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[[File:Picelli.jpg|thumb|Guido Picelli]]'''Guido Picelli''' (Parma, [[9 ottobre]] [[1889]] – Algora, [[Spagna]], [[5 gennaio]] [[1937]]) | [[File:Picelli.jpg|thumb|Guido Picelli]]'''Guido Picelli''' (Parma, [[9 ottobre]] [[1889]] – Algora, [[Spagna]], [[5 gennaio]] [[1937]]) è stato [[comunismo|comunista]], [[antifascismo|antifascista]] e un comandante degli [[Arditi del Popolo]]. | ||
: «'''Era una leggenda dell'antifascismo italiano.'''» <ref name="tele1">[http://www.telestreetbari.it/content/view/642/5/ ''Guido Picelli: l'eroe di Parma e Spagna'', da «L'Espresso» del [[2 ottobre]] [[2008]]]</ref> | : «'''Era una leggenda dell'antifascismo italiano.'''» <ref name="tele1">[http://www.telestreetbari.it/content/view/642/5/ ''Guido Picelli: l'eroe di Parma e Spagna'', da «L'Espresso» del [[2 ottobre]] [[2008]]]</ref> | ||
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Passato, come indipendente, alle fila del Partito Comunista d'Italia il occasione del [[1 maggio|primo maggio]] del [[1924]] ormai a [[fascismo]] asceso a regime issa sul balcone del Parlamento, dove permane per quindici minuti, la bandiera rossa prima che gli sgherri [[fascismo|fascisti]] riescano a toglierla. <ref>[http://www.micciacorta.it/articolo.php?id_news=686 ''La bandiera rossa sventola su Montecitorio'' di Giancarlo Bocchi Il Manifesto, 5 gennaio 2008]</ref> | Passato, come indipendente, alle fila del Partito Comunista d'Italia il occasione del [[1 maggio|primo maggio]] del [[1924]] ormai a [[fascismo]] asceso a regime issa sul balcone del Parlamento, dove permane per quindici minuti, la bandiera rossa prima che gli sgherri [[fascismo|fascisti]] riescano a toglierla. <ref>[http://www.micciacorta.it/articolo.php?id_news=686 ''La bandiera rossa sventola su Montecitorio'' di Giancarlo Bocchi Il Manifesto, 5 gennaio 2008]</ref> | ||
=== L'antifascismo e gli Arditi del Popolo === | === L'antifascismo e gli Arditi del Popolo === | ||
Con l'anarchico [[Antonio Cieri]] | Con l'anarchico [[Antonio Cieri]] è tra gli organizzatori degli [[Arditi del Popolo]] e l'anima della leggendaria [[Difesa di Parma del 1922]], in cui 350 [[Arditi del Popolo]] (tra cui anche il fratello Vittorio <ref> '''Vittorio Picelli''', nato a Parma nel [[1893]] e morto a Roma nel [[1979]], fu presente con il fratello Guido nelle 5 giornate della [[Difesa di Parma del 1922]]. [[sindacalismo rivoluzionario|Sindacalista rivoluzionario]], momentaneamente capo militare della "Legione Proletaria Filippo Corridoni" che combattè a Parma gli [[Fascismo|squadristi fascisti]] a fianco degli [[Arditi del Popolo]], l'effettivo leader, [[Impresa_di_Fiume|Alcestre De Ambris]], autore della ''Carta del Carnaro'' ovvero la "costituzione" della [[Impresa di Fiume|Libera Repubblica di Fiume]], molto più progressista ed [èeguaglianza|eguaglitaria]] della costituzione italiana, era andato a chiedere aiuto e sostegno a [[Impresa_di_Fiume|Gabriele D'Annunzio]] per l'elaborazione di una strategia globale miltare contro i [[Fascismo|fascisti]] che non ammettesse tentennamenti di sorta. Il comandante "sul campo" fu quindi Vittorio Picelli. Vittorio Picelli è noto anche per aver fondato nel [[1909]] il "Fascio Anticlericale [[Francisco Ferrer y Guardia|Francisco_Ferrer]]". | ||
