Centri sociali autogestiti dell'Emilia-Romagna: differenze tra le versioni

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===Aula C===
===Aula C===
Dal sito: "L'Aula C è un esperimento di autogestione all'interno dell'università di Bologna fin dal 1989. Permette a chi la attraversa di costruire autonomamente la propria cultura, condividere esperienze e conoscenze, costruire percorsi di lotta senza per questo poter essere ricondotta ad una definita area di appartenenza, pur mantenendo una consolidata identità antifascista, antisessista, antirazzista, antiautoritaria.
Dal sito: "L'Aula C è un esperimento di autogestione all'interno dell'università di Bologna fin dal 1989. Permette a chi la attraversa di costruire autonomamente la propria cultura, condividere esperienze e conoscenze, costruire percorsi di lotta senza per questo poter essere ricondotta ad una definita area di appartenenza, pur mantenendo una consolidata identità antifascista, antisessista, antirazzista, antiautoritaria.
l'Aula C è un divano a cui affidare un momento di relax o una lettura non necessariamente commissionata dal prof di turno, un tavolo su cui studiare senza l impersonalità degli spazi messi a disposizione dalla facoltà , una caffettiera da condividere con chi capita, un forno per allestire un pranzo in compagnia, una biblioteca che si muove nella direzione della libera (e economica!) condivisione dei saperi, un laboratorio per realizzare idee e progetti di varia natura.
l'Aula C è un divano a cui affidare un momento di relax o una lettura non necessariamente commissionata dal prof di turno, un tavolo su cui studiare senza l impersonalità degli spazi messi a disposizione dalla facoltà, una caffettiera da condividere con chi capita, un forno per allestire un pranzo in compagnia, una biblioteca che si muove nella direzione della libera (e economica!) condivisione dei saperi, un laboratorio per realizzare idee e progetti di varia natura.
Non esiste un collettivo politico: l'Aula C va avanti grazie all'impegno quotidiano di chi lo vive e lo attraversa e attraverso un'assemblea di gestione -aperta e orizzontale- che si riunisce ogni venerdì alle ore 17. Lo spazio è aperto alle iniziative di tutti i singoli e le realtà che si riconoscano nei suoi valori, e che volessero arricchirlo con i propri contenuti."
Non esiste un collettivo politico: l'Aula C va avanti grazie all'impegno quotidiano di chi lo vive e lo attraversa e attraverso un'assemblea di gestione -aperta e orizzontale- che si riunisce ogni venerdì alle ore 17. Lo spazio è aperto alle iniziative di tutti i singoli e le realtà che si riconoscano nei suoi valori, e che volessero arricchirlo con i propri contenuti."


===Bartleby===
===Bartleby===
25 marzo 2009. Ore 10. Nell'anno del movimento dell'Onda e delle contestazioni contro la riforma Gelmini, un gruppo di precarie, musicisti, studentesse, artisti e ricercatori danno vita all'occupazione di uno spazio di proprietà dell'università , in via Capo di Lucca 30. Nasce Bartleby.
25 marzo 2009. Ore 10. Nell'anno del movimento dell'Onda e delle contestazioni contro la riforma Gelmini, un gruppo di precarie, musicisti, studentesse, artisti e ricercatori danno vita all'occupazione di uno spazio di proprietà dell'università, in via Capo di Lucca 30. Nasce Bartleby.


“Bartleby è il tentativo di chiudere definitivamente con l'era Cofferati, di far uscire l'università dal suo miope autismo, di ripensare Bologna a partire da chi la abita, la vive, la rende ricca ogni giorno. Da una piega dell'Onda, nasce questa sperimentazione, una forma nuova di occupazione: un atelier in cui aprire un cantiere di ricerca, di riflessione e di connessione sulla produzione artistica in questa città con tutti quei soggetti che hanno attraversato il movimento di questi mesi. Dai musicisti del teatro comunale, ai ragazzi dell'Accademia di Belle arti e del conservatorio, agli scrittori che con noi costruiscono i seminari di autoformazione e gli eventi in università .”
“Bartleby è il tentativo di chiudere definitivamente con l'era Cofferati, di far uscire l'università dal suo miope autismo, di ripensare Bologna a partire da chi la abita, la vive, la rende ricca ogni giorno. Da una piega dell'Onda, nasce questa sperimentazione, una forma nuova di occupazione: un atelier in cui aprire un cantiere di ricerca, di riflessione e di connessione sulla produzione artistica in questa città con tutti quei soggetti che hanno attraversato il movimento di questi mesi. Dai musicisti del teatro comunale, ai ragazzi dell'Accademia di Belle arti e del conservatorio, agli scrittori che con noi costruiscono i seminari di autoformazione e gli eventi in università .”
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12 maggio 2009. Bartleby torna a casa dopo lo sgombero avvenuto il 6 Aprile.
12 maggio 2009. Bartleby torna a casa dopo lo sgombero avvenuto il 6 Aprile.
13 maggio 2009. Bartleby scende per le strade bolognesi con un grande corteo, per rivendicare tutte e tutti insieme il suo progetto di atelier della produzione politica e artistica.
13 maggio 2009. Bartleby scende per le strade bolognesi con un grande corteo, per rivendicare tutte e tutti insieme il suo progetto di atelier della produzione politica e artistica.
20 luglio 2009. Durante la mattina un ingente schieramento di reparto mobile e digos sgombera e mette sotto sequestro lo stabile di via Capo di Lucca 30 per ordine e per conto dell'Università , dopo che Bartleby aveva accettato di permettere lo svolgimento di lavori all'interno dello stabile.
20 luglio 2009. Durante la mattina un ingente schieramento di reparto mobile e digos sgombera e mette sotto sequestro lo stabile di via Capo di Lucca 30 per ordine e per conto dell'Università, dopo che Bartleby aveva accettato di permettere lo svolgimento di lavori all'interno dello stabile.
25 novembre 2009. Terza occupazione di Bartleby.
25 novembre 2009. Terza occupazione di Bartleby.
13 dicembre 2009. Bartleby lascia di nuovo lo stabile di Via Capo di Lucca, dopo aver aperto un tavolo con l'Università , che si dichiara disponibile a trovare una soluzione per la continuazione del progetto Bartleby.
13 dicembre 2009. Bartleby lascia di nuovo lo stabile di Via Capo di Lucca, dopo aver aperto un tavolo con l'Università, che si dichiara disponibile a trovare una soluzione per la continuazione del progetto Bartleby.
3 marzo 2010. Bartleby cambia casa e si sposta in via San Petronio Vecchio, in uno spazio assegnato dall'università .
3 marzo 2010. Bartleby cambia casa e si sposta in via San Petronio Vecchio, in uno spazio assegnato dall'università .
Violentemente sgomberato il 23 Gennaio del 2013 rioccupa il 26 gennaio, a seguito di un partecipato corteo, trovando ospitalità presso l'ex convento di Santa Marta in Strada Maggiore abbandonato da anni. A distanza di pochi giorni la polizia entra nella struttura sgomberando anche questa, al momento l'esperienza di Bartleby continua in via Zamboni 38 presso l'aula Roversi occupata.
Violentemente sgomberato il 23 Gennaio del 2013 rioccupa il 26 gennaio, a seguito di un partecipato corteo, trovando ospitalità presso l'ex convento di Santa Marta in Strada Maggiore abbandonato da anni. A distanza di pochi giorni la polizia entra nella struttura sgomberando anche questa, al momento l'esperienza di Bartleby continua in via Zamboni 38 presso l'aula Roversi occupata.
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===Isola del Kantiere===
===Isola del Kantiere===
L''''Isola nel Kantiere''', conosciuta anche semplicemente come '''Isola''', è stata un [[centri sociali|centro sociale occupato]] di Bologna sito in via San Giuseppe 8, a ridosso del centro cittadino, in un'ala in ristrutturazione dell'Arena del Sole (teatro bolognese), sgomberato dalle forze dell'ordine nei primi anni 1990<ref>Secondo Pierfrancesco Pacoda il termine dell'esperienza dell'Isola è fissato nel [[1994]], per il sito della Biblioteca Salaborsa, il 1 Settembre [[1991]], mentre secondo Italianrap.com il centro fu chiuso dalla [[polizia]] nel [[1990]].</ref>.
L''''Isola nel Kantiere''', conosciuta anche semplicemente come '''Isola''', è stata un [[centri sociali|centro sociale occupato]] di Bologna sito in via San Giuseppe 8, a ridosso del centro cittadino, in un'ala in ristrutturazione dell'Arena del Sole (teatro bolognese), sgomberato dalle forze dell'ordine nei primi anni 1990<ref>Secondo Pierfrancesco Pacoda il termine dell'esperienza dell'Isola è fissato nel [[1994]], per il sito della Biblioteca Salaborsa, il 1 Settembre [[1991]], mentre secondo Italianrap.com il centro fu chiuso dalla [[polizia]] nel [[1990]].</ref>.
L'Isola ha rappresentato una innovazione nel concetto di "centro sociale", concepito come un sistema maggiormente aperto rispetto ai centri sociali tipici degli [[anni 1970]], maggiormente chiusi ed autoreferenziali, specialmente a livello politico. L'Isola ha avuto anche la possibilità , soprattutto grazie alla vivace scena [[hip hop]] bolognese, di accomunare l'"educazione" intesa come la consapevolezza dell'azione sociale, con l'"intrattenimento" derivato dalle esperienze artistiche quali musica, ballo e, in un secondo momento, [[rap]].
L'Isola ha rappresentato una innovazione nel concetto di "centro sociale", concepito come un sistema maggiormente aperto rispetto ai centri sociali tipici degli [[anni 1970]], maggiormente chiusi ed autoreferenziali, specialmente a livello politico. L'Isola ha avuto anche la possibilità, soprattutto grazie alla vivace scena [[hip hop]] bolognese, di accomunare l'"educazione" intesa come la consapevolezza dell'azione sociale, con l'"intrattenimento" derivato dalle esperienze artistiche quali musica, ballo e, in un secondo momento, [[rap]].
L'Isola nel Kantiere è stata una delle culle dell'[[hip hop italiano]]: qui è nata prima di tutto l'[[Isola Posse All Stars]] guidata da Speaker Dee Mo e [[Deda]], autrice di ''Stop al panico''. Inoltre, dall'esperienza del centro sociale bolognese - divenuto il più avanzato laboratorio di sperimentazione dell'hip hop e del rap italiano - escono gruppi come [[Sud Sound System]], Sangue Misto e Arresto Cardiaco, ed artisti solisti come Speaker Dee Mo, Neffa, Deda, Gopher D, Papa Ricky.
L'Isola nel Kantiere è stata una delle culle dell'[[hip hop italiano]]: qui è nata prima di tutto l'[[Isola Posse All Stars]] guidata da Speaker Dee Mo e [[Deda]], autrice di ''Stop al panico''. Inoltre, dall'esperienza del centro sociale bolognese - divenuto il più avanzato laboratorio di sperimentazione dell'hip hop e del rap italiano - escono gruppi come [[Sud Sound System]], Sangue Misto e Arresto Cardiaco, ed artisti solisti come Speaker Dee Mo, Neffa, Deda, Gopher D, Papa Ricky.


