Semana Trágica (Spagna): differenze tra le versioni

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=== Lunedì 26 ===
=== Lunedì 26 ===
Lo [[sciopero]] e le manifestazioni di protesta a Barcellona partono dalla periferia e si propagano velocemente verso il centro della città , dove i manifestanti tentano di bloccare la circolazione dei tram ed alcuni edifici sono dati alle fiamme. Il capitano generale di Cataluna, Luis de Santiago, seguendo le direttive del ministro dell'Interno De la Cierva, proclama lo stato di guerra, al quale si oppone il governatore civile Ángel Ossorio y Gallardo che si dimette dal suo incarico (il suo sostituito, Evaristo Crespo Azorín, prenderà  l'incarico il [[6 agosto]]).
Lo [[sciopero]] e le manifestazioni di protesta a Barcellona partono dalla periferia e si propagano velocemente verso il centro della città, dove i manifestanti tentano di bloccare la circolazione dei tram ed alcuni edifici sono dati alle fiamme. Il capitano generale di Cataluna, Luis de Santiago, seguendo le direttive del ministro dell'Interno De la Cierva, proclama lo stato di guerra, al quale si oppone il governatore civile Ángel Ossorio y Gallardo che si dimette dal suo incarico (il suo sostituito, Evaristo Crespo Azorín, prenderà  l'incarico il [[6 agosto]]).


Nel pomeriggio gli scontri si fanno più duri. Due persone perdono la vita e altrettante caserme della [[polizia]] vengono attaccate dalla folla. Intorno a mezzanotte viene incendiato il primo edificio religioso, il Patronato Obrero de San José, a Pueblo Nuevo.<ref>Rubí Casals, Gemma (2009). A«lgo más que la quema de conventos. La Semana Trágica en Cataluña, la historia de una desafección». In Antonio Moliner Prada. ''La Semana Trágica de Cataluña''. Alella (Barcelona): Nabla edizioni. pp. 92-96.</ref> La rivolta da Barcellona e provincia si diffonde anche a Girona, Sabadell, Mataró e Granollers, dove la protesta si trasforma ben presto in vera e propria insurrezione, guidata da Comitati rivoluzionari. Si registrano diversi violentissimi scontri che provocano ben otto morti. Numerosi anche gli incendi di edifici religiosi.<ref>Rubí Casals, Gemma (2009). Ibid.. pp. 106; 110; 123-124.</ref>
Nel pomeriggio gli scontri si fanno più duri. Due persone perdono la vita e altrettante caserme della [[polizia]] vengono attaccate dalla folla. Intorno a mezzanotte viene incendiato il primo edificio religioso, il Patronato Obrero de San José, a Pueblo Nuevo.<ref>Rubí Casals, Gemma (2009). A«lgo más que la quema de conventos. La Semana Trágica en Cataluña, la historia de una desafección». In Antonio Moliner Prada. ''La Semana Trágica de Cataluña''. Alella (Barcelona): Nabla edizioni. pp. 92-96.</ref> La rivolta da Barcellona e provincia si diffonde anche a Girona, Sabadell, Mataró e Granollers, dove la protesta si trasforma ben presto in vera e propria insurrezione, guidata da Comitati rivoluzionari. Si registrano diversi violentissimi scontri che provocano ben otto morti. Numerosi anche gli incendi di edifici religiosi.<ref>Rubí Casals, Gemma (2009). Ibid.. pp. 106; 110; 123-124.</ref>
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===Da giovedì 29 a domenica 1° agosto===
===Da giovedì 29 a domenica 1° agosto===
Partendo dalla zona delle Ramblas e del porto, circa 10.000 militari occupano la città  di Barcellona, mentre il morale degli insorti si abbassa sempre più perchè la ribellione non si stava propagando nel resto della [[Spagna]]. Tra Venerdì e Sabato la città  riconquista gradualmente la normalità , eccetto nei quartieri di San Andrés e Horta, dove sparatorie, incendi e saccheggi si registrano continuamente nei pressi di numerosi conventi e [[scuola|scuole]] religiose. Domenica i giornali fanno la ricomparsa nelle edicole. Lunedì [[2 agosto]] i lavoratori barcellonesi, a cui i datori di lavoro avevano promesso di retribuire loro la paga della settimana della rivolta, fanno rientro al posto di lavoro come se nulla fosse successo. In altre città  catalane la normalità  ritornerà  ugualmente in brevissimo tempo.
Partendo dalla zona delle Ramblas e del porto, circa 10.000 militari occupano la città  di Barcellona, mentre il morale degli insorti si abbassa sempre più perchè la ribellione non si stava propagando nel resto della [[Spagna]]. Tra Venerdì e Sabato la città  riconquista gradualmente la normalità, eccetto nei quartieri di San Andrés e Horta, dove sparatorie, incendi e saccheggi si registrano continuamente nei pressi di numerosi conventi e [[scuola|scuole]] religiose. Domenica i giornali fanno la ricomparsa nelle edicole. Lunedì [[2 agosto]] i lavoratori barcellonesi, a cui i datori di lavoro avevano promesso di retribuire loro la paga della settimana della rivolta, fanno rientro al posto di lavoro come se nulla fosse successo. In altre città  catalane la normalità  ritornerà  ugualmente in brevissimo tempo.


== La repressione ==
== La repressione ==
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