Con il [[fascismo]] asceso a regime, Guido Picelli divenne membro di "[[Italia Libera]]", nascente organizzazione [[antifascismo|antifascista]]. Riparò in [[Francia]] nel [[1924]] e a Parigi fu fra i promotori del gruppo sindacalista intitolato a [[Filippo Corridoni]], occupandosi del giornale dell'organizzazione: «Corriere degli Italiani». Entro' in contatto con Vittorio Ambrosini e Giuseppe Mingrino che in quel periodo da dirigenti valorosi degli [[Arditi del Popolo]] erano finiti a causa di sporchi ricatti da parte dell'[[OVRA]] a far azioni di rottura all'interno del fronte [[antifascismo|antifascista]] dei "fuoriusciti". Vittorio Picelli non prese parte a simili vili atti provocatori. In seguito aderì alla "Lega italiana dei diritti e della concentrazione antifascista" e nel [[1934]] divenne simpatizzante di [[Carlo Rosselli|Giustizia e Libertà ]]. Entrato in un periodo di forti difficoltà economiche, si recò in [[Belgio]] nel [[1935]] ed a questo punto tradì la causa [[antifascismo|antifascista]] chiedendo a Mussolini di parteciapre al conflitto in Africa Orientale onde aver di che sostentarsi, lui e la sua famiglia; ovviamente a Mussolini neppur sembrò vero che un irriducibile antifascista "ritornasse all'ovile" e concedette quanto richiesto. Rientrato a Roma dall'Africa Orientale, divenne dirigente nel sindacato fascista e scrisse ''Il fante nella guerra nell'Africa Orientale''. La sua vicenda | Con il [[fascismo]] asceso a regime, Guido Picelli divenne membro di "[[Italia Libera]]", nascente organizzazione [[antifascismo|antifascista]]. Riparò in [[Francia]] nel [[1924]] e a Parigi fu fra i promotori del gruppo sindacalista intitolato a [[Filippo Corridoni]], occupandosi del giornale dell'organizzazione: «Corriere degli Italiani». Entro' in contatto con Vittorio Ambrosini e Giuseppe Mingrino che in quel periodo da dirigenti valorosi degli [[Arditi del Popolo]] erano finiti a causa di sporchi ricatti da parte dell'[[OVRA]] a far azioni di rottura all'interno del fronte [[antifascismo|antifascista]] dei "fuoriusciti". Vittorio Picelli non prese parte a simili vili atti provocatori. In seguito aderì alla "Lega italiana dei diritti e della concentrazione antifascista" e nel [[1934]] divenne simpatizzante di [[Carlo Rosselli|Giustizia e Libertà ]]. Entrato in un periodo di forti difficoltà economiche, si recò in [[Belgio]] nel [[1935]] ed a questo punto tradì la causa [[antifascismo|antifascista]] chiedendo a Mussolini di parteciapre al conflitto in Africa Orientale onde aver di che sostentarsi, lui e la sua famiglia; ovviamente a Mussolini neppur sembrò vero che un irriducibile antifascista "ritornasse all'ovile" e concedette quanto richiesto. Rientrato a Roma dall'Africa Orientale, divenne dirigente nel sindacato fascista e scrisse ''Il fante nella guerra nell'Africa Orientale''. La sua vicenda è opposta a quella di [[Alceste De Ambris]], a cui Mussolini avrebbe fatto ponti d'oro per il suo ingresso nel partito fascista, vista anche la sua enorme notorietà , ma mai l'ex capo sindacalista rivoluzionario accettò tali inviti, occupandosi invece del sostententamento dei "fuoriusciti" antifascisti in Francia. | ||
</ref>, comandate sul campo della "Legione Proletaria Filippo Corridoni" <ref>[http://it.wikipedia.org/wiki/Legione_Proletaria_Filippo_Corridoni Cenni storici relativi alla "Legione Proletaria Filippo Corridoni"]</ref>, affiancati dalla popolazione, compresi alcuni religiosi (ci fu il tacito assenso del vescovo di Parma), riescono a mettere in fuga decine di migliaia di [[Fascismo|squadristi fascisti]] comandati da Farinacci, poi sostituito da Italo Balbo visto che Mussolini non poteva accettare un'onta simile. Anche dopo l'occupazione di Parma da parte dei militari, necessari per "sedare" le acque e soffocare quello che per loro era un pericolosissimo focolaio [[antifascismo|antifascista]] dopo la caduta della [http://www.ainfos.ca/02/nov/ainfos00320.html Camera del Lavoro di