Zemlja i Volja: differenze tra le versioni

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===Rinascita del movimento: 1876-1879===
===Rinascita del movimento: 1876-1879===
Il sostanziale fallimento di queste pratiche portò Natanson, [[Aleksej Dmitreevič Obolešëv|Obolešëv]] ([[1854]]-[[1881]]) e [[Aleksandr Dmitreevič Michajlov|Michajlov]] ([[1855]]-[[1884]]) a ricostituire Zemlja i Volja nel [[1876]]. Essa era certamente ispirata al programma della precedente, tuttavia ebbe le sue specificità  politiche, che erano molto più radicali e si ispiravano a [[Bakunin]], [[Pëtr Nikitič Tkačëv|Tkačëv]] e [[Pëtr Lavrovič Lavrov|Lavrov]]. I militanti, chiamati ''zemlevoltsy'', elaborarono un programma che prevedeva la formazione di una massa di contadini rivoluzionari in grado di guidare le rivolte e le proteste contro le [[autorità ]] zariste. La propaganda tra i contadini, almeno nella prima fase, ebbe quindi una funzione primaria nelle attività  dei militanti populisti.
Il sostanziale fallimento di queste pratiche portò Natanson, [[Aleksej Dmitreevič Obolešëv|Obolešëv]] ([[1854]]-[[1881]]) e [[Aleksandr Dmitreevič Michajlov|Michajlov]] ([[1855]]-[[1884]]) a ricostituire Zemlja i Volja nel [[1876]]. Essa era certamente ispirata al programma della precedente, tuttavia ebbe le sue specificità  politiche, che erano molto più radicali e si ispiravano a [[Bakunin]], [[Pëtr Nikitič Tkačëv|Tkačëv]] e [[Pëtr Lavrovič Lavrov|Lavrov]]. I militanti, chiamati ''zemlevoltsy'', elaborarono un programma che prevedeva la formazione di una massa di contadini rivoluzionari in grado di guidare le rivolte e le proteste contro le [[autorità]] zariste. La propaganda tra i contadini, almeno nella prima fase, ebbe quindi una funzione primaria nelle attività  dei militanti populisti.


Presto si resero conto che i contadini delle ''[[obščina|obscine]]'' «non avevano ancora raggiunto un'etica e uno sviluppo intellettuale» <ref>V. A. Tvardovskaja, ''Il populismo russo'', 1975, p. 17</ref> che li rendesse capaci di autorganizzarsi. Gli ''zemlevoltsy'', molti dei quali si dichiaravano anarchici, e quindi contrari ad ogni forma di organizzazione verticistica e autoritaria, accettavano, sulla base del pensiero di di Lavrov, la possibilità  di mantenere in vita lo [[Stato]] almeno nella fase rivoluzionaria e la stessa struttura organizzativa era fondata su basi centralistiche e sulla disciplina.
Presto si resero conto che i contadini delle ''[[obščina|obscine]]'' «non avevano ancora raggiunto un'etica e uno sviluppo intellettuale» <ref>V. A. Tvardovskaja, ''Il populismo russo'', 1975, p. 17</ref> che li rendesse capaci di autorganizzarsi. Gli ''zemlevoltsy'', molti dei quali si dichiaravano anarchici, e quindi contrari ad ogni forma di organizzazione verticistica e autoritaria, accettavano, sulla base del pensiero di di Lavrov, la possibilità  di mantenere in vita lo [[Stato]] almeno nella fase rivoluzionaria e la stessa struttura organizzativa era fondata su basi centralistiche e sulla disciplina.
