Antipsichiatria: differenze tra le versioni

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[[David Cooper]] coniò il termine '''antipsichiatria''', definendo così un movimento che metteva in discussione i cardini della psichiatria classicamente intesa.
[[David Cooper]] coniò il termine '''antipsichiatria''', definendo così un movimento che metteva in discussione i cardini della psichiatria classicamente intesa.
[[File:Artaud.jpg|thumb|left|[[Antonin Artaud]], artista francese, visse la terribile esperienza del ricovero in ospedali psichiatrici]]
[[File:Artaud.jpg|thumb|left|[[Antonin Artaud]], artista francese, visse la terribile esperienza del ricovero in ospedali psichiatrici]]
Anche numerosi altri psichiatri (Goffman e Szasz negli [[USA]], Laing in Gran Bretagna, Guattari, Deleuze e [[Foucault]] in [[Francia]], Basaglia, Borgna e Talleri in [[Italia]]) rivisitarono radicalmente l'impostazione della psicopatologia e dell'assistenza psichiatrica, mettendo in luce le mistificazioni del [[potere]] sottostante ai concetti base della psichiatria (in particolare quelli di malattia mentale e di schizofrenia). Quest'idea rifiuta il concetto di manicomi e trattamento coatto o imposta dall'[[autorità ]], partendo dal presupposto che i disturbi mentali non possono essere curati come le malattie del corpo, «perché nella gran parte dei casi  le sofferenze psichiatriche sono il risultato non di malattie o di disfunzioni ma di condizionamenti ambientali, contraddizioni sociali, quando non di oggettivazioni che i processi di razionalizzazione compiono a proposito di tutto ciò che fuoriesce dall'ambito che essi circoscrivono. Per l'antipsichiatria, ragione e follia sono entrambe espressione della condizione umana che, a seconda delle possibilità  di cui dispone, dà  parola ai propri bisogni e ai propri desideri ora con il linguaggio della ragione condivisa, ora con il linguaggio dell'irrazionalità .» <ref>Umberto Galimberti ''Psichiatria  e fenomenologia'', Feltrinelli, pag 239</ref>
Anche numerosi altri psichiatri (Goffman e Szasz negli [[USA]], Laing in Gran Bretagna, Guattari, Deleuze e [[Foucault]] in [[Francia]], Basaglia, Borgna e Talleri in [[Italia]]) rivisitarono radicalmente l'impostazione della psicopatologia e dell'assistenza psichiatrica, mettendo in luce le mistificazioni del [[potere]] sottostante ai concetti base della psichiatria (in particolare quelli di malattia mentale e di schizofrenia). Quest'idea rifiuta il concetto di manicomi e trattamento coatto o imposta dall'[[autorità ]], partendo dal presupposto che i disturbi mentali non possono essere curati come le malattie del corpo, «perché nella gran parte dei casi  le sofferenze psichiatriche sono il risultato non di malattie o di disfunzioni ma di condizionamenti ambientali, contraddizioni sociali, quando non di oggettivazioni che i processi di razionalizzazione compiono a proposito di tutto ciò che fuoriesce dall'ambito che essi circoscrivono. Per l'antipsichiatria, ragione e follia sono entrambe espressione della condizione umana che, a seconda delle possibilità  di cui dispone, dà  parola ai propri bisogni e ai propri desideri ora con il linguaggio della ragione condivisa, ora con il linguaggio dell'irrazionalità .» <ref>Umberto Galimberti ''Psichiatria  e fenomenologia'', Feltrinelli, pag 239</ref>


Seppur il termine antipsichiatria racchiuda diverse correnti di pensiero critiche della psichiatria organicistica, generalmente tutte queste non negano l'esistenza della follia, bensì ritengono che essa sia semplicemente uno dei tanti modi attraverso cui gli individui si rapportano con il mondo. La follia sarebbe di conseguenza un modo di essere nel mondo; tra l'altro essa non è una prerogativa esclusiva di alcuni individui ma potenzialmente di tutti, visto che ogni essere umano potrebbe cadere in tale stato d'animo.
Seppur il termine antipsichiatria racchiuda diverse correnti di pensiero critiche della psichiatria organicistica, generalmente tutte queste non negano l'esistenza della follia, bensì ritengono che essa sia semplicemente uno dei tanti modi attraverso cui gli individui si rapportano con il mondo. La follia sarebbe di conseguenza un modo di essere nel mondo; tra l'altro essa non è una prerogativa esclusiva di alcuni individui ma potenzialmente di tutti, visto che ogni essere umano potrebbe cadere in tale stato d'animo.
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