Consigli ed occupazioni di fabbrica in Italia (1919-20): differenze tra le versioni

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Ad agosto iniziarono le occupazioni delle terre abbandonate (il [[24 agosto]] vengono occupate terre dell'agro romano) che proseguiranno nel mese di settembre (100000 braccianti occupano le terre di 15 feudi del trapanese). Già  a marzo, a  Dalmine (prov. Bergamo), si  realizzarono le prime estemporanee occupazioni di fabbriche, ovunque sorsero i [[Soviet]] locali e nel fiorentino si costituì un'effimera "Repubblica dei Soviet" (sciolta dopo solo 3 giorni). Storicamente però, si suole indicare l'inizio del biennio rosso  con la pubblicazione sulla rivista «Ordine Nuovo» di Antonio Gramsci del manifesto ''Ai commissari di reparto delle officine Fiat Centro e Brevetti'' ([[13 settembre]] [[1919]]), nel quale sanciva la nascita dei consigli di fabbrica e se ne delineavano i compiti ed obiettivi, ovvero controllo operaio della produzione e creazione delle condizioni per lo scoppio della [[rivoluzione]].
Ad agosto iniziarono le occupazioni delle terre abbandonate (il [[24 agosto]] vengono occupate terre dell'agro romano) che proseguiranno nel mese di settembre (100000 braccianti occupano le terre di 15 feudi del trapanese). Già  a marzo, a  Dalmine (prov. Bergamo), si  realizzarono le prime estemporanee occupazioni di fabbriche, ovunque sorsero i [[Soviet]] locali e nel fiorentino si costituì un'effimera "Repubblica dei Soviet" (sciolta dopo solo 3 giorni). Storicamente però, si suole indicare l'inizio del biennio rosso  con la pubblicazione sulla rivista «Ordine Nuovo» di Antonio Gramsci del manifesto ''Ai commissari di reparto delle officine Fiat Centro e Brevetti'' ([[13 settembre]] [[1919]]), nel quale sanciva la nascita dei consigli di fabbrica e se ne delineavano i compiti ed obiettivi, ovvero controllo operaio della produzione e creazione delle condizioni per lo scoppio della [[rivoluzione]].


A Torino, il [[1 novembre|1° novembre]], grazie anche allo stimolo degli anarchici ([[Maurizio Garino]], [[Italo Garinei]] e [[Pietro Ferrero]] su tutti…), l'assemblea della Sezione torinese della FIOM approvò l'ordine del giorno "Boero-Garino" «a grande maggioranza» che portò alla «costituzione dei Consigli operai di fabbrica, mediante l'elezione dei Commissari di reparto». Si costituì un nuovo consiglio direttivo, provvisorio, in cui [[Pietro Ferrero]] assunse le funzioni di segretario, dopo che la carica era stata declinata dallo stesso Garino. Questi e [[Pietro Ferrero|Ferrero]] agirono spesso in stretta collaborazione con i [[comunismo|comunisti]] de «L'Ordine Nuovo», nuovo giornale [[comunismo|comunista]] di [[Antonio Gramsci]].  
A Torino, il [[1 novembre|1° novembre]], grazie anche allo stimolo degli anarchici ([[Maurizio Garino]], [[Italo Garinei]] e [[Pietro Ferrero]] su tutti...), l'assemblea della Sezione torinese della FIOM approvò l'ordine del giorno "Boero-Garino" «a grande maggioranza» che portò alla «costituzione dei Consigli operai di fabbrica, mediante l'elezione dei Commissari di reparto». Si costituì un nuovo consiglio direttivo, provvisorio, in cui [[Pietro Ferrero]] assunse le funzioni di segretario, dopo che la carica era stata declinata dallo stesso Garino. Questi e [[Pietro Ferrero|Ferrero]] agirono spesso in stretta collaborazione con i [[comunismo|comunisti]] de «L'Ordine Nuovo», nuovo giornale [[comunismo|comunista]] di [[Antonio Gramsci]].  


Al Convegno straordinario della FIOM di Firenze ([[9 novembre|9 novembre]]-[[10 novembre]] [[1919]]), Boero e Garino ottennero che i vertici federali permettessero l'«esperimento dei Consigli di fabbrica» intesi come «la continuazione dell'opera delle Commissioni interne coordinata con quella dell'organizzazione». Nel dicembre dello stesso [[Maurizio Garino]] partecipò al Congresso straordinario della CdL di Torino presentando una mozione a favore dei Consigli, ritenuti «ai fini dei principi comunisti-antiautoritari, organi assolutamente antistatali e possibili cellule della futura gestione della produzione agricola e industriale».
Al Convegno straordinario della FIOM di Firenze ([[9 novembre|9 novembre]]-[[10 novembre]] [[1919]]), Boero e Garino ottennero che i vertici federali permettessero l'«esperimento dei Consigli di fabbrica» intesi come «la continuazione dell'opera delle Commissioni interne coordinata con quella dell'organizzazione». Nel dicembre dello stesso [[Maurizio Garino]] partecipò al Congresso straordinario della CdL di Torino presentando una mozione a favore dei Consigli, ritenuti «ai fini dei principi comunisti-antiautoritari, organi assolutamente antistatali e possibili cellule della futura gestione della produzione agricola e industriale».
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L'anarchico della FIOM [[Maurizio Garino]] accuserà  i dirigenti nazionali sindacali di avere in qualche modo illuso «la massa operaia che non distingue se il movimento fosse sindacale o politico, aveva creduto che voi sareste andati fino in fondo, che voi l'avreste condotta al gran gesto rivoluzionario» <ref name="rivista">[http://www.anarca-bolo.ch/a-rivista/296/55.htm Alcune schede tratte dal ''Dizionario Biografico degli Anarchici Italiani'']</ref>. [[Errico Malatesta]], due anni dopo, sulle pagine di «[[Umanità  Nova]]», così commentò quel biennio e la relativa sconfitta dei rivoluzionari:
L'anarchico della FIOM [[Maurizio Garino]] accuserà  i dirigenti nazionali sindacali di avere in qualche modo illuso «la massa operaia che non distingue se il movimento fosse sindacale o politico, aveva creduto che voi sareste andati fino in fondo, che voi l'avreste condotta al gran gesto rivoluzionario» <ref name="rivista">[http://www.anarca-bolo.ch/a-rivista/296/55.htm Alcune schede tratte dal ''Dizionario Biografico degli Anarchici Italiani'']</ref>. [[Errico Malatesta]], due anni dopo, sulle pagine di «[[Umanità  Nova]]», così commentò quel biennio e la relativa sconfitta dei rivoluzionari:


:«Lo stato d'animo dei lavoratori era propizio a un cambiamento di regime.  L'accordo tra i  partiti rivoluzionari si era fatto da  sé [] i lavoratori repubblicani  lottavano in bell'armonia cogli anarchici  e con la parte rivoluzionaria dei socialisti. Si stava per passare agli atti risolutivi. Lo sciopero a tendenza insurrezionale si estendeva. [] La rivoluzione  stava per farsi, per impulso spontaneo delle popolazioni e con grande possibilità  di successo. Certamente non si sarebbe in quel momento attuata l'anarchia e nemmeno il socialismo, ma si sarebbero levati di mezzo molti ostacoli e si sarebbe aperto il periodo di libera propaganda, di libera sperimentazione, e sia pure di lotte civili, in capo al quale noi vediamo rifulgere il trionfo del nostro ideale.  I ferrovieri si apprestavano a prendere in mano la direzione del servizio per impedire le dislocazioni di truppe e non far viaggiare che i treni utili per il movimento insurrezionale.  Ma  tutto ad un tratto , quando maggiori erano le speranze, la direzione della Confederazione Generale del Lavoro con telegramma circolare  dichiara finito il movimento ed ordina la cessazione dello sciopero. E così le masse che agivano  nella fiducia di prendere parte ad un movimento generale, furono disorientate; ciascuna località  vide naturalmente che era impossibile resistere da sola, e il movimento cessò.»<ref>«[[Umanità  Nova]]», n. 147, [[28 giugno]] [[1922]]</ref>
:«Lo stato d'animo dei lavoratori era propizio a un cambiamento di regime.  L'accordo tra i  partiti rivoluzionari si era fatto da  sé [...] i lavoratori repubblicani  lottavano in bell'armonia cogli anarchici  e con la parte rivoluzionaria dei socialisti. Si stava per passare agli atti risolutivi. Lo sciopero a tendenza insurrezionale si estendeva. [...] La rivoluzione  stava per farsi, per impulso spontaneo delle popolazioni e con grande possibilità  di successo. Certamente non si sarebbe in quel momento attuata l'anarchia e nemmeno il socialismo, ma si sarebbero levati di mezzo molti ostacoli e si sarebbe aperto il periodo di libera propaganda, di libera sperimentazione, e sia pure di lotte civili, in capo al quale noi vediamo rifulgere il trionfo del nostro ideale.  I ferrovieri si apprestavano a prendere in mano la direzione del servizio per impedire le dislocazioni di truppe e non far viaggiare che i treni utili per il movimento insurrezionale.  Ma  tutto ad un tratto , quando maggiori erano le speranze, la direzione della Confederazione Generale del Lavoro con telegramma circolare  dichiara finito il movimento ed ordina la cessazione dello sciopero. E così le masse che agivano  nella fiducia di prendere parte ad un movimento generale, furono disorientate; ciascuna località  vide naturalmente che era impossibile resistere da sola, e il movimento cessò.»<ref>«[[Umanità  Nova]]», n. 147, [[28 giugno]] [[1922]]</ref>


== Riflessioni e conseguenze sulla rivoluzione mancata  ==
== Riflessioni e conseguenze sulla rivoluzione mancata  ==
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