Centri sociali autogestiti dell'Emilia-Romagna: differenze tra le versioni

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===Base23===
===Base23===
Sito in via Zanardi 106, nello stesso spazio un tempo occupato da Crash 6.0, Base23 nasce da una scissione interna allo Tsunami, occupata a fine agosto 2012 nella sua programmazione si risente l'influsso del movimento tekno raver. Sgomberato il [[17 ottobre]] del [[2012]] a seguito della richiesta della proprietà . Il 6 febbraio occupano l'ex scalo San Donato al Pilastro ma a seguito della denuncia di un appartenente a Senza Filtro, un'associazione che ne gestiva gli spazi, subiscono l'ennesimo sgombero.
Sito in via Zanardi 106, nello stesso spazio un tempo occupato da Crash 6.0, Base23 nasce da una scissione interna allo Tsunami, occupata a fine agosto 2012 nella sua programmazione si risente l'influsso del movimento tekno raver. Sgomberato il [[17 ottobre]] del [[2012]] a seguito della richiesta della proprietà. Il 6 febbraio occupano l'ex scalo San Donato al Pilastro ma a seguito della denuncia di un appartenente a Senza Filtro, un'associazione che ne gestiva gli spazi, subiscono l'ennesimo sgombero.


===Capodilucca===
===Capodilucca===
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===Covo delle guerriere===
===Covo delle guerriere===
Occupato il 22.03.97 in via Tanari vecchia al civico 2, di seguito il volantino dell'occupazione:  
Occupato il 22.03.97 in via Tanari vecchia al civico 2, di seguito il volantino dell'occupazione:  
: «Tra noi c'è chi tra poche settimane, senza prospettive credibili di un'altra sistemazione, dovrà lasciare con una bambina un appartamento della "casa delle Donne per non subire violenza". La "Casa delle Donne" ha la possibilità di mettere a disposizione di chi ha subito violenze e non ha più un posto dove andare, un solo appartamento in tutta Bologna, per un breve periodo. Le istituzioni esibiscono un sostegno esclusivamente ideologico alle famiglie attraverso presunte politiche familiari che non hanno nessun riscontro concreto; alle donne non viene riservata nemmeno questa pelosa attenzione e i loro diritti e bisogni non vengono riconosciuti neanche a livello teorico. Le donne immigrate sono spesso costrette ad accettare condizioni di lavoro di maggiore sfruttamento e vengono a volte violentate nella case dove vanno a lavorare. Se sono costrette a vivere nelle case dove lavorano, anche le loro bambine sono esposte alle molestie ed alla violenza dei datori di lavoro. Una donna sola ed immigrata è, nell'ottica occidentale di molti italiani e bolognesi ben pensanti, 'a disposizione' e molti datori di lavoro si credono in diritto di molestarla, certi dell'impunità garantita dal [[razzismo]], dalla paura e dal bisogno (perdere il lavoro significa perdere la casa ed il rinnovo del permesso di soggiorno).La politica delle istituzioni non riconosce un diritto ad una vita autonoma delle donne sole, ma pretende di farne un problema sociale, con creazione di centri d'accoglienza, tendendo così a perpetuare una condizione di ghettizzazione ed inferiorità . Le mantiene sotto il controllo e la tutela di operatori sociali per la gestione dei bambini.Se la casa è un bisogno di tutti, per le donne lo è ancora di più, perché senza casa una donna è in maggiore pericolo. Il Comune è complice di tutte le violenze, sessuali e non, che si compiono sul corpo delle donne, immigrate e non. Invitiamo le donne che lavorano all'interno delle istituzioni e non fungere da controllo istituzionale su quelle meno garantite di loro.
: «Tra noi c'è chi tra poche settimane, senza prospettive credibili di un'altra sistemazione, dovrà lasciare con una bambina un appartamento della "casa delle Donne per non subire violenza". La "Casa delle Donne" ha la possibilità di mettere a disposizione di chi ha subito violenze e non ha più un posto dove andare, un solo appartamento in tutta Bologna, per un breve periodo. Le istituzioni esibiscono un sostegno esclusivamente ideologico alle famiglie attraverso presunte politiche familiari che non hanno nessun riscontro concreto; alle donne non viene riservata nemmeno questa pelosa attenzione e i loro diritti e bisogni non vengono riconosciuti neanche a livello teorico. Le donne immigrate sono spesso costrette ad accettare condizioni di lavoro di maggiore sfruttamento e vengono a volte violentate nella case dove vanno a lavorare. Se sono costrette a vivere nelle case dove lavorano, anche le loro bambine sono esposte alle molestie ed alla violenza dei datori di lavoro. Una donna sola ed immigrata è, nell'ottica occidentale di molti italiani e bolognesi ben pensanti, 'a disposizione' e molti datori di lavoro si credono in diritto di molestarla, certi dell'impunità garantita dal [[razzismo]], dalla paura e dal bisogno (perdere il lavoro significa perdere la casa ed il rinnovo del permesso di soggiorno).La politica delle istituzioni non riconosce un diritto ad una vita autonoma delle donne sole, ma pretende di farne un problema sociale, con creazione di centri d'accoglienza, tendendo così a perpetuare una condizione di ghettizzazione ed inferiorità. Le mantiene sotto il controllo e la tutela di operatori sociali per la gestione dei bambini.Se la casa è un bisogno di tutti, per le donne lo è ancora di più, perché senza casa una donna è in maggiore pericolo. Il Comune è complice di tutte le violenze, sessuali e non, che si compiono sul corpo delle donne, immigrate e non. Invitiamo le donne che lavorano all'interno delle istituzioni e non fungere da controllo istituzionale su quelle meno garantite di loro.
La casa è un diritto di tutte/i! Contro l'istituzionalizzazione dei disagi!" Sgomberato nello stesso anno.»
La casa è un diritto di tutte/i! Contro l'istituzionalizzazione dei disagi!" Sgomberato nello stesso anno.»


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Le trattative aperte sui tetti di Via del Pratello portano alla concessione temporanea di un bellissimo casolare colonico in Via del Lazzaretto 17.
Le trattative aperte sui tetti di Via del Pratello portano alla concessione temporanea di un bellissimo casolare colonico in Via del Lazzaretto 17.
La permanenza nella struttura, di fatto, durerà fino alla fine del 2009. Nel 2004 infatti la firma della convenzione con il Comune di Bologna assegna al Lazzaretto l'immobile, per la durata di quattro anni.
La permanenza nella struttura, di fatto, durerà fino alla fine del 2009. Nel 2004 infatti la firma della convenzione con il Comune di Bologna assegna al Lazzaretto l'immobile, per la durata di quattro anni.
Gli anni trascorsi in Via del Lazzaretto sono stati caratterizzati da miliardi di assemblee, idee, liti e feste... musica, teatro, laboratori, centinaia di concerti e molto altro, tutto all'insegna dell'antifascismo, della condivisione, della politica, della socialità . Lo spazio di Via del Lazzaretto ha ospitato anche alcune famiglie Rom, coinvolte nel progetto della Compagnia del Lazzaretto, che nel corso degli anni ha messo in scena vari spettacoli teatrali, vincendo anche numerosi premi<ref>[http://www.muspe.unibo.it/soffitta/2000/teatro/031terra.htm La soffitta - Centro di promozione teatrale]</ref>.
Gli anni trascorsi in Via del Lazzaretto sono stati caratterizzati da miliardi di assemblee, idee, liti e feste... musica, teatro, laboratori, centinaia di concerti e molto altro, tutto all'insegna dell'antifascismo, della condivisione, della politica, della socialità. Lo spazio di Via del Lazzaretto ha ospitato anche alcune famiglie Rom, coinvolte nel progetto della Compagnia del Lazzaretto, che nel corso degli anni ha messo in scena vari spettacoli teatrali, vincendo anche numerosi premi<ref>[http://www.muspe.unibo.it/soffitta/2000/teatro/031terra.htm La soffitta - Centro di promozione teatrale]</ref>.
La storia del Lazzaretto è dunque fatta di tante storie che confluiscono l'una nell'altra, ognuna andrebbe raccontata e nessuna di queste, certamente, verrà dimenticata.
La storia del Lazzaretto è dunque fatta di tante storie che confluiscono l'una nell'altra, ognuna andrebbe raccontata e nessuna di queste, certamente, verrà dimenticata.
Alla fine del [[2009]] Via del Lazzaretto viene abbandonata per cause di forza maggiore: un progetto enorme e dispendioso, finanziato dal Comune e da enti privati, prevede l'abbattimento del casolare.
Alla fine del [[2009]] Via del Lazzaretto viene abbandonata per cause di forza maggiore: un progetto enorme e dispendioso, finanziato dal Comune e da enti privati, prevede l'abbattimento del casolare.
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Nel centro nascono nuove realtà che portano avanti le esperienze artistiche: nella musica e arte elettronica "''Mutek''" (creato dal fondatore di [[Mutoidi]], Joe Rush) e nell'hip-hop la "''Zona Dopa'', che realizzò anche la più grande rampa per skate presente in [[Italia]] in quel periodo.  
Nel centro nascono nuove realtà che portano avanti le esperienze artistiche: nella musica e arte elettronica "''Mutek''" (creato dal fondatore di [[Mutoidi]], Joe Rush) e nell'hip-hop la "''Zona Dopa'', che realizzò anche la più grande rampa per skate presente in [[Italia]] in quel periodo.  
Dal [[1997]] il Livello organizza la più grande manifestazione musicale di strada: la "''Street rave parade antiproibizionista''". Il festival musicale negli anni è giunta a raccogliere oltre 100.000 persone<ref>[http://www.sentireascoltare.com/CriticaMusicale/Recensioni/2005/livello%203/Album/StreetRave.htm Street Rave Parade Antiproibizionista, Bologna (25 – 26 giugno 2005)] recensione per SentireAscoltare di Daniele Follero</ref> che sfilano per le strade del centro di Bologna, con decine di carri di musica elettronica ed uso massiccio di sostanze stupefacenti.  
Dal [[1997]] il Livello organizza la più grande manifestazione musicale di strada: la "''Street rave parade antiproibizionista''". Il festival musicale negli anni è giunta a raccogliere oltre 100.000 persone<ref>[http://www.sentireascoltare.com/CriticaMusicale/Recensioni/2005/livello%203/Album/StreetRave.htm Street Rave Parade Antiproibizionista, Bologna (25 – 26 giugno 2005)] recensione per SentireAscoltare di Daniele Follero</ref> che sfilano per le strade del centro di Bologna, con decine di carri di musica elettronica ed uso massiccio di sostanze stupefacenti.  
