Internazionale Socialista Rivoluzionario]].


Nel [[1882]], venuto a conoscenza della rivolta di Arabi Pasha, tornò in [[Egitto]] nel tentativo di trasformare il moto [[nazionalismo|nazionalista]] in rivolta sociale (in appoggio degli antibritannici guidati da Orabi Pascià). Venne arrestato dai soldati inglesi l'anno successivo, quindi tornò in Italia clandestinamente, sbarcando a Livorno. Poco tempo dopo venne arrestato per cospirazione insieme all'amico [[Francesco Saverio Merlino]] ed altri rivoluzionari. Approfittando della [[libertà ]] provvisoria si recò a Firenze, dove iniziò la pubblicazione de «[[La Questione sociale]]» (primo numero il [[22 dicembre]] [[1883]]) in cui trovò per la prima volta pubblicazione ''[[Fra contadini]]'', uno dei suoi trattati più noti.
Nel [[1882]], venuto a conoscenza della rivolta di Arabi Pasha, tornò in [[Egitto]] nel tentativo di trasformare il moto [[nazionalismo|nazionalista]] in rivolta sociale (in appoggio degli antibritannici guidati da Orabi Pascià). Venne arrestato dai soldati inglesi l'anno successivo, quindi tornò in Italia clandestinamente, sbarcando a Livorno. Poco tempo dopo venne arrestato per cospirazione insieme all'amico [[Francesco Saverio Merlino]] ed altri rivoluzionari. Approfittando della [[libertà]] provvisoria si recò a Firenze, dove iniziò la pubblicazione de «[[La Questione sociale]]» (primo numero il [[22 dicembre]] [[1883]]) in cui trovò per la prima volta pubblicazione ''[[Fra contadini]]'', uno dei suoi trattati più noti.


Nonostante avesse subito una condanna a tre anni di reclusione, nel [[1884]] si recò a Napoli insieme a tanti altri compagni anarchici ([[Galileo Palla]], [[Francesco Pezzi]], [[Luisa Minguzzi]]...) per prestare soccorso alla popolazione colpita da un'epidemia di colera, quindi partì per l'America Latina per sfuggire alla cattura.
Nonostante avesse subito una condanna a tre anni di reclusione, nel [[1884]] si recò a Napoli insieme a tanti altri compagni anarchici ([[Galileo Palla]], [[Francesco Pezzi]], [[Luisa Minguzzi]]...) per prestare soccorso alla popolazione colpita da un'epidemia di colera, quindi partì per l'America Latina per sfuggire alla cattura.
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Durante il soggiorno nella capitale inglese, Malatesta si guadagnò da vivere come elettricista e meccanico; in questo periodo si registrò un certo indebolimento della sua attività  sovversiva, a fronte di una continua attività  propagandistica. Molto presto si guadagnò la stima dei lavoratori inglesi, che sollevarono imponenti manifestazioni di protesta nelle innumerevoli occasioni in cui Malatesta finì in guai giudiziari. In tal senso è emblematico l'episodio del [[20 maggio]] [[1912]], quando la corte di Bow Street lo condannò a tre mesi di reclusione a seguito di una denuncia per diffamazione da parte della spia italiana Ennio Belelli. La condanna venne accompagnata da un decreto d'espulsione che dovette essere annullato in seguito alla manifestazione popolare del [[12 giugno]] dello stesso anno.
Durante il soggiorno nella capitale inglese, Malatesta si guadagnò da vivere come elettricista e meccanico; in questo periodo si registrò un certo indebolimento della sua attività  sovversiva, a fronte di una continua attività  propagandistica. Molto presto si guadagnò la stima dei lavoratori inglesi, che sollevarono imponenti manifestazioni di protesta nelle innumerevoli occasioni in cui Malatesta finì in guai giudiziari. In tal senso è emblematico l'episodio del [[20 maggio]] [[1912]], quando la corte di Bow Street lo condannò a tre mesi di reclusione a seguito di una denuncia per diffamazione da parte della spia italiana Ennio Belelli. La condanna venne accompagnata da un decreto d'espulsione che dovette essere annullato in seguito alla manifestazione popolare del [[12 giugno]] dello stesso anno.


Lasciò l'Inghilterra nel [[1913]] per tornare in Italia, dove iniziò la pubblicazione del settimanale «[[Volontà ]]». Nel [[1914]] partecipò alla [[settimana rossa]]; ricercato di nuovo dalla polizia, fu costretto all'ennesimo ritorno nella capitale inglese.
Lasciò l'Inghilterra nel [[1913]] per tornare in Italia, dove iniziò la pubblicazione del settimanale «[[Volontà]]». Nel [[1914]] partecipò alla [[settimana rossa]]; ricercato di nuovo dalla polizia, fu costretto all'ennesimo ritorno nella capitale inglese.


