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Nel [[1960]], su ''Der Spiegel'', poi nel [[1962]], nel suo libro ''Der Reichsbrand. Legende und Wirklichkeit'' <ref>Fritz Tobias, ''Der Reichsbrand Legende und Wirklichkeit'', Rastatt, Baden, 1962.</ref>, Fritz Tobias afferma che la tesi del complotto [[nazista]] è infondata, così come quella del complotto [[comunista]]. Definisce falsi i documenti del libro ''Livre brun'', utilizzati in chiave antinazista <ref>Georges Goriely, ''1933'', pp. 131-132</ref>. Secondo [[Ian Kershaw]], le conclusioni di Tobias sono ormai largamente accettate <ref>I. Kershaw, ''op. cit.'', p. 1011</ref> e l'"innocenza" nazista sarebbe evidenziata dalla reazione sorpresa ed isterica dello stesso Hitler e dei vertici del Partito. <ref>I. Kershaw, ''op. cit. p. 649''</ref>. Tuttavia, l'analisi di Kershaw è stata vigorosamente contestata da Lionel Richard <ref>Lionel Richard, ''Goebbels. Portrait d'un manipulateur'', s.l., André Versaille editore, 2008, p. 132</ref>, secondo il quale « le analisi di Tobias, già fortemente messe in dubbio da un gruppo di storici quando sono state pubblicate, non hanno più alcun credito. È stato dimostrato che sono informazioni documentarie non affidabili. All'occorrenza, Kershaw avrebbe potuto, al meno, prendere seriamente in considerazione i lavori di Alexander Bahar<ref> Alexander bahar, ''Dieses Feuer ist erst der Anfang. Die Nazis und der Reichstagsbrand'', ''in'' ''Bulletin - Berliner Gesellschaft für Faschismus- und Weltkriegsforschung / herausgegeben von Berliner Gesellschaft für Faschismus- und Weltkriegsforschung'',Berlin, Edition Organon, 2005, Heft 25/26, pp. 87-120</ref>. » | Nel [[1960]], su ''Der Spiegel'', poi nel [[1962]], nel suo libro ''Der Reichsbrand. Legende und Wirklichkeit'' <ref>Fritz Tobias, ''Der Reichsbrand Legende und Wirklichkeit'', Rastatt, Baden, 1962.</ref>, Fritz Tobias afferma che la tesi del complotto [[nazista]] è infondata, così come quella del complotto [[comunista]]. Definisce falsi i documenti del libro ''Livre brun'', utilizzati in chiave antinazista <ref>Georges Goriely, ''1933'', pp. 131-132</ref>. Secondo [[Ian Kershaw]], le conclusioni di Tobias sono ormai largamente accettate <ref>I. Kershaw, ''op. cit.'', p. 1011</ref> e l'"innocenza" nazista sarebbe evidenziata dalla reazione sorpresa ed isterica dello stesso Hitler e dei vertici del Partito. <ref>I. Kershaw, ''op. cit. p. 649''</ref>. Tuttavia, l'analisi di Kershaw è stata vigorosamente contestata da Lionel Richard <ref>Lionel Richard, ''Goebbels. Portrait d'un manipulateur'', s.l., André Versaille editore, 2008, p. 132</ref>, secondo il quale « le analisi di Tobias, già fortemente messe in dubbio da un gruppo di storici quando sono state pubblicate, non hanno più alcun credito. È stato dimostrato che sono informazioni documentarie non affidabili. All'occorrenza, Kershaw avrebbe potuto, al meno, prendere seriamente in considerazione i lavori di Alexander Bahar<ref> Alexander bahar, ''Dieses Feuer ist erst der Anfang. Die Nazis und der Reichstagsbrand'', ''in'' ''Bulletin - Berliner Gesellschaft für Faschismus- und Weltkriegsforschung / herausgegeben von Berliner Gesellschaft für Faschismus- und Weltkriegsforschung'',Berlin, Edition Organon, 2005, Heft 25/26, pp. 87-120</ref>. » | ||
== Note == | == Note == | ||
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== Bibliografia == | == Bibliografia == | ||
* Nico Jassies, ''Berlino brucia. Marinus Van der Lubbe e l'incendio del Reichstag'', Zero in condotta, Milano, 2007. | * Nico Jassies, ''Berlino brucia. Marinus Van der Lubbe e l'incendio del Reichstag'', Zero in condotta, Milano, 2007. |