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In questa ottica abbiamo occupato, per la seconda volta, una stabile lasciato a marcire, per altri due anni, dopo che lo abbiamo abitato e avevamo proposto l'autogestione con gruppi di famiglie sfrattate da case private che non vedevano nessuna soluzione da parte delle istituzioni. Siamo di nuovo qui, non siamo polvere che potete nascondere sotto il tappeto vogliamo i nostri diritti, sanciti dalla Costituzione Italiana e dalle Carte internazionali che l'Italia ogni giorno disattende, e lotteremo fino ad ottenerli.
In questa ottica abbiamo occupato, per la seconda volta, una stabile lasciato a marcire, per altri due anni, dopo che lo abbiamo abitato e avevamo proposto l'autogestione con gruppi di famiglie sfrattate da case private che non vedevano nessuna soluzione da parte delle istituzioni. Siamo di nuovo qui, non siamo polvere che potete nascondere sotto il tappeto vogliamo i nostri diritti, sanciti dalla Costituzione Italiana e dalle Carte internazionali che l'Italia ogni giorno disattende, e lotteremo fino ad ottenerli.


Abbiamo deciso di iscrivere questa azione nel cammino della Carovana Europea che partirà da un gran numero di Stati europei e si dirigerà a Bruxelles (Belgio), sede delle istituzioni europee. Questa carovana ricorderà all'Europa che siamo anzitutto delle persone e che rifiutiamo di guardare in silenzio il dispiegamento di dispositivi di potere messo in campo dall'Unione Europea e gli Stati membri per privarci illegittimamente della nostra dignità , e persino della nostra vita. Un esempio fra mille è rappresentato dal dramma delle centinaia di donne, bambini e uomini che perdono la vita ogni anno nel mar Mediterraneo, come a Lampedusa. Questo dramma rappresenta la punta dell'iceberg del fallimento delle politiche repressive e restrittive dell'Europa e dei suoi Stati membri.
Abbiamo deciso di iscrivere questa azione nel cammino della Carovana Europea che partirà da un gran numero di Stati europei e si dirigerà a Bruxelles (Belgio), sede delle istituzioni europee. Questa carovana ricorderà all'Europa che siamo anzitutto delle persone e che rifiutiamo di guardare in silenzio il dispiegamento di dispositivi di potere messo in campo dall'Unione Europea e gli Stati membri per privarci illegittimamente della nostra dignità, e persino della nostra vita. Un esempio fra mille è rappresentato dal dramma delle centinaia di donne, bambini e uomini che perdono la vita ogni anno nel mar Mediterraneo, come a Lampedusa. Questo dramma rappresenta la punta dell'iceberg del fallimento delle politiche repressive e restrittive dell'Europa e dei suoi Stati membri.


Oggi, inoltre, parteciperemo con queste parole d'ordine alla Giornata del Migrante e al corteo che aspetteremo dalle “Case occupate Nelson Mandela” di via irnerio 13/15. Chiediamo, per l'ennesima volta che le istituzioni si seggano al tavolo con noi e risolvano una questione, che anche nella nostra città , si sta incancrenendo, la questione del diritto all'abitare e ad un futuro in dignità .
Oggi, inoltre, parteciperemo con queste parole d'ordine alla Giornata del Migrante e al corteo che aspetteremo dalle “Case occupate Nelson Mandela” di via irnerio 13/15. Chiediamo, per l'ennesima volta che le istituzioni si seggano al tavolo con noi e risolvano una questione, che anche nella nostra città, si sta incancrenendo, la questione del diritto all'abitare e ad un futuro in dignità .