Genova], nodo focale per il [[Fascismo|fascismo]], Guido Picelli continua la sua azione antifascista favorito dall'essere ancora un deputato socialista che gli garantisce l'immunità e la liberazione quasi immediata dopo ogni arresto. | </ref>, comandate sul campo della "Legione Proletaria Filippo Corridoni" <ref>[http://it.wikipedia.org/wiki/Legione_Proletaria_Filippo_Corridoni Cenni storici relativi alla "Legione Proletaria Filippo Corridoni"]</ref>, affiancati dalla popolazione, compresi alcuni religiosi (ci fu il tacito assenso del vescovo di Parma), riescono a mettere in fuga decine di migliaia di [[Fascismo|squadristi fascisti]] comandati da Farinacci, poi sostituito da Italo Balbo visto che Mussolini non poteva accettare un'onta simile. Anche dopo l'occupazione di Parma da parte dei militari, necessari per "sedare" le acque e soffocare quello che per loro era un pericolosissimo focolaio [[antifascismo|antifascista]] dopo la caduta della [http://www.ainfos.ca/02/nov/ainfos00320.html Camera del Lavoro di Genova], nodo focale per il [[Fascismo|fascismo]], Guido Picelli continua la sua azione antifascista favorito dall'essere ancora un deputato socialista che gli garantisce l'immunità e la liberazione quasi immediata dopo ogni arresto. | ||
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=== In Spagna === | === In Spagna === | ||
Guido Picelli può a questo punto lasciare l'URSS ([[1936]]) e giungere a Parigi, dove incontra [[Julian Gorkin]] <ref>'''Julian Gorkin''', pseudonimo di Julian Gómez García (Camp de Morvedre, [[1901]] – Parigi, [[1987]]), politico, scrittore e rivoluzionario spagnolo. Militò in diverse formazioni politiche socialiste e comuniste: il suo soprannome è un omaggio a [[Maksim Gor'kij]] e a [[Lenin]], pur essendo politicamente vicino alle tesi di [[Lev Trotzkij]]. Nel [[1933]] confluì nel "Blocco Operaio e Contadino" (da cui, fondendosi con ''Izquierda Comunista de España'', nacque il [[POUM]]), si stabilì a Valencia e curò l'organo del partito, «[[La Batalla]]». Nel [[1934]] dovette di nuovo espatriare in [[Francia]], ivi si occupò dell'organizzazione dei rifugiati politici spagnoli. Candidato nelle liste del Fronte Popolare a Valencia, durante la [[la Rivoluzione spagnola (1936-39)|Rivoluzione Spagnola]] si occupò principalmente, grazie a «La Batalla», di avversare la deriva stalinista e anti-rivoluzionaria che la Repubblica stava attraversando. Fu imprigionato come molti capi politici del [[POUM]], ma riuscì a fuggire nel [[1937]] attraversando i Pirenei per riparare in [[Francia]]. Durante la seconda guerra mondiale, con [[Nazionalsocialismo|l'occupazione nazista]] della [[Francia]] e il conseguente governo fantoccio fascista di Vichy, si rifugiò in Messico. In quella terra scrisse la sua famosa opera ''Così fu assassinato Trotsky''. Ritornato in [[Francia]], proseguì il suo lavoro come scrittore e come memoria storica del periodo fra le due guerre mondiali. </ref> del [[POUM]] (Partido Obrero de Unificación Marxista, [[comunismo|comunisti]] antistalinisti, il cui leader [[Andreas Nin]] in seguito sarà trucidato da emissari di Stalin tramite il Nkvd). [[Julian Gorkin]] vorrebbe che un battaglione di miliziani del [[POUM]] fosse comandato da Guido Picelli, così come lo vorrebbero molti miliziani italiani [[antifascismo|antifascisti]] presenti sul fronte di Madrid. Il carisma di Picelli mandò nel panico molti [[comunismo|comunisti]] autoritari, i quali decidono di spedire a Barcellona [[Ottavio Pastore]], vecchio compagno ed amico di Guido, autore nel [[1922]] del resoconto sulla [[Difesa di Parma del 1922]] (pubblicata su «L'Ordine nuovo» di [[Antonio Gramsci]]), con l'intento di convincere Picelli a rifiutare l'offerta di Gorkin. Resosi conto che la sua vita | Guido Picelli può a questo punto lasciare l'URSS ([[1936]]) e giungere a Parigi, dove incontra [[Julian Gorkin]] <ref>'''Julian Gorkin''', pseudonimo di Julian Gómez García (Camp de Morvedre, [[1901]] – Parigi, [[1987]]), politico, scrittore e rivoluzionario spagnolo. Militò in diverse formazioni politiche socialiste e comuniste: il suo soprannome è un omaggio a [[Maksim Gor'kij]] e a [[Lenin]], pur essendo politicamente vicino alle tesi di [[Lev Trotzkij]]. Nel [[1933]] confluì nel "Blocco Operaio e Contadino" (da cui, fondendosi con ''Izquierda Comunista de España'', nacque il [[POUM]]), si stabilì a Valencia e curò l'organo del partito, «[[La Batalla]]». Nel [[1934]] dovette di nuovo espatriare in [[Francia]], ivi si occupò dell'organizzazione dei rifugiati politici spagnoli. Candidato nelle liste del Fronte Popolare a Valencia, durante la [[la Rivoluzione spagnola (1936-39)|Rivoluzione Spagnola]] si occupò principalmente, grazie a «La Batalla», di avversare la deriva stalinista e anti-rivoluzionaria che la Repubblica stava attraversando. Fu imprigionato come molti capi politici del [[POUM]], ma riuscì a fuggire nel [[1937]] attraversando i Pirenei per riparare in [[Francia]]. Durante la seconda guerra mondiale, con [[Nazionalsocialismo|l'occupazione nazista]] della [[Francia]] e il conseguente governo fantoccio fascista di Vichy, si rifugiò in Messico. In quella terra scrisse la sua famosa opera ''Così fu assassinato Trotsky''. Ritornato in [[Francia]], proseguì il suo lavoro come scrittore e come memoria storica del periodo fra le due guerre mondiali. </ref> del [[POUM]] (Partido Obrero de Unificación Marxista, [[comunismo|comunisti]] antistalinisti, il cui leader [[Andreas Nin]] in seguito sarà trucidato da emissari di Stalin tramite il Nkvd). [[Julian Gorkin]] vorrebbe che un battaglione di miliziani del [[POUM]] fosse comandato da Guido Picelli, così come lo vorrebbero molti miliziani italiani [[antifascismo|antifascisti]] presenti sul fronte di Madrid. Il carisma di Picelli mandò nel panico molti [[comunismo|comunisti]] autoritari, i quali decidono di spedire a Barcellona [[Ottavio Pastore]], vecchio compagno ed amico di Guido, autore nel [[1922]] del resoconto sulla [[Difesa di Parma del 1922]] (pubblicata su «L'Ordine nuovo» di [[Antonio Gramsci]]), con l'intento di convincere Picelli a rifiutare l'offerta di Gorkin. Resosi conto che la sua vita è ancora in pericolo, accetta solo il comando del IX° battaglione delle [[Brigate Internazionali]]. In seguito costituisce un vero e proprio battaglione formato da 500 miliziani che però senza avviso alcuno verrà inglobato nel Battaglione Garibaldi, con l'evidente intento di emarginare il "comandante eretico". | ||
«Picelli meriterebbe il comando di una Brigata!», scrive [[Gustav Regler]], commissario politico di una brigata internazionale. Pure [[Randolfo Pacciardi]], repubblicano italiano e comandante del Battaglione Garibaldi, imbarazzato per quanto verificatosi, vorrebbe quantomeno che Picelli ricoprisse il ruolo di vicecomandante. | «Picelli meriterebbe il comando di una Brigata!», scrive [[Gustav Regler]], commissario politico di una brigata internazionale. Pure [[Randolfo Pacciardi]], repubblicano italiano e comandante del Battaglione Garibaldi, imbarazzato per quanto verificatosi, vorrebbe quantomeno che Picelli ricoprisse il ruolo di vicecomandante. | ||
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== Ipotesi sulla sua morte == | == Ipotesi sulla sua morte == | ||
