Centri sociali autogestiti dell'Emilia-Romagna: differenze tra le versioni

Jump to navigation Jump to search
m
Sostituzione testo - " d" con " d"
m (Sostituzione testo - " i" con " i")
m (Sostituzione testo - " d" con " d")
Riga 63: Riga 63:
===Circolo anarchico Berneri===
===Circolo anarchico Berneri===
Circolo [[anarchismo|anarchico]] posizionato dentro il cassero di Porta Santo Stefano (nella metà opposta a quella dove si trova ''Atlantide''). La sede venne concessa ad un affitto simbolico dal Comune di Bologna come risarcimento per l'esproprio avvenuto in epoca fascista della sede dell'[[Unione Sindacale Italiana|USI]], presso la Vecchia Camera del Lavoro di Via delle Lame<ref>[http://www.horstfantazzini.net/libero_fantazzini.htm Biografia di Libero Fantazzini], Tomaso Marabini, Roberto Zani, 24 aprile 2003</ref>. Grazie anche al sostegno dell'[[ANPI]], con cui avevano mantenuto buoni rapporti, i militanti anarchici bolognesi, tra cui [[Libero Fantazzini]] e [[Elio Xerri]], riuscirono ad ottenere l'edificio ed inaugurare la sede il [[5 agosto]] [[1972]]. Il circolo, che fu intitolato a [[Camillo Berneri]], andò ad affiancare l'altra sede anarchica bolognese "''Cafiero''" di via Paglietta.  
Circolo [[anarchismo|anarchico]] posizionato dentro il cassero di Porta Santo Stefano (nella metà opposta a quella dove si trova ''Atlantide''). La sede venne concessa ad un affitto simbolico dal Comune di Bologna come risarcimento per l'esproprio avvenuto in epoca fascista della sede dell'[[Unione Sindacale Italiana|USI]], presso la Vecchia Camera del Lavoro di Via delle Lame<ref>[http://www.horstfantazzini.net/libero_fantazzini.htm Biografia di Libero Fantazzini], Tomaso Marabini, Roberto Zani, 24 aprile 2003</ref>. Grazie anche al sostegno dell'[[ANPI]], con cui avevano mantenuto buoni rapporti, i militanti anarchici bolognesi, tra cui [[Libero Fantazzini]] e [[Elio Xerri]], riuscirono ad ottenere l'edificio ed inaugurare la sede il [[5 agosto]] [[1972]]. Il circolo, che fu intitolato a [[Camillo Berneri]], andò ad affiancare l'altra sede anarchica bolognese "''Cafiero''" di via Paglietta.  
Attorno al circolo ''Berneri'' ruotarono le principali esperienze della Bologna anarchica degli anni successivi: la ''libreria del Picchio'', la ''libreria-osteria dell'Onagro'', l'''osteria-music hall della Talpa'' (in seguito ''Punkreas''), i ''Nuclei Libertari di Fabbrica'', i ''Nuclei Liberari degli studenti'', il ''Nucleo Anarchico Universitario'', i gruppi "''Pensiero e Azione''", "''Azione Anarchica''", "''Autogestione''" fino alla costituzione della ''Federazione Anarchica Bolognese'' nel [[1975]]<ref>[http://libreriailpicchio.blogspot.com/2006/12/blog-post_21.html Se trent'anni vi sembran pochi... Iniziative per i 30 anni di attività del circolo anarchico "Camillo Berneri"]</ref>.  
Attorno al circolo ''Berneri'' ruotarono le principali esperienze della Bologna anarchica degli anni successivi: la ''libreria del Picchio'', la ''libreria-osteria dell'Onagro'', l'''osteria-music hall della Talpa'' (in seguito ''Punkreas''), i ''Nuclei Libertari di Fabbrica'', i ''Nuclei Liberari degli studenti'', il ''Nucleo Anarchico Universitario'', i gruppi "''Pensiero e Azione''", "''Azione Anarchica''", "''Autogestione''" fino alla costituzione della ''Federazione Anarchica Bolognese'' nel [[1975]]<ref>[http://libreriailpicchio.blogspot.com/2006/12/blog-post_21.html Se trent'anni vi sembran pochi... Iniziative per i 30 anni di attività del circolo anarchico "Camillo Berneri"]</ref>.  
