Storia dell'anarchismo sardo: differenze tra le versioni

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==L'ottocento==
==L'ottocento==


L'800 è un secolo in cui si svilupparono molte proteste e insurrezioni popolari: dopo la legge delle chiudende del [[1820]] <ref name="chiudende">[http://www.mamoiada.org/_pdf/Le%20chiudende.pdf Le chiudende]</ref>, che di fatto privatizzò le terre pubbliche, si registrarono numerose rivolte nel Nuorese <ref name="natale sanna">Il cammino dei sardi, Natale Sanna, pag 385</ref>. In seguito se ne verificarono anche a Sedilo ([[1850]]), Sassari ([[1852]]) e Oschiri ([[1855]]) <ref name="natale">Il cammino dei sardi, Natale Sanna, pag 393</ref>, tutte determinate dalla fusione con il Piemonte che portò con sé l'introduzione del servizio militare obbligatorio, la pressione fiscale e l'aumento del costo della vita. Con le leggi del [[1863]]-[[1873]] fu anche limitato l'uso civico delle terre: a Nuoro la popolazione insorse nel [[1868]] con i cosiddetti moti di '''''su Connottu''''' (cioè “al conosciuto”, ovvero l'aspirazione al ritorno alle antiche usanze). Risulta evidente quindi che i sardi erano storicamente predisposti verso al collettivizzazione dei beni pubblici e assai avversi alla [[proprietà  privata]], che potè essere imposta solo con l'uso della forza e la [[repressione]] popolare.
L'800 è un secolo in cui si svilupparono molte proteste e insurrezioni popolari: dopo la legge delle chiudende del [[1820]] <ref name="chiudende">[http://www.mamoiada.org/_pdf/Le%20chiudende.pdf Le chiudende]</ref>, che di fatto privatizzò le terre pubbliche, si registrarono numerose rivolte nel Nuorese <ref name="natale sanna">Il cammino dei sardi, Natale Sanna, pag. 385</ref>. In seguito se ne verificarono anche a Sedilo ([[1850]]), Sassari ([[1852]]) e Oschiri ([[1855]]) <ref name="natale">Il cammino dei sardi, Natale Sanna, pag. 393</ref>, tutte determinate dalla fusione con il Piemonte che portò con sé l'introduzione del servizio militare obbligatorio, la pressione fiscale e l'aumento del costo della vita. Con le leggi del [[1863]]-[[1873]] fu anche limitato l'uso civico delle terre: a Nuoro la popolazione insorse nel [[1868]] con i cosiddetti moti di '''''su Connottu''''' (cioè “al conosciuto”, ovvero l'aspirazione al ritorno alle antiche usanze). Risulta evidente quindi che i sardi erano storicamente predisposti verso al collettivizzazione dei beni pubblici e assai avversi alla [[proprietà  privata]], che potè essere imposta solo con l'uso della forza e la [[repressione]] popolare.


