Giovanni Passannante: differenze tra le versioni

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=== L'attentato ===
=== L'attentato ===


Giovanni non è uno sprovveduto, è consapevole di quel che va a fare, sa che il suo gesto non potrà  che procacciargli grossissimi guai. Il [[16 novembre]] vende la sua giacca e acquista un temperino, poi scrive sul suo fazzoletto «A morte il re! Viva la Repubblica Universale». Il [[17 novembre]] [[1878]] la carrozza di Umberto I di Savoia (il presunto “re buono”...) e la regina Margherita, percorre le strade di una Napoli festante accorsa a salutare il passaggio della coppia reale.  
Giovanni non è uno sprovveduto, è consapevole di quel che va a fare, sa che il suo gesto non potrà  che procacciargli grossissimi guai. Il [[16 novembre]] vende la sua giacca e acquista un temperino, poi scrive sul suo fazzoletto «A morte il re! Viva la Repubblica Universale». Il [[17 novembre]] [[1878]] la carrozza di Umberto I di Savoia (il presunto “re buono”...) e la regina Margherita, percorre le strade di una Napoli festante accorsa a salutare il passaggio della coppia reale.  


All'improvviso, Giovanni Passannante estrae dalla tasca un fazzoletto rosso in cui è nascosto il piccolo coltellino con una lama di 8 centimetri, si avvicina alla carrozza e colpisce il re.
All'improvviso, Giovanni Passannante estrae dalla tasca un fazzoletto rosso in cui è nascosto il piccolo coltellino con una lama di 8 centimetri, si avvicina alla carrozza e colpisce il re.
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==== Breve contesto storico ====
==== Breve contesto storico ====


L'atto di Passannante giunge a breve distanza dai [[insurrezione rivoluzionaria di Bologna (1874)|tentativi insurrezionali di Bologna]] e del [[Banda del Matese| Matese]], in un'[[Italia]] da poco unificata e attraversata da un'infinità  di contraddizioni (una solida minoranza di privilegiati e la maggioranza di cittadini costretti a vivere in enormi difficoltà  quotidiane), una monarchia non molto amata, e un governo che rappresenta i soli interessi delle classi dirigenti. In questo contesto, tutt'altro che a lui favorevole, Passannante subisce il processo. Egli sa che la corte non avrà  clemenza poiché è stato il “primo” che ha osato alzare la mano sull'[[autorità ]], quindi non ci sarebbe dovuto esser spazio per un secondo. (La storia andò diversamente e dopo il tentato regicidio da parte dell'anarchico [[Pietro Acciarito]]  - [[22 aprile]] [[1897]] -, il [[29 luglio]] [[1900]] [[Gaetano Bresci]] colpirà  a morte Umberto I).
L'atto di Passannante giunge a breve distanza dai [[insurrezione rivoluzionaria di Bologna (1874)|tentativi insurrezionali di Bologna]] e del [[Banda del Matese| Matese]], in un'[[Italia]] da poco unificata e attraversata da un'infinità  di contraddizioni (una solida minoranza di privilegiati e la maggioranza di cittadini costretti a vivere in enormi difficoltà  quotidiane), una monarchia non molto amata, e un governo che rappresenta i soli interessi delle classi dirigenti. In questo contesto, tutt'altro che a lui favorevole, Passannante subisce il processo. Egli sa che la corte non avrà  clemenza poiché è stato il “primo” che ha osato alzare la mano sull'[[autorità ]], quindi non ci sarebbe dovuto esser spazio per un secondo. (La storia andò diversamente e dopo il tentato regicidio da parte dell'anarchico [[Pietro Acciarito]]  - [[22 aprile]] [[1897]] -, il [[29 luglio]] [[1900]] [[Gaetano Bresci]] colpirà  a morte Umberto I).
=== Reazioni all'attentato ===
=== Reazioni all'attentato ===


[[Giosuè Carducci]], in onore al povero “re buono”, comporrà  la famosa ''Ode alla Regina''<ref>[http://www.classicitaliani.it/carducci/critica/simonatti_ode_regina.htm Ode alla regina]</ref>. Al contrario, il giovane anarchico [[Giovanni Pascoli]], scriverà  un ''Inno a Passannante'', di cui ci nonostante ci rimangano gli ultimi versi («Con la berretta del cuoco faremo una bandiera!») in molti mettono in dubbio non solo la sua esistenza, ma addirittura continuano a minimizzare il suo passato anarchico<ref>[http://pascoli.archivi.beniculturali.it/index.php?id=35 La giovinezza anarchica di Pascoli]</ref> (nel 1879 sarà  arrestato per aver lanciato grida sediziose), anche se una recente scoperta di una sua poesia<ref>[https://it-it.facebook.com/costantinobor1/posts/330967817030999 Inno all'anarchia]</ref> accerta le sue posizioni anarchiche e rivoluzionarie, quantunque in seguito si sia "ravveduto".<ref>[http://archiviostorico.corriere.it/2006/ottobre/24/Pascoli_ritrovato_inno_all_anarchia_co_9_061024016.shtml Pascoli, ritrovato un inno all' anarchia]</ref>
[[Giosuè Carducci]], in onore al povero “re buono”, comporrà  la famosa ''Ode alla Regina''<ref>[http://www.classicitaliani.it/carducci/critica/simonatti_ode_regina.htm Ode alla regina]</ref>. Al contrario, il giovane anarchico [[Giovanni Pascoli]], scriverà  un ''Inno a Passannante'', di cui ci nonostante ci rimangano gli ultimi versi («Con la berretta del cuoco faremo una bandiera!») in molti mettono in dubbio non solo la sua esistenza, ma addirittura continuano a minimizzare il suo passato anarchico<ref>[http://pascoli.archivi.beniculturali.it/index.php?id=35 La giovinezza anarchica di Pascoli]</ref> (nel 1879 sarà  arrestato per aver lanciato grida sediziose), anche se una recente scoperta di una sua poesia<ref>[https://it-it.facebook.com/costantinobor1/posts/330967817030999 Inno all'anarchia]</ref> accerta le sue posizioni anarchiche e rivoluzionarie, quantunque in seguito si sia "ravveduto".<ref>[http://archiviostorico.corriere.it/2006/ottobre/24/Pascoli_ritrovato_inno_all_anarchia_co_9_061024016.shtml Pascoli, ritrovato un inno all' anarchia]</ref>


Il giorno successivo all'attentato, a Firenze, viene lanciata una bomba contro un corteo monarchico (tre morti e decine di feriti); a Pisa, un'altra bomba anti-monarchica esplode durante una manifestazione a favore del re (non ci furono vittime ma venne arrestato tale Pietro Orsolini, che, nonostante diverse prove di innocenza, morì nel carcere di Lucca nel [[1887]]).  
Il giorno successivo all'attentato, a Firenze, viene lanciata una bomba contro un corteo monarchico (tre morti e decine di feriti); a Pisa, un'altra bomba anti-monarchica esplode durante una manifestazione a favore del re (non ci furono vittime ma venne arrestato tale Pietro Orsolini, che, nonostante diverse prove di innocenza, morì nel carcere di Lucca nel [[1887]]).  
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Dopo una detenzione di alcuni mesi durante la quale si cerca inutilmente di comprovare l'esistenza di un complotto ordito insieme agli anarchici napoletani [[Matteo Maria Melillo]], [[Tommaso Schettino]], [[Elviro Ciccarese]] e [[Felice D'Amato]] (arrestati il [[18 novembre]] [[1878]], dopo un anno saranno definitivamente scagionati), si celebra il processo. Durerà  solo due giorni ([[6 marzo|6]]-[[7 marzo]] [[1879]]).  
Dopo una detenzione di alcuni mesi durante la quale si cerca inutilmente di comprovare l'esistenza di un complotto ordito insieme agli anarchici napoletani [[Matteo Maria Melillo]], [[Tommaso Schettino]], [[Elviro Ciccarese]] e [[Felice D'Amato]] (arrestati il [[18 novembre]] [[1878]], dopo un anno saranno definitivamente scagionati), si celebra il processo. Durerà  solo due giorni ([[6 marzo|6]]-[[7 marzo]] [[1879]]).  


Davanti a un pubblico elegante seduto in posti numerati e munito di binocolo per osservare meglio il “mostro”, la difesa d'ufficio è affidata all'avv. Leopoldo Tarantini. Questi ne assume la difesa previa richiesta perdono al re per l'"ingrato" compito caduto sulla sua testa. L'avvocato cercherà  semplicemente di far passare Passannante per infermo di mente, nel tentativo di salvarlo dalla condanna a morte (la perizia di cinque luminari dimostra la sua “finezza e forza di pensiero non comune”).  
Davanti a un pubblico elegante seduto in posti numerati e munito di binocolo per osservare meglio il “mostro”, la difesa d'ufficio è affidata all'avv. Leopoldo Tarantini. Questi ne assume la difesa previa richiesta perdono al re per l'"ingrato" compito caduto sulla sua testa. L'avvocato cercherà  semplicemente di far passare Passannante per infermo di mente, nel tentativo di salvarlo dalla condanna a morte (la perizia di cinque luminari dimostra la sua “finezza e forza di pensiero non comune”).  


La giuria, nonostante il codice prevedesse la pena di morte solo in caso di regicidio, non ha alcuna pietà  per l'anarchico e lo condanna alla pena capitale, che sarà  poi “magnanimamente” commutata dal “re buono” in ergastolo temendo che una condanna spropositata potesse trasformare l'attentatore in martire.  
La giuria, nonostante il codice prevedesse la pena di morte solo in caso di regicidio, non ha alcuna pietà  per l'anarchico e lo condanna alla pena capitale, che sarà  poi “magnanimamente” commutata dal “re buono” in ergastolo temendo che una condanna spropositata potesse trasformare l'attentatore in martire.  


Condotto nella Torre del Martello del penitenziario di Portoferraio, chiamata poi dai marinai Torre Passannante perché da lì udivano i suoi lugubri e continui lamenti, è chiuso in una cella alta 1,50 e legato a una catena pesante 18 chili che gli consente di muoversi per un solo metro. Durante la detenzione Giovanni viene visitato solo dal deputato socialista [[Agostino Bertani]] e dalla pubblicista [[Anna Maria Mozzoni]], i quali si trovarono di fronte ad uno "spettacolo" agghiacciante:
Condotto nella Torre del Martello del penitenziario di Portoferraio, chiamata poi dai marinai Torre Passannante perché da lì udivano i suoi lugubri e continui lamenti, è chiuso in una cella alta 1,50 e legato a una catena pesante 18 chili che gli consente di muoversi per un solo metro. Durante la detenzione Giovanni viene visitato solo dal deputato socialista [[Agostino Bertani]] e dalla pubblicista [[Anna Maria Mozzoni]], i quali si trovarono di fronte ad uno "spettacolo" agghiacciante:
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