Negli [[anni 1990]] a Bologna si è andata delineando una spaccatura tra i militanti anarchici legati alla [[Federazione Anarchica Italiana]], alla quale è sempre stato legato il Circolo Berneri, e gruppi anarchici non organizzati, spesso definiti dai [[media]] «[[anarco-insurrezionalismo|anarco-insurrezionalisti]]». Nella notte del [[31 agosto]] [[1996]] un episodio sancisce la rottura: una festa di protesta organizzata dai gruppi autonomi al circolo Berneri, prestato per l'occasione, degenera a causa di alcuni militanti ubriachi che richiedono soldi alle auto che transitano. Intervengono le forze dell'ordine che assediano fino al mattino i partecipanti all'iniziativa barricati dentro al Berneri ed un centinaio di militanti del circolo e delle realtà di movimento bolognesi che tentano di frapporsi tra polizia e assediati, mentre dal tetto dell'edificio vengono lanciate tegole e vengono contestati anche i militanti sopraggiunti. Il circolo Berneri e la [[FAI]] condannarono «certi atti teppistici e provocatori, lontani dall'etica anarchica, che hanno messo a repentaglio l'incolumità della sede», provocando la rottura definitiva<ref>[http://squat.net/tmc/msg02445.html Repubblica on-line del 13-1-2002]<br />[http://www.tmcrew.org/news/cassero.htm Assediato il Cassero Anarchico]<br />''Pacchi bomba, indagini a Bologna'', Sara Menafra, Il Manifesto, 14 gennaio 2004</ref>.
Negli [[anni 1990]] a Bologna si è andata delineando una spaccatura tra i militanti anarchici legati alla [[Federazione Anarchica Italiana]], alla quale è sempre stato legato il Circolo Berneri, e gruppi anarchici non organizzati, spesso definiti dai [[media]] «[[anarco-insurrezionalismo|anarco-insurrezionalisti]]». Nella notte del [[31 agosto]] [[1996]] un episodio sancisce la rottura: una festa di protesta organizzata dai gruppi autonomi al circolo Berneri, prestato per l'occasione, degenera a causa di alcuni militanti ubriachi che richiedono soldi alle auto che transitano. Intervengono le forze dell'ordine che assediano fino al mattino i partecipanti all'iniziativa barricati dentro al Berneri ed un centinaio di militanti del circolo e delle realtà di movimento bolognesi che tentano di frapporsi tra polizia e assediati, mentre dal tetto dell'edificio vengono lanciate tegole e vengono contestati anche i militanti sopraggiunti. Il circolo Berneri e la [[FAI]] condannarono «certi atti teppistici e provocatori, lontani dall'etica anarchica, che hanno messo a repentaglio l'incolumità della sede», provocando la rottura definitiva<ref>[http://squat.net/tmc/msg02445.html Repubblica on-line del 13-1-2002]<br />[http://www.tmcrew.org/news/cassero.htm Assediato il Cassero Anarchico]<br />''Pacchi bomba, indagini a Bologna'', Sara Menafra, Il Manifesto, 14 gennaio 2004</ref>.


Riga 134: Riga 134:
Il '''laboratorio occupato Crash!''' è un '''CSOA''' ([[squats|Centro sociale]] occupato e autogestito) di Bologna.
Il '''laboratorio occupato Crash!''' è un '''CSOA''' ([[squats|Centro sociale]] occupato e autogestito) di Bologna.