Nonostante questa innata repulsione verso l'[[autorità]], le statitistiche ufficiali dicono che dal [[1878]] al [[1891]] ci furono solo 3 [[sciopero|scioperi]] (1076 in tutta [[Italia]]) e che alla fine dell'800 vi erano solo 400 militanti socialisti. Questi dati fanno però riferimento ad una ricerca storiografica che tende a minimizzare, se non del tutto negare, il ruolo svolto dai rivoluzionari e ancor più dagli anarchici. La ricerca storica è quindi importante perchè permette il recupero della verità  storica rispetto all'anarchismo sardo: per esempio, secondo quanto riporta [[Costantino Cavalleri]] nel suo ''Per la storia dell'anarchismo in Sardegna'', «è comprovata la presenza a Cagliari di una sezione dell'Internazionale Antiautoritaria, rappresentata al Congresso regionale della Federazione dell'Alta Italia dell'AIL, nel 1877, da Fontana e Marcialis»<ref name="cedema">[http://www.nuoroblindata.altervista.org/opuscoli%20fanzine%20libri%20pdf/Costantino%20Cavalleri%20-%20Storia%20Anarchismo%20Sardo.pdf Per la storia dell'anarchismo in Sardegna]</ref>
Nonostante questa innata repulsione verso l'[[autorità]], le statitistiche ufficiali dicono che dal [[1878]] al [[1891]] ci furono solo 3 [[sciopero|scioperi]] (1076 in tutta [[Italia]]) e che alla fine dell'800 vi erano solo 400 militanti socialisti. Questi dati fanno però riferimento ad una ricerca storiografica che tende a minimizzare, se non del tutto negare, il ruolo svolto dai rivoluzionari e ancor più dagli anarchici. La ricerca storica è quindi importante perché permette il recupero della verità  storica rispetto all'anarchismo sardo: per esempio, secondo quanto riporta [[Costantino Cavalleri]] nel suo ''Per la storia dell'anarchismo in Sardegna'', «è comprovata la presenza a Cagliari di una sezione dell'Internazionale Antiautoritaria, rappresentata al Congresso regionale della Federazione dell'Alta Italia dell'AIL, nel 1877, da Fontana e Marcialis»<ref name="cedema">[http://www.nuoroblindata.altervista.org/opuscoli%20fanzine%20libri%20pdf/Costantino%20Cavalleri%20-%20Storia%20Anarchismo%20Sardo.pdf Per la storia dell'anarchismo in Sardegna]</ref>


Ci sono inoltre testimonianze rispetto ad una certo attivismo [[anticlericalismo|anticlericale]] sardo che si manifestava durante pubbliche celebrazioni religiose <ref name="cammino">Il cammino dei sardi, Natale Sanna, pag 428</ref>. Il sardo ha una innata diffidenza verso l'organizzazione, per questo spesso la ribellione talvolta assunse forme d'[[illegalismo]] come il banditismo <ref name="banditi">I banditi in alcuni casi arrivarono ad affiggere dei veri e propri bandi: i fratelli Elia e Giacamo Serra autorizzarono la popolazione a raccogliere le olive nei campi di alcuni possidenti; G. Serrittu proibì a Gavoi di pagare le imposte ai fratelli esattori Daddi ecc. (''Il cammino dei sardi'', Natale Sanna pag 415, 416)</ref>, che talvolta poté godere dell'appoggio popolare. In questa fase sono da segnalare le poesie vagamente anarcoidi e fortemente anticlericali di [[Peppino Mereu]] ([[1872]]-[[1901]]) <ref name="nuche">[http://nuke.peppinumereu.it/ Peppino Mereu.it]</ref>, poeta assai affine alla scapigliatura milanese.  
Ci sono inoltre testimonianze rispetto ad una certo attivismo [[anticlericalismo|anticlericale]] sardo che si manifestava durante pubbliche celebrazioni religiose <ref name="cammino">Il cammino dei sardi, Natale Sanna, pag. 428</ref>. Il sardo ha una innata diffidenza verso l'organizzazione, per questo spesso la ribellione talvolta assunse forme d'[[illegalismo]] come il banditismo <ref name="banditi">I banditi in alcuni casi arrivarono ad affiggere dei veri e propri bandi: i fratelli Elia e Giacamo Serra autorizzarono la popolazione a raccogliere le olive nei campi di alcuni possidenti; G. Serrittu proibì a Gavoi di pagare le imposte ai fratelli esattori Daddi ecc. (''Il cammino dei sardi'', Natale Sanna pag. 415, 416)</ref>, che talvolta poté godere dell'appoggio popolare. In questa fase sono da segnalare le poesie vagamente anarcoidi e fortemente anticlericali di [[Peppino Mereu]] ([[1872]]-[[1901]]) <ref name="nuche">[http://nuke.peppinumereu.it/ Peppino Mereu.it]</ref>, poeta assai affine alla scapigliatura milanese.  