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Come detto, l'attentato della [[Vera Zasulic|Zasulič]] comportò una svolta [[violenza|violenta]] del movimento populista, che inizialmente si diffuse soprattutto nel sud dell'Impero zarista: a Odessa, il [[30 gennaio]], i ''sadovtsy'' <ref>Dal nome dell'appartamento di via Sadova, in cui si riunivano alcuni militanti di Zemlja i Volja</ref> di [[Ivan Kovalskij]] resistettero con le armi all'arresto. Condannato a morte il [[2 agosto]] [[1878]], Kovalskij prima dell'esecuzione spiegò le motivazioni della sua scelta in favore della lotta armata: profondamente deluso dal fallimento dell'attività  propagandistica, scrisse che occorreva «cercare di legarsi al popolo sul terreno dei fatti, e non nutrirlo con favole [...] questi tentativi non sono sempre coronati da successo, ma il loro rapido susseguirsi dimostra che si è già  creata l'atmosfera rivoluzionaria adatta perché le nostre parole e le nostre idee si trasformino in realtà» <ref>''Il populismo rivoluzionario degli anni 70'', cit., p. 83</ref>; nel manifesto ''La voce degli uomini onesti'', esaltò il gesto della Zasulič ma al contempo segnò un certo distacco dall'[[Bakunin|anarchismo bakuniano]]. Anche il circolo fondato a Kiev alla fine del [[1877]] da V. A. Osinskij e D. A. Lizogub - che si proclamò nel febbraio del [[1878]] «Comitato esecutivo del partito social-rivoluzionario» -, era solito diffondere volantini [[insurrezionalismo|insurrezionalisti]], oltre che organizzare attentati contro funzionari dello [[Stato]] e informatori della polizia; essi sostenevano sempre e comunque che occorreva «andare al popolo, studiare le condizioni locali, sfruttare ogni malcontento, incitare il popolo alla protesta [...] ricorrere al terrore contro gli elementi più invisi al popolo». <ref>Secondo il rapporto dell'infiltrato F. Kuritsin, in ''Il populismo rivoluzionario degli anni 70'', cit., p. 118</ref>
Come detto, l'attentato della [[Vera Zasulic|Zasulič]] comportò una svolta [[violenza|violenta]] del movimento populista, che inizialmente si diffuse soprattutto nel sud dell'Impero zarista: a Odessa, il [[30 gennaio]], i ''sadovtsy'' <ref>Dal nome dell'appartamento di via Sadova, in cui si riunivano alcuni militanti di Zemlja i Volja</ref> di [[Ivan Kovalskij]] resistettero con le armi all'arresto. Condannato a morte il [[2 agosto]] [[1878]], Kovalskij prima dell'esecuzione spiegò le motivazioni della sua scelta in favore della lotta armata: profondamente deluso dal fallimento dell'attività  propagandistica, scrisse che occorreva «cercare di legarsi al popolo sul terreno dei fatti, e non nutrirlo con favole [...] questi tentativi non sono sempre coronati da successo, ma il loro rapido susseguirsi dimostra che si è già  creata l'atmosfera rivoluzionaria adatta perché le nostre parole e le nostre idee si trasformino in realtà» <ref>''Il populismo rivoluzionario degli anni 70'', cit., p. 83</ref>; nel manifesto ''La voce degli uomini onesti'', esaltò il gesto della Zasulič ma al contempo segnò un certo distacco dall'[[Bakunin|anarchismo bakuniano]]. Anche il circolo fondato a Kiev alla fine del [[1877]] da V. A. Osinskij e D. A. Lizogub - che si proclamò nel febbraio del [[1878]] «Comitato esecutivo del partito social-rivoluzionario» -, era solito diffondere volantini [[insurrezionalismo|insurrezionalisti]], oltre che organizzare attentati contro funzionari dello [[Stato]] e informatori della polizia; essi sostenevano sempre e comunque che occorreva «andare al popolo, studiare le condizioni locali, sfruttare ogni malcontento, incitare il popolo alla protesta [...] ricorrere al terrore contro gli elementi più invisi al popolo». <ref>Secondo il rapporto dell'infiltrato F. Kuritsin, in ''Il populismo rivoluzionario degli anni 70'', cit., p. 118</ref>
[[File:Vera Figner.JPG|140 px|left|thumb|[[Vera Figner]]]]
[[File:Vera Figner.JPG|140 px|left|thumb|[[Vera Figner]]]]
Gli altri movimenti, rappresentati da numerosi giornali come il ''[[Nabat]]'' (La campana a stormo) di Tkačëv, l'<nowiki></nowiki>''Obščee delo'' (La causa comune), il ''Letučij listok'' (Il foglio volante) di [[Nikolaj Konstantinovič Michajlovskij]] ([[1842]]-[[1904]]) e l'<nowiki></nowiki>''[[obščina|Obščina]]'' (La comune) di [[Michail Dragomanov]] ([[1841]]-[[1895]]), salutarono con gioia la svolta di Zemlja i Voljia, auspicando in alcuni casi la conquista della Costituzione e dei più elementari diritti civili e politici. Diversa fu la posizione dell'anarchico [[Sergej Michajlovic Kravčinskij]], il quale, rivendicando l'uccisione, il [[4 agosto]] [[1878]] a Pietroburgo, del dirigente di polizia Mezenzov, nel suo opuscolo ''Smert za smert'' (Morte per morte) scriveva che era «assolutamente indifferente che ci diate o no la Costituzione», anche se poi aggiungeva che la lotta sarebbe dovuta proseguire sino a quando «il governo si ostinerà  a mantenere in vita l'attuale sistema» e non avesse concesso riforme politiche, la [[libertà ]] di stampa e di opinione.<ref>S. M. Kravčinski, ''Smert za smert'', Pietrogrado 1924</ref>. Per lui la [[violenza]] era un mezzo e non un fine a se stesso, e doveva consistere nella conquista delle libertà  politiche che l'[[autocrazia]] zarista negava al suo popolo.
Gli altri movimenti, rappresentati da numerosi giornali come il ''[[Nabat]]'' (La campana a stormo) di Tkačëv, l'<nowiki></nowiki>''Obščee delo'' (La causa comune), il ''Letučij listok'' (Il foglio volante) di [[Nikolaj Konstantinovič Michajlovskij]] ([[1842]]-[[1904]]) e l'<nowiki></nowiki>''[[obščina|Obščina]]'' (La comune) di [[Michail Dragomanov]] ([[1841]]-[[1895]]), salutarono con gioia la svolta di Zemlja i Voljia, auspicando in alcuni casi la conquista della Costituzione e dei più elementari diritti civili e politici. Diversa fu la posizione dell'anarchico [[Sergej Michajlovic Kravčinskij]], il quale, rivendicando l'uccisione, il [[4 agosto]] [[1878]] a Pietroburgo, del dirigente di polizia Mezenzov, nel suo opuscolo ''Smert za smert'' (Morte per morte) scriveva che era «assolutamente indifferente che ci diate o no la Costituzione», anche se poi aggiungeva che la lotta sarebbe dovuta proseguire sino a quando «il governo si ostinerà  a mantenere in vita l'attuale sistema» e non avesse concesso riforme politiche, la [[libertà]] di stampa e di opinione.<ref>S. M. Kravčinski, ''Smert za smert'', Pietrogrado 1924</ref>. Per lui la [[violenza]] era un mezzo e non un fine a se stesso, e doveva consistere nella conquista delle libertà  politiche che l'[[autocrazia]] zarista negava al suo popolo.


Un contributo al dibattito interno a Zemlja i Volja fu dato da [[Georgij Valentinovič Plechanov]] attraverso gli articoli intitolati ''La legge dello sviluppo economico della società  e i compiti del socialismo in Russia'', nei quali elogiò il programma dell'organizzazione populistica, convinto che il [[socialismo]] in [[Russia]] potesse essere applicato partendo dalla realtà  dell'[[obščina]] (una sorta di comune agricola russa). [[Pavel Borisovič Akselrod]] mise invece in guardia contro i pericoli del [[giacobinismo]], legati al fatto che una tattica fondata sul terrore potesse allontanare il popolo dai rivoluzionari. <ref>P. B. Akselrod, ''Obščina'', 8-9, p. 38</ref>
Un contributo al dibattito interno a Zemlja i Volja fu dato da [[Georgij Valentinovič Plechanov]] attraverso gli articoli intitolati ''La legge dello sviluppo economico della società  e i compiti del socialismo in Russia'', nei quali elogiò il programma dell'organizzazione populistica, convinto che il [[socialismo]] in [[Russia]] potesse essere applicato partendo dalla realtà  dell'[[obščina]] (una sorta di comune agricola russa). [[Pavel Borisovič Akselrod]] mise invece in guardia contro i pericoli del [[giacobinismo]], legati al fatto che una tattica fondata sul terrore potesse allontanare il popolo dai rivoluzionari. <ref>P. B. Akselrod, ''Obščina'', 8-9, p. 38</ref>
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Pur ribadendo, il [[15 gennaio]] del [[1879]], che «l'attività  tra il popolo e nelle campagne continua a essere per noi, come sempre, lo strumento fondamentale del partito», Zemlja i volja si divise in tre correnti fondamentali:  
Pur ribadendo, il [[15 gennaio]] del [[1879]], che «l'attività  tra il popolo e nelle campagne continua a essere per noi, come sempre, lo strumento fondamentale del partito», Zemlja i volja si divise in tre correnti fondamentali:  
#i ''derevenščiki'', sostenitori dell'agitazione nelle campagne e contrari sia all'uso della [[violenza]] terroristica che alle rivendicazioni politiche;  
#i ''derevenščiki'', sostenitori dell'agitazione nelle campagne e contrari sia all'uso della [[violenza]] terroristica che alle rivendicazioni politiche;  
#i ''politiki'', che, al contrario, rivendicavano la lotta politica e la pratica del terrore contro le [[autorità ]];
#i ''politiki'', che, al contrario, rivendicavano la lotta politica e la pratica del terrore contro le [[autorità]];
#coloro che oscillavano tra queste due posizioni;
#coloro che oscillavano tra queste due posizioni;


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== Collegamenti esterni ==
== Collegamenti esterni ==
*[http://www.anarca-bolo.ch/a-rivista/308/58.htm I pericolosi nemici dello Zar]
*[http://www.arivista.org/?nr=308&pag=58.htm I pericolosi nemici dello Zar]
*[http://ienaridensnexus.blogspot.com/2011/04/sergey-nyechayev-o-necaev.html Sergey Nyechayev (tradotto da wikipedia English)]
*[http://ienaridensnexus.blogspot.com/2011/04/sergey-nyechayev-o-necaev.html Sergey Nyechayev (tradotto da wikipedia English)]
*[http://ienaridensnexus.blogspot.com/2011/04/il-catechismo-del-rivoluzionario.html Il catechismo del rivoluzionario di Nyechayev]
*[http://ienaridensnexus.blogspot.com/2011/04/il-catechismo-del-rivoluzionario.html Il catechismo del rivoluzionario di Nyechayev]
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