Alla vigilia della [[prima guerra mondiale]] si separò dolorosamente dall'amico Kropotkin, dopo un aspro dibattito riguardo l'atteggiamento che gli [[anarchici]] avrebbero dovuto tenere a proposito de "L'Intesa" e degli interventisti, nel quale Malatesta sostenne gli ideali dell'[[antimilitarismo]] e dell'[[internazionalismo]]. Questo atteggiamento fu riscontrabile ancora in maniere evidente nel [[1916]], attraverso la sua aspra risposta al "[[Manifesto dei Sedici]]" pubblicata in aprile su «[[Freedom (rivista)|Freedom]]».
Alla vigilia della [[prima guerra mondiale]] si separò dolorosamente dall'amico Kropotkin, dopo un aspro dibattito riguardo l'atteggiamento che gli [[anarchici]] avrebbero dovuto tenere a proposito de "L'Intesa" e degli interventisti, nel quale Malatesta sostenne gli ideali dell'[[antimilitarismo]] e dell'[[internazionalismo]]. Questo atteggiamento fu riscontrabile ancora in maniere evidente nel [[1916]], attraverso la sua aspra risposta al "[[Manifesto dei Sedici]]" pubblicata in aprile su «[[Freedom (rivista)|Freedom]]».
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Nel [[1920]] diresse a Milano il [[stampa anarchica|quotidiano anarchico]] «[[Umanità  Nova]]»; nel giugno dello stesso anno partecipò in qualità  di agitatore alla [[rivolta dei Bersaglieri]]; il [[17 ottobre]], sempre del [[1920]], fu arrestato senza nessuna ben precisata accusa (con lui anche [[Carlo Frigerio]] ed altri anarchici arrestati in tempi più o meno differiti: [[Corrado Quaglino]], [[Nella Giacomelli]], [[Virgilia D'Andrea]], ecc.) e recluso nel [[carcere]] di San Vittore (il [[13 ottobre]] era stato arrestato [[Armando Borghi]], il [[15 ottobre|15]] era stata perquisita la sede di «[[Umanità  Nova]]»). Iniziò insieme ad altri detenuti (tra cui [[Armando Borghi]] e [[Corrado Quaglino]]) uno [[sciopero]] della fame per protestare con l'ingiusta detenzione e la mancata fissazione di una data in cui svolgere il processo a loro carico; lo [[sciopero]], che ne minò le condizioni fisiche riducendolo quasi in fin di vita, venne sospeso in seguito ad un attentato avvenuto il [[23 marzo]] [[1921]] in un albergo situato vicino al [[Teatro Diana]] da parte di alcuni anarchici della corrente [[anarco-individualismo|individualista]], che Malatesta condannò risolutamente manifestando «il suo sdegno per il delitto esecrando che giova solo a chi opprime i lavoratori e a chi perseguita il nostro movimento».  
Nel [[1920]] diresse a Milano il [[stampa anarchica|quotidiano anarchico]] «[[Umanità  Nova]]»; nel giugno dello stesso anno partecipò in qualità  di agitatore alla [[rivolta dei Bersaglieri]]; il [[17 ottobre]], sempre del [[1920]], fu arrestato senza nessuna ben precisata accusa (con lui anche [[Carlo Frigerio]] ed altri anarchici arrestati in tempi più o meno differiti: [[Corrado Quaglino]], [[Nella Giacomelli]], [[Virgilia D'Andrea]], ecc.) e recluso nel [[carcere]] di San Vittore (il [[13 ottobre]] era stato arrestato [[Armando Borghi]], il [[15 ottobre|15]] era stata perquisita la sede di «[[Umanità  Nova]]»). Iniziò insieme ad altri detenuti (tra cui [[Armando Borghi]] e [[Corrado Quaglino]]) uno [[sciopero]] della fame per protestare con l'ingiusta detenzione e la mancata fissazione di una data in cui svolgere il processo a loro carico; lo [[sciopero]], che ne minò le condizioni fisiche riducendolo quasi in fin di vita, venne sospeso in seguito ad un attentato avvenuto il [[23 marzo]] [[1921]] in un albergo situato vicino al [[Teatro Diana]] da parte di alcuni anarchici della corrente [[anarco-individualismo|individualista]], che Malatesta condannò risolutamente manifestando «il suo sdegno per il delitto esecrando che giova solo a chi opprime i lavoratori e a chi perseguita il nostro movimento».  


Il [[25 marzo]] [[1921]] fu finalmente processato insieme a [[Armando Borghi|Borghi]] e [[Corrado Quaglino|Quaglino]] (oltre ad altre decine di imputati) ed assolto da ogni accusa. [[Armando Borghi|Borghi]], [[Malatesta]] e [[Corrado Quaglino|Quaglino]] furono nuovamente rinviati a gudizio per istigazioni sovversive, insieme a [[Dante Pagliai]], accusato di essere il gerente di «[[Umanità  Nova]]», del quale erano stati incriminati ben 43 articoli. [[Malatesta]] e [[Armando Borghi|Borghi]] restarono in [[carcere]] in attesa del nuovo giudizio ([[Dante Pagliai]] rimase a piede libero, [[Corrado Quaglino|Quaglino]] fu scarcerato). I due nel luglio del [[1921]] furono assolti da ogni accusa e poterono ritornare definitivamente in [[libertà ]].  
Il [[25 marzo]] [[1921]] fu finalmente processato insieme a [[Armando Borghi|Borghi]] e [[Corrado Quaglino|Quaglino]] (oltre ad altre decine di imputati) ed assolto da ogni accusa. [[Armando Borghi|Borghi]], [[Malatesta]] e [[Corrado Quaglino|Quaglino]] furono nuovamente rinviati a gudizio per istigazioni sovversive, insieme a [[Dante Pagliai]], accusato di essere il gerente di «[[Umanità  Nova]]», del quale erano stati incriminati ben 43 articoli. [[Malatesta]] e [[Armando Borghi|Borghi]] restarono in [[carcere]] in attesa del nuovo giudizio ([[Dante Pagliai]] rimase a piede libero, [[Corrado Quaglino|Quaglino]] fu scarcerato). I due nel luglio del [[1921]] furono assolti da ogni accusa e poterono ritornare definitivamente in [[libertà]].  


Malatesta sempre condannò risolutamente il gesto ma mai gli autori, che anzi definì «compagni nostri, buoni compagni nostri, pronti sempre al sacrificio per il bene degli altri»; gente che «nel compiere il loro tragico ed infausto gesto intendevano fare opera di sacrificio e di devozione.».
Malatesta sempre condannò risolutamente il gesto ma mai gli autori, che anzi definì «compagni nostri, buoni compagni nostri, pronti sempre al sacrificio per il bene degli altri»; gente che «nel compiere il loro tragico ed infausto gesto intendevano fare opera di sacrificio e di devozione.».
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===Il fascismo e la fine dell'attività  sovversiva===
===Il fascismo e la fine dell'attività  sovversiva===
[[File:Pensiero_e_volonta.jpg|150 px|left|thumb|''[[Pensiero e Volontà ]]'']]
[[File:Pensiero_e_volonta.jpg|150 px|left|thumb|''[[Pensiero e Volontà]]'']]
Lo stesso anno Malatesta e gli altri imputati (tra cui [[Nella Giacomelli]]) vennero liberati; continuò la direzione di «[[Umanità  Nova]]» fino al [[1922]], anno in cui i fascisti presero il potere e chiusero il giornale, che sarebbe stato riaperto nel [[1945]] sotto forma di settimanale. In quello stesso anno Malatesta, sfuggendo al [[fascismo|controllo fascista]], si recò clandestinamente in [[Svizzera]] per assistere al cinquantenario del [[Internazionale antiautoritaria|Congresso di Saint-Imier]], quindi si trasferì definitivamente a Roma con la compagna Elena Melli e sua figlia Gemma.
Lo stesso anno Malatesta e gli altri imputati (tra cui [[Nella Giacomelli]]) vennero liberati; continuò la direzione di «[[Umanità  Nova]]» fino al [[1922]], anno in cui i fascisti presero il potere e chiusero il giornale, che sarebbe stato riaperto nel [[1945]] sotto forma di settimanale. In quello stesso anno Malatesta, sfuggendo al [[fascismo|controllo fascista]], si recò clandestinamente in [[Svizzera]] per assistere al cinquantenario del [[Internazionale antiautoritaria|Congresso di Saint-Imier]], quindi si trasferì definitivamente a Roma con la compagna Elena Melli e sua figlia Gemma.


Nei primi anni del [[Fascismo|governo fascista]] riuscì, seppur nella clandestinità, a proseguire la sua attività  di propaganda; dal [[1924]] al [[1926]], nonostante il rigido controllo della [[censura]], pubblicò il quindicinale clandestino «[[Pensiero e Volontà ]]». Ipotizzò, ma senza che poi l'idea si concretizzasse, la costituzione di un [[Fronte Unito Antifascista]] che riunisse tutte le diverse anime antifasciste italiane contro la barbarie del [[fascismo]]. Trovò la contrarietà  di alcuni anarchici, come per esempio [[Armando Borghi]] che invece auspicava lo specifico sviluppo dell'[[antifascismo]] anarchico.  
Nei primi anni del [[Fascismo|governo fascista]] riuscì, seppur nella clandestinità, a proseguire la sua attività  di propaganda; dal [[1924]] al [[1926]], nonostante il rigido controllo della [[censura]], pubblicò il quindicinale clandestino «[[Pensiero e Volontà]]». Ipotizzò, ma senza che poi l'idea si concretizzasse, la costituzione di un [[Fronte Unito Antifascista]] che riunisse tutte le diverse anime antifasciste italiane contro la barbarie del [[fascismo]]. Trovò la contrarietà  di alcuni anarchici, come per esempio [[Armando Borghi]] che invece auspicava lo specifico sviluppo dell'[[antifascismo]] anarchico.  


Negli anni successivi il [[Fascismo|regime fascista]] impose a Malatesta il continuo controllo a vista da parte di un gruppo di guardie, condannandolo in questo modo ad un sostanziale isolamento dal resto del mondo e dal movimento anarchico in particolare.  
Negli anni successivi il [[Fascismo|regime fascista]] impose a Malatesta il continuo controllo a vista da parte di un gruppo di guardie, condannandolo in questo modo ad un sostanziale isolamento dal resto del mondo e dal movimento anarchico in particolare.  
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===Il volontarismo===
===Il volontarismo===


I valori fondamentali dell'[[anarchia]] – [[libertà ]], [[uguaglianza]], solidarietà  – sono espressioni a-razionali di una aspirazione universale, e come tali non si legano a nessuna dottrina. Malatesta rifiuta tanto il [[giusnaturalismo]] quanto il [[positivismo]]. Il primo, perché considera l'idea di una società  naturale come il risultato della pigrizia di chi sogna che le aspirazioni umane si realizzino spontaneamente, senza lotta; il secondo, perché l'esaltazione della scienza porta ad un nuovo [[dogmatismo]], come accade in [[Pëtr Kropotkin]].  
I valori fondamentali dell'[[anarchia]] – [[libertà]], [[uguaglianza]], solidarietà  – sono espressioni a-razionali di una aspirazione universale, e come tali non si legano a nessuna dottrina. Malatesta rifiuta tanto il [[giusnaturalismo]] quanto il [[positivismo]]. Il primo, perché considera l'idea di una società  naturale come il risultato della pigrizia di chi sogna che le aspirazioni umane si realizzino spontaneamente, senza lotta; il secondo, perché l'esaltazione della scienza porta ad un nuovo [[dogmatismo]], come accade in [[Pëtr Kropotkin]].  


La [[volontarismo|volontà ]] è l'elemento decisivo per la trasformazione sociale. La società  libertaria dipende unicamente dalla volontà  degli uomini. La storia sfugge ad ogni [[filosofia]] e ad ogni tentativo di previsione. Per questo non è possibile sapere quando i tempi sono maturi per la rivoluzione, ed occorre approfittare di tutte le occasioni. La [[rivoluzione]] non è un fatto economico e sociale, ma un atto di volontà. La rivoluzione deve coinvolgere le masse, ma le masse non diventeranno anarchiche prima che la [[rivoluzione]] sia iniziata; gli anarchici devono allora accostarsi alle masse e prenderle come sono, senza progetti pedagogici inevitabilmente autoritari, e adattando piuttosto l'ideologia al loro sentire. L'azione rivoluzionaria ha due momenti: la distruzione violenta degli ostacoli alla [[libertà ]], e la diffusione graduale della pratica della [[libertà ]], priva di ogni coercizione.  
La [[volontarismo|volontà]] è l'elemento decisivo per la trasformazione sociale. La società  libertaria dipende unicamente dalla volontà  degli uomini. La storia sfugge ad ogni [[filosofia]] e ad ogni tentativo di previsione. Per questo non è possibile sapere quando i tempi sono maturi per la rivoluzione, ed occorre approfittare di tutte le occasioni. La [[rivoluzione]] non è un fatto economico e sociale, ma un atto di volontà. La rivoluzione deve coinvolgere le masse, ma le masse non diventeranno anarchiche prima che la [[rivoluzione]] sia iniziata; gli anarchici devono allora accostarsi alle masse e prenderle come sono, senza progetti pedagogici inevitabilmente autoritari, e adattando piuttosto l'ideologia al loro sentire. L'azione rivoluzionaria ha due momenti: la distruzione violenta degli ostacoli alla [[libertà]], e la diffusione graduale della pratica della [[libertà]], priva di ogni coercizione.  