== Il novecento ==
== Il novecento ==
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All'inizio del '900 l'idea socialista, e in parte quella anarchica, cominciò finalmente ad attecchire nell'isola: dal [[1892]] al [[1900]] si registrarono solo 9 [[sciopero|scioperi]], ma tra il [[1901]] e il [[1903]] il numero salì a 15, a dimostrazione dell'aumento della conflittualità. Nel [[1904]], la cittadina mineraria di [[Eccidio di Bugerru|Bugerru]] (Cagliari) fu investita d una serie di proteste e scioperi dei minatori guidati dalla ''Lega di resistenza'' che contava ben 4.000 iscritti. Le loro rivendicazioni riguardavano l'incremento dei salari ed il miglioramento delle loro condizioni di vita e di lavoro. Domenica [[4 settembre]], mentre la delegazione sindacale era in trattative, le forze dell'ordine spararono sugli operai riuniti di fronte alla sede della direzione generale della miniera. Morirono tre lavoratori e tantissimi furono i feriti.  
All'inizio del '900 l'idea socialista, e in parte quella anarchica, cominciò finalmente ad attecchire nell'isola: dal [[1892]] al [[1900]] si registrarono solo 9 [[sciopero|scioperi]], ma tra il [[1901]] e il [[1903]] il numero salì a 15, a dimostrazione dell'aumento della conflittualità. Nel [[1904]], la cittadina mineraria di [[Eccidio di Bugerru|Bugerru]] (Cagliari) fu investita d una serie di proteste e scioperi dei minatori guidati dalla ''Lega di resistenza'' che contava ben 4.000 iscritti. Le loro rivendicazioni riguardavano l'incremento dei salari ed il miglioramento delle loro condizioni di vita e di lavoro. Domenica [[4 settembre]], mentre la delegazione sindacale era in trattative, le forze dell'ordine spararono sugli operai riuniti di fronte alla sede della direzione generale della miniera. Morirono tre lavoratori e tantissimi furono i feriti.  
[[File:Eccidio_Buggerru_1904.jpg|thumb|left|Durante lo sciopero di Buggerru (Sardegna, Sulcis Iglesiente) del [[4 settembre]] [[1904]] l'[[esercito]] sparò sui manifestanti uccidendone quattro e ferendone undici]]
[[File:Eccidio_Buggerru_1904.jpg|thumb|left|Durante lo sciopero di Buggerru (Sardegna, Sulcis Iglesiente) del [[4 settembre]] [[1904]] l'[[esercito]] sparò sui manifestanti uccidendone quattro e ferendone undici]]
Nel [[1906]], per protesta contro il caro vita <ref name="campidano">''Il cammino dei sardi'', Natale Sanna, pag 433</ref>, si registrarono saccheggi, [[sabotaggio|sabotaggi]] e incendi di edifici istituzionali, soprattutto a Cagliari, nel Campidano e nel Sarrabus). A Cagliari furono le operaie delle Manifattura Tabacchi - Bonaria Cortis, Adelaide Nieddu e Assunta Marini - ad arringare la folla in favore della lotta e dello [[sciopero generale]]. Le guardie regie spararono sull'enorme massa di persone riversate nelle strade e due ragazzi di 16 e 19 anni persero la vita. Nella zona tra Muravera, San Vito e Villaputzu, le autorità  abbandonarono le istituzioni e i contadini diedero vita ad un comitato di autogoverno che autogestì i paesi sino alla terriible [[repressione]] che si scatenò nel giro di poco tempo: 17 morti a Gonnesa, 7 a Monte Scorra e 6 Nebida. <ref>[http://pdcicagliari.altervista.org/Microsoft%20Word%20-%20PRESENTAZIONE%20MAGGIO%201906_rtf.pdf Sergio Atzeni. Quel 1906]</ref>
