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[[File:Biennio rosso.jpg|thumb|240 px|Guardie rosse durante l'[[Consigli ed occupazioni di fabbrica in Italia (1919-20)|occupazione delle fabbriche]] dell'autunno del 1920.]] | [[File:Biennio rosso.jpg|thumb|240 px|Guardie rosse durante l'[[Consigli ed occupazioni di fabbrica in Italia (1919-20)|occupazione delle fabbriche]] dell'autunno del 1920.]] | ||
Durante il suo segretariato è impegnato in varie [[sindacalismo|lotte sindacali]], sempre fianco a fianco di [[Maurizio Garino]], tra cui il cosiddetto "[[sciopero]] delle lancette" (aprile [[1920]]) contro la decisione unilaterale della Fiat di spostare l'orario di lavoro da l'ora solare a quella legale e negli [[Maurizio_Garino#Le_occupazioni_delle_fabbriche|eventi che porteranno]] | Durante il suo segretariato è impegnato in varie [[sindacalismo|lotte sindacali]], sempre fianco a fianco di [[Maurizio Garino]], tra cui il cosiddetto "[[sciopero]] delle lancette" (aprile [[1920]]) contro la decisione unilaterale della Fiat di spostare l'orario di lavoro da l'ora solare a quella legale e negli [[Maurizio_Garino#Le_occupazioni_delle_fabbriche|eventi che porteranno]] all'[[consigli ed occupazioni di fabbrica in Italia (1919-20) |occupazione delle fabbriche]] nel settembre [[1920]]. In luglio, prima delle occupazioni, aveva presieduto un'assemblea delle Commissioni interne dei Consigli di fabbrica nella quale aveva sostenuto che «le masse torinesi sono pronte a tutto», invitando la [[FIOM]] ad affiancarsi all'[[USI]] nella lotta rivoluzionaria. | ||
Nel corso delle occupazioni è tra i militanti più attivi e intransigenti, opponendosi alla ratificazione riformista | Nel corso delle occupazioni è tra i militanti più attivi e intransigenti, opponendosi alla ratificazione riformista dell'accordo "D'Aragona-Giolitti" (che poneva fine alle occupazioni), sottolineando il pericolo che incombeva sull'Italia mediante le "profetiche" parole di [[Errico Malatesta]]: | ||
:«Se gli operai abbandonano le fabbriche, si aprono la porte alla reazione del fascismo». | :«Se gli operai abbandonano le fabbriche, si aprono la porte alla reazione del fascismo». | ||
=== Assassinato dai fascisti === | === Assassinato dai fascisti === | ||
{{vedi anche|Strage_di_Torino_(18-20_dicembre_1922)}} | {{vedi anche|Strage_di_Torino_(18-20_dicembre_1922)}} | ||
Ferrero [[Strage_di_Torino_(18-20_dicembre_1922)#Pietro_Ferrero|muore tragicamente, assassinato]] dalle squadracce [[Fascismo|fasciste]] di Piero Brandimarte (l'assassino nel dopoguerra verrà reintegrato | Ferrero [[Strage_di_Torino_(18-20_dicembre_1922)#Pietro_Ferrero|muore tragicamente, assassinato]] dalle squadracce [[Fascismo|fasciste]] di Piero Brandimarte (l'assassino nel dopoguerra verrà reintegrato nell'esercito e poi seppellito con tutti gli onori), il [[18 dicembre]] [[1922]], dopo lunghe ed atroci sevizie: il cadavere straziato fu legato ad un carro e trascinato per le strade di Torino come trofeo di vittoria. | ||
Ecco come [[Maurizio Garino]] racconta l'atroce morte inferta dai [[Fascismo|fascisti]] a Ferrero: | Ecco come [[Maurizio Garino]] racconta l'atroce morte inferta dai [[Fascismo|fascisti]] a Ferrero: | ||
:«Ho poi saputo che Ferrero, preso nel pomeriggio, messo nella portineria della Camera del Lavoro, fatto sedere nell'angolo, gli angoli erano occupati da quattro persone. Uno l'ha riconosciuto, ma non hanno dimostrato di conoscersi. Ferrero, sputacchiato dai fascisti. " Vigliacco! Sfruttatore degli operai!". Insomma hanno cercato di umiliarlo in tutti i modi. Pugni, ogni tanto una bastonata».:«[...] E poi verso mezzanotte l'hanno legato al camion e l'hanno trascinato dal numero 12 di Corso Siccardi fino al monumento di Vittorio Emanuele, dietro un camion. Arrivato là era più morto che vivo, si capisce, e allora l'hanno finito sotto il monumento e l'hanno lasciato là . Morto. E naturalmente alla notte qualcuno l'ha preso e l'ha portato all'ospedale, ma era già morto. E io al mattino | :«Ho poi saputo che Ferrero, preso nel pomeriggio, messo nella portineria della Camera del Lavoro, fatto sedere nell'angolo, gli angoli erano occupati da quattro persone. Uno l'ha riconosciuto, ma non hanno dimostrato di conoscersi. Ferrero, sputacchiato dai fascisti. " Vigliacco! Sfruttatore degli operai!". Insomma hanno cercato di umiliarlo in tutti i modi. Pugni, ogni tanto una bastonata».:«[...] E poi verso mezzanotte l'hanno legato al camion e l'hanno trascinato dal numero 12 di Corso Siccardi fino al monumento di Vittorio Emanuele, dietro un camion. Arrivato là era più morto che vivo, si capisce, e allora l'hanno finito sotto il monumento e l'hanno lasciato là . Morto. E naturalmente alla notte qualcuno l'ha preso e l'ha portato all'ospedale, ma era già morto. E io al mattino l'ho trovato là . Era il [[18 dicembre]] del [[1922]]». | ||
:«[...] Poi il giorno dopo il funerale. Una mattinata nebbiosa, fredda! Il funerale era presto, alle otto. E allora ci troviamo lì, al cimitero, eravamo cinque uomini, undici donne, compresa mia moglie. Ecco, io ho poi commentato in certe interviste, con più di ventimila organizzati dalla FIOM, non c'era un rappresentante della FIOM. [...] Eccolo l'effetto del terrore fascista». | :«[...] Poi il giorno dopo il funerale. Una mattinata nebbiosa, fredda! Il funerale era presto, alle otto. E allora ci troviamo lì, al cimitero, eravamo cinque uomini, undici donne, compresa mia moglie. Ecco, io ho poi commentato in certe interviste, con più di ventimila organizzati dalla FIOM, non c'era un rappresentante della FIOM. [...] Eccolo l'effetto del terrore fascista». | ||
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Il [[7 novembre]] [[1923]], la fabbrica automobilistica «Amo» di Mosca (URSS) assunse il nome di «Pietro Ferrero». | Il [[7 novembre]] [[1923]], la fabbrica automobilistica «Amo» di Mosca (URSS) assunse il nome di «Pietro Ferrero». | ||
Durante la [[gli anarchici e la resistenza antifascista|resistenza]] [[antifascismo|antifascista]] alcuni partigiani anarchici costituirono una formazione che agiva nel torinese, particolarmente attiva durante | Durante la [[gli anarchici e la resistenza antifascista|resistenza]] [[antifascismo|antifascista]] alcuni partigiani anarchici costituirono una formazione che agiva nel torinese, particolarmente attiva durante l'insurrezione alle 'Ferriere Piemontesi', denominata [[33° battaglione SAP "Pietro Ferrero"]] in onore all'anarchico Ferrero. | ||
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