Le continue alienazioni, la privatizzazione dei servizi e dei beni pubblici, il loro continuo aumentare nei costi non hanno altro risultato che quello di far aumentare precarietà e sensazione di insicurezza, ormai succubi di condizioni salariali insopportabili, e di creare un permanente senso di guerra e degrado cittadino. Una vera e propria pratica di terrorismo sociale.
Le continue alienazioni, la privatizzazione dei servizi e dei beni pubblici, il loro continuo aumentare nei costi non hanno altro risultato che quello di far aumentare precarietà e sensazione di insicurezza, ormai succubi di condizioni salariali insopportabili, e di creare un permanente senso di guerra e degrado cittadino. Una vera e propria pratica di terrorismo sociale.
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===Labas - Ex Caserma Masini===
===Labas - Ex Caserma Masini===
Occupata all'alba del 13 Novembre 2012 da un collettivo legato al TPO, così recita il volantino dell'occupazione: "Oggi Là bas libera uno spazio chiuso da anni e abbandonato. Un posto che noi vogliamo aprire alla città , mettere a disposizione di quelle generazioni che si sono stancate di continuare a sopravvivere e che ora si riprendono pezzo dopo pezzo quello che li spetta.
Occupata all'alba del 13 Novembre 2012 da un collettivo legato al TPO, così recita il volantino dell'occupazione: "Oggi Là bas libera uno spazio chiuso da anni e abbandonato. Un posto che noi vogliamo aprire alla città, mettere a disposizione di quelle generazioni che si sono stancate di continuare a sopravvivere e che ora si riprendono pezzo dopo pezzo quello che li spetta.
Verso lo sciopero europeo del 14 novembre, facciamo nostro lo slogan che da Madrid arriva a Bologna “toma la huelga”: ci riprendiamo lo sciopero e lo facciamo partendo dalla conquista e dalla riappropriazione dell'ex caserma Masini. Alla miseria del presente, alla povertà a cui vorrebbero lasciarci, noi rispondiamo con la ricchezza che vogliamo sprigionare in città partendo dal mettere in relazione attraverso questo laboratorio quella generazione “no future” che incontrandosi, cercando insieme delle risposte, si riprende il proprio presente e costruisce il proprio futuro. aprendo spazi in cui connettersi, per sperimentare pratiche, linguaggi, nuovo modo di vivere la città in maniera libera e senza divieti, per trovare punti di incontro, di condivisione, di complicità , per ricercare insieme un nuovo modo di produrre saperi dentro e fuori le università , per riprendersi la ricchezza socialmente prodotta."
Verso lo sciopero europeo del 14 novembre, facciamo nostro lo slogan che da Madrid arriva a Bologna “toma la huelga”: ci riprendiamo lo sciopero e lo facciamo partendo dalla conquista e dalla riappropriazione dell'ex caserma Masini. Alla miseria del presente, alla povertà a cui vorrebbero lasciarci, noi rispondiamo con la ricchezza che vogliamo sprigionare in città partendo dal mettere in relazione attraverso questo laboratorio quella generazione “no future” che incontrandosi, cercando insieme delle risposte, si riprende il proprio presente e costruisce il proprio futuro. aprendo spazi in cui connettersi, per sperimentare pratiche, linguaggi, nuovo modo di vivere la città in maniera libera e senza divieti, per trovare punti di incontro, di condivisione, di complicità, per ricercare insieme un nuovo modo di produrre saperi dentro e fuori le università, per riprendersi la ricchezza socialmente prodotta."
L'occupazione termina a fine 2012 a seguito di uno sgombero(senza occupanti in quel momento e quindi con semplice chiusura del cancello) ordinato dal comune di bologna ,ma la caserma viene rioccupata il 9 Febbraio 2013, riqualificata con nuovi,significativi e fruttanti laboratori come "LaBimbi" e proggetti come quello del "Crowdhousing";
L'occupazione termina a fine 2012 a seguito di uno sgombero(senza occupanti in quel momento e quindi con semplice chiusura del cancello) ordinato dal comune di bologna ,ma la caserma viene rioccupata il 9 Febbraio 2013, riqualificata con nuovi,significativi e fruttanti laboratori come "LaBimbi" e proggetti come quello del "Crowdhousing";
12/3/2014... siamo ancora qui!
12/3/2014... siamo ancora qui!
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Il Lazzaretto ha finalmente una nuova sede, in Via Pietro Fiorini 12/14.
Il Lazzaretto ha finalmente una nuova sede, in Via Pietro Fiorini 12/14.
Il progetto previsto nella nuova sede prevede la realizzazione di un centro socio-culturale destinato a giovani e non solo.
Il progetto previsto nella nuova sede prevede la realizzazione di un centro socio-culturale destinato a giovani e non solo.
Il Lazzaretto, in collaborazione con altre realtà , sta provvedendo al recupero e alla manutenzione del bene di proprietà comunale, un tempo insediamento agricolo, abbandonato da circa tre anni.
Il Lazzaretto, in collaborazione con altre realtà, sta provvedendo al recupero e alla manutenzione del bene di proprietà comunale, un tempo insediamento agricolo, abbandonato da circa tre anni.
All'interno della struttura verranno creati: uno studio di registrazione, un auditorium, opifici creativi, aule laboratoriali, postazione montaggio video e sale che verranno messe a disposizione della città , con particolare riferimento alle realtà dell'associazionismo.
All'interno della struttura verranno creati: uno studio di registrazione, un auditorium, opifici creativi, aule laboratoriali, postazione montaggio video e sale che verranno messe a disposizione della città, con particolare riferimento alle realtà dell'associazionismo.


===Laboratorio anarchico paglietta===
===Laboratorio anarchico paglietta===
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Con l'elezione a sindaco di Bologna di [[Sergio Cofferati]] nel [[2004]] iniziano nuovi problemi per il Livello. La nuova amministrazione non vuole concedere i permessi per il transito della Street Rave Parade per le strade del centro. Nelle edizioni del [[2006]] e soprattutto nel [[2007]] il corteo è stato limitato a strade periferiche ed alla location finale, con conseguente calo nelle partecipazioni. A partire dal [[2006]] Cofferati mette in discussione la convenzione stipulata per il mancato rispetto di alcuni accordi. Il [[26 maggio]] [[2006]] la sede di via Muggia venne perquisita dai carabinieri, che arrestarono due occupanti per possesso di sostanze stupefacenti, di cui uno immediatamente prosciolto per la modica quantità e la seconda, l'avvocato del Livello ''Maria Pia Scarciglia'' accusata del possesso di oltre 500 g di [[hashish]], prosciolta in appello<ref>[http://www.confinizero.it/?q=node/606 Sito consultato il 24-2-2008]</ref>. A seguito della perquisizione entrambe le sedi del centro sociale vennero messe sotto sequestro il [[25 luglio]], ed i portavoce del Livello accusarono Cofferati di aver messo in piedi un "disegno persecutorio" per chiudere il Livello<ref>[http://droghe.aduc.it/php/articolo.php?id=15188 Livello57 accusa Cofferati per il sequestro], 26-07-2006</ref>. Una nuova occupazione nell'ottobre del [[2007]] in via Stalingrado viene sgomberata dopo pochi giorni<ref>[http://gazzettadimodena.repubblica.it/notizie-dal-web/dettaglio/Livello-57:-altro-sgombero-a-Bologna/4163997 Livello 57: altro sgombero a Bologna], Gazzetta di Modena, 29-10-2007</ref>.
Con l'elezione a sindaco di Bologna di [[Sergio Cofferati]] nel [[2004]] iniziano nuovi problemi per il Livello. La nuova amministrazione non vuole concedere i permessi per il transito della Street Rave Parade per le strade del centro. Nelle edizioni del [[2006]] e soprattutto nel [[2007]] il corteo è stato limitato a strade periferiche ed alla location finale, con conseguente calo nelle partecipazioni. A partire dal [[2006]] Cofferati mette in discussione la convenzione stipulata per il mancato rispetto di alcuni accordi. Il [[26 maggio]] [[2006]] la sede di via Muggia venne perquisita dai carabinieri, che arrestarono due occupanti per possesso di sostanze stupefacenti, di cui uno immediatamente prosciolto per la modica quantità e la seconda, l'avvocato del Livello ''Maria Pia Scarciglia'' accusata del possesso di oltre 500 g di [[hashish]], prosciolta in appello<ref>[http://www.confinizero.it/?q=node/606 Sito consultato il 24-2-2008]</ref>. A seguito della perquisizione entrambe le sedi del centro sociale vennero messe sotto sequestro il [[25 luglio]], ed i portavoce del Livello accusarono Cofferati di aver messo in piedi un "disegno persecutorio" per chiudere il Livello<ref>[http://droghe.aduc.it/php/articolo.php?id=15188 Livello57 accusa Cofferati per il sequestro], 26-07-2006</ref>. Una nuova occupazione nell'ottobre del [[2007]] in via Stalingrado viene sgomberata dopo pochi giorni<ref>[http://gazzettadimodena.repubblica.it/notizie-dal-web/dettaglio/Livello-57:-altro-sgombero-a-Bologna/4163997 Livello 57: altro sgombero a Bologna], Gazzetta di Modena, 29-10-2007</ref>.
L'esperienza del Livello57 di Bologna continua con l'inaugurazione di un nuovo spazio a Bologna, in via 25 settembre, col nome di H.U.B.,in via Serra 2h. "L'associazione Livello57 si propone la realizzazione di esperienze di cooperazione sociale in grado di intervenire sui bisogni dei giovani, delle componenti meno abbienti, meno garantite e più disagiate, l'organizzazione di attività rivolte al benessere psicofisico, in particolare da realizzare nel contesto del quartiere Bolognina.
L'esperienza del Livello57 di Bologna continua con l'inaugurazione di un nuovo spazio a Bologna, in via 25 settembre, col nome di H.U.B.,in via Serra 2h. "L'associazione Livello57 si propone la realizzazione di esperienze di cooperazione sociale in grado di intervenire sui bisogni dei giovani, delle componenti meno abbienti, meno garantite e più disagiate, l'organizzazione di attività rivolte al benessere psicofisico, in particolare da realizzare nel contesto del quartiere Bolognina.
L'attività riguarderà innanzitutto costruire comunicazione che abbia come obbiettivo la promozione di percorsi equi e solidali, d'integrazione e l'implemento delle pari opportunità , che aiutino il cittadino bolognese e aspirante tale (straniero o studente fuori sede) alla convivenza e alla mescolanza di culture e abitudini.
L'attività riguarderà innanzitutto costruire comunicazione che abbia come obbiettivo la promozione di percorsi equi e solidali, d'integrazione e l'implemento delle pari opportunità, che aiutino il cittadino bolognese e aspirante tale (straniero o studente fuori sede) alla convivenza e alla mescolanza di culture e abitudini.
I progetti saranno realizzati avvalendosi delle competenze già presenti all'interno dell'associazione stessa e della collaborazione di altre associazioni."
I progetti saranno realizzati avvalendosi delle competenze già presenti all'interno dell'associazione stessa e della collaborazione di altre associazioni."


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===N.O.A. - Nation of arts===
===N.O.A. - Nation of arts===
Spazio occupato per circa 3 giorni nel Luglio del [[2012]] da vari collettivi artistici all'interno dei Giardini Margherita. Dal loro comunicato: «NOA è un'assemblea aperta di lavoratori e lavoratrici, cittadini, operatori e operatrici nell'[[arte]], nella conoscenza, nella cultura, nella comunicazione, nella formazione, nell'informazione e nello spettacolo.Siamo singoli con uno sguardo attento ai movimenti nati negli ultimi tempi in [[Italia]] come Teatro Valle Occupato, Cinema Palazzo e Volturno Occupato a Roma, Macao a Milano, Teatro Coppola a Catania, La Balena-Asilo della Conoscenza e della Creatività a Napoli, Teatro Garibaldi a Palermo.Comunità e spazi dove si stanno sperimentando forme di autogoverno dal basso e di democrazia partecipata e partecipativa. Esperimenti che partono dalle proprie peculiarità genetiche, storiche ed evolutive, ma che in vari modi tentano di aprirsi anche ai non addetti al settore, facendosi emblema di problematiche trasversali dentro il contesto della crisi attuale come il riconoscimento del proprio lavoro, la tutela dei diritti e la continuità di reddito. Esperimenti la cui legittimità si fonda sull'esercizio concreto e sulla portata storica, giuridica, politica e sociale dei beni comuni, quali beni fondamentali per la piena affermazione e l'effettivo esercizio dei nostri diritti.
Spazio occupato per circa 3 giorni nel Luglio del [[2012]] da vari collettivi artistici all'interno dei Giardini Margherita. Dal loro comunicato: «NOA è un'assemblea aperta di lavoratori e lavoratrici, cittadini, operatori e operatrici nell'[[arte]], nella conoscenza, nella cultura, nella comunicazione, nella formazione, nell'informazione e nello spettacolo.Siamo singoli con uno sguardo attento ai movimenti nati negli ultimi tempi in [[Italia]] come Teatro Valle Occupato, Cinema Palazzo e Volturno Occupato a Roma, Macao a Milano, Teatro Coppola a Catania, La Balena-Asilo della Conoscenza e della Creatività a Napoli, Teatro Garibaldi a Palermo.Comunità e spazi dove si stanno sperimentando forme di autogoverno dal basso e di democrazia partecipata e partecipativa. Esperimenti che partono dalle proprie peculiarità genetiche, storiche ed evolutive, ma che in vari modi tentano di aprirsi anche ai non addetti al settore, facendosi emblema di problematiche trasversali dentro il contesto della crisi attuale come il riconoscimento del proprio lavoro, la tutela dei diritti e la continuità di reddito. Esperimenti la cui legittimità si fonda sull'esercizio concreto e sulla portata storica, giuridica, politica e sociale dei beni comuni, quali beni fondamentali per la piena affermazione e l'effettivo esercizio dei nostri diritti.
Siamo convinti che gli stessi concetti di comunità e di cultura possano e debbano essere ripensati, ricostruiti, ricreati, rivalorizzati solo a partire da un processo attivo e auto-organizzato di partecipazione dal basso.Una riflessione che parte dalle singole persone può diventare un sogno collettivo da realizzare insieme: insieme possiamo e dobbiamo riconquistare la nostra sovranità , con le armi dell'immaginazione e della creatività .»
Siamo convinti che gli stessi concetti di comunità e di cultura possano e debbano essere ripensati, ricostruiti, ricreati, rivalorizzati solo a partire da un processo attivo e auto-organizzato di partecipazione dal basso.Una riflessione che parte dalle singole persone può diventare un sogno collettivo da realizzare insieme: insieme possiamo e dobbiamo riconquistare la nostra sovranità, con le armi dell'immaginazione e della creatività .»


