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Il primo utilizzo del termine "'''mutualismo'''" per descrivere questo sistema economico è di [[Charles Fourier]], nel [[1822]], anche se il suo pensiero non coincideva perfettamente con quello degli autori che successivamente definirono i principi di questa teoria. [[Robert Owen]] nel [[1826]] utilizza lo stesso termine nel giornale «New-Harmony Gazette». [[William Batchelder Greene]] e [[Lysander Spooner]] diffondono questo principio economico negli [[USA|Stati Uniti]], mediante i loro lavori sulle cosidette banche mutualistiche. | Il primo utilizzo del termine "'''mutualismo'''" per descrivere questo sistema economico è di [[Charles Fourier]], nel [[1822]], anche se il suo pensiero non coincideva perfettamente con quello degli autori che successivamente definirono i principi di questa teoria. [[Robert Owen]] nel [[1826]] utilizza lo stesso termine nel giornale «New-Harmony Gazette». [[William Batchelder Greene]] e [[Lysander Spooner]] diffondono questo principio economico negli [[USA|Stati Uniti]], mediante i loro lavori sulle cosidette banche mutualistiche. | ||
[[Pierre Joseph Proudhon]] è il vero padre del mutualismo; egli utilizza questo termine per definire chiaramente la sua [[filosofia]] economica. L'egualitarismo, senza intaccare la [[libertà ]] delle persone, è il fine ultimo del suo pensiero:« L'eguaglianza delle persone è la prima condizione del livellamento delle fortuna, la quale non risulterà che dalla mutualità , ovvero dalla libertà medesima». | [[Pierre Joseph Proudhon]] è il vero padre del mutualismo; egli utilizza questo termine per definire chiaramente la sua [[filosofia]] economica. L'egualitarismo, senza intaccare la [[libertà ]] delle persone, è il fine ultimo del suo pensiero:« L'eguaglianza delle persone è la prima condizione del livellamento delle fortuna, la quale non risulterà che dalla mutualità, ovvero dalla libertà medesima». | ||
=== L'applicazione del mutualismo === | === L'applicazione del mutualismo === | ||
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Nell'opera del [[1864]], ''[[La capacità politica delle classi operaie]]'', [[Pierre Joseph Proudhon]] spiega approfonditamente il concetto mutualistico: | Nell'opera del [[1864]], ''[[La capacità politica delle classi operaie]]'', [[Pierre Joseph Proudhon]] spiega approfonditamente il concetto mutualistico: | ||
: «Il sistema del Lussemburgo - lo stesso in sostanza di quello di Cabet, di Owen, di Campanella, delle sette cristiane, di Platone, ecc. - sistema comunista, dittatoriale, autoritario parte dal principio che l'individuo è essenzialmente subordinato alla collettività ... e allo Stato... egli deve in tutto obbedienza e sottomissione. In forza di questo principio fondamentale della sovranità collettiva e della subordinazione individuale... tutto va allo Stato per essere poi ripartito e distribuito a ciascun cittadino membro della grande famiglia, in base alle sue attitudini e ai suoi bisogni, in nome della comunità o dello Stato. Abbiamo visto precedentemente come la scuola del Lussemburgo concepisse i rapporti dell'uomo con la società , del cittadino con lo Stato: secondo essa, si tratta di rapporti di subordinazione, e ne deriva una organizzazione autoritaria e comunista. A questa concezione statale viene ad opporsi quella dei partigiani della libertà individuale, secondo i quali la società deve essere considerata non come una gerarchia di funzioni e di facoltà , ma come un sistema di equilibri tra forme libere, in cui ognuno ha la garanzia di conseguire i medesimi diritti purché sottostia agli stessi doveri, di ottenere gli stessi vantaggi in compenso dei medesimi servizi; sistema questo essenzialmente egualitario e liberale. [...] Da queste premesse, nettamente contrarie a quelle del Lussemburgo, essi deducono una organizzazione basata sull'applicazione larghissima del principio mutualista. Servizio per servizio - affermano - prodotto per prodotto, prestito per prestito, credito per credito, ecc.: tale è la legge. In questo ordinamento il lavoratore non è un servo dello Stato, inghiottito dall'oceano comunista; è invece l'uomo libero, realmente sovrano, che agisce sotto la sua responsabilità personale, e di sua iniziativa, con la certezza di ricavare dal suo lavoro un compenso adeguato e di trovare presso i concittadini, per tutto il suo consumo, la lealtà e le garanzie più complete.» | : «Il sistema del Lussemburgo - lo stesso in sostanza di quello di Cabet, di Owen, di Campanella, delle sette cristiane, di Platone, ecc. - sistema comunista, dittatoriale, autoritario parte dal principio che l'individuo è essenzialmente subordinato alla collettività ... e allo Stato... egli deve in tutto obbedienza e sottomissione. In forza di questo principio fondamentale della sovranità collettiva e della subordinazione individuale... tutto va allo Stato per essere poi ripartito e distribuito a ciascun cittadino membro della grande famiglia, in base alle sue attitudini e ai suoi bisogni, in nome della comunità o dello Stato. Abbiamo visto precedentemente come la scuola del Lussemburgo concepisse i rapporti dell'uomo con la società, del cittadino con lo Stato: secondo essa, si tratta di rapporti di subordinazione, e ne deriva una organizzazione autoritaria e comunista. A questa concezione statale viene ad opporsi quella dei partigiani della libertà individuale, secondo i quali la società deve essere considerata non come una gerarchia di funzioni e di facoltà, ma come un sistema di equilibri tra forme libere, in cui ognuno ha la garanzia di conseguire i medesimi diritti purché sottostia agli stessi doveri, di ottenere gli stessi vantaggi in compenso dei medesimi servizi; sistema questo essenzialmente egualitario e liberale. [...] Da queste premesse, nettamente contrarie a quelle del Lussemburgo, essi deducono una organizzazione basata sull'applicazione larghissima del principio mutualista. Servizio per servizio - affermano - prodotto per prodotto, prestito per prestito, credito per credito, ecc.: tale è la legge. In questo ordinamento il lavoratore non è un servo dello Stato, inghiottito dall'oceano comunista; è invece l'uomo libero, realmente sovrano, che agisce sotto la sua responsabilità personale, e di sua iniziativa, con la certezza di ricavare dal suo lavoro un compenso adeguato e di trovare presso i concittadini, per tutto il suo consumo, la lealtà e le garanzie più complete.» | ||
[[File:Kropotkin.jpg|thumb|[[Pëtr Kropotkin]]]] | [[File:Kropotkin.jpg|thumb|[[Pëtr Kropotkin]]]] | ||