Tra la fine del [[1998]] e l'ottobre del [[1999]] il centro sociale chiude per problemi e spaccature interne, aggravate dai persistenti problemi con spacciatori e microcriminalità . Con l'arrivo della giunta guidata da Giorgio Guazzaloca iniziano dal [[2000]] delle trattative che portano alla firma di una convenzione con il comune, con la quale vengono date in affitto la sede di via Muggia, da utilizzare per iniziative con un basso impatto sonoro e di affollamento, ed una sede in via del Battirame per i grossi eventi.  
Tra la fine del [[1998]] e l'ottobre del [[1999]] il centro sociale chiude per problemi e spaccature interne, aggravate dai persistenti problemi con spacciatori e microcriminalità. Con l'arrivo della giunta guidata da Giorgio Guazzaloca iniziano dal [[2000]] delle trattative che portano alla firma di una convenzione con il comune, con la quale vengono date in affitto la sede di via Muggia, da utilizzare per iniziative con un basso impatto sonoro e di affollamento, ed una sede in via del Battirame per i grossi eventi.  
Con l'elezione a sindaco di Bologna di [[Sergio Cofferati]] nel [[2004]] iniziano nuovi problemi per il Livello. La nuova amministrazione non vuole concedere i permessi per il transito della Street Rave Parade per le strade del centro. Nelle edizioni del [[2006]] e soprattutto nel [[2007]] il corteo è stato limitato a strade periferiche ed alla location finale, con conseguente calo nelle partecipazioni. A partire dal [[2006]] Cofferati mette in discussione la convenzione stipulata per il mancato rispetto di alcuni accordi. Il [[26 maggio]] [[2006]] la sede di via Muggia venne perquisita dai carabinieri, che arrestarono due occupanti per possesso di sostanze stupefacenti, di cui uno immediatamente prosciolto per la modica quantità e la seconda, l'avvocato del Livello ''Maria Pia Scarciglia'' accusata del possesso di oltre 500 g di [[hashish]], prosciolta in appello<ref>[http://www.confinizero.it/?q=node/606 Sito consultato il 24-2-2008]</ref>. A seguito della perquisizione entrambe le sedi del centro sociale vennero messe sotto sequestro il [[25 luglio]], ed i portavoce del Livello accusarono Cofferati di aver messo in piedi un "disegno persecutorio" per chiudere il Livello<ref>[http://droghe.aduc.it/php/articolo.php?id=15188 Livello57 accusa Cofferati per il sequestro], 26-07-2006</ref>. Una nuova occupazione nell'ottobre del [[2007]] in via Stalingrado viene sgomberata dopo pochi giorni<ref>[http://gazzettadimodena.repubblica.it/notizie-dal-web/dettaglio/Livello-57:-altro-sgombero-a-Bologna/4163997 Livello 57: altro sgombero a Bologna], Gazzetta di Modena, 29-10-2007</ref>.
Con l'elezione a sindaco di Bologna di [[Sergio Cofferati]] nel [[2004]] iniziano nuovi problemi per il Livello. La nuova amministrazione non vuole concedere i permessi per il transito della Street Rave Parade per le strade del centro. Nelle edizioni del [[2006]] e soprattutto nel [[2007]] il corteo è stato limitato a strade periferiche ed alla location finale, con conseguente calo nelle partecipazioni. A partire dal [[2006]] Cofferati mette in discussione la convenzione stipulata per il mancato rispetto di alcuni accordi. Il [[26 maggio]] [[2006]] la sede di via Muggia venne perquisita dai carabinieri, che arrestarono due occupanti per possesso di sostanze stupefacenti, di cui uno immediatamente prosciolto per la modica quantità e la seconda, l'avvocato del Livello ''Maria Pia Scarciglia'' accusata del possesso di oltre 500 g di [[hashish]], prosciolta in appello<ref>[http://www.confinizero.it/?q=node/606 Sito consultato il 24-2-2008]</ref>. A seguito della perquisizione entrambe le sedi del centro sociale vennero messe sotto sequestro il [[25 luglio]], ed i portavoce del Livello accusarono Cofferati di aver messo in piedi un "disegno persecutorio" per chiudere il Livello<ref>[http://droghe.aduc.it/php/articolo.php?id=15188 Livello57 accusa Cofferati per il sequestro], 26-07-2006</ref>. Una nuova occupazione nell'ottobre del [[2007]] in via Stalingrado viene sgomberata dopo pochi giorni<ref>[http://gazzettadimodena.repubblica.it/notizie-dal-web/dettaglio/Livello-57:-altro-sgombero-a-Bologna/4163997 Livello 57: altro sgombero a Bologna], Gazzetta di Modena, 29-10-2007</ref>.
L'esperienza del Livello57 di Bologna continua con l'inaugurazione di un nuovo spazio a Bologna, in via 25 settembre, col nome di H.U.B.,in via Serra 2h. "L'associazione Livello57 si propone la realizzazione di esperienze di cooperazione sociale in grado di intervenire sui bisogni dei giovani, delle componenti meno abbienti, meno garantite e più disagiate, l'organizzazione di attività rivolte al benessere psicofisico, in particolare da realizzare nel contesto del quartiere Bolognina.
L'esperienza del Livello57 di Bologna continua con l'inaugurazione di un nuovo spazio a Bologna, in via 25 settembre, col nome di H.U.B.,in via Serra 2h. "L'associazione Livello57 si propone la realizzazione di esperienze di cooperazione sociale in grado di intervenire sui bisogni dei giovani, delle componenti meno abbienti, meno garantite e più disagiate, l'organizzazione di attività rivolte al benessere psicofisico, in particolare da realizzare nel contesto del quartiere Bolognina.
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===Rage===
===Rage===
Centro sociale occupato in via Zago, dal volantino dell'occupazione:" L'esistente cova nella sua schizofrenia intasando le strade della città . Alla cinghia neoliberista entro cui è stato stretto, al panico autoritario che lo sottomette, noi rispondiamo liberando questo edificio dalla tristezza disperata della speculazione divorante. Diamo vita ad uno stabile inabitato sottraendolo dalla logica del potere, rivendicando un ruolo, una voce ed una presenza nel battuto tessuto urbano di Bologna. Mentre il processo di Gentrificazione si abbatte sul corpo di una società sempre più sradicata, disumanizzata e vulnerabile, mentre il circolo del lavorare-per-vivere e del vivere-per lavorare dipinge il disegno di vita capitalista, un contagio di idee getta luce tra le crepe delle mura di via Emilio Zago 1. Il desiderio che alimenta quest'azione, è il bisogno di sentirci, come individui e come collettività , parte di un intreccio di progetti politici, artistici, pratici che possano ridare senso al buio vivere quotidiano. L'istinto che muove questa decisione è la necessità di riprenderci un tempo ormai reificato dai meccanismi segmentari della società del consumo-produco-mi annullo. Il nostro intento è quello di dare forma e contenuto al vuoto post-industriale, costituire, autogestire, e plasmare una posizione, intellettuale e concreta, di critica e resistenza.
Centro sociale occupato in via Zago, dal volantino dell'occupazione:" L'esistente cova nella sua schizofrenia intasando le strade della città. Alla cinghia neoliberista entro cui è stato stretto, al panico autoritario che lo sottomette, noi rispondiamo liberando questo edificio dalla tristezza disperata della speculazione divorante. Diamo vita ad uno stabile inabitato sottraendolo dalla logica del potere, rivendicando un ruolo, una voce ed una presenza nel battuto tessuto urbano di Bologna. Mentre il processo di Gentrificazione si abbatte sul corpo di una società sempre più sradicata, disumanizzata e vulnerabile, mentre il circolo del lavorare-per-vivere e del vivere-per lavorare dipinge il disegno di vita capitalista, un contagio di idee getta luce tra le crepe delle mura di via Emilio Zago 1. Il desiderio che alimenta quest'azione, è il bisogno di sentirci, come individui e come collettività , parte di un intreccio di progetti politici, artistici, pratici che possano ridare senso al buio vivere quotidiano. L'istinto che muove questa decisione è la necessità di riprenderci un tempo ormai reificato dai meccanismi segmentari della società del consumo-produco-mi annullo. Il nostro intento è quello di dare forma e contenuto al vuoto post-industriale, costituire, autogestire, e plasmare una posizione, intellettuale e concreta, di critica e resistenza.


Dare vita sull'asfalto a situazioni di piacere, creatività e socialità . Riappropriarsi dell'esistente, dilagando nelle vie, sovvertendo un reale astratto in cui si è persa l'identità . Da oggi, La Rage apre le porte a tutte le soggettività nomadiche, compagni e compagne, che condividono i principi di anti-militarismo, anti-capitalismo, anti-fascismo, anti-sessismo, anti-specismo ed anti-autoritarismo. Occupiamo questo spazio nel tentativo di accendere un focolaio di idee che divampi nella selva moderna. Rivendichiamo il tempo che ci è stato sequestrato. Liberiamo La Rage."
Dare vita sull'asfalto a situazioni di piacere, creatività e socialità. Riappropriarsi dell'esistente, dilagando nelle vie, sovvertendo un reale astratto in cui si è persa l'identità. Da oggi, La Rage apre le porte a tutte le soggettività nomadiche, compagni e compagne, che condividono i principi di anti-militarismo, anti-capitalismo, anti-fascismo, anti-sessismo, anti-specismo ed anti-autoritarismo. Occupiamo questo spazio nel tentativo di accendere un focolaio di idee che divampi nella selva moderna. Rivendichiamo il tempo che ci è stato sequestrato. Liberiamo La Rage."


===System Error===
===System Error===
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===Spazio Pubblico Autogestito Ranzani===
===Spazio Pubblico Autogestito Ranzani===
Situato in via Ranzani 4, in stabili dismessi di proprietà della Seabo, è stato occupato alla fine del [[2000]] ed è diventato sede dei collettivi Contropiani, Spa Ranzani e Libera Università . Sgomberato nell'estate del [[2001]] dalla giunta Guazzaloca.
Situato in via Ranzani 4, in stabili dismessi di proprietà della Seabo, è stato occupato alla fine del [[2000]] ed è diventato sede dei collettivi Contropiani, Spa Ranzani e Libera Università. Sgomberato nell'estate del [[2001]] dalla giunta Guazzaloca.