La prima occupazione è del [[28 novembre]] [[2003]], ma dura poche ore. Il progetto si propone di portare avanti le lotte sociali legate al diritto alla casa, all'[[antifascismo]], all'[[antirazzismo]] e all'[[antisessismo]] unendo immigrati, studenti e precari. Il collettivo è ideologicamente legato all'esperienza dell'[[Autonomia Operaia]].
La prima occupazione è del [[28 novembre]] [[2003]], ma dura poche ore. Il progetto si propone di portare avanti le lotte sociali legate al diritto alla casa, all'[[antifascismo]], all'[[antirazzismo]] e all'[[antisessismo]] unendo immigrati, studenti e precari. Il collettivo è ideologicamente legato all'esperienza dell'[[Autonomia Operaia]].
Il [[5 marzo]] [[2005]] i militanti di Crash! occupano uno stabile abbandonato in via Avesella, denunciando lo stato fatiscente e pericoloso (a causa delle centraline Enel abbandonate) dell'edificio, nonostante un progetto di recupero tramite ingenti fondi pubblici stanziati nel [[1998]]. Lo stabile viene lasciato dallo stesso collettivo il [[15 aprile]], quando arrivano reali assicurazioni sulla ristrutturazione degli appartamenti e la rimozione delle centraline inquinanti (effettivamente realizzate solo a fine 2008). Subito dopo viene occupato un nuovo stabile in via San Donato, con l'obiettivo di impedire che diventasse sede di un'illegale discarica di [[amianto]] e teatro di spaccio d'[[eroina]]. Ancora una volta lo stabile viene sgomberato dopo una richiesta di sgombero del proprietario.
Il [[5 marzo]] [[2005]] i militanti di Crash! occupano uno stabile abbandonato in via Avesella, denunciando lo stato fatiscente e pericoloso (a causa delle centraline Enel abbandonate) dell'edificio, nonostante un progetto di recupero tramite ingenti fondi pubblici stanziati nel [[1998]]. Lo stabile viene lasciato dallo stesso collettivo il [[15 aprile]], quando arrivano reali assicurazioni sulla ristrutturazione degli appartamenti e la rimozione delle centraline inquinanti (effettivamente realizzate solo a fine 2008). Subito dopo viene occupato un nuovo stabile in via San Donato, con l'obiettivo di impedire che diventasse sede di un'illegale discarica di [[amianto]] e teatro di spaccio d'[[eroina]]. Ancora una volta lo stabile viene sgomberato dopo una richiesta di sgombero del proprietario.
Le successive occupazioni sono il [[25 febbraio]] [[2006]] in via Gioanneti e in via Zanardi 45 il [[12 maggio]], quest'ultimo sgomberato nell'agosto del 2007 da parte della polizia, come da consuetudine in piena estate approfittando del fatto che lo spazio era vuoto. Un altro stabile sarà occupato l'8 ottobre dello stesso anno in via Zanardi 106<ref>[http://bologna.repubblica.it/dettaglio/Crash-duemila-in-corteo-Occupato-uno-stabile/1373855 Crash, duemila in corteo Occupato uno stabile | Bologna la Repubblica.it<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>sgomberato il [[26 novembre]] [[2008]]) e in via Donato Creti 24, sgomberato il [[3 dicembre]] [[2008]]. Oggi il Laboratorio Crash! si trova in via della Cooperazione 10 in un vecchio stabile della banca Unicredit occupato nel febbraio 2009. Nonostante gli ultimi anni si siano succeduti in un clima di sostanziale accettazione della presenza del Laboratorio Crash!, sia per quanto riguarda le iniziative messe in atto dal CSOA sia per il flusso di visitatori, negli ultimi mesi della prima metà del [[2014]] occupanti e vicinato hanno riscontrato la presenza, nei pressi del centro sociale, di "ronde" di dubbia matrice politica. Inoltre, quasi contemporaneamente, sono stati rinvenuti nottetempo diversi volantini propagandistici firmati [[Fronte Nazionale]], affissi ai muri e ai cancelli esterni del Crash! Queste 'incursioni' sono state definite dagli occupanti "pure provocazioni, anche se di natura simbolica".
Le successive occupazioni sono il [[25 febbraio]] [[2006]] in via Gioanneti e in via Zanardi 45 il [[12 maggio]], quest'ultimo sgomberato nell'agosto del 2007 da parte della polizia, come da consuetudine in piena estate approfittando del fatto che lo spazio era vuoto. Un altro stabile sarà occupato l'8 ottobre dello stesso anno in via Zanardi 106<ref>[http://bologna.repubblica.it/dettaglio/Crash-duemila-in-corteo-Occupato-uno-stabile/1373855 Crash, duemila in corteo Occupato uno stabile | Bologna la Repubblica.it<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>sgomberato il [[26 novembre]] [[2008]]) e in via Donato Creti 24, sgomberato il [[3 dicembre]] [[2008]]. Oggi il Laboratorio Crash! si trova in via della Cooperazione 10 in un vecchio stabile della banca Unicredit occupato nel febbraio 2009. Nonostante gli ultimi anni si siano succeduti in un clima di sostanziale accettazione della presenza del Laboratorio Crash!, sia per quanto riguarda le iniziative messe in atto dal CSOA sia per il flusso di visitatori, negli ultimi mesi della prima metà del [[2014]] occupanti e vicinato hanno riscontrato la presenza, nei pressi del centro sociale, di "ronde" di dubbia matrice politica. Inoltre, quasi contemporaneamente, sono stati rinvenuti nottetempo diversi volantini propagandistici firmati [[Fronte Nazionale]], affissi ai muri e ai cancelli esterni del Crash! Queste 'incursioni' sono state definite dagli occupanti "pure provocazioni, anche se di natura simbolica".


Riga 261: Riga 261:


===Vag61===
===Vag61===
Vag61 nacque con l'occupazione del ex Dopolavoro dei Monopoli di Stato in Via Azzo Gardino 61 il [[6 dicembre]] [[2003]], allo scopo di creare un ''media center''. Dopo le proteste dei proprietari dello stabile, i Monopoli di Stato, e nonostante un appello con migliaia di firmatari per la salvaguardia del Vag, il centro fu sgomberato il [[29 dicembre]] successivo<ref>[http://www.vag61.info/vag61/indices/index_43.html Un Media Center per la città. Un po' di storia...] dal sito del Vag61</ref>. Iniziarono le trattative con l'amministrazione comunale, in particolare tramite ''Valerio Monteventi'', consigliere comunale dal [[1990]] e rieletto nel [[2004]] come indipendente nelle liste di [[Rifondazione Comunista]], attivista del centro, per ottenere una nuova sede. Fu così assegnato al Vag l'edificio in via Paolo Fabbri 110, archivio della Procura della Repubblica del Tribunale in via di smantellamento. Dopo la ristrutturazione dello stabile il [[9 ottobre]] [[2004]] riaprì nella nuova sede, per la quale corrisponde al comune un affitto annuo di 14.000€.<ref>[http://urp.comune.bologna.it/AlboPretorio/Albo.nsf/2e18b8b75084251541256b030063b599/fee6b5d5b39a4a1ac1256eb100254257?OpenDocument Comune di Bologna, Deliberazioni di giunta e consiglio n.231/2004 del 10/06/2004]</ref>.  Nel 2008 i pagamenti vennero sospesi per qualche tempo, in risposta<ref>[http://www.vag61.info/vag61/articles/art_2397.html Vag61 di nuovo sotto attacco<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref> ad un'ordinanza comunale che autorizza la Polizia Giudiziaria a porre i sigilli allo stabile qualora venissero somministrati cibi o bevande o riprodotta musica senza le dovute autorizzazioni. La convenzione è scaduta nell'agosto 2010 e non è ancora stata rinnovata. A novembre 2010 il centro sociale rese nota l'intenzione del Comune di Bologna, allora amministrato dal Commissario [[Anna Maria Cancellieri]] di trasferire la sede altrove. Ci furono proteste<ref>[http://vag61.noblogs.org/post/2010/11/29/vag61-ancora-sotto-tiro-ma-lanomalia-non-si-arrende/ VAG61 ANCORA SOTTO TIRO, MA L'ANOMALIA NON SI ARRENDE (comunicato) | Vag61 Spazio Libero Autogestito<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref> e l'amministrazione commissariale tornò sui suoi passi