===Occupazioni del Pratello===
===Occupazioni del Pratello===
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===Rage===
===Rage===
Centro sociale occupato in via Zago, dal volantino dell'occupazione:" L'esistente cova nella sua schizofrenia intasando le strade della città. Alla cinghia neoliberista entro cui è stato stretto, al panico autoritario che lo sottomette, noi rispondiamo liberando questo edificio dalla tristezza disperata della speculazione divorante. Diamo vita ad uno stabile inabitato sottraendolo dalla logica del potere, rivendicando un ruolo, una voce ed una presenza nel battuto tessuto urbano di Bologna. Mentre il processo di Gentrificazione si abbatte sul corpo di una società sempre più sradicata, disumanizzata e vulnerabile, mentre il circolo del lavorare-per-vivere e del vivere-per lavorare dipinge il disegno di vita capitalista, un contagio di idee getta luce tra le crepe delle mura di via Emilio Zago 1. Il desiderio che alimenta quest'azione, è il bisogno di sentirci, come individui e come collettività , parte di un intreccio di progetti politici, artistici, pratici che possano ridare senso al buio vivere quotidiano. L'istinto che muove questa decisione è la necessità di riprenderci un tempo ormai reificato dai meccanismi segmentari della società del consumo-produco-mi annullo. Il nostro intento è quello di dare forma e contenuto al vuoto post-industriale, costituire, autogestire, e plasmare una posizione, intellettuale e concreta, di critica e resistenza.
Centro sociale occupato in via Zago, dal volantino dell'occupazione:" L'esistente cova nella sua schizofrenia intasando le strade della città. Alla cinghia neoliberista entro cui è stato stretto, al panico autoritario che lo sottomette, noi rispondiamo liberando questo edificio dalla tristezza disperata della speculazione divorante. Diamo vita ad uno stabile inabitato sottraendolo dalla logica del potere, rivendicando un ruolo, una voce ed una presenza nel battuto tessuto urbano di Bologna. Mentre il processo di Gentrificazione si abbatte sul corpo di una società sempre più sradicata, disumanizzata e vulnerabile, mentre il circolo del lavorare-per-vivere e del vivere-per lavorare dipinge il disegno di vita capitalista, un contagio di idee getta luce tra le crepe delle mura di via Emilio Zago 1. Il desiderio che alimenta quest'azione, è il bisogno di sentirci, come individui e come collettività, parte di un intreccio di progetti politici, artistici, pratici che possano ridare senso al buio vivere quotidiano. L'istinto che muove questa decisione è la necessità di riprenderci un tempo ormai reificato dai meccanismi segmentari della società del consumo-produco-mi annullo. Il nostro intento è quello di dare forma e contenuto al vuoto post-industriale, costituire, autogestire, e plasmare una posizione, intellettuale e concreta, di critica e resistenza.


Dare vita sull'asfalto a situazioni di piacere, creatività e socialità. Riappropriarsi dell'esistente, dilagando nelle vie, sovvertendo un reale astratto in cui si è persa l'identità. Da oggi, La Rage apre le porte a tutte le soggettività nomadiche, compagni e compagne, che condividono i principi di anti-militarismo, anti-capitalismo, anti-fascismo, anti-sessismo, anti-specismo ed anti-autoritarismo. Occupiamo questo spazio nel tentativo di accendere un focolaio di idee che divampi nella selva moderna. Rivendichiamo il tempo che ci è stato sequestrato. Liberiamo La Rage."
Dare vita sull'asfalto a situazioni di piacere, creatività e socialità. Riappropriarsi dell'esistente, dilagando nelle vie, sovvertendo un reale astratto in cui si è persa l'identità. Da oggi, La Rage apre le porte a tutte le soggettività nomadiche, compagni e compagne, che condividono i principi di anti-militarismo, anti-capitalismo, anti-fascismo, anti-sessismo, anti-specismo ed anti-autoritarismo. Occupiamo questo spazio nel tentativo di accendere un focolaio di idee che divampi nella selva moderna. Rivendichiamo il tempo che ci è stato sequestrato. Liberiamo La Rage."
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Il comunicato degli occupanti: "Oggi è stato occupato un stabile in via Saliceto 47.
Il comunicato degli occupanti: "Oggi è stato occupato un stabile in via Saliceto 47.
L'abbiamo occupato perché siamo senza una casa e con centinaia di edifici e appartamenti vuoti a Bologna non vogliamo più continuare a dover dare le nostre magre entrate (ottenute barcamenandoci tra lavori in nero e contratti di una settimana a paghe da fame) a proprietari strozzini a cui i nostri soldi servono per pagarsi il suv, pellicce e settimane bianche mentre per noi ci sono solo camere ammuffite.
L'abbiamo occupato perché siamo senza una casa e con centinaia di edifici e appartamenti vuoti a Bologna non vogliamo più continuare a dover dare le nostre magre entrate (ottenute barcamenandoci tra lavori in nero e contratti di una settimana a paghe da fame) a proprietari strozzini a cui i nostri soldi servono per pagarsi il suv, pellicce e settimane bianche mentre per noi ci sono solo camere ammuffite.
L'abbiamo occupato perché in questo quartiere vediamo la “riqualificazione” e la speculazione dei soliti potenti che avanza, che vogliono rendere una zona popolare il nuovo centro amministrativo della città , cacciando poco a poco i suoi abitanti, con retate, sfratti, aumento dei prezzi di ben di ogni tipo, in nome di una sicurezza che è solo quella del portafogli dei ricchi, mentre riteniamo fondamentale opporci alle decisioni prese sulla base di interessi economici sulle nostre vite, su come e dove dovremmo incontrarci, su come dovremmo gestire le nostre amicizie, i nostri sogni, le nostre vite.
L'abbiamo occupato perché in questo quartiere vediamo la “riqualificazione” e la speculazione dei soliti potenti che avanza, che vogliono rendere una zona popolare il nuovo centro amministrativo della città, cacciando poco a poco i suoi abitanti, con retate, sfratti, aumento dei prezzi di ben di ogni tipo, in nome di una sicurezza che è solo quella del portafogli dei ricchi, mentre riteniamo fondamentale opporci alle decisioni prese sulla base di interessi economici sulle nostre vite, su come e dove dovremmo incontrarci, su come dovremmo gestire le nostre amicizie, i nostri sogni, le nostre vite.
Questo stabile è di proprietà di una ditta che ha il compito di ristrutturarlo per rivenderlo a prezzi più alti, non sappiamo con che destinazione, ma non vogliamo l'ennesimo albergo o ufficio per una dirigenza che altro non fa che aumentare il divario tra i soldi ce li ha e chi invece ne ha sempre meno.
Questo stabile è di proprietà di una ditta che ha il compito di ristrutturarlo per rivenderlo a prezzi più alti, non sappiamo con che destinazione, ma non vogliamo l'ennesimo albergo o ufficio per una dirigenza che altro non fa che aumentare il divario tra i soldi ce li ha e chi invece ne ha sempre meno.
Abbiamo occupato per poter vivere in un posto fuori dalle logiche e dalle gerarchie della competizione, del lucro, per dare vita ad un luogo di incontro libero, per poterci conoscere ed organizzare contro i meccanismi soffocanti della metropoli che ci vuole muti al posto che hanno riservato per noi."
Abbiamo occupato per poter vivere in un posto fuori dalle logiche e dalle gerarchie della competizione, del lucro, per dare vita ad un luogo di incontro libero, per poterci conoscere ed organizzare contro i meccanismi soffocanti della metropoli che ci vuole muti al posto che hanno riservato per noi."
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Dal volantino di rivendicazione della seconda occupazione:"Oggi, nel quartiere San Vitale in via Mura di Porta Galliera è nata una nuova occupazione abitativa. Nella fase politica in cui l'austerità impone tagli e sacrifici è un dato di fatto che solo attraverso l'autorganizzazione si possono conquistare i propri diritti. La via intrapresa dai movimenti per il diritto all'abitare su tutto il territorio nazionale, è e rimane l'unica vera risposta all'emergenza abitativa per tutti coloro che a causa della perdita del lavoro non avrebbero avuto nessun altra soluzione che la strada. Quanti di noi non riescono più a pagare l'affitto altissimo di città come Bologna che conta 40.000 famiglie in stato di disagio abitativo, 5.600 famiglie in attesa di una casa popolare e nemmeno 300 assegnazioni all'anno. A fronte di tutto ciò ci sono 7.000 alloggi vuoti, tenuti appositamente vuoti da chi specula sulle nostre vite alzando i prezzi degli affitti, svendendo il patrimonio pubblico ma continuando a cementificare senza sosta.
Dal volantino di rivendicazione della seconda occupazione:"Oggi, nel quartiere San Vitale in via Mura di Porta Galliera è nata una nuova occupazione abitativa. Nella fase politica in cui l'austerità impone tagli e sacrifici è un dato di fatto che solo attraverso l'autorganizzazione si possono conquistare i propri diritti. La via intrapresa dai movimenti per il diritto all'abitare su tutto il territorio nazionale, è e rimane l'unica vera risposta all'emergenza abitativa per tutti coloro che a causa della perdita del lavoro non avrebbero avuto nessun altra soluzione che la strada. Quanti di noi non riescono più a pagare l'affitto altissimo di città come Bologna che conta 40.000 famiglie in stato di disagio abitativo, 5.600 famiglie in attesa di una casa popolare e nemmeno 300 assegnazioni all'anno. A fronte di tutto ciò ci sono 7.000 alloggi vuoti, tenuti appositamente vuoti da chi specula sulle nostre vite alzando i prezzi degli affitti, svendendo il patrimonio pubblico ma continuando a cementificare senza sosta.
Per questo motivo 8 mesi fa in viale Masini 10 è nato Social Log, un percorso in cui famiglie, precari, disoccupati hanno deciso di lottare in prima persona per denunciare e dare risposte all'emergenza abitativa di questa città bloccando sfratti dando vita alle mobilitazioni contro il Piano Casa e riappropiandoci delle case che ci spettano, convinti che la casa sia un diritto che non può essere negato a nessuno.
Per questo motivo 8 mesi fa in viale Masini 10 è nato Social Log, un percorso in cui famiglie, precari, disoccupati hanno deciso di lottare in prima persona per denunciare e dare risposte all'emergenza abitativa di questa città bloccando sfratti dando vita alle mobilitazioni contro il Piano Casa e riappropiandoci delle case che ci spettano, convinti che la casa sia un diritto che non può essere negato a nessuno.
Oggi quindi 31 nuclei composti da famiglie con 29 bimbi piccoli, disoccupati per fallimento dell'attività , precari, ragazze madri e giovani precari insieme a Social Log ha deciso di riprendersi questo stabile sottraendolo alla speculazione per soddisfare un bisogno primario come quello della casa."
Oggi quindi 31 nuclei composti da famiglie con 29 bimbi piccoli, disoccupati per fallimento dell'attività, precari, ragazze madri e giovani precari insieme a Social Log ha deciso di riprendersi questo stabile sottraendolo alla speculazione per soddisfare un bisogno primario come quello della casa."


===Studentato occupato Taksim===
===Studentato occupato Taksim===
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===Casa Rossa===
===Casa Rossa===
Primo [[autogestione|spazio autogestito]] di Cesena sito in viale Europa, nei presso dell'allora zuccherificio, ora demolito per far spazio ad un centro commerciale. Occupata agli inizi degli anni 1990, si caratterizza immediatamente come spazio politico e sociale, in grado di offrire ospitalità anche ai tanti migranti che in quegli anni iniziano ad arrivare a Cesena. A causa di alcuni problemi interni, legati a dissidi tra migranti di diverse nazionalità , scoppia una [[violenta]] rissa che di fatto offre alle forze dell'ordine il pretesto per intervenire e successivamente sgomberare l'edificio, poi completamente murato quindi demolito.  Tra i promotori dell'occupazione va ricordato Sanzio Togni, rappresentante di spicco dell'allora [[Rifondazione Comunista]] di Cesena scomparso improvvisamente qualche anno più tardi.
Primo [[autogestione|spazio autogestito]] di Cesena sito in viale Europa, nei presso dell'allora zuccherificio, ora demolito per far spazio ad un centro commerciale. Occupata agli inizi degli anni 1990, si caratterizza immediatamente come spazio politico e sociale, in grado di offrire ospitalità anche ai tanti migranti che in quegli anni iniziano ad arrivare a Cesena. A causa di alcuni problemi interni, legati a dissidi tra migranti di diverse nazionalità, scoppia una [[violenta]] rissa che di fatto offre alle forze dell'ordine il pretesto per intervenire e successivamente sgomberare l'edificio, poi completamente murato quindi demolito.  Tra i promotori dell'occupazione va ricordato Sanzio Togni, rappresentante di spicco dell'allora [[Rifondazione Comunista]] di Cesena scomparso improvvisamente qualche anno più tardi.


===GiardinOccupato===
===GiardinOccupato===
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Collettivo libertario/anarchico nato nell'estate del 2012, che ha portato ad un occupazione sgomberata nel 2013.
Collettivo libertario/anarchico nato nell'estate del 2012, che ha portato ad un occupazione sgomberata nel 2013.


