La Rivoluzione spagnola (1936-39): differenze tra le versioni

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La [[CNT-AIT (Spagna)|CNT]] e l'[[UGT]] (sindacato socialista) convocarono lo [[sciopero generale]] dal [[19 luglio|19]] al [[23 luglio]], quale risposta unitaria tanto al sollevamento militare quanto all'apatia dello [[Stato]]. Sin dai giorni precedenti il golpe i [[comitati di difesa]] anarchici sorvegliavano le caserme e 3-4 giorni prima del [[colpo di Stato]] a Barcellona fu assaltata una nave carica di armi. Ma fu soprattutto durante lo sciopero che molti [[sindacalismo| sindacalisti]] e rivoluzionari assaltarono le caserme delle forze dell'ordine, impadronendosi delle armi e distribuendole alla popolazione. Fu grazie ai [[comitati di difesa]] nati nel [[1934]] e alle [[milizie antifasciste]] che a Barcelona e in quasi tutta la Catalogna le masse anarchiche sconfissero i golpisti guidati da [[Francisco Franco]], come riporta [[Abel Paz]] <ref>[http://www.anarca-bolo.ch/a-rivista/326/56.htm Intervista di Antonio Morabito]</ref>:[[File:VictorHurtado-LaSublevacion-MapaFinal.jpg|290 px|thumb|Situazione al 23 luglio 1936 dopo il fallimento parziale del golpe a causa della reazine anarchica e antifascista in Catalogna. In celeste le zone controllate dai nazionalisti.]]
La [[CNT-AIT (Spagna)|CNT]] e l'[[UGT]] (sindacato socialista) convocarono lo [[sciopero generale]] dal [[19 luglio|19]] al [[23 luglio]], quale risposta unitaria tanto al sollevamento militare quanto all'apatia dello [[Stato]]. Sin dai giorni precedenti il golpe i [[comitati di difesa]] anarchici sorvegliavano le caserme e 3-4 giorni prima del [[colpo di Stato]] a Barcellona fu assaltata una nave carica di armi. Ma fu soprattutto durante lo sciopero che molti [[sindacalismo| sindacalisti]] e rivoluzionari assaltarono le caserme delle forze dell'ordine, impadronendosi delle armi e distribuendole alla popolazione. Fu grazie ai [[comitati di difesa]] nati nel [[1934]] e alle [[milizie antifasciste]] che a Barcelona e in quasi tutta la Catalogna le masse anarchiche sconfissero i golpisti guidati da [[Francisco Franco]], come riporta [[Abel Paz]] <ref>[http://www.anarca-bolo.ch/a-rivista/326/56.htm Intervista di Antonio Morabito]</ref>:[[File:VictorHurtado-LaSublevacion-MapaFinal.jpg|290 px|thumb|Situazione al 23 luglio 1936 dopo il fallimento parziale del golpe a causa della reazine anarchica e antifascista in Catalogna. In celeste le zone controllate dai nazionalisti.]]
: «Il 19 luglio chi aveva un fucile lo prese e si unì in uno sciopero generale che arrestò i militari golpisti. Dopo pochi giorni la gente tornò nelle fabbriche [...] i padroni non c'erano più. Venne spontaneo riprendere a lavorare come avevamo sempre fatto, non più per il padrone ma per noi. Si cominciarono a formare dei comitati; fabbriche e produzione furono organizzate in modo differente. Nell'arco di 15 giorni i soldi erano spariti a Barcellona, i principi economici borghesi erano scomparsi, perché l'esigenza primaria era quella di mangiare [...] Si sviluppò una sorta di baratto, che funzionò perfettamente per circa un mese. Dopo cominciò a diventare molto difficile organizzare la società , a Barcellona eravamo un milione di abitanti. Dunque stabilimmo una retribuzione che fosse sufficiente per vivere. Era un pezzo di carta a cui era associato un valore».  
: «Il 19 luglio chi aveva un fucile lo prese e si unì in uno sciopero generale che arrestò i militari golpisti. Dopo pochi giorni la gente tornò nelle fabbriche [...] i padroni non c'erano più. Venne spontaneo riprendere a lavorare come avevamo sempre fatto, non più per il padrone ma per noi. Si cominciarono a formare dei comitati; fabbriche e produzione furono organizzate in modo differente. Nell'arco di 15 giorni i soldi erano spariti a Barcellona, i principi economici borghesi erano scomparsi, perché l'esigenza primaria era quella di mangiare [...] Si sviluppò una sorta di baratto, che funzionò perfettamente per circa un mese. Dopo cominciò a diventare molto difficile organizzare la società, a Barcellona eravamo un milione di abitanti. Dunque stabilimmo una retribuzione che fosse sufficiente per vivere. Era un pezzo di carta a cui era associato un valore».  