===Spazio Occupato No Tav===
===Spazio Occupato No Tav===
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===Vag61===
===Vag61===
Vag61 nacque con l'occupazione del ex Dopolavoro dei Monopoli di Stato in Via Azzo Gardino 61 il [[6 dicembre]] [[2003]], allo scopo di creare un ''media center''. Dopo le proteste dei proprietari dello stabile, i Monopoli di Stato, e nonostante un appello con migliaia di firmatari per la salvaguardia del Vag, il centro fu sgomberato il [[29 dicembre]] successivo<ref>[http://www.vag61.info/vag61/indices/index_43.html Un Media Center per la città . Un po' di storia...] dal sito del Vag61</ref>. Iniziarono le trattative con l'amministrazione comunale, in particolare tramite ''Valerio Monteventi'', consigliere comunale dal [[1990]] e rieletto nel [[2004]] come indipendente nelle liste di [[Rifondazione Comunista]], attivista del centro, per ottenere una nuova sede. Fu così assegnato al Vag l'edificio in via Paolo Fabbri 110, archivio della Procura della Repubblica del Tribunale in via di smantellamento. Dopo la ristrutturazione  dello stabile il [[9 ottobre]] [[2004]] riaprì nella nuova sede, per la quale corrisponde al comune un affitto annuo di 14.000€.<ref>[http://urp.comune.bologna.it/AlboPretorio/Albo.nsf/2e18b8b75084251541256b030063b599/fee6b5d5b39a4a1ac1256eb100254257?OpenDocument Comune di Bologna, Deliberazioni di giunta e consiglio n.231/2004 del 10/06/2004]</ref>.  Nel 2008 i pagamenti vennero sospesi per qualche tempo, in risposta<ref>[http://www.vag61.info/vag61/articles/art_2397.html Vag61 di nuovo sotto attacco<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref> ad un'ordinanza comunale che autorizza la Polizia Giudiziaria a porre i sigilli allo stabile qualora venissero somministrati cibi o bevande o riprodotta musica senza le dovute autorizzazioni. La convenzione è scaduta nell'agosto 2010 e non è ancora stata rinnovata. A novembre 2010 il centro sociale rese nota l'intenzione del Comune di Bologna, allora amministrato dal Commissario [[Anna Maria Cancellieri]] di trasferire la sede altrove. Ci furono proteste<ref>[http://vag61.noblogs.org/post/2010/11/29/vag61-ancora-sotto-tiro-ma-lanomalia-non-si-arrende/ VAG61 ANCORA SOTTO TIRO, MA L'ANOMALIA NON SI ARRENDE (comunicato) | Vag61 Spazio Libero Autogestito<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref> e l'amministrazione commissariale tornò sui suoi passi
Vag61 nacque con l'occupazione del ex Dopolavoro dei Monopoli di Stato in Via Azzo Gardino 61 il [[6 dicembre]] [[2003]], allo scopo di creare un ''media center''. Dopo le proteste dei proprietari dello stabile, i Monopoli di Stato, e nonostante un appello con migliaia di firmatari per la salvaguardia del Vag, il centro fu sgomberato il [[29 dicembre]] successivo<ref>[http://www.vag61.info/vag61/indices/index_43.html Un Media Center per la città. Un po' di storia...] dal sito del Vag61</ref>. Iniziarono le trattative con l'amministrazione comunale, in particolare tramite ''Valerio Monteventi'', consigliere comunale dal [[1990]] e rieletto nel [[2004]] come indipendente nelle liste di [[Rifondazione Comunista]], attivista del centro, per ottenere una nuova sede. Fu così assegnato al Vag l'edificio in via Paolo Fabbri 110, archivio della Procura della Repubblica del Tribunale in via di smantellamento. Dopo la ristrutturazione  dello stabile il [[9 ottobre]] [[2004]] riaprì nella nuova sede, per la quale corrisponde al comune un affitto annuo di 14.000€.<ref>[http://urp.comune.bologna.it/AlboPretorio/Albo.nsf/2e18b8b75084251541256b030063b599/fee6b5d5b39a4a1ac1256eb100254257?OpenDocument Comune di Bologna, Deliberazioni di giunta e consiglio n.231/2004 del 10/06/2004]</ref>.  Nel 2008 i pagamenti vennero sospesi per qualche tempo, in risposta<ref>[http://www.vag61.info/vag61/articles/art_2397.html Vag61 di nuovo sotto attacco<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref> ad un'ordinanza comunale che autorizza la Polizia Giudiziaria a porre i sigilli allo stabile qualora venissero somministrati cibi o bevande o riprodotta musica senza le dovute autorizzazioni. La convenzione è scaduta nell'agosto 2010 e non è ancora stata rinnovata. A novembre 2010 il centro sociale rese nota l'intenzione del Comune di Bologna, allora amministrato dal Commissario [[Anna Maria Cancellieri]] di trasferire la sede altrove. Ci furono proteste<ref>[http://vag61.noblogs.org/post/2010/11/29/vag61-ancora-sotto-tiro-ma-lanomalia-non-si-arrende/ VAG61 ANCORA SOTTO TIRO, MA L'ANOMALIA NON SI ARRENDE (comunicato) | Vag61 Spazio Libero Autogestito<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref> e l'amministrazione commissariale tornò sui suoi passi
Il '' progetto media center'' si propone di fornire libero accesso alla comunicazione indipendente alla cittadinanza, e in particolare ai migranti, studenti, minoranze, associazioni no-profit. Hanno inoltre sede nel centro sociale il ''Centro di documentazione dei Movimenti Francesco Lorusso/Carlo Giuliani'', il ''Collettivo studenti medi Utòpia''<ref>[http://vag61.noblogs.org/utopia/ Utopia | Vag61 Spazio Libero Autogestito<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>, il ''Gruppo video Occhiovago'', le autoproduzioni musicali ''Studio61'', la ''Brigata cucinieri della Cirenaica'', un mercato settimanale dei produttori biologici organizzato dall'associazione Campiaperti<ref>[http://www.campiaperti.org/Mercati.htm Campiaperti.org]</ref>, la redazione del giornale cartaceo e online ''Zic.it - Zero in Condotta''<ref>[http://www.zic.it/chi-siamo/ Chi siamo]</ref>, il progetto di produzioni di spettacolo per adolescenti a rischio del quartiere Pilastro ''Katun Party''. Vag61 è stato in passato anche sede della ''Rete Universitaria'', collettivo studentesco attivo dal novembre 2003, fino al suo scioglimento nel febbraio 2007<ref>[http://reteuniversitariabologna.noblogs.org/post/2006/12/22/chisiamo Chi siamo | reteuniversitariabologna<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>, dell'emittente ''Radio Città Fujiko'', che trasmetteva dal primo piano dello stabile, e che ha traslocato in una nuova sede nel 2008 a seguito di dissidi sulla trasmissione di spot elettorali di estrema destra<ref>[http://www.vag61.info/vag61/articles/art_2511.html Vag61 sugli spot elettorali fascisti su Radiocittà fujiko<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>, e di altre realtà come il ''network della comunicazione antagonista Malabocca'' (attivo per circa un anno nel 2007-2008), il ''Bologna Free Software Forum'', il progetto informatico ''Comodino'', l'''UFO - unione fotografi organizzati''.
Il '' progetto media center'' si propone di fornire libero accesso alla comunicazione indipendente alla cittadinanza, e in particolare ai migranti, studenti, minoranze, associazioni no-profit. Hanno inoltre sede nel centro sociale il ''Centro di documentazione dei Movimenti Francesco Lorusso/Carlo Giuliani'', il ''Collettivo studenti medi Utòpia''<ref>[http://vag61.noblogs.org/utopia/ Utopia | Vag61 Spazio Libero Autogestito<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>, il ''Gruppo video Occhiovago'', le autoproduzioni musicali ''Studio61'', la ''Brigata cucinieri della Cirenaica'', un mercato settimanale dei produttori biologici organizzato dall'associazione Campiaperti<ref>[http://www.campiaperti.org/Mercati.htm Campiaperti.org]</ref>, la redazione del giornale cartaceo e online ''Zic.it - Zero in Condotta''<ref>[http://www.zic.it/chi-siamo/ Chi siamo]</ref>, il progetto di produzioni di spettacolo per adolescenti a rischio del quartiere Pilastro ''Katun Party''. Vag61 è stato in passato anche sede della ''Rete Universitaria'', collettivo studentesco attivo dal novembre 2003, fino al suo scioglimento nel febbraio 2007<ref>[http://reteuniversitariabologna.noblogs.org/post/2006/12/22/chisiamo Chi siamo | reteuniversitariabologna<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>, dell'emittente ''Radio Città Fujiko'', che trasmetteva dal primo piano dello stabile, e che ha traslocato in una nuova sede nel 2008 a seguito di dissidi sulla trasmissione di spot elettorali di estrema destra<ref>[http://www.vag61.info/vag61/articles/art_2511.html Vag61 sugli spot elettorali fascisti su Radiocittà fujiko<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>, e di altre realtà come il ''network della comunicazione antagonista Malabocca'' (attivo per circa un anno nel 2007-2008), il ''Bologna Free Software Forum'', il progetto informatico ''Comodino'', l'''UFO - unione fotografi organizzati''.
Nel maggio [[2011]], con altri collettivi e centri sociali cittadini, Vag61 costituisce la Rete ''TimeOut''<ref name=autogenerato1 />, che a sua volta si riconosce, a livello nazionale, negli ''Stati generali della precarietà '', di cui a settembre proprio negli spazi di via Paolo Fabbri viene ospitata la quarta assemblea nazionale<ref>[http://www.scioperoprecario.org/2011/09/bologna-25-settembre-costituente-dello-sciopero-precario/ BOLOGNA, 25 SETTEMBRE: COSTITUENTE DELLO SCIOPERO PRECARIO » Sciopero Precario<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>.
Nel maggio [[2011]], con altri collettivi e centri sociali cittadini, Vag61 costituisce la Rete ''TimeOut''<ref name=autogenerato1 />, che a sua volta si riconosce, a livello nazionale, negli ''Stati generali della precarietà '', di cui a settembre proprio negli spazi di via Paolo Fabbri viene ospitata la quarta assemblea nazionale<ref>[http://www.scioperoprecario.org/2011/09/bologna-25-settembre-costituente-dello-sciopero-precario/ BOLOGNA, 25 SETTEMBRE: COSTITUENTE DELLO SCIOPERO PRECARIO » Sciopero Precario<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>.


===Villa Serena Occupata===
===Villa Serena Occupata===
Occupata nel '94 dagli studenti universitari di Rifondazione Comunista e da un'area vicina al Centro di documentazione di via Avesella 5, aveva poi cessato le attività . Nel '96 è stata rioccupata a scopo abitativo da alcuni giovani che, saltuariamente, facevano feste e concertini pomeridiani. Attualmente sgomberato.
Occupata nel '94 dagli studenti universitari di Rifondazione Comunista e da un'area vicina al Centro di documentazione di via Avesella 5, aveva poi cessato le attività. Nel '96 è stata rioccupata a scopo abitativo da alcuni giovani che, saltuariamente, facevano feste e concertini pomeridiani. Attualmente sgomberato.


===Ex Mercato 24 (XM24)===
===Ex Mercato 24 (XM24)===
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Collettivo libertario/anarchico nato nell'estate del 2012, che ha portato ad un occupazione sgomberata nel 2013.
Collettivo libertario/anarchico nato nell'estate del 2012, che ha portato ad un occupazione sgomberata nel 2013.


  Dal comunicato degli occupanti:" Mercoledì 26 settembre abbiamo occupato lo stabile dell'ex de tomaso in via omero a Modena, tramite una parte mancante di recinzione ,e le porte che abbiamo trovato aperte. Entrando negli edifici abbiamo subito notato che vi erano evidenti segni di intromissioni precedenti a testimonianza anche del livello di abbandono delle strutture. Abbiamo liberato questo spazio, sottraendolo al degrado e all'abbandono, e restituendolo alla collettività per renderlo un luogo di libertà , fuori dalle dinamiche del profitto e della mercificazione della socialità . Questa occupazione è solo il primo passo di un percorso autogestionario volto ad un cambiamento sociale che porti alla costruzione dal basso di una società di liberi ed eguali, e nessuno sgombero potrà fermare questa nostra volontà . Occupazione come pratica di contrasto alla dilagante devastazione ambientale che sta distruggendo il nostro pianeta, a vantaggio delle solite lobby del potere e a scapito della vita di tutti noi. Contro la Modena dei motori proponiamo, in quella che era una fabbrica di automobili, orti collettivi, laboratori di autoproduzione, dal sapone ai pannelli solari, laboratori di musica, di giocoleria, spettacoli teatrali, mostre e tanto altro. Non mancherà sicuramente di ospitare svariati eventi politico/culturali, da presentazioni di libri proiezioni e cineforum, a dibattiti sociali, assemblee, e sempre a disposizione come luogo di incontro per tutte quelle individualità antiautoritarie, che abbiano necessità di un posto dove ritrovarsi.  
  Dal comunicato degli occupanti:" Mercoledì 26 settembre abbiamo occupato lo stabile dell'ex de tomaso in via omero a Modena, tramite una parte mancante di recinzione ,e le porte che abbiamo trovato aperte. Entrando negli edifici abbiamo subito notato che vi erano evidenti segni di intromissioni precedenti a testimonianza anche del livello di abbandono delle strutture. Abbiamo liberato questo spazio, sottraendolo al degrado e all'abbandono, e restituendolo alla collettività per renderlo un luogo di libertà , fuori dalle dinamiche del profitto e della mercificazione della socialità. Questa occupazione è solo il primo passo di un percorso autogestionario volto ad un cambiamento sociale che porti alla costruzione dal basso di una società di liberi ed eguali, e nessuno sgombero potrà fermare questa nostra volontà. Occupazione come pratica di contrasto alla dilagante devastazione ambientale che sta distruggendo il nostro pianeta, a vantaggio delle solite lobby del potere e a scapito della vita di tutti noi. Contro la Modena dei motori proponiamo, in quella che era una fabbrica di automobili, orti collettivi, laboratori di autoproduzione, dal sapone ai pannelli solari, laboratori di musica, di giocoleria, spettacoli teatrali, mostre e tanto altro. Non mancherà sicuramente di ospitare svariati eventi politico/culturali, da presentazioni di libri proiezioni e cineforum, a dibattiti sociali, assemblee, e sempre a disposizione come luogo di incontro per tutte quelle individualità antiautoritarie, che abbiano necessità di un posto dove ritrovarsi.  
Dopo il recente terremoto si è reso più evidente il problema della casa, già drammatico a causa della crisi. Questa occupazione evidenzia il paradosso per il quale tante persone si trovano senza casa mentre la città è piena di stabili vuoti, lasciati nel più completo degrado.  
Dopo il recente terremoto si è reso più evidente il problema della casa, già drammatico a causa della crisi. Questa occupazione evidenzia il paradosso per il quale tante persone si trovano senza casa mentre la città è piena di stabili vuoti, lasciati nel più completo degrado.  
Abbiamo intenzione di far vivere questo posto assieme alla città , il più a lungo possibile, cercando di coinvolgere chiunque condivida e voglia praticare attivamente l'autogestione, come forma di lotta quotidiana, e come mezzo di rivolta sociale.  
Abbiamo intenzione di far vivere questo posto assieme alla città , il più a lungo possibile, cercando di coinvolgere chiunque condivida e voglia praticare attivamente l'autogestione, come forma di lotta quotidiana, e come mezzo di rivolta sociale.  
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===Aula Tsunami===
===Aula Tsunami===
Occupata nel marzo 2014 dal collettivo Uni.On è situata nel chiostro di filosofia. Organizza dibattiti, percorsi di auto formazione, eventi culturali e momenti di socialità . Collabora e interseca la propria progettualità con art lab e con il collettivo culturale La Civetta. Il nome è tratto dalla suggestione del movimento studentesco dell'Onda. È la prima occupazione stabile all'interno dell'università di Parma. Prima dell'aula Tsunami esperienze di occupazione universitarie sono state l aula B durante il primo ciclo di mobilitazioni contro la riforma Gelmini e terminata dopo più o meno 3 mesi e l'aula K3 durante il secondo ciclo.
Occupata nel marzo 2014 dal collettivo Uni.On è situata nel chiostro di filosofia. Organizza dibattiti, percorsi di auto formazione, eventi culturali e momenti di socialità. Collabora e interseca la propria progettualità con art lab e con il collettivo culturale La Civetta. Il nome è tratto dalla suggestione del movimento studentesco dell'Onda. È la prima occupazione stabile all'interno dell'università di Parma. Prima dell'aula Tsunami esperienze di occupazione universitarie sono state l aula B durante il primo ciclo di mobilitazioni contro la riforma Gelmini e terminata dopo più o meno 3 mesi e l'aula K3 durante il secondo ciclo.


   
   
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Dal volantino del 1 novembre 2014
Dal volantino del 1 novembre 2014


"Come lavoratori dell'Unione Sindacale di Parma, insieme all'Ateneo Libertario, al Gruppo Anarchico A.Cieri-FAI e all'Archivio- Biblioteca Furlotti, abbiamo restituito alla città uno spazio che da anni era chiuso e in stato di abbandono. Abbiamo dovuto occupare perché da anni per tempistiche burocratiche la trattativa col Comune per ottenere una sede per l'Unione Sindacale Italiana, che ci spetta come restituzione del patrimonio storico distrutto dal fascismo, non vedeva alcun spiraglio. Infatti, non tutti sanno che il famoso sciopero agrario del 1908, le Barricate Antifasciste, le dure lotte di inizio '900 furono organizzate non dalla CGIL (che invece le osteggiò) ma dalla Camera del Lavoro di Parma, che aderì all'USI. E questa grande esperienza fu distrutta dal fascismo. Ci rendiamo disponibili, fin da ora, a proporre un progetto di autorecupero dello stabile abbandonato. Negli ultimi tempi, quindi, non solo la nostra attività era di fatto ostacolata, ma tutto il nostro vasto materiale archivistico e librario (definito di “importante rilevanza storica”) stava rovinandosi ed era impedita la libera fruizione a tutti gli interessati. In questo spazio noi intendiamo continuare non solo l'attività che da anni con buoni riscontri stiamo facendo, ma anche far partire con nuovo slancio altri progetti. Troveranno spazio: lo Sportello Sindacale di Lotta Autogestito; l'Archivio/biblioteca “Gianni Furlotti”; una sede locale dell'Associazione contro gli Abusi in Divisa; il progetto “Liberi Libri” con la presentazione mensile di testi di carattere sociale e culturale; un punto di distribuzione di stampa libertaria e tutto quanto l'Assemblea deciderà . Noi riteniamo che sia sempre più necessaria l'apertura di uno spazio libertario in città , nel quale diffondere cultura non omologata e poter sostenere quei lavoratori che ricercano un modo più diretto di autorganizzazione. Liberare spazi di autogestione è una necessità . Usi-Parma, Gruppo Anarchico A.Cieri-FAI, Ateneo Libertario, Archivio-Biblioteca Gianni  
"Come lavoratori dell'Unione Sindacale di Parma, insieme all'Ateneo Libertario, al Gruppo Anarchico A.Cieri-FAI e all'Archivio- Biblioteca Furlotti, abbiamo restituito alla città uno spazio che da anni era chiuso e in stato di abbandono. Abbiamo dovuto occupare perché da anni per tempistiche burocratiche la trattativa col Comune per ottenere una sede per l'Unione Sindacale Italiana, che ci spetta come restituzione del patrimonio storico distrutto dal fascismo, non vedeva alcun spiraglio. Infatti, non tutti sanno che il famoso sciopero agrario del 1908, le Barricate Antifasciste, le dure lotte di inizio '900 furono organizzate non dalla CGIL (che invece le osteggiò) ma dalla Camera del Lavoro di Parma, che aderì all'USI. E questa grande esperienza fu distrutta dal fascismo. Ci rendiamo disponibili, fin da ora, a proporre un progetto di autorecupero dello stabile abbandonato. Negli ultimi tempi, quindi, non solo la nostra attività era di fatto ostacolata, ma tutto il nostro vasto materiale archivistico e librario (definito di “importante rilevanza storica”) stava rovinandosi ed era impedita la libera fruizione a tutti gli interessati. In questo spazio noi intendiamo continuare non solo l'attività che da anni con buoni riscontri stiamo facendo, ma anche far partire con nuovo slancio altri progetti. Troveranno spazio: lo Sportello Sindacale di Lotta Autogestito; l'Archivio/biblioteca “Gianni Furlotti”; una sede locale dell'Associazione contro gli Abusi in Divisa; il progetto “Liberi Libri” con la presentazione mensile di testi di carattere sociale e culturale; un punto di distribuzione di stampa libertaria e tutto quanto l'Assemblea deciderà. Noi riteniamo che sia sempre più necessaria l'apertura di uno spazio libertario in città , nel quale diffondere cultura non omologata e poter sostenere quei lavoratori che ricercano un modo più diretto di autorganizzazione. Liberare spazi di autogestione è una necessità. Usi-Parma, Gruppo Anarchico A.Cieri-FAI, Ateneo Libertario, Archivio-Biblioteca Gianni  


===La Realidad [SGOMBERATO]===
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