Vag61 nacque con l'occupazione del ex Dopolavoro dei Monopoli di Stato in Via Azzo Gardino 61 il [[6 dicembre]] [[2003]], allo scopo di creare un ''media center''. Dopo le proteste dei proprietari dello stabile, i Monopoli di Stato, e nonostante un appello con migliaia di firmatari per la salvaguardia del Vag, il centro fu sgomberato il [[29 dicembre]] successivo<ref>[http://www.vag61.info/vag61/indices/index_43.html Un Media Center per la città. Un po' di storia...] dal sito del Vag61</ref>. Iniziarono le trattative con l'amministrazione comunale, in particolare tramite ''Valerio Monteventi'', consigliere comunale dal [[1990]] e rieletto nel [[2004]] come indipendente nelle liste di [[Rifondazione Comunista]], attivista del centro, per ottenere una nuova sede. Fu così assegnato al Vag l'edificio in via Paolo Fabbri 110, archivio della Procura della Repubblica del Tribunale in via di smantellamento. Dopo la ristrutturazione dello stabile il [[9 ottobre]] [[2004]] riaprì nella nuova sede, per la quale corrisponde al comune un affitto annuo di 14.000€.<ref>[http://urp.comune.bologna.it/AlboPretorio/Albo.nsf/2e18b8b75084251541256b030063b599/fee6b5d5b39a4a1ac1256eb100254257?OpenDocument Comune di Bologna, Deliberazioni di giunta e consiglio n.231/2004 del 10/06/2004]</ref>.  Nel 2008 i pagamenti vennero sospesi per qualche tempo, in risposta<ref>[http://www.vag61.info/vag61/articles/art_2397.html Vag61 di nuovo sotto attacco<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref> ad un'ordinanza comunale che autorizza la Polizia Giudiziaria a porre i sigilli allo stabile qualora venissero somministrati cibi o bevande o riprodotta musica senza le dovute autorizzazioni. La convenzione è scaduta nell'agosto 2010 e non è ancora stata rinnovata. A novembre 2010 il centro sociale rese nota l'intenzione del Comune di Bologna, allora amministrato dal Commissario [[Anna Maria Cancellieri]] di trasferire la sede altrove. Ci furono proteste<ref>[http://vag61.noblogs.org/post/2010/11/29/vag61-ancora-sotto-tiro-ma-lanomalia-non-si-arrende/ VAG61 ANCORA SOTTO TIRO, MA L'ANOMALIA NON SI ARRENDE (comunicato) | Vag61 Spazio Libero Autogestito<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref> e l'amministrazione commissariale tornò sui suoi passi
Il '' progetto media center'' si propone di fornire libero accesso alla comunicazione indipendente alla cittadinanza, e in particolare ai migranti, studenti, minoranze, associazioni no-profit. Hanno inoltre sede nel centro sociale il ''Centro di documentazione dei Movimenti Francesco Lorusso/Carlo Giuliani'', il ''Collettivo studenti medi Utòpia''<ref>[http://vag61.noblogs.org/utopia/ Utopia | Vag61 Spazio Libero Autogestito<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>, il ''Gruppo video Occhiovago'', le autoproduzioni musicali ''Studio61'', la ''Brigata cucinieri della Cirenaica'', un mercato settimanale dei produttori biologici organizzato dall'associazione Campiaperti<ref>[http://www.campiaperti.org/Mercati.htm Campiaperti.org]</ref>, la redazione del giornale cartaceo e online ''Zic.it - Zero in Condotta''<ref>[http://www.zic.it/chi-siamo/ Chi siamo]</ref>, il progetto di produzioni di spettacolo per