Nel [[1906]], per protesta contro il caro vita <ref name="campidano">''Il cammino dei sardi'', Natale Sanna, pag. 433</ref>, si registrarono saccheggi, [[sabotaggio|sabotaggi]] e incendi di edifici istituzionali, soprattutto a Cagliari, nel Campidano e nel Sarrabus). A Cagliari furono le operaie delle Manifattura Tabacchi - Bonaria Cortis, Adelaide Nieddu e Assunta Marini - ad arringare la folla in favore della lotta e dello [[sciopero generale]]. Le guardie regie spararono sull'enorme massa di persone riversate nelle strade e due ragazzi di 16 e 19 anni persero la vita. Nella zona tra Muravera, San Vito e Villaputzu, le autorità  abbandonarono le istituzioni e i contadini diedero vita ad un comitato di autogoverno che autogestì i paesi sino alla terriible [[repressione]] che si scatenò nel giro di poco tempo: 17 morti a Gonnesa, 7 a Monte Scorra e 6 Nebida. <ref>[http://pdcicagliari.altervista.org/Microsoft%20Word%20-%20PRESENTAZIONE%20MAGGIO%201906_rtf.pdf Sergio Atzeni. Quel 1906]</ref>


Ora, non è dato sapere quanti anarchici parteciparono ai moti, nè l'influenza esercitata dagli stessi sulla popolazione, però è sicuro che gli anarchici erano presenti, visto che in quel periodo nell'iglesiente si costituì il gruppo anarchico "[[Sante Caserio]]", particolarmente attivo specialmente tra i minatori. In questa fase si segnalò per la sua attività  [[Attilio Deffenu]], gravitante per lunghi periodi negli ambiti del mondo anarchico e [[sindacalismo rivoluzionario|sindacalista rivoluzionario]], non senza qualche incursione nell'ambito del liberalismo <ref name="deff">[http://www.filologiasarda.eu/catalogo/autori/autore.php?sez=36&id=8 Note su Deffenu]</ref>. Deffenu editò la rivista "Sardegna", a cui contribuirono e\o collaborarono sardi come [[Francesco Cucca]] <ref name="cucca">[http://www.filologiasarda.eu/catalogo/autori/autore.php?sez=36&id=7 Note su Francesco Cucca]</ref>, anarchico, e [[Sebastiano Satta]], poeta e socialista.
Ora, non è dato sapere quanti anarchici parteciparono ai moti, nè l'influenza esercitata dagli stessi sulla popolazione, però è sicuro che gli anarchici erano presenti, visto che in quel periodo nell'iglesiente si costituì il gruppo anarchico "[[Sante Caserio]]", particolarmente attivo specialmente tra i minatori. In questa fase si segnalò per la sua attività  [[Attilio Deffenu]], gravitante per lunghi periodi negli ambiti del mondo anarchico e [[sindacalismo rivoluzionario|sindacalista rivoluzionario]], non senza qualche incursione nell'ambito del liberalismo <ref name="deff">[http://www.filologiasarda.eu/catalogo/autori/autore.php?sez=36&id=8 Note su Deffenu]</ref>. Deffenu editò la rivista "Sardegna", a cui contribuirono e\o collaborarono sardi come [[Francesco Cucca]] <ref name="cucca">[http://www.filologiasarda.eu/catalogo/autori/autore.php?sez=36&id=7 Note su Francesco Cucca]</ref>, anarchico, e [[Sebastiano Satta]], poeta e socialista.