===Violenza e non-violenza===
===Violenza e non-violenza===
La [[violenza]] di per sé è nemica della [[libertà ]]. Essa è una triste necessità  dell'[[anarchismo]], ma solo nella fase negativa della distruzione delle forme oppressive. Malatesta è contrario ad ogni terrore rivoluzionario, che conduce necessariamente alla dittatura, così come respinge l'idea [[comunista]] della [[dittatura del proletariato]] e giudica molto severamente i risultati della [[rivluzione russa|rivoluzione bolscevica]], che ha fermato l'esperimento dei [[Soviet|soviet]] ed ha instaurato uno [[Stato]] autoritario.<ref>Nel 1922, a La Spezia, Malatesta conobbe Herman Sandomirsky, un anarchico russo alleato del bolscevismo, giunto in Italia come membro della delegazione russa al congresso di Genova, che sollecitava gli anarchici a schierarsi con la bandiera leninista. Rispondendo all'anarchico filobolscevico, Malatesta si pronunciò pubblicamente sui rapporti tra il movimento anarchico e la Rivoluzione russa. A Sandomirsky rimprovera di aver rinnegato l'ideale anarchico, per stare '''«con un governo, ed un governo che ha fucilato dei compagni nostri e ne tiene ancora tanti in prigione»''' («Anarchici e bolscevichi», «Umanità  Nova», 16 maggio 1922). Alla fine, Malatesta arrivò a identificare la dittatura bolscevica, almeno sotto certi aspetti, con il fascismo tout court: '''«I bolscevichi''' [...] '''hanno il merito di essere franchi e sfacciati: tale e quale come i fascisti!»''' («In regime di dittatura proletaria», «Umanità  Nova», 12 agosto 1922).<br>Nel 1924, alla morte di Lenin, Malatesta, componendo il necrologio del capo rivoluzionario scriveva le seguenti parole: '''«Lenin è morto. Noi possiamo avere per lui quella specie di ammirazione forzata che strappano alle folle gli uomini forti, anche se allucinati, anche se malvagi, che riescono a lasciare nella storia una traccia profonda del loro passaggio: Alessandro, Giulio Cesare, Loyola, Cromwell, Robespierre, Napoleone. Ma egli, sia pure colle migliori intenzioni, fu un tiranno, fu lo strangolatore della Rivoluzione russa, e noi che non potemmo amarlo vivo, non possiamo piangerlo morto. Lenin è morto. Viva la libertà!»''' («Lutto o festa?», «Pensiero e Volontà, n. 3, 10 febbraio 1924»).</ref>
La [[violenza]] di per sé è nemica della [[libertà]]. Essa è una triste necessità  dell'[[anarchismo]], ma solo nella fase negativa della distruzione delle forme oppressive. Malatesta è contrario ad ogni terrore rivoluzionario, che conduce necessariamente alla dittatura, così come respinge l'idea [[comunista]] della [[dittatura del proletariato]] e giudica molto severamente i risultati della [[rivluzione russa|rivoluzione bolscevica]], che ha fermato l'esperimento dei [[Soviet|soviet]] ed ha instaurato uno [[Stato]] autoritario.<ref>Nel 1922, a La Spezia, Malatesta conobbe Herman Sandomirsky, un anarchico russo alleato del bolscevismo, giunto in Italia come membro della delegazione russa al congresso di Genova, che sollecitava gli anarchici a schierarsi con la bandiera leninista. Rispondendo all'anarchico filobolscevico, Malatesta si pronunciò pubblicamente sui rapporti tra il movimento anarchico e la Rivoluzione russa. A Sandomirsky rimprovera di aver rinnegato l'ideale anarchico, per stare '''«con un governo, ed un governo che ha fucilato dei compagni nostri e ne tiene ancora tanti in prigione»''' («Anarchici e bolscevichi», «Umanità  Nova», 16 maggio 1922). Alla fine, Malatesta arrivò a identificare la dittatura bolscevica, almeno sotto certi aspetti, con il fascismo tout court: '''«I bolscevichi''' [...] '''hanno il merito di essere franchi e sfacciati: tale e quale come i fascisti!»''' («In regime di dittatura proletaria», «Umanità  Nova», 12 agosto 1922).<br>Nel 1924, alla morte di Lenin, Malatesta, componendo il necrologio del capo rivoluzionario scriveva le seguenti parole: '''«Lenin è morto. Noi possiamo avere per lui quella specie di ammirazione forzata che strappano alle folle gli uomini forti, anche se allucinati, anche se malvagi, che riescono a lasciare nella storia una traccia profonda del loro passaggio: Alessandro, Giulio Cesare, Loyola, Cromwell, Robespierre, Napoleone. Ma egli, sia pure colle migliori intenzioni, fu un tiranno, fu lo strangolatore della Rivoluzione russa, e noi che non potemmo amarlo vivo, non possiamo piangerlo morto. Lenin è morto. Viva la libertà!»''' («Lutto o festa?», «Pensiero e Volontà, n. 3, 10 febbraio 1924»).</ref>
:«Anarchia vuol dire non-violenza, non-dominio dell'uo­mo sull'uomo, non-imposizione per forza della volontà  di uno o di più su quella di altri. È solo mediante l'armonizzazione degli interessi, me­diante la cooperazione volontaria, con l'amore, il rispetto, la reciproca tolleranza [...] che assicuri a tutti la massima libertà, il massimo sviluppo, il massimo benessere possibili.[...] Ma allora, si potrà  domandare, perché nella lotta attua­le, contro le istituzioni politico-sociali, che giudicano op­pressive, gli anarchici hanno predicato e praticato, e predi­cano e praticano, quando possono, l'uso dei mezzi violenti che pur sono in evidente contraddizione coi fini loro? [...] la violenza anarchica è la sola che sia giustifica­bile, la sola che non sia criminale. Parlo naturalmente della violenza che ha davvero i carat­teri anarchici, e non di questo o quel fatto di violenza cieca e irragionevole che è stato attribuito agli anarchici [...] '''La vera violenza anarchica è quella che cessa dove cessa la necessità  della difesa e della liberazione.''' Essa è tempe­rata dalla coscienza che gl'individui presi isolatamente so­no poco o punto responsabili della posizione che ha fatto loro l'eredità  e l'ambiente; essa non è ispirata dall'odio ma dall'amore; ed è santa perché mira alla liberazione di tutti e non alla sostituzione del proprio dominio a quello degli altri.» (''[[Anarchia e violenza (di Errico Malatesta)|Anarchia e violenza]]'')