adolescenti a rischio del quartiere Pilastro ''Katun Party''. Vag61 è stato in passato anche sede della ''Rete Universitaria'', collettivo studentesco attivo dal novembre 2003, fino al suo scioglimento nel febbraio 2007<ref>[http://reteuniversitariabologna.noblogs.org/post/2006/12/22/chisiamo Chi siamo | reteuniversitariabologna<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>, dell'emittente ''Radio Città Fujiko'', che trasmetteva dal primo piano dello stabile, e che ha traslocato in una nuova sede nel 2008 a seguito di dissidi sulla trasmissione di spot elettorali di estrema destra<ref>[http://www.vag61.info/vag61/articles/art_2511.html Vag61 sugli spot elettorali fascisti su Radiocittà fujiko<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>, e di altre realtà come il ''network della comunicazione antagonista Malabocca'' (attivo per circa un anno nel 2007-2008), il ''Bologna Free Software Forum'', il progetto informatico ''Comodino'', l'''UFO - unione fotografi organizzati''.
Il '' progetto media center'' si propone di fornire libero accesso alla comunicazione indipendente alla cittadinanza, e in particolare ai migranti, studenti, minoranze, associazioni no-profit. Hanno inoltre sede nel centro sociale il ''Centro di documentazione dei Movimenti Francesco Lorusso/Carlo Giuliani'', il ''Collettivo studenti medi Utòpia''<ref>[http://vag61.noblogs.org/utopia/ Utopia | Vag61 Spazio Libero Autogestito<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>, il ''Gruppo video Occhiovago'', le autoproduzioni musicali ''Studio61'', la ''Brigata cucinieri della Cirenaica'', un mercato settimanale dei produttori biologici organizzato dall'associazione Campiaperti<ref>[http://www.campiaperti.org/Mercati.htm Campiaperti.org]</ref>, la redazione del giornale cartaceo e online ''Zic.it - Zero in Condotta''<ref>[http://www.zic.it/chi-siamo/ Chi siamo]</ref>, il progetto di produzioni di spettacolo per adolescenti a rischio del quartiere Pilastro ''Katun Party''. Vag61 è stato in passato anche sede della ''Rete Universitaria'', collettivo studentesco attivo dal novembre 2003, fino al suo scioglimento nel febbraio 2007<ref>[http://reteuniversitariabologna.noblogs.org/post/2006/12/22/chisiamo Chi siamo | reteuniversitariabologna<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>, dell'emittente ''Radio Città Fujiko'', che trasmetteva dal primo piano dello stabile, e che ha traslocato in una nuova sede nel 2008 a seguito di dissidi sulla trasmissione di spot elettorali di estrema destra<ref>[http://www.vag61.info/vag61/articles/art_2511.html Vag61 sugli spot elettorali fascisti su Radiocittà fujiko<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>, e di altre realtà come il ''network della comunicazione antagonista Malabocca'' (attivo per circa un anno nel 2007-2008), il ''Bologna Free Software Forum'', il progetto informatico ''Comodino'', l'''UFO - unione fotografi organizzati''.
Nel maggio [[2011]], con altri collettivi e centri sociali cittadini, Vag61 costituisce la Rete ''TimeOut''<ref name=autogenerato1 />, che a sua volta si riconosce, a livello nazionale, negli ''Stati generali della precarietà '', di cui a settembre proprio negli spazi di via Paolo Fabbri viene ospitata la quarta assemblea nazionale<ref>[http://www.scioperoprecario.org/2011/09/bologna-25-settembre-costituente-dello-sciopero-precario/ BOLOGNA, 25 SETTEMBRE: COSTITUENTE DELLO SCIOPERO PRECARIO » Sciopero Precario<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>.
