Anarchismo mistico: differenze tra le versioni

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L'induismo non è una [[Anarchismo e religione|religione]] nel senso abramico del termine, può essere definito anche come un insieme di principi, per alcuni aspetti definibili libertari (non organizzati da alcun [[Stato]] o chiesa o potere centralizzato e burocratizzato), e di correnti filosofiche, riguardo ai quali non può essere inserito in alcuna Chiesa dogmatica: il sistema delle caste, poi degenerato durante i secoli dalla cristallizzazione generatasi di fronte alle invasioni islamiche e dell'impero mongolo, al [[colonialismo]] dei paesi tradizionalmente giudeo-cristiani, e con l'"intoccabilità " (di cui nessun testo sacro indù in realtà  parla o autorizza simili discriminazioni), sarebbe in realtà , almeno secondo gli induisti, un modo per tendere verso un ideale d'uomo non-violento e libero; a proposito delle caste, che a ragione infastidisce tutti coloro che si oppongono ad ogni forma di [[discriminazione]], scrive Guy Deleury:
L'induismo non è una [[Anarchismo e religione|religione]] nel senso abramico del termine, può essere definito anche come un insieme di principi, per alcuni aspetti definibili libertari (non organizzati da alcun [[Stato]] o chiesa o potere centralizzato e burocratizzato), e di correnti filosofiche, riguardo ai quali non può essere inserito in alcuna Chiesa dogmatica: il sistema delle caste, poi degenerato durante i secoli dalla cristallizzazione generatasi di fronte alle invasioni islamiche e dell'impero mongolo, al [[colonialismo]] dei paesi tradizionalmente giudeo-cristiani, e con l'"intoccabilità " (di cui nessun testo sacro indù in realtà  parla o autorizza simili discriminazioni), sarebbe in realtà , almeno secondo gli induisti, un modo per tendere verso un ideale d'uomo non-violento e libero; a proposito delle caste, che a ragione infastidisce tutti coloro che si oppongono ad ogni forma di [[discriminazione]], scrive Guy Deleury:
: «Il regime delle jâti (caste) ha fatto dell'India una terra d'asilo per tutte le minoranze perseguitate del mondo: questo, se si considera lo spettacolo sanguinario della storia religiosa [...] non è un merito da poco... il sistema delle casti fondato sulla diseguaglianza degli uomini generò infinitamente meno crudeltà  ed odio che religioni o dottrine fondati sull'uguaglianza [...] Al prezzo dunque d'una libertà  inferiore individuale, il modello indù è riuscito ad organizzare e fare vivere per più di due millenni una società  più fraterna di tutte quelle che furono inventate altrove: perché fondata sul pluralismo delle classi. E se occorreva trovare una traduzione alla parola jâti, non è quella di casta che si dovrebbe scegliere, ma quella di Comunità  o classe; questo semplice cambiamento di termine farebbe certamente cadere molte incomprensioni sulla natura vera del " sistema delle casti» (Le Modèle Hindou. Civilisation et société (edizioni Kailash, 1978).
: «Il regime delle jâti (caste) ha fatto dell'India una terra d'asilo per tutte le minoranze perseguitate del mondo: questo, se si considera lo spettacolo sanguinario della storia religiosa [...] non è un merito da poco... il sistema delle casti fondato sulla diseguaglianza degli uomini generò infinitamente meno crudeltà  ed odio che religioni o dottrine fondati sull'uguaglianza [...] Al prezzo dunque d'una libertà  inferiore individuale, il modello indù è riuscito ad organizzare e fare vivere per più di due millenni una società  più fraterna di tutte quelle che furono inventate altrove: perché fondata sul pluralismo delle classi. E se occorreva trovare una traduzione alla parola jâti, non è quella di casta che si dovrebbe scegliere, ma quella di Comunità  o classe; questo semplice cambiamento di termine farebbe certamente cadere molte incomprensioni sulla natura vera del" sistema delle casti» (Le Modèle Hindou. Civilisation et société (edizioni Kailash, 1978).


Per esser più chiari, Dio è considerato dagli induisti come formante il '''Tutto''', ''Brahman'', – l''''Assoluto''' (comprensione dello [[Stato]] in una concezione panteista ed enoteista <ref>L''''Enoteismo''' (dal greco antico εἷς "uno" e θεός "dio"), termine coniato da Max Müller, indica un tipo di religiosità   che prevede la preminenza di un dio su tutti gli altri, tale da accentrare su di esso tutto il culto; è pertanto una forma di culto intermedia tra politeismo e monoteismo  in cui viene venerata in particolar modo una singola divinità  senza tuttavia negare l'esistenza di altri dèi accanto ad essa: non viene quindi negata l'esistenza di altre divinità , ma ne viene sottolineata l'inferiorità .</ref>, ma anche politeista, monoteista e [[Ateismo|agnostica\atea]], molto lontana dalla concezione occidentale del politeismo o del monoteismo e agnosticismo\ateismo...), e ciascun essere umano, ciascun essere vivente deve essere considerato come un Dio possibile se diviene padrone di lui stesso e non degli altri o sottomettersi ad un altro, in quanto la divinità  sarebbe insita nel profondo di ogni essere vivente. In questo senso la visione religiosa indù è assai affine a quella tolsojana, non a caso Gandhi fece uno studio intenso del celebre scrittore russo. Gandhi, dopo aver letto ''Lettera a un Indù'', gli scrisse ben quattro volte, fra il [[1909]] e il [[1910]] <ref>[http://pdpace.interfree.it/s2_gazzeri.html Il magistero nonviolento di Tolstoj]</ref>, e ne resterà  inevitabilmente influenzato:
Per esser più chiari, Dio è considerato dagli induisti come formante il '''Tutto''', ''Brahman'', – l''''Assoluto''' (comprensione dello [[Stato]] in una concezione panteista ed enoteista <ref>L''''Enoteismo''' (dal greco antico εἷς "uno" e θεός "dio"), termine coniato da Max Müller, indica un tipo di religiosità   che prevede la preminenza di un dio su tutti gli altri, tale da accentrare su di esso tutto il culto; è pertanto una forma di culto intermedia tra politeismo e monoteismo  in cui viene venerata in particolar modo una singola divinità  senza tuttavia negare l'esistenza di altri dèi accanto ad essa: non viene quindi negata l'esistenza di altre divinità , ma ne viene sottolineata l'inferiorità .</ref>, ma anche politeista, monoteista e [[Ateismo|agnostica\atea]], molto lontana dalla concezione occidentale del politeismo o del monoteismo e agnosticismo\ateismo...), e ciascun essere umano, ciascun essere vivente deve essere considerato come un Dio possibile se diviene padrone di lui stesso e non degli altri o sottomettersi ad un altro, in quanto la divinità  sarebbe insita nel profondo di ogni essere vivente. In questo senso la visione religiosa indù è assai affine a quella tolsojana, non a caso Gandhi fece uno studio intenso del celebre scrittore russo. Gandhi, dopo aver letto ''Lettera a un Indù'', gli scrisse ben quattro volte, fra il [[1909]] e il [[1910]] <ref>[http://pdpace.interfree.it/s2_gazzeri.html Il magistero nonviolento di Tolstoj]</ref>, e ne resterà  inevitabilmente influenzato:
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