:«Anarchia vuol dire non-violenza, non-dominio dell'uo­mo sull'uomo, non-imposizione per forza della volontà  di uno o di più su quella di altri. È solo mediante l'armonizzazione degli interessi, me­diante la cooperazione volontaria, con l'amore, il rispetto, la reciproca tolleranza [...] che assicuri a tutti la massima libertà, il massimo sviluppo, il massimo benessere possibili.[...] Ma allora, si potrà  domandare, perché nella lotta attua­le, contro le istituzioni politico-sociali, che giudicano op­pressive, gli anarchici hanno predicato e praticato, e predi­cano e praticano, quando possono, l'uso dei mezzi violenti che pur sono in evidente contraddizione coi fini loro? [...] la violenza anarchica è la sola che sia giustifica­bile, la sola che non sia criminale. Parlo naturalmente della violenza che ha davvero i carat­teri anarchici, e non di questo o quel fatto di violenza cieca e irragionevole che è stato attribuito agli anarchici [...] '''La vera violenza anarchica è quella che cessa dove cessa la necessità  della difesa e della liberazione.''' Essa è tempe­rata dalla coscienza che gl'individui presi isolatamente so­no poco o punto responsabili della posizione che ha fatto loro l'eredità  e l'ambiente; essa non è ispirata dall'odio ma dall'amore; ed è santa perché mira alla liberazione di tutti e non alla sostituzione del proprio dominio a quello degli altri.» (''[[Anarchia e violenza (di Errico Malatesta)|Anarchia e violenza]]'')
===Il sindacalismo===
===Il sindacalismo===
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L'esperienza involutiva della [[CGT francese]], trasformatasi da [[sindacalismo rivoluzionario|sindacato rivoluzionario]] a riformistico ed organico alle istituzioni, sembrò avvalorare le sue preoccupazioni. Tali istanze furono presentate lucidamente al [[Congresso di Amsterdam (1907)|Congresso di Amsterdam]] del [[1907]], in opposizione alle tesi di [[Pierre Monatte]].
L'esperienza involutiva della [[CGT francese]], trasformatasi da [[sindacalismo rivoluzionario|sindacato rivoluzionario]] a riformistico ed organico alle istituzioni, sembrò avvalorare le sue preoccupazioni. Tali istanze furono presentate lucidamente al [[Congresso di Amsterdam (1907)|Congresso di Amsterdam]] del [[1907]], in opposizione alle tesi di [[Pierre Monatte]].
===Contro la democrazia parlamentare===
===Contro la democrazia parlamentare===
Poiché l'[[anarchia]] è fondata sull'[[etica]] (e su un'[[etica dell'intenzione]], in termini weberiani), essa non può accettare la [[democrazia]] come male minore. Di qui le considerazioni critiche di coloro, tra cui anche i socialisti, che pensavano di potersi opporre al [[Fascismo|fascismo]] attraverso le elezioni e gli strumenti parlamentari "democratici".<ref>Si legga: [http://www.marxists.org/italiano/reference/malatesta/mussolini.htm Mussolini al potere]</ref> Il sistema democratico ricorre all'[[autorità ]] della maggioranza, quello anarchico alla intesa volontaria (benché in certi casi sia inevitabile ricorrere al voto). La volontà  della maggioranza non può pretendere il possesso della verità  assoluta, poiché tale verità  non esiste. Il principio di [[libertà ]] impedisce di riconoscere una sola verità: ognuno ha la propria verità, ed anche la propria anarchia. In società, tuttavia, la [[libertà ]] non può essere assoluta, ma deve essere limitata dal principio della [[solidarietà ]] e dell'amore verso gli altri.
Poiché l'[[anarchia]] è fondata sull'[[etica]] (e su un'[[etica dell'intenzione]], in termini weberiani), essa non può accettare la [[democrazia]] come male minore. Di qui le considerazioni critiche di coloro, tra cui anche i socialisti, che pensavano di potersi opporre al [[Fascismo|fascismo]] attraverso le elezioni e gli strumenti parlamentari "democratici".<ref>Si legga: [http://www.marxists.org/italiano/reference/malatesta/mussolini.htm Mussolini al potere]</ref> Il sistema democratico ricorre all'[[autorità]] della maggioranza, quello anarchico alla intesa volontaria (benché in certi casi sia inevitabile ricorrere al voto). La volontà  della maggioranza non può pretendere il possesso della verità  assoluta, poiché tale verità  non esiste. Il principio di [[libertà]] impedisce di riconoscere una sola verità: ognuno ha la propria verità, ed anche la propria anarchia. In società, tuttavia, la [[libertà]] non può essere assoluta, ma deve essere limitata dal principio della [[solidarietà]] e dell'amore verso gli altri.
===La rivoluzione e il comunismo anarchico===
===La rivoluzione e il comunismo anarchico===
Per Malatesta non è possibile compiere la [[rivoluzione]] perseguendo interessi economici, poiché l'interesse è sempre conservatore: solo l'ideale è rivoluzionario. Di qui la supremazia del politico – che persegue l'ideale universale – sull'economico, che persegue sempre fini riformisti e conservatori. Per questo anche i sindacati sono considerati riformisti, mai realmente rivoluzionari (anche per il loro carattere inevitabilmente corporativo).
Per Malatesta non è possibile compiere la [[rivoluzione]] perseguendo interessi economici, poiché l'interesse è sempre conservatore: solo l'ideale è rivoluzionario. Di qui la supremazia del politico – che persegue l'ideale universale – sull'economico, che persegue sempre fini riformisti e conservatori. Per questo anche i sindacati sono considerati riformisti, mai realmente rivoluzionari (anche per il loro carattere inevitabilmente corporativo).
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L'organizzazione sociale preferibile ottenibile attraverso la [[rivoluzione sociale]] è quella [[anarco-comunismo|comunista]], ma deve trattarsi di un [[anarco-comunismo|comunismo]] non imposto, ma liberamente scelto e voluto. Il [[anarco-comunismo|comunismo-anarchico]] di Malatesta non è tanto una concezione economica, quanto un principio di giustizia sociale, una tensione meta-economica. I problemi economici vanno affrontati in modo empirico, scegliendo di volta in volta l'organizzazione economica in grado di adeguare gli ideali politici anarchici.
L'organizzazione sociale preferibile ottenibile attraverso la [[rivoluzione sociale]] è quella [[anarco-comunismo|comunista]], ma deve trattarsi di un [[anarco-comunismo|comunismo]] non imposto, ma liberamente scelto e voluto. Il [[anarco-comunismo|comunismo-anarchico]] di Malatesta non è tanto una concezione economica, quanto un principio di giustizia sociale, una tensione meta-economica. I problemi economici vanno affrontati in modo empirico, scegliendo di volta in volta l'organizzazione economica in grado di adeguare gli ideali politici anarchici.


