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Ideologicamente è affine alle posizioni di [[Fernando Tarrida del Marmol]], con cui per altro aveva partecipato allo [[sciopero]] di sette settimane dell’anno precedente per richiedere la giornata lavorativa di 8 ore. Nel [[1885]] è presente al congresso anarchico catalano di Barcellona, mentre nel [[1893]] sale alla ribalta per essere stata arrestata, insieme a molte centinaia di militanti, dopo l'attacco di Pallas al [[teatro]] del liceo di Barcellona ([[7 novembre]]). Nel giugno [[1896]], dopo l'attentato contro una processione religiosa in via Cambios Nuevos, viene fermata ed internata a Montjuich. | Ideologicamente è affine alle posizioni di [[Fernando Tarrida del Marmol]], con cui per altro aveva partecipato allo [[sciopero]] di sette settimane dell’anno precedente per richiedere la giornata lavorativa di 8 ore. Nel [[1885]] è presente al congresso anarchico catalano di Barcellona, mentre nel [[1893]] sale alla ribalta per essere stata arrestata, insieme a molte centinaia di militanti, dopo l'attacco di Pallas al [[teatro]] del liceo di Barcellona ([[7 novembre]]). Nel giugno [[1896]], dopo l'attentato contro una processione religiosa in via Cambios Nuevos, viene fermata ed internata a Montjuich. | ||
In occasione del processo tenutosi in dicembre contro più di 300 anarchici e dove saranno pronunciate otto pene di morte (di cui cinque saranno effettivamente messe in atto), Teresa Claramunt viene condannata alla deportazione fuori della [[Spagna]]. Partita allora in esilio per la [[Francia]] (Parigi e Roubaix) prima e la [[Gran Bretagna]] (Londra) poi, si mantiene economicamente lavorando presso le locali industrie tessili. Una volta scontato l'esilio, Claramunt ritorna a Barcellona nel [[1898]] e partecipa alle campagne di proteste contro i nuovi processi indetti a Montjuich a carico di molti militanti anarchici ([[1897]]-[[1898|98]]). Nel [[1900]] organizza il gruppo [[anarco-femminismo|femminista anarchico]] di Gracia e partecipa a fianco di [[Leopoldo Bonafulla]] alla fondazione del [[stampa anarchica|giornale]] «El Productor», una delle tante [[stampa anarchica|riviste anarchiche]] a cui presterà la sua collaborazione: «El Productor», «El Rebelde», «Tribuna Libre», «El Productor | In occasione del processo tenutosi in dicembre contro più di 300 anarchici e dove saranno pronunciate otto pene di morte (di cui cinque saranno effettivamente messe in atto), Teresa Claramunt viene condannata alla deportazione fuori della [[Spagna]]. Partita allora in esilio per la [[Francia]] (Parigi e Roubaix) prima e la [[Gran Bretagna]] (Londra) poi, si mantiene economicamente lavorando presso le locali industrie tessili. Una volta scontato l'esilio, Claramunt ritorna a Barcellona nel [[1898]] e partecipa alle campagne di proteste contro i nuovi processi indetti a Montjuich a carico di molti militanti anarchici ([[1897]]-[[1898|98]]). Nel [[1900]] organizza il gruppo [[anarco-femminismo|femminista anarchico]] di Gracia e partecipa a fianco di [[Leopoldo Bonafulla]] alla fondazione del [[stampa anarchica|giornale]] «El Productor», una delle tante [[stampa anarchica|riviste anarchiche]] a cui presterà la sua collaborazione: «El Productor», «El Rebelde», «Tribuna Libre», «El Productor literario», «El Porvenir del Obrero», «Fraternidad», «Porvenir del Obrero», «Fraternidad», «La Alarma», «El Proletario», «Buena Semilla», ecc. | ||
Dopo avere preso parte al grande [[sciopero]] di Barcellona nel [[1902]], inizia un grande giro propagandistico in Andalusia che si concluderà con il suo arresto a Ronda e la sua espulsione da Malaga. Nella stessa epoca collabora col [[stampa anarchica|giornale]] [[femminismo|femminista]] libertario «Humanidad Libre» (Valencia, 1902, 3 n°). A partire dal [[1909]] si ferma a Saragozza, contribuendo alla diffusione dell'[[anarchismo]] negli ambienti operai aragonesi e dove nel [[1912]] partecipa ad un grande [[sciopero]] che gli costa l'ennesimo arresto. Proprio in [[carcere]] contrae una malattia debilitante che lentamente la porterà alla paralisi. Scontata la pena si sposta a Siviglia, nella speranza che il clima mite possa migliorare il suo stato di [[salute]] e dove si incarica dell'istruzione dei figli di [[Antonio Ojeda]]. Stanca e affatticata, nel [[1923]] partecipa nella stessa città ad una riunione anarchica, mentre l'anno seguente ritorna a Barcellona e va a vivere da [[Francisca Saperas]]. Nel [[1929]] partecipa alla sua ultima riunione anarchica, la malattia è oramai ad uno stadio così avanzato che le impedisce di continuare la militanza. | Dopo avere preso parte al grande [[sciopero]] di Barcellona nel [[1902]], inizia un grande giro propagandistico in Andalusia che si concluderà con il suo arresto a Ronda e la sua espulsione da Malaga. Nella stessa epoca collabora col [[stampa anarchica|giornale]] [[femminismo|femminista]] libertario «Humanidad Libre» (Valencia, 1902, 3 n°). A partire dal [[1909]] si ferma a Saragozza, contribuendo alla diffusione dell'[[anarchismo]] negli ambienti operai aragonesi e dove nel [[1912]] partecipa ad un grande [[sciopero]] che gli costa l'ennesimo arresto. Proprio in [[carcere]] contrae una malattia debilitante che lentamente la porterà alla paralisi. Scontata la pena si sposta a Siviglia, nella speranza che il clima mite possa migliorare il suo stato di [[salute]] e dove si incarica dell'istruzione dei figli di [[Antonio Ojeda]]. Stanca e affatticata, nel [[1923]] partecipa nella stessa città ad una riunione anarchica, mentre l'anno seguente ritorna a Barcellona e va a vivere da [[Francisca Saperas]]. Nel [[1929]] partecipa alla sua ultima riunione anarchica, la malattia è oramai ad uno stadio così avanzato che le impedisce di continuare la militanza. |