Una versione della vicenda e che sembrerebbe presagire i tragici fatti a danno di [[Personalità anarchiche|anarchici]], comunisti del [[POUM]], e/o comunisti antistalinisti in genere, | Una versione della vicenda e che sembrerebbe presagire i tragici fatti a danno di [[Personalità anarchiche|anarchici]], comunisti del [[POUM]], e/o comunisti antistalinisti in genere, è quella riportata su un articolo di «La Repubblica» a firma di Giancarlo Bocchi <ref>[http://espresso.repubblica.it/dettaglio/quel-togliatti-mai-visto/2043047//2 quel Togliatti maivisto]</ref>: | ||
: «Il [[5 gennaio]] del [[1937]], dopo aver conquistato le alture di El Matoral, viene colpito alle spalle da una pallottola 'vagante'. Dopo tre funerali di Stato, a Madrid, Valencia e Barcellona, questi ultimi imponenti e ai quali partecipano 100 mila persone, che [[POUM|Andrés Nin]] e [[POUM|Julian Gorkin]] del [[POUM|Poum]] leggeranno come un avvertimento nei loro confronti, Togliatti scriverà un ampio necrologio sull'Internazionale comunista, e l'Unità clandestina pubblicherà l'ultima lettera (11 dicembre 1936) di Picelli alla moglie. Uno scritto molto strano alla luce dei documenti oggi ritrovati, che egli così conclude: "(.) Salutami Lusignoli e tutti i parmensi". Solo un saluto o un ultimo messaggio in codice ai suoi [[Arditi del Popolo]] a Parigi?» | : «Il [[5 gennaio]] del [[1937]], dopo aver conquistato le alture di El Matoral, viene colpito alle spalle da una pallottola 'vagante'. Dopo tre funerali di Stato, a Madrid, Valencia e Barcellona, questi ultimi imponenti e ai quali partecipano 100 mila persone, che [[POUM|Andrés Nin]] e [[POUM|Julian Gorkin]] del [[POUM|Poum]] leggeranno come un avvertimento nei loro confronti, Togliatti scriverà un ampio necrologio sull'Internazionale comunista, e l'Unità clandestina pubblicherà l'ultima lettera (11 dicembre 1936) di Picelli alla moglie. Uno scritto molto strano alla luce dei documenti oggi ritrovati, che egli così conclude: "(.) Salutami Lusignoli e tutti i parmensi". Solo un saluto o un ultimo messaggio in codice ai suoi [[Arditi del Popolo]] a Parigi?» | ||
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Presso il borgo Cocconi <ref>[http://parma.repubblica.it/multimedia/home/13956188 Borgo Cocconi] il ricordo | Presso il borgo Cocconi <ref>[http://parma.repubblica.it/multimedia/home/13956188 Borgo Cocconi] il ricordo | ||
di Guido Picelli</ref> di Parma | di Guido Picelli</ref> di Parma è stata collocata una lapide in suo onore, in cui Picelli è così ricordato e descritto: | ||
: «...fulgida espressione dell'eroismo popolare. Condottiero, animatore instancabile strenuo difensore della nostra città contro le orde [[Fascismo|fasciste]] nel 1922 alla testa degli [[Arditi del Popolo|arditi del popolo]], deputato [[comunismo|comunista]] in parlamento, nelle galere [[Fascismo|fasciste]] esempio ai compagni, s'immolò in terra di Spagna nel 1937 combattendo per la libertà . Vivrà eterno nella memoria dei popoli» <ref>[http://3.bp.blogspot.com/_MQWoxy8PamI/SWANKnsiMxI/AAAAAAAAC8s/9BqcoOyLGcA/s1600-h/02prpicelli.jpg Foto]</ref> | : «...fulgida espressione dell'eroismo popolare. Condottiero, animatore instancabile strenuo difensore della nostra città contro le orde [[Fascismo|fasciste]] nel 1922 alla testa degli [[Arditi del Popolo|arditi del popolo]], deputato [[comunismo|comunista]] in parlamento, nelle galere [[Fascismo|fasciste]] esempio ai compagni, s'immolò in terra di Spagna nel 1937 combattendo per la libertà . Vivrà eterno nella memoria dei popoli» <ref>[http://3.bp.blogspot.com/_MQWoxy8PamI/SWANKnsiMxI/AAAAAAAAC8s/9BqcoOyLGcA/s1600-h/02prpicelli.jpg Foto]</ref> |