La sua visione [[anarco-comunismo|anarco-comunista]] si oppone al [[piattaformismo]] di [[Nestor Makhno]], temendo che questo genere di organizzazione possa diventare una sorta di partito, con tanto di [[gerarchia]], [[autorità ]] da rispettare e burocrazia. La paura è che il [[piattaformismo]] scada nel dirigismo. <ref>Si legga [http://www.fdca.it/storico/mal_rep2.htm Risposta a Nestor Makhno]</ref> Malatesta però si oppone anche alla visione meccanicistico-scientifica di [[Kropotkin]], secondo cui si giungerebbe all'[[anarco-comunismo]] attraverso un processo scientifico in cui tanto la volontà  quanto l'organizzazione risultano essere superflui, se non addirittura dannosi.<ref>[http://www.intratext.com/ixt/ITA2048/_P2.HTM ''Pietro Kropotkin. Ricordi e critiche di un vecchio amico'', in Studi Sociali, Montevideo, 15 aprile 1931.]</ref>
La sua visione [[anarco-comunismo|anarco-comunista]] si oppone al [[piattaformismo]] di [[Nestor Makhno]], temendo che questo genere di organizzazione possa diventare una sorta di partito, con tanto di [[gerarchia]], [[autorità]] da rispettare e burocrazia. La paura è che il [[piattaformismo]] scada nel dirigismo. <ref>Si legga [http://www.fdca.it/storico/mal_rep2.htm Risposta a Nestor Makhno]</ref> Malatesta però si oppone anche alla visione meccanicistico-scientifica di [[Kropotkin]], secondo cui si giungerebbe all'[[anarco-comunismo]] attraverso un processo scientifico in cui tanto la volontà  quanto l'organizzazione risultano essere superflui, se non addirittura dannosi.<ref>[http://www.intratext.com/ixt/ITA2048/_P2.HTM ''Pietro Kropotkin. Ricordi e critiche di un vecchio amico'', in Studi Sociali, Montevideo, 15 aprile 1931.]</ref>
[[File:500mala.png|right|thumb|300 px|Errico Malatesta]]
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==Note==
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===1913===
===1913===
* ''Per la libertà '', in «[[Volontà ]]», 27 settembre
* ''Per la libertà '', in «[[Volontà]]», 27 settembre
* ''Scienza e riforma sociale'', in «[[Volontà ]]», 27 dicembre
* ''Scienza e riforma sociale'', in «[[Volontà]]», 27 dicembre