Nel maggio [[2011]], con altri collettivi e centri sociali cittadini, Vag61 costituisce la Rete ''TimeOut''<ref name=autogenerato1 />, che a sua volta si riconosce, a livello nazionale, negli ''Stati generali della precarietà '', di cui a settembre proprio negli spazi di via Paolo Fabbri viene ospitata la quarta assemblea nazionale<ref>[http://www.scioperoprecario.org/2011/09/bologna-25-settembre-costituente-dello-sciopero-precario/ BOLOGNA, 25 SETTEMBRE: COSTITUENTE DELLO SCIOPERO PRECARIO » Sciopero Precario<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>.
Riga 287: Riga 287:
===Al Confino===
===Al Confino===
L'ex scuola elementare della frazione di Pontecucco (nella campagna cesenate), abbandonata da anni, nel [[1994]] venne concessa dal comune di Cesena al "''Centro di comunicazione antagonista''"<ref>[http://www.corrierecesenate.com/2008/01/18/ordinanze-di-carta-straccia/ Ordinanze di carta straccia?] di Michelangelo Bucci, dal Corriere Cesenate, 18-1-2008</ref>, un'organizzazione impegnata prevalentemente in battaglie di [[controinformazione]], in parte vicina alle posizioni [[zapatismo|zapatiste]]. La gestione dello spazio proseguì per alcuni anni in collaborazione con diverse anime del movimento cesenate e ravennate (ad esempio il collettivo ''Estrella Roja'' ed il ''Comitato internazionalista di Cesena''), ed il centro sociale prese il nome "Al Confino".  Nel [[1998]] la parte degli attivisti più politicizzati del centro fuoriuscirono e si spostarono in uno spazio in affitto in zona centrale a Cesena, il ''Pellerossa''. Verso fine anni 1990 rimasero così al Confino prevalentemente dei giovani delle scuole superiori, legati in gran parte alla musica hard core, emocore e indie rock, fu un breve ma intenso periodo, ricco di concerti di artisti italiani e internazionali.
L'ex scuola elementare della frazione di Pontecucco (nella campagna cesenate), abbandonata da anni, nel [[1994]] venne concessa dal comune di Cesena al "''Centro di comunicazione antagonista''"<ref>[http://www.corrierecesenate.com/2008/01/18/ordinanze-di-carta-straccia/ Ordinanze di carta straccia?] di Michelangelo Bucci, dal Corriere Cesenate, 18-1-2008</ref>, un'organizzazione impegnata prevalentemente in battaglie di [[controinformazione]], in parte vicina alle posizioni [[zapatismo|zapatiste]]. La gestione dello spazio proseguì per alcuni anni in collaborazione con diverse anime del movimento cesenate e ravennate (ad esempio il collettivo ''Estrella Roja'' ed il ''Comitato internazionalista di Cesena''), ed il centro sociale prese il nome "Al Confino".  Nel [[1998]] la parte degli attivisti più politicizzati del centro fuoriuscirono e si spostarono in uno spazio in affitto in zona centrale a Cesena, il ''Pellerossa''. Verso fine anni 1990 rimasero così al Confino prevalentemente dei giovani delle scuole superiori, legati in gran parte alla musica hard core, emocore e indie rock, fu un breve ma intenso periodo, ricco di concerti di artisti italiani e internazionali.
