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[[Image:Chiesa55.jpg|thumb|right|577|Castello di Avignone, sede papale durante la cattività avignonese(dal 1309 al 1377)]] | [[Image:Chiesa55.jpg|thumb|right|577|Castello di Avignone, sede papale durante la cattività avignonese(dal 1309 al 1377)]] | ||
[[Image:InquisizioneXXX.jpg|thumb|right|356|Tortura di una "strega" da parte della Santa Inquisizione]] | [[Image:InquisizioneXXX.jpg|thumb|right|356|Tortura di una "strega" da parte della Santa Inquisizione]] | ||
Dopo la morte di Liutprando, la Chiesa fiuta il vento e si schiera con i nostri futuri colonizzatori: i Franchi. Papa Stefano II non vuole solo rompere con il [[popolo]] che ha dato nome alla Lombardia ma anche coi bizantini teorici padroni di Roma. [[Sovranità ]] teorica in quanto l'assenza di potere civile reale nella Città Eterna ha favorito la brama di territori dei papi che ora hanno scorto un nuovo alleato: Pipino il Breve cui papa Zaccaria diede carattere sacro all'[[autorità ]] sua e dei suoi discendenti. I Franchi fanno comodo alla Chiesa dopo che il re longobardo Astolfo ha conquistato Ravenna e il Lazio, minacciando Roma. Nel [[754]] Stefano II incorona Pipino ed i suoi due figli; il Breve è l'unica speranza del Sommo Pastore poiché anche Bisanzio lo ha abbandonato a causa dei contrasti sull'[[iconoclasta|iconoclastia]]. Dunque in cambio della benedizione, il sovrano figlio di Carlo Martello scende in [[Italia]], a sostegno del patrono della Cristianità , sconfigge i longobardi ed obbliga il loro governante a restituire tutti i territori papalini, Ravenna compresa. | Dopo la morte di Liutprando, la Chiesa fiuta il vento e si schiera con i nostri futuri colonizzatori: i Franchi. Papa Stefano II non vuole solo rompere con il [[popolo]] che ha dato nome alla Lombardia ma anche coi bizantini teorici padroni di Roma. [[Sovranità ]] teorica in quanto l'assenza di potere civile reale nella Città Eterna ha favorito la brama di territori dei papi che ora hanno scorto un nuovo alleato: Pipino il Breve cui papa Zaccaria diede carattere sacro all'[[autorità ]] sua e dei suoi discendenti. I Franchi fanno comodo alla Chiesa dopo che il re longobardo Astolfo ha conquistato Ravenna e il Lazio, minacciando Roma. Nel [[754]] Stefano II incorona Pipino ed i suoi due figli; il Breve è l'unica speranza del Sommo Pastore poiché anche Bisanzio lo ha abbandonato a causa dei contrasti sull'[[iconoclasta|iconoclastia]]. Dunque in cambio della benedizione, il sovrano figlio di Carlo Martello scende in [[Italia]], a sostegno del patrono della Cristianità, sconfigge i longobardi ed obbliga il loro governante a restituire tutti i territori papalini, Ravenna compresa. | ||
I Longobardi vengono definitivamente sconfitti dal successore di Pipino, Carlo Magno, che diventerà il nuovo signore del settentrione italiano e imperatore del Sacro Romano Impero Germanico, incoronato da papa Leone III nel [[800]] a Roma. Grazie al grande re franco il “patrimonio di San Pietro” viene notevolmente ampliato: ottiene Roma; l'esarcato di Ravenna; Toscana; Spoleto. Prende forma, durante l'era carolingia, quello che sarà lo [[Stato]] della Chiesa, un'area territoriale che si espande nell'[[Italia]] centrale. | I Longobardi vengono definitivamente sconfitti dal successore di Pipino, Carlo Magno, che diventerà il nuovo signore del settentrione italiano e imperatore del Sacro Romano Impero Germanico, incoronato da papa Leone III nel [[800]] a Roma. Grazie al grande re franco il “patrimonio di San Pietro” viene notevolmente ampliato: ottiene Roma; l'esarcato di Ravenna; Toscana; Spoleto. Prende forma, durante l'era carolingia, quello che sarà lo [[Stato]] della Chiesa, un'area territoriale che si espande nell'[[Italia]] centrale. | ||
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Una politica anticlericale fu seguita anche dal successore di Depretis, Francesco Crispi, che abolì il termine “[[religione]] di [[Stato]]”. Inoltre, furono previste sanzioni contro i preti predicatori dell'astensionismo; le istituzioni di beneficenza passarono sotto il controllo dei prefetti del Regno; fu eretta una statua in onore di [[Giordano Bruno]] in Campo dei Fiori a Roma. Leone XIII rifiuta ogni apertura alla partecipazione politica dei cattolici italiani, mantenendosi sulla linea dell'oscurantismo fin dal suo ingresso al trono di Pietro. Il nuovo papa fa il suo esordio nel [[1878]] con l'enciclica ''Quod apostolica numeris'' in cui condanna il [[nichilismo]] e le idee [[marxismo|marxiste]] in nome dell'[[uguaglianza]] cristiana. Sempre nello stesso anno il papa con l'enciclica ''Inscrutabili'' ribadisce la condanna ecclesiastica alla spoliazione del patrimonio pontificio. Successivamente pare aprirsi al tema delle [[libertà ]], rivendicandone l'importanza con le encicliche ''Immortale Dei'' ([[1885]]) e ''Libertas'' ([[1888]]). Poi nel [[1891]], preoccupato dall'ascesa del [[marxismo]] e del movimento [[socialista]], il pontefice elaborò