===1919===
===1919===
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===1921===
===1921===
* ''Michail Bakunin'', in «[[Pensiero e Volontà ]]», 1 luglio
* ''Michail Bakunin'', in «[[Pensiero e Volontà]]», 1 luglio


===1922===
===1922===
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===1924===
===1924===
* ''[http://translatedby.com/you/anarchismo-e-riforme/original/ Anarchismo e riforme]'', in «[[Pensiero e Volontà ]]», 1 marzo
* ''[http://translatedby.com/you/anarchismo-e-riforme/original/ Anarchismo e riforme]'', in «[[Pensiero e Volontà]]», 1 marzo
* ''Democrazia e anarchia'', in «[[Pensiero e Volontà ]]», 15 marzo
* ''Democrazia e anarchia'', in «[[Pensiero e Volontà]]», 15 marzo
* ''Repubblica e rivoluzione'', in «[[Pensiero e Volontà ]]», 1 giugno
* ''Repubblica e rivoluzione'', in «[[Pensiero e Volontà]]», 1 giugno
* ''[[Anarchia e violenza]]'', in «[[Pensiero e Volontà ]]», 1 settembre
* ''[[Anarchia e violenza]]'', in «[[Pensiero e Volontà]]», 1 settembre
* ''La fede e la scienza'', in «[[Pensiero e Volontà ]]», 15 settembre
* ''La fede e la scienza'', in «[[Pensiero e Volontà]]», 15 settembre
* ''[http://tanteforeste.blogspot.it/2011/09/il-terrore-rivoluzionario-di-errico.html Il terrore rivoluzionario]'', in «[[Pensiero e Volontà ]]», 1 ottobre  
* ''[http://tanteforeste.blogspot.it/2011/09/il-terrore-rivoluzionario-di-errico.html Il terrore rivoluzionario]'', in «[[Pensiero e Volontà]]», 1 ottobre  
* ''Fra le nebbie della filosofia'', in «[[Pensiero e Volontà ]]», 1 novembre
* ''Fra le nebbie della filosofia'', in «[[Pensiero e Volontà]]», 1 novembre


===1925===
===1925===
* ''Scienza e anarchia'', in «[[Pensiero e Volontà ]]», 1 luglio
* ''Scienza e anarchia'', in «[[Pensiero e Volontà]]», 1 luglio
* ''La base morale dell'anarchismo'', in «[[Pensiero e Volontà ]]», 1 luglio  
* ''La base morale dell'anarchismo'', in «[[Pensiero e Volontà]]», 1 luglio  
* ''Ancora su scienza e anarchia (nota all'articolo di Hz.)'', in «[[Pensiero e Volontà ]]», 1 settembre
* ''Ancora su scienza e anarchia (nota all'articolo di Hz.)'', in «[[Pensiero e Volontà]]», 1 settembre
* ''Gradualismo'', in «[[Pensiero e Volontà ]]», 1 ottobre
* ''Gradualismo'', in «[[Pensiero e Volontà]]», 1 ottobre


===1926===
===1926===
* ''[http://www.panarchy.org/malatesta/comunismo.1926.it.html Comunismo e individualismo]'', in «[[Pensiero e Volontà ]]», 1 aprile
* ''[http://www.panarchy.org/malatesta/comunismo.1926.it.html Comunismo e individualismo]'', in «[[Pensiero e Volontà]]», 1 aprile
* ''[http://www.panarchy.org/malatesta/anarchici.html Né democratici né dittatoriali: anarchici]'', in «[[Pensiero e Volontà ]]», 6 maggio
* ''[http://www.panarchy.org/malatesta/anarchici.html Né democratici né dittatoriali: anarchici]'', in «[[Pensiero e Volontà]]», 6 maggio
===1927===
===1927===
* ''[http://www.panarchy.org/malatesta/organizzazione.1927.it.html Un progetto di organizzazione anarchica]'', in «[[Il Risveglio Anarchico]]», 1-15 ottobre
* ''[http://www.panarchy.org/malatesta/organizzazione.1927.it.html Un progetto di organizzazione anarchica]'', in «[[Il Risveglio Anarchico]]», 1-15 ottobre
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