Domenico Zavattero: differenze tra le versioni

Jump to navigation Jump to search
m
Sostituzione testo - "[à][\s][,]" con "à,"
m (Sostituzione testo - "[à][\s\s]" con "à ")
m (Sostituzione testo - "[à][\s][,]" con "à,")
Riga 32: Riga 32:
[[Image:Schicchi.jpg|thumb|left|180px|[[Paolo Schicchi]], uno degli invididualisti con cui Zavattero polemizzò più sovente]]
[[Image:Schicchi.jpg|thumb|left|180px|[[Paolo Schicchi]], uno degli invididualisti con cui Zavattero polemizzò più sovente]]
Con l'uscita de «L'Alleanza Libertaria», come da progetto del Congresso Anarchico del [[1907]], Zavattero propone di trasformare «La Pietra
Con l'uscita de «L'Alleanza Libertaria», come da progetto del Congresso Anarchico del [[1907]], Zavattero propone di trasformare «La Pietra
infernale» in un supplemento del nuovo giornale. Purtroppo viene arrestato nuovamente a Parma, dove era giunto per partecipare al grande [[sciopero]] agrario. Comparso di fronte alla Corte di Lucca l'[[8 maggio]] [[1909]], viene assolto. Si trasferisce a Carrara e diviene uno dei leader del ''gruppo [[Francisco Ferrer]]'', anche se in questo periodo, probabilmente fiaccato dalle continue detenzioni, tende a rimanere nella legalità  e quindi ad evitare azioni eclatanti (sarà  comunque condannato ad un mese di galera per aver esposto la litografia di Montjuich di Sagristà , in onore di Ferrer, che era stata scambiata per un volgare nudo di donna). Dopo essere divenuto corrispondente de «[[L'avvenire anarchico]]» di Pisa nel maggio [[1910]], Zavattero si trasferisce a Bologna, diviene il redattore de  
infernale» in un supplemento del nuovo giornale. Purtroppo viene arrestato nuovamente a Parma, dove era giunto per partecipare al grande [[sciopero]] agrario. Comparso di fronte alla Corte di Lucca l'[[8 maggio]] [[1909]], viene assolto. Si trasferisce a Carrara e diviene uno dei leader del ''gruppo [[Francisco Ferrer]]'', anche se in questo periodo, probabilmente fiaccato dalle continue detenzioni, tende a rimanere nella legalità  e quindi ad evitare azioni eclatanti (sarà  comunque condannato ad un mese di galera per aver esposto la litografia di Montjuich di Sagristà, in onore di Ferrer, che era stata scambiata per un volgare nudo di donna). Dopo essere divenuto corrispondente de «[[L'avvenire anarchico]]» di Pisa nel maggio [[1910]], Zavattero si trasferisce a Bologna, diviene il redattore de  
«[[L'Agitatore]]», acquista una tipografia (tipografia La Scuola Moderna) e fonda un'omonima rivista di cui è redattore insieme a [[Luigi Fabbri]] e ad [[Angelo Tonello]]. In questo periodo subisce ripetuti attacchi dall'individualista [[Massimo Rocca]] (in seguito Rocca aderirà  al [[fascismo]]), che lo accusa di malversazioni.
«[[L'Agitatore]]», acquista una tipografia (tipografia La Scuola Moderna) e fonda un'omonima rivista di cui è redattore insieme a [[Luigi Fabbri]] e ad [[Angelo Tonello]]. In questo periodo subisce ripetuti attacchi dall'individualista [[Massimo Rocca]] (in seguito Rocca aderirà  al [[fascismo]]), che lo accusa di malversazioni.