  Dal comunicato degli occupanti:" Mercoledì 26 settembre abbiamo occupato lo stabile dell'ex de tomaso in via omero a Modena, tramite una parte mancante di recinzione ,e le porte che abbiamo trovato aperte. Entrando negli edifici abbiamo subito notato che vi erano evidenti segni di intromissioni precedenti a testimonianza anche del livello di abbandono delle strutture. Abbiamo liberato questo spazio, sottraendolo al degrado e all'abbandono, e restituendolo alla collettività per renderlo un luogo di libertà , fuori dalle dinamiche del profitto e della mercificazione della socialità. Questa occupazione è solo il primo passo di un percorso autogestionario volto ad un cambiamento sociale che porti alla costruzione dal basso di una società di liberi ed eguali, e nessuno sgombero potrà fermare questa nostra volontà. Occupazione come pratica di contrasto alla dilagante devastazione ambientale che sta distruggendo il nostro pianeta, a vantaggio delle solite lobby del potere e a scapito della vita di tutti noi. Contro la Modena dei motori proponiamo, in quella che era una fabbrica di automobili, orti collettivi, laboratori di autoproduzione, dal sapone ai pannelli solari, laboratori di musica, di giocoleria, spettacoli teatrali, mostre e tanto altro. Non mancherà sicuramente di ospitare svariati eventi politico/culturali, da presentazioni di libri proiezioni e cineforum, a dibattiti sociali, assemblee, e sempre a disposizione come luogo di incontro per tutte quelle individualità antiautoritarie, che abbiano necessità di un posto dove ritrovarsi.  
  Dal comunicato degli occupanti:" Mercoledì 26 settembre abbiamo occupato lo stabile dell'ex de tomaso in via omero a Modena, tramite una parte mancante di recinzione ,e le porte che abbiamo trovato aperte. Entrando negli edifici abbiamo subito notato che vi erano evidenti segni di intromissioni precedenti a testimonianza anche del livello di abbandono delle strutture. Abbiamo liberato questo spazio, sottraendolo al degrado e all'abbandono, e restituendolo alla collettività per renderlo un luogo di libertà, fuori dalle dinamiche del profitto e della mercificazione della socialità. Questa occupazione è solo il primo passo di un percorso autogestionario volto ad un cambiamento sociale che porti alla costruzione dal basso di una società di liberi ed eguali, e nessuno sgombero potrà fermare questa nostra volontà. Occupazione come pratica di contrasto alla dilagante devastazione ambientale che sta distruggendo il nostro pianeta, a vantaggio delle solite lobby del potere e a scapito della vita di tutti noi. Contro la Modena dei motori proponiamo, in quella che era una fabbrica di automobili, orti collettivi, laboratori di autoproduzione, dal sapone ai pannelli solari, laboratori di musica, di giocoleria, spettacoli teatrali, mostre e tanto altro. Non mancherà sicuramente di ospitare svariati eventi politico/culturali, da presentazioni di libri proiezioni e cineforum, a dibattiti sociali, assemblee, e sempre a disposizione come luogo di incontro per tutte quelle individualità antiautoritarie, che abbiano necessità di un posto dove ritrovarsi.  
Dopo il recente terremoto si è reso più evidente il problema della casa, già drammatico a causa della crisi. Questa occupazione evidenzia il paradosso per il quale tante persone si trovano senza casa mentre la città è piena di stabili vuoti, lasciati nel più completo degrado.  
Dopo il recente terremoto si è reso più evidente il problema della casa, già drammatico a causa della crisi. Questa occupazione evidenzia il paradosso per il quale tante persone si trovano senza casa mentre la città è piena di stabili vuoti, lasciati nel più completo degrado.  
Abbiamo intenzione di far vivere questo posto assieme alla città , il più a lungo possibile, cercando di coinvolgere chiunque condivida e voglia praticare attivamente l'autogestione, come forma di lotta quotidiana, e come mezzo di rivolta sociale.  
Abbiamo intenzione di far vivere questo posto assieme alla città, il più a lungo possibile, cercando di coinvolgere chiunque condivida e voglia praticare attivamente l'autogestione, come forma di lotta quotidiana, e come mezzo di rivolta sociale.  
In pochi giorni si sono già innescate molte dinamiche di solidarietà e partecipazione attiva allo spazio, da tutte le realtà politiche e sociali che ci hanno subito appoggiato sia a livello modenese che di altre città , alle già tante individualità che sono passate e hanno portato in molteplici forme il loro appoggio e sostegno all'occupazione.  
In pochi giorni si sono già innescate molte dinamiche di solidarietà e partecipazione attiva allo spazio, da tutte le realtà politiche e sociali che ci hanno subito appoggiato sia a livello modenese che di altre città, alle già tante individualità che sono passate e hanno portato in molteplici forme il loro appoggio e sostegno all'occupazione.  
Nello spazio nessuno trarrà profitto da alcuna iniziativa che andremo ad organizzare ma ogni sottoscrizione che arriverà la utilizzeremo per tutte le spese di autogestione e riqualificazione dello spazio, e per la nascita o il sostegno di ogni percorso di lotta dal basso e auto-organizzato.  
Nello spazio nessuno trarrà profitto da alcuna iniziativa che andremo ad organizzare ma ogni sottoscrizione che arriverà la utilizzeremo per tutte le spese di autogestione e riqualificazione dello spazio, e per la nascita o il sostegno di ogni percorso di lotta dal basso e auto-organizzato.  
Abbiamo appena organizzato e vissuto nel nuovo spazio 3 giornate di gioia e socialità e sabato 29 un corteo festoso e comunicativo nelle strade del centro di Modena nonostante la pioggia ci sia stata compagna.
Abbiamo appena organizzato e vissuto nel nuovo spazio 3 giornate di gioia e socialità e sabato 29 un corteo festoso e comunicativo nelle strade del centro di Modena nonostante la pioggia ci sia stata compagna.
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In 5 anni di attività la Cantoniera ha ospitato corsi di italiano per migranti, cineforum, mostre fotografiche, esposizioni artistiche, [[teatro|spettacoli teatrali]], laboratori di [[musica]] hip-hop, domeniche in festa, assemblee pubbliche, serate musicali, ha organizzato raccolte fondi, presentazione di libri, ma soprattutto ha visto la partecipazione di tante persone che hanno contribuito, da protagoniste, a far vivere uno spazio che si configura come laboratorio di costruzione dal basso diidee e di una socialità fondata su un vero pluralismo culturale, fortemente critica verso le logiche dominanti di mercificazione e omologazione dell'esistente
In 5 anni di attività la Cantoniera ha ospitato corsi di italiano per migranti, cineforum, mostre fotografiche, esposizioni artistiche, [[teatro|spettacoli teatrali]], laboratori di [[musica]] hip-hop, domeniche in festa, assemblee pubbliche, serate musicali, ha organizzato raccolte fondi, presentazione di libri, ma soprattutto ha visto la partecipazione di tante persone che hanno contribuito, da protagoniste, a far vivere uno spazio che si configura come laboratorio di costruzione dal basso diidee e di una socialità fondata su un vero pluralismo culturale, fortemente critica verso le logiche dominanti di mercificazione e omologazione dell'esistente
Nel 2008 sono stati realizzati importanti lavori di ristrutturazione, tra cui la pavimentazione e il nuovo portone d'ingresso che hanno reso lo spazio sociale ancora più fruibile. Si sono inoltre conclusi i lavori di messa a norma degli impianti del gas per la parte abitativa e sono state realizzate opere di manutenzione del tetto.
Nel 2008 sono stati realizzati importanti lavori di ristrutturazione, tra cui la pavimentazione e il nuovo portone d'ingresso che hanno reso lo spazio sociale ancora più fruibile. Si sono inoltre conclusi i lavori di messa a norma degli impianti del gas per la parte abitativa e sono state realizzate opere di manutenzione del tetto.
''' All'interno dello spazio sono aperti numerosi progetti dai collettivi che si ritrovano, cittadini e studenteschi, Il gruppo di acquisto solidale "gasoniera" ed il mercato delle autoproduzioni "mercatiniera", il progetto di riconversione ecologico-alimentare "biosteria", il laboratorio teatrale "la crepa", la "rete diritti in casa" collettivo per il diritto alla casa ed autore di numerose occupazioni attive nella città , il collettivo di studenti e precari S.P.A.M. collettivo politico che spesso anima le mobilitazioni cittadine"''
''' All'interno dello spazio sono aperti numerosi progetti dai collettivi che si ritrovano, cittadini e studenteschi, Il gruppo di acquisto solidale "gasoniera" ed il mercato delle autoproduzioni "mercatiniera", il progetto di riconversione ecologico-alimentare "biosteria", il laboratorio teatrale "la crepa", la "rete diritti in casa" collettivo per il diritto alla casa ed autore di numerose occupazioni attive nella città, il collettivo di studenti e precari S.P.A.M. collettivo politico che spesso anima le mobilitazioni cittadine"''


   
   
===ART LAB===
===ART LAB===


Laboratorio precario occupato dal collettivo "studenti autonomi in movimento" nato nel movimento no gelmini dell'autunno [[2010]]. Lo spazio sito in Borgo Tanzi 26 è dell'università di Parma che da più di vent'anni lo tiene vuoto ed inutilizzato. L'occupazione dello stabile da parte degli studenti è avvenuta il [[6 maggio]] [[2011]] in occasione dello sciopero generale indetto dalla CGIL. Nel primo anno di vita dopo una restrutturazione di tutti gli impianti elettrici e idrici prendono il via i primi progetti. Redazione Multimediale "Zeta", scuola di italiano su tre livelli "A0" "A1" e "A2" per migranti, ciclofficina "Velocipede", sede della squadra di calcio antirazzista "La Paz". Molti i progetti in cantiere al via a Settembre 2012. Lo spazio si è caratterizzato per una particolare sensibilità attorno alla questione universitaria e alla liberazione del sapere(promotore di mobilitazioni e di seminari di autoformazione su "beni comuni ambientali" (2011) e "Il biopotere e i dispositivi di controllo dei corpi" (2012) attorno alla questione dell'ecocompatiilità , al welfare e al reddito.
Laboratorio precario occupato dal collettivo "studenti autonomi in movimento" nato nel movimento no gelmini dell'autunno [[2010]]. Lo spazio sito in Borgo Tanzi 26 è dell'università di Parma che da più di vent'anni lo tiene vuoto ed inutilizzato. L'occupazione dello stabile da parte degli studenti è avvenuta il [[6 maggio]] [[2011]] in occasione dello sciopero generale indetto dalla CGIL. Nel primo anno di vita dopo una restrutturazione di tutti gli impianti elettrici e idrici prendono il via i primi progetti. Redazione Multimediale "Zeta", scuola di italiano su tre livelli "A0" "A1" e "A2" per migranti, ciclofficina "Velocipede", sede della squadra di calcio antirazzista "La Paz". Molti i progetti in cantiere al via a Settembre 2012. Lo spazio si è caratterizzato per una particolare sensibilità attorno alla questione universitaria e alla liberazione del sapere(promotore di mobilitazioni e di seminari di autoformazione su "beni comuni ambientali" (2011) e "Il biopotere e i dispositivi di controllo dei corpi" (2012) attorno alla questione dell'ecocompatiilità, al welfare e al reddito.
ArtLab grazie alle numerose iniziative e al dialogo con il quartiere si inserisce armoniacamente nel contesto urbano non trovando resistenze alla sua permanenza. Lo spazio collabora frequentemente con la Casa Cantoniera Autogestita.  Il sito di riferimento è anomaliaparma.org
ArtLab grazie alle numerose iniziative e al dialogo con il quartiere si inserisce armoniacamente nel contesto urbano non trovando resistenze alla sua permanenza. Lo spazio collabora frequentemente con la Casa Cantoniera Autogestita.  Il sito di riferimento è anomaliaparma.org