Il Confino diventò successivamente centro di aggregazione prevalentemente di militanti [[anarchici]], e si intensificò la collaborazione con il ''Casello Occupato'' di [[Lido di Savio]]. Nel [[2001]] ci furono trattative con il comune per la riassegnazione formale dello spazio, ma non venne poi firmato l'accordo ed il centro sociale divenne di fatto occupato. Negli anni successivi Al Confino diventa uno dei centri più importanti del circuito [[hardcore punk]] italiano, ospitando innumerevoli concerti con gruppi internazionali. Il gruppo musicale hc [[Contrasto (gruppo musicale)|Contrasto]] (autore di concerti nei centri sociali di tutta Europa e di numerose uscite discografiche, autoprodotte come da tradizione per il genere, una delle quali in split con gli storici [[Sin Dios]]) diviene una delle colonne dell'occupazione<ref>[http://www.contrastohc.com/download/testi/CONTRASTO-intervista-2005.pdf Intervista ai CONTRASTO] da parte di Cccapo'(T.M.D.) – Gennaio 2005 (PDF)</ref>. Vengono inoltre organizzate iniziative in particolari sui temi dell'[[antipsichiatria]], contro il sistema carcerario (spesso in collaborazione con ''Giù mura/Giù box'') ed animaliste (in collaborazione con ''Equal Rights'' di [[Forlì]]).
Il Confino diventò successivamente centro di aggregazione prevalentemente di militanti [[anarchici]], e si intensificò la collaborazione con il ''Casello Occupato'' di [[Lido di Savio]]. Nel [[2001]] ci furono trattative con il comune per la riassegnazione formale dello spazio, ma non venne poi firmato l'accordo ed il centro sociale divenne di fatto occupato. Negli anni successivi Al Confino diventa uno dei centri più importanti del circuito [[hardcore punk]] italiano, ospitando innumerevoli concerti con gruppi internazionali. Il gruppo musicale hc [[Contrasto (gruppo musicale)|Contrasto]] (autore di concerti nei centri sociali di tutta Europa e di numerose uscite discografiche, autoprodotte come da tradizione per il genere, una delle quali in split con gli storici [[Sin Dios]]) diviene una delle colonne dell'occupazione<ref>[http://www.contrastohc.com/download/testi/CONTRASTO-intervista-2005.pdf Intervista ai CONTRASTO] da parte di Cccapo'(T.M.D.) – Gennaio 2005 (PDF)</ref>. Vengono inoltre organizzate iniziative in particolari sui temi dell'[[antipsichiatria]], contro il sistema carcerario (spesso in collaborazione con ''Giù mura/Giù box'') ed animaliste (in collaborazione con ''Equal Rights'' di [[Forlì]]).


L'amministrazione comunale e le forze dell'ordine minacciano più volte lo sgombero, e vengono emesse ordinanze per richiedere che la struttura venga abbandonata. Nel [[2008]] riparte una nuova ondata di polemiche, in particolare per gli attacchi dell'opposizione di centrodestra all'amministrazione comunale per la tolleranza verso la situazione di illegalità e per la pressione dell'ente proprietario dello stabile. In seguito ad un nuovo rifiuto da parte degli occupanti di firmare un accordo con l'amministrazione comunale, il [[6 maggio]] del [[2008]] l'ex scuola viene sgomberata dai vigili urbani di Cesena e l'edificio viene destinato alla vendita a privati.
L'amministrazione comunale e le forze dell'ordine minacciano più volte lo sgombero, e vengono emesse ordinanze per richiedere che la struttura venga abbandonata. Nel [[2008]] riparte una nuova ondata di polemiche, in particolare per gli attacchi dell'opposizione di centrodestra all'amministrazione comunale per la tolleranza verso la situazione di illegalità e per la pressione dell'ente proprietario dello stabile. In seguito ad un nuovo rifiuto da parte degli occupanti di firmare un accordo con l'amministrazione comunale, il [[6 maggio]] del [[2008]] l'ex scuola viene sgomberata dai vigili urbani di Cesena e l'edificio viene destinato alla vendita a privati.
64 364

contributi

I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi. Utilizzando i nostri servizi, accetti il nostro utilizzo dei cookie.

Menu di navigazione