Riga 39: Riga 39:
Quando [[Maria Rygier]] esce di [[carcere|prigione]], [[Armando Borghi|Borghi]], durante un convegno anarchico, spinge affinché sia proprio lei a sostituire Zavattero alla direzione «L'Agitore». Godendo ancora di qualche appoggio, durante il congresso di Faenza del [[28 febbraio]] successivo, l'anarchico sanremese riesce a farsi affidare la direzione di un nuovo periodico, «La Barricata». Ormai lo si sta isolando sempre più e l'articolo ''Perché non vogliamo avere nulla in comune con Domenico Zavattero'', pubblicato ne «L'Agitatore» ([[28 febbraio]]), lo dimostra esplicitamente. Oltre alle accuse di malversazioni, Zavattero viene accusato da alcuni compagni di aver scaricato le colpe dell'articolo incriminato su Sartini e sui tipografi. A questo punto si formano due schieramenti: «Il Libertario» si mette dalla parte di [[Maria Rygier]], mentre «L'Avvenire anarchico» sostiene apertamente Zavattero, il quale riceverà  pieno appoggio dal congresso anarchico del [[18 maggio]]. Egli riesce così a pubblicare «Canaglie rosse», un supplemento de «La Barricata», in cui saranno più gli articoli in polemica con [[Massimo Rocca]] piuttosto che quelli propositivi di nuove idee e progetti. Le polemiche però assumono un tono molto squallido e sia «L'Agitatore» che «La Barricata» vengono sospesi, mentre [[Massimo Rocca|Rocca]] denuncerà  per diffamazione Zavattero. Questi sceglie allora di rifugiarsi in [[Francia]] da amici, evitando in questo modo anche nuova condanna ma non prima di aver pubblicato il saggio ''Vent'anni sfioriti. Considerazioni critiche sugli errori dottrinari e tattici sull'elemento anarchico in [[Italia]]'' e l'opuscolo ''La bancarotta di un atteggiamento''. Il primo scritto è un impietoso ritratto dell'[[anarchismo]] dell'epoca; il secondo consiste nell'elaborazione di un nuovo [[anarchismo]], fortemente critico nei confronti dell'[[insurrezionalismo]] e del [[volontarismo]]. Nasce così una pacata polemica con [[Malatesta]] che lo accuserà  di pessimismo e di voler allontanare dal movimento tutti coloro che non gli piacevano sollevando scandali e polemiche di bassa lega.
Quando [[Maria Rygier]] esce di [[carcere|prigione]], [[Armando Borghi|Borghi]], durante un convegno anarchico, spinge affinché sia proprio lei a sostituire Zavattero alla direzione «L'Agitore». Godendo ancora di qualche appoggio, durante il congresso di Faenza del [[28 febbraio]] successivo, l'anarchico sanremese riesce a farsi affidare la direzione di un nuovo periodico, «La Barricata». Ormai lo si sta isolando sempre più e l'articolo ''Perché non vogliamo avere nulla in comune con Domenico Zavattero'', pubblicato ne «L'Agitatore» ([[28 febbraio]]), lo dimostra esplicitamente. Oltre alle accuse di malversazioni, Zavattero viene accusato da alcuni compagni di aver scaricato le colpe dell'articolo incriminato su Sartini e sui tipografi. A questo punto si formano due schieramenti: «Il Libertario» si mette dalla parte di [[Maria Rygier]], mentre «L'Avvenire anarchico» sostiene apertamente Zavattero, il quale riceverà  pieno appoggio dal congresso anarchico del [[18 maggio]]. Egli riesce così a pubblicare «Canaglie rosse», un supplemento de «La Barricata», in cui saranno più gli articoli in polemica con [[Massimo Rocca]] piuttosto che quelli propositivi di nuove idee e progetti. Le polemiche però assumono un tono molto squallido e sia «L'Agitatore» che «La Barricata» vengono sospesi, mentre [[Massimo Rocca|Rocca]] denuncerà  per diffamazione Zavattero. Questi sceglie allora di rifugiarsi in [[Francia]] da amici, evitando in questo modo anche nuova condanna ma non prima di aver pubblicato il saggio ''Vent'anni sfioriti. Considerazioni critiche sugli errori dottrinari e tattici sull'elemento anarchico in [[Italia]]'' e l'opuscolo ''La bancarotta di un atteggiamento''. Il primo scritto è un impietoso ritratto dell'[[anarchismo]] dell'epoca; il secondo consiste nell'elaborazione di un nuovo [[anarchismo]], fortemente critico nei confronti dell'[[insurrezionalismo]] e del [[volontarismo]]. Nasce così una pacata polemica con [[Malatesta]] che lo accuserà  di pessimismo e di voler allontanare dal movimento tutti coloro che non gli piacevano sollevando scandali e polemiche di bassa lega.


Dopo aver maldestramente tentato di intraprendere l'attività  di allevatore, nel [[1918]] viene assunto dall'Umanitaria come reggente del segretariato di Marsiglia per l'assistenza agli emigranti. Nel [[1927]] perde il posto Commissariato Generale per l'emigrazione (dal [[1924]] questa era la denominazione assunta dall'Umanitaria); ciò sarebbe dovuto, secondo Zavattero, proprio alle sue esplicite posizioni [[antifascismo|antifasciste]]. In difficoltà , prova a svolgere una serie di piccole attività  private (nel campo dell'architettura e in quello agricolo) ma le cose vanno male, così come gli viene rigettata la richiesta di prendere la cittadinanza francese.
Dopo aver maldestramente tentato di intraprendere l'attività  di allevatore, nel [[1918]] viene assunto dall'Umanitaria come reggente del segretariato di Marsiglia per l'assistenza agli emigranti. Nel [[1927]] perde il posto Commissariato Generale per l'emigrazione (dal [[1924]] questa era la denominazione assunta dall'Umanitaria); ciò sarebbe dovuto, secondo Zavattero, proprio alle sue esplicite posizioni [[antifascismo|antifasciste]]. In difficoltà, prova a svolgere una serie di piccole attività  private (nel campo dell'architettura e in quello agricolo) ma le cose vanno male, così come gli viene rigettata la richiesta di prendere la cittadinanza francese.


=== Gli ultimi anni ===
=== Gli ultimi anni ===
64 364

contributi

I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi. Utilizzando i nostri servizi, accetti il nostro utilizzo dei cookie.

Menu di navigazione