Il [[20 luglio]], il leader della formazione politica ''Esquerra Republicana'' de Catalunya e presidente della Generalitat de Catalunya [[Lluís Companys]]<ref>Avvocato, inizialmente difese molti anarchici sotto processo, ma in seguito quando assunse incarichi istituzionali non si fece remore a portare avanti campagne repressive anti-anarchici.</ref>, accolse una delegazione anarchica della [[CNT spagnola|CNT]] [[Garcia Oliver]] e [[Juan Peiro]], mettendosi completamente a loro disposizione <ref> «Se voi non avete bisogno di me o non desiderate che rimanga presidente della Catalogna, ditemelo ora, e diventerò un altro soldato nella lotta contro il fascismo. Se, d'altro canto, voi credete che se io abbandonassi questa posizione, in cui sono solo come un uomo morto, i fascisti trionferebbero, se voi credete che io, il mio partito [la Esquerra, un partito della sinistra borghese catalana - IBRP], il mio nome, il mio prestigio, possano essere utili, allora voi potete contare su di me e sulla mia lealtà di uomo che è convinto che un intero passato di vergogna sia morto e che desidera appassionatamente che la Catalogna si collochi d'ora in avanti tra le nazioni più progressiste del mondo.» (Dalle stesse memorie di Garcia Oliver De Julio a Julio, citate in H. Thomas, ''The Spanish Civil War'' p.210-1)</ref>
Il [[20 luglio]], il leader della formazione politica ''Esquerra Republicana'' de Catalunya e presidente della Generalitat de Catalunya [[Lluís Companys]]<ref>Avvocato, inizialmente difese molti anarchici sotto processo, ma in seguito quando assunse incarichi istituzionali non si fece remore a portare avanti campagne repressive anti-anarchici.</ref>, accolse una delegazione anarchica della [[CNT spagnola|CNT]] [[Garcia Oliver]] e [[Juan Peiro]], mettendosi completamente a loro disposizione <ref> «Se voi non avete bisogno di me o non desiderate che rimanga presidente della Catalogna, ditemelo ora, e diventerò un altro soldato nella lotta contro il fascismo. Se, d'altro canto, voi credete che se io abbandonassi questa posizione, in cui sono solo come un uomo morto, i fascisti trionferebbero, se voi credete che io, il mio partito [la Esquerra, un partito della sinistra borghese catalana - IBRP], il mio nome, il mio prestigio, possano essere utili, allora voi potete contare su di me e sulla mia lealtà di uomo che è convinto che un intero passato di vergogna sia morto e che desidera appassionatamente che la Catalogna si collochi d'ora in avanti tra le nazioni più progressiste del mondo.» (Dalle stesse memorie di Garcia Oliver De Julio a Julio, citate in H. Thomas, ''The Spanish Civil War'' p.210-1)</ref>
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[[File:Sette_2.jpg|thumb|left|Giornali che annunciano la morte del primo caduto italiano in terra di Spagna, l'anarchico [[Agostino Sette|Gino Sette]]]]  
[[File:Sette_2.jpg|thumb|left|Giornali che annunciano la morte del primo caduto italiano in terra di Spagna, l'anarchico [[Agostino Sette|Gino Sette]]]]  
[[File:Patrullas CNT.jpg|thumb|250 px|[[pattuglie di controllo|Pattuglie]] della [[CNT spagnola|CNT]]]]
[[File:Patrullas CNT.jpg|thumb|250 px|[[pattuglie di controllo|Pattuglie]] della [[CNT spagnola|CNT]]]]
Le strutture più importanti (soprattutto i Comitati di Guerra e di Difesa) erano controllate dai settori più rivoluzionari, mentre quelli meno importanti erano sotto il controllo dei moderati. A Barcellona gli anarchici della [[CNT]]-[[Federazione Anarchica Iberica|FAI]], che di fatto controllavano la città , accettarono tre ministeri all'interno del governo catalano ('''Generalitat''') in nome dell'[[antifascismo]] e dell'urgenza bellica ([[26 settembre]] [[1936]]). L'entrata in questa istituzione portò alla dissoluzione della CCMA ([[27 settembre]]) e di lì a seguire l'organizzazione sindacale rinunciò ad alcune scelte in linea con i principi anarchici con l'intenzione di mantenere unito il fronte antifascista che in Catalogna aveva assunto il nome di ''[[Front d'Esquerres]]''.
Le strutture più importanti (soprattutto i Comitati di Guerra e di Difesa) erano controllate dai settori più rivoluzionari, mentre quelli meno importanti erano sotto il controllo dei moderati. A Barcellona gli anarchici della [[CNT]]-[[Federazione Anarchica Iberica|FAI]], che di fatto controllavano la città, accettarono tre ministeri all'interno del governo catalano ('''Generalitat''') in nome dell'[[antifascismo]] e dell'urgenza bellica ([[26 settembre]] [[1936]]). L'entrata in questa istituzione portò alla dissoluzione della CCMA ([[27 settembre]]) e di lì a seguire l'organizzazione sindacale rinunciò ad alcune scelte in linea con i principi anarchici con l'intenzione di mantenere unito il fronte antifascista che in Catalogna aveva assunto il nome di ''[[Front d'Esquerres]]''.