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Dal volantino del 1 novembre 2014
Dal volantino del 1 novembre 2014


"Come lavoratori dell'Unione Sindacale di Parma, insieme all'Ateneo Libertario, al Gruppo Anarchico A.Cieri-FAI e all'Archivio- Biblioteca Furlotti, abbiamo restituito alla città uno spazio che da anni era chiuso e in stato di abbandono. Abbiamo dovuto occupare perché da anni per tempistiche burocratiche la trattativa col Comune per ottenere una sede per l'Unione Sindacale Italiana, che ci spetta come restituzione del patrimonio storico distrutto dal fascismo, non vedeva alcun spiraglio. Infatti, non tutti sanno che il famoso sciopero agrario del 1908, le Barricate Antifasciste, le dure lotte di inizio '900 furono organizzate non dalla CGIL (che invece le osteggiò) ma dalla Camera del Lavoro di Parma, che aderì all'USI. E questa grande esperienza fu distrutta dal fascismo. Ci rendiamo disponibili, fin da ora, a proporre un progetto di autorecupero dello stabile abbandonato. Negli ultimi tempi, quindi, non solo la nostra attività era di fatto ostacolata, ma tutto il nostro vasto materiale archivistico e librario (definito di “importante rilevanza storica”) stava rovinandosi ed era impedita la libera fruizione a tutti gli interessati. In questo spazio noi intendiamo continuare non solo l'attività che da anni con buoni riscontri stiamo facendo, ma anche far partire con nuovo slancio altri progetti. Troveranno spazio: lo Sportello Sindacale di Lotta Autogestito; l'Archivio/biblioteca “Gianni Furlotti”; una sede locale dell'Associazione contro gli Abusi in Divisa; il progetto “Liberi Libri” con la presentazione mensile di testi di carattere sociale e culturale; un punto di distribuzione di stampa libertaria e tutto quanto l'Assemblea deciderà. Noi riteniamo che sia sempre più necessaria l'apertura di uno spazio libertario in città , nel quale diffondere cultura non omologata e poter sostenere quei lavoratori che ricercano un modo più diretto di autorganizzazione. Liberare spazi di autogestione è una necessità. Usi-Parma, Gruppo Anarchico A.Cieri-FAI, Ateneo Libertario, Archivio-Biblioteca Gianni  
"Come lavoratori dell'Unione Sindacale di Parma, insieme all'Ateneo Libertario, al Gruppo Anarchico A.Cieri-FAI e all'Archivio- Biblioteca Furlotti, abbiamo restituito alla città uno spazio che da anni era chiuso e in stato di abbandono. Abbiamo dovuto occupare perché da anni per tempistiche burocratiche la trattativa col Comune per ottenere una sede per l'Unione Sindacale Italiana, che ci spetta come restituzione del patrimonio storico distrutto dal fascismo, non vedeva alcun spiraglio. Infatti, non tutti sanno che il famoso sciopero agrario del 1908, le Barricate Antifasciste, le dure lotte di inizio '900 furono organizzate non dalla CGIL (che invece le osteggiò) ma dalla Camera del Lavoro di Parma, che aderì all'USI. E questa grande esperienza fu distrutta dal fascismo. Ci rendiamo disponibili, fin da ora, a proporre un progetto di autorecupero dello stabile abbandonato. Negli ultimi tempi, quindi, non solo la nostra attività era di fatto ostacolata, ma tutto il nostro vasto materiale archivistico e librario (definito di “importante rilevanza storica”) stava rovinandosi ed era impedita la libera fruizione a tutti gli interessati. In questo spazio noi intendiamo continuare non solo l'attività che da anni con buoni riscontri stiamo facendo, ma anche far partire con nuovo slancio altri progetti. Troveranno spazio: lo Sportello Sindacale di Lotta Autogestito; l'Archivio/biblioteca “Gianni Furlotti”; una sede locale dell'Associazione contro gli Abusi in Divisa; il progetto “Liberi Libri” con la presentazione mensile di testi di carattere sociale e culturale; un punto di distribuzione di stampa libertaria e tutto quanto l'Assemblea deciderà. Noi riteniamo che sia sempre più necessaria l'apertura di uno spazio libertario in città, nel quale diffondere cultura non omologata e poter sostenere quei lavoratori che ricercano un modo più diretto di autorganizzazione. Liberare spazi di autogestione è una necessità. Usi-Parma, Gruppo Anarchico A.Cieri-FAI, Ateneo Libertario, Archivio-Biblioteca Gianni  


===La Realidad [SGOMBERATO]===
===La Realidad [SGOMBERATO]===
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Ottenuto grazie a un braccio di ferro con il Comune a fine anni '70 dopo diverse occupazioni e scontri, ha visto nascere, ospitare e transitare decine di gruppi, comitati, associazioni e sindacati di stampo libertario e non. Luogo di attività politica, culturale e sociale.
Ottenuto grazie a un braccio di ferro con il Comune a fine anni '70 dopo diverse occupazioni e scontri, ha visto nascere, ospitare e transitare decine di gruppi, comitati, associazioni e sindacati di stampo libertario e non. Luogo di attività politica, culturale e sociale.
Nei primi anni 2000 è stato sede del Kronstadt Cafè, ciclo di serate politico/culturali sul modello degli info-cafè tedeschi, grazie alla FAI Reggiana assieme al RESF - Reggio Emilia Social Forum e appartenenti ai movimenti di base reggiani. Il nome è ispirato alla [[Kronstadt|Rivolta di Kronštadt]].
Nei primi anni 2000 è stato sede del Kronstadt Cafè, ciclo di serate politico/culturali sul modello degli info-cafè tedeschi, grazie alla FAI Reggiana assieme al RESF - Reggio Emilia Social Forum e appartenenti ai movimenti di base reggiani. Il nome è ispirato alla [[Kronstadt|Rivolta di Kronštadt]].
Attivo a tutt'oggi, è diventato sede, oltre che della [[Federazione Anarchica Italiana]] sezione Reggio Emilia, dell'[[Unione Sindacale Italiana] di Reggio Emilia, del Collettivo Giovanile Uppercut, e luogo di ritrovo per altre realtà , come il Comitato NoPacchettoSicurezza.
Attivo a tutt'oggi, è diventato sede, oltre che della [[Federazione Anarchica Italiana]] sezione Reggio Emilia, dell'[[Unione Sindacale Italiana] di Reggio Emilia, del Collettivo Giovanile Uppercut, e luogo di ritrovo per altre realtà, come il Comitato NoPacchettoSicurezza.


Inoltre è punto d'appoggio per l'Archivio Libreria della FAI Reggiana in Piazza L. Magnanini Bondi, 42121 Reggio Emilia, fornitissima dal punto della letteratura anarchica, moderna e storica, oltre che di quella socialista, marxista-leninista e azionista.
Inoltre è punto d'appoggio per l'Archivio Libreria della FAI Reggiana in Piazza L. Magnanini Bondi, 42121 Reggio Emilia, fornitissima dal punto della letteratura anarchica, moderna e storica, oltre che di quella socialista, marxista-leninista e azionista.
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