l'enciclica che lo rese celebre: la ''Rerum Novarum''. Tale documento si pone come obiettivo l'elaborazione di una dottrina sociale cattolica. Tuttavia, si può dire che sia stato il primo tentativo d'ingerenza politica nell'[[Italia]] unita. Infatti, pretende di cercare una soluzione politica ai problemi sociali e certo questo compito non compete alla Chiesa. | Una politica anticlericale fu seguita anche dal successore di Depretis, Francesco Crispi, che abolì il termine “[[religione]] di [[Stato]]”. Inoltre, furono previste sanzioni contro i preti predicatori dell'astensionismo; le istituzioni di beneficenza passarono sotto il controllo dei prefetti del Regno; fu eretta una statua in onore di [[Giordano Bruno]] in Campo dei Fiori a Roma. Leone XIII rifiuta ogni apertura alla partecipazione politica dei cattolici italiani, mantenendosi sulla linea dell'oscurantismo fin dal suo ingresso al trono di Pietro. Il nuovo papa fa il suo esordio nel [[1878]] con l'enciclica ''Quod apostolica numeris'' in cui condanna il [[nichilismo]] e le idee [[marxismo|marxiste]] in nome dell'[[uguaglianza]] cristiana. Sempre nello stesso anno il papa con l'enciclica ''Inscrutabili'' ribadisce la condanna ecclesiastica alla spoliazione del patrimonio pontificio. Successivamente pare aprirsi al tema delle [[libertà ]], rivendicandone l'importanza con le encicliche ''Immortale Dei'' ([[1885]]) e ''Libertas'' ([[1888]]). Poi nel [[1891]], preoccupato dall'ascesa del [[marxismo]] e del movimento [[socialista]], il pontefice elaborò l'enciclica che lo rese celebre: la ''Rerum Novarum''. Tale documento si pone come obiettivo l'elaborazione di una dottrina sociale cattolica. Tuttavia, si può dire che sia stato il primo tentativo d'ingerenza politica nell'[[Italia]] unita. Infatti, pretende di cercare una soluzione politica ai problemi sociali e certo questo compito non compete alla Chiesa. | ||
La ''Rerum Novarum'' fonda la dottrina sociale cattolica su Dio, colui che ha posto la terra a disposizione di tutta l'umanità , in alternativa al [[liberalismo]] [[borghesia|borghese]] ed al [[socialismo]] [[marxista]]. Dichiara la necessità della [[proprietà privata]] e ne esorta l'uso per finalità sociali; invita lo [[Stato]] a conseguire la [[giustizia sociale]] attraverso la collaborazione delle [[classismo|classi]]; afferma la necessità di un salario giusto che sappia mantenere la vita e non sia frutto delle contrattazioni del [[libero mercato]]; esorta lo [[Stato]] all'intervento in [[economia]] per il bene comune. | La ''Rerum Novarum'' fonda la dottrina sociale cattolica su Dio, colui che ha posto la terra a disposizione di tutta l'umanità, in alternativa al [[liberalismo]] [[borghesia|borghese]] ed al [[socialismo]] [[marxista]]. Dichiara la necessità della [[proprietà privata]] e ne esorta l'uso per finalità sociali; invita lo [[Stato]] a conseguire la [[giustizia sociale]] attraverso la collaborazione delle [[classismo|classi]]; afferma la necessità di un salario giusto che sappia mantenere la vita e non sia frutto delle contrattazioni del [[libero mercato]]; esorta lo [[Stato]] all'intervento in [[economia]] per il bene comune. | ||
Il successore di Leone XIII fu Pio X, il quale prima confermò l'avversione verso il progetto di portare i cattolici nella politica italiana (Lega Democratica Nazionale di Romolo Murri) poi divenne il liberalizzatore del voto cattolico. Pio X fece l'enciclica ''Pascendi dominici gregis'' ([[1907]]) contro i fautori della modernizzazione del clero. Non a caso il suo motto da pontefice è ''Restaurare tutto in Cristo''. Tuttavia, Pio X prende in considerazione la partecipazione politica dei cattolici, purché questa sia strettamente controllata dall'alto. La Chiesa è un'organizzazione [[gerarchia|gerarchica]], una [[monarchia]], e un [[partito politico]] cattolico non può essere concepito se non come espressione della volontà del pontefice, come rappresentante della Chiesa. Per questo, nel [[1909]], fu scomunicato Romolo Murri che giunse a teorizzare il principio di [[laicismo|laicità ]] dello [[Stato]]. | Il successore di Leone XIII fu Pio X, il quale prima confermò l'avversione verso il progetto di portare i cattolici nella politica italiana (Lega Democratica Nazionale di Romolo Murri) poi divenne il liberalizzatore del voto cattolico. Pio X fece l'enciclica ''Pascendi dominici gregis'' ([[1907]]) contro i fautori della modernizzazione del clero. Non a caso il suo motto da pontefice è ''Restaurare tutto in Cristo''. Tuttavia, Pio X prende in considerazione la partecipazione politica dei cattolici, purché questa sia strettamente controllata dall'alto. La Chiesa è un'organizzazione [[gerarchia|gerarchica]], una [[monarchia]], e un [[partito politico]] cattolico non può essere concepito se non come espressione della volontà del pontefice, come rappresentante della Chiesa. Per questo, nel [[1909]], fu scomunicato Romolo Murri che giunse a teorizzare il principio di [[laicismo|laicità ]] dello [[Stato]]. |