L'organizzazione spontanea anarchica e antifascista, legata soprattutto alle strutture sindacali della [[CNT spagnola|CNT]], permise di sconfiggere i nazionalisti in catalogna, ma questi erano riusciti ad occupare in pochi giorni circa 1\3 della [[Spagna]] (Navarra, parte dell'Aragona, Galizia, il Leon, Antica Castiglia, Siviglia, cadice e Cordova), guarda caso laddove gli anarchici non erano ben strutturati. Per questo, il primo incontro del [[Comitato Centrale delle Milizie Antifasciste|Comitato delle Milizie]] stabilì l'invio di una colonna anarchica in direzione dell'Aragona. Fu così che il [[24 luglio]] del [[1936]] partì da Barcellona la prima milizia volontaria guidata da [[Buenaventura Durruti]] destinata a raggiungere il fronte dell'Aragona. Tra le varie milizie popolari, organizzate nelle cosiddette colonne, si distinse proprio la [[Colonna Durruti]], formata da 3000 uomini e coordinati dalla figura carismatica di [[Buenaventura Durruti]] (altre “colonne” anarchiche furonola [[Colonna de Hierro]] o la [[Colonna Rojo y Negro]]).  
L'organizzazione spontanea anarchica e antifascista, legata soprattutto alle strutture sindacali della [[CNT spagnola|CNT]], permise di sconfiggere i nazionalisti in catalogna, ma questi erano riusciti ad occupare in pochi giorni circa 1\3 della [[Spagna]] (Navarra, parte dell'Aragona, Galizia, il Leon, Antica Castiglia, Siviglia, cadice e Cordova), guarda caso laddove gli anarchici non erano ben strutturati. Per questo, il primo incontro del [[Comitato Centrale delle Milizie Antifasciste|Comitato delle Milizie]] stabilì l'invio di una colonna anarchica in direzione dell'Aragona. Fu così che il [[24 luglio]] del [[1936]] partì da Barcellona la prima milizia volontaria guidata da [[Buenaventura Durruti]] destinata a raggiungere il fronte dell'Aragona. Tra le varie milizie popolari, organizzate nelle cosiddette colonne, si distinse proprio la [[Colonna Durruti]], formata da 3000 uomini e coordinati dalla figura carismatica di [[Buenaventura Durruti]] (altre “colonne” anarchiche furonola [[Colonna de Hierro]] o la [[Colonna Rojo y Negro]]).  
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In Aragona giunsero pure varie centinaia di anarchici italiani (tra cui [[Camillo Berneri]]) inquadrati nella [[Colonna Rosselli-Berneri]] o nella "[[Colonna Aascaso|Ascaso]]" (tra questi, in tempi diversi, [[Tomaso Serra]], [[Enrico Zambonini]], [[Tintino Rasi]], ecc.). Il primo italiano morto in terra di [[Spagna]] fu l'anarchico [[Agostino Sette]].
In Aragona giunsero pure varie centinaia di anarchici italiani (tra cui [[Camillo Berneri]]) inquadrati nella [[Colonna Rosselli-Berneri]] o nella "[[Colonna Aascaso|Ascaso]]" (tra questi, in tempi diversi, [[Tomaso Serra]], [[Enrico Zambonini]], [[Tintino Rasi]], ecc.). Il primo italiano morto in terra di [[Spagna]] fu l'anarchico [[Agostino Sette]].


I rivoluzionari di tendenza libertaria non pensarono esclusivamente alla lotta contro il franchismo, ma si preoccuparono di organizzare le comunità , che incontravano lungo il loro percorso, secondo i principi dell'[[anarco-comunismo]].
I rivoluzionari di tendenza libertaria non pensarono esclusivamente alla lotta contro il franchismo, ma si preoccuparono di organizzare le comunità, che incontravano lungo il loro percorso, secondo i principi dell'[[anarco-comunismo]].
L'economia spagnola veniva gestita “dal basso”, mediante l'attività dei lavoratori organizzati nei sindacati e senza nessun dirigismo [[autorità | autoritario]].  
L'economia spagnola veniva gestita “dal basso”, mediante l'attività dei lavoratori organizzati nei sindacati e senza nessun dirigismo [[autorità | autoritario]].  


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