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Nei primi anni del XX° secolo s'era costituito ad Iglesias, cittadina del Sulcis-Iglesiante (regione sud-occidentale della Sardegna) in cui era fortissima la presenza di minatori, il "gruppo [[Sante Caserio]]", che, tra il [[1918]] e il [[1922]], ebbe una notevole influenza nello sviluppo delle lotte dei minatori contro il [[Fascismo|fascismo]] e contro il padronato. <ref name="pequena">[http://lahaine.org/skins/basic/lhart_imp.php?p=14925 Pequeña Historia del anarquismo Sardo.] </ref> Operanti principalmente nel bacino del sulcis-iglesiante, di questo gruppo facevano parte i seguenti militanti: Vittorio Loi, Giovanni Pisu, Francesco Musu, Emilio Atzori, Luigi Atzori, Battista Cadeddu, Giuseppe Nurra, Giuseppe Serra, Antonio Secchi, Giuseppe Secchi, Carlo Pinna, Raimondo Serrau, Giovanni Curti, Pietrina Maxia, Leonardo Cherchi, Giuseppe Ballocco, Costantino Tanda, Giovanni Vacca, Carlo Pani. <ref name="cedema">[http://www.nuoroblindata.altervista.org/opuscoli%20fanzine%20libri%20pdf/Costantino%20Cavalleri%20-%20Storia%20Anarchismo%20Sardo.pdf Per la storia dell'anarchismo in Sardegna]</ref><ref>Il romanzo di [[Sergio Atzeni]], ''Il figlio di Bakunin'', narra proprio di un minatore anarchico del sulcis-iglesiente, Tullio Saba, detto ''[[Bakunin]]'' per le sue tendenze anarchiche.</ref>
Nei primi anni del XX° secolo s'era costituito ad Iglesias, cittadina del Sulcis-Iglesiante (regione sud-occidentale della Sardegna) in cui era fortissima la presenza di minatori, il "gruppo [[Sante Caserio]]", che, tra il [[1918]] e il [[1922]], ebbe una notevole influenza nello sviluppo delle lotte dei minatori contro il [[Fascismo|fascismo]] e contro il padronato. <ref name="pequena">[http://lahaine.org/skins/basic/lhart_imp.php?p=14925 Pequeña Historia del anarquismo Sardo.] </ref> Operanti principalmente nel bacino del sulcis-iglesiante, di questo gruppo facevano parte i seguenti militanti: Vittorio Loi, Giovanni Pisu, Francesco Musu, Emilio Atzori, Luigi Atzori, Battista Cadeddu, Giuseppe Nurra, Giuseppe Serra, Antonio Secchi, Giuseppe Secchi, Carlo Pinna, Raimondo Serrau, Giovanni Curti, Pietrina Maxia, Leonardo Cherchi, Giuseppe Ballocco, Costantino Tanda, Giovanni Vacca, Carlo Pani. <ref name="cedema">[http://www.nuoroblindata.altervista.org/opuscoli%20fanzine%20libri%20pdf/Costantino%20Cavalleri%20-%20Storia%20Anarchismo%20Sardo.pdf Per la storia dell'anarchismo in Sardegna]</ref><ref>Il romanzo di [[Sergio Atzeni]], ''Il figlio di Bakunin'', narra proprio di un minatore anarchico del sulcis-iglesiente, Tullio Saba, detto ''[[Bakunin]]'' per le sue tendenze anarchiche.</ref>


Nonostante la storiografia ufficiale abbia cercato di ricondurre tutte queste [[antifascismo|lotte antifasciste]] e [[sindacalismo|sindacali]] al [[marxismo]] e al riformismo, gli anarchici sardi furono molto attivi nel contrastare lo squadrismo e per questo spesso vittime di numerose aggressioni, frequentemente commissionate dai padroni delle fabbriche e delle miniere che mal sopportavano il loro sostegno agli sfruttati. "Il Sante Caserio" fu il primo gruppo sardo ad opporsi in maniera organizzata a queste violenze che oramai si susseguivano con una certa continuità : nel [[1921]] l'anarchico [[Luigi Atzori]] è arrestato dalle per essersi difeso dallo squadrismo fascista; [[Giuseppe Ballocco]], minacciato sul posto di lavoro dai fascisti, reagisce ferendo uno dei suoi aggressori. Nel [[1924]] numerosi anarchici vengono attaccati mentre diffondo il periodico «Fede», ma la loro pronta reazione lascia a mal partito i soliti seguaci del "Duce". Nel [[1926]] sono organizzate numerose manifestazioni [[antifascismo|antifasciste]] di matrice anarchica. Della [[repressione]] degli anarchici a Cagliari ne fa cenno anche [[Emilio Lussu]] in ''Marcia su Roma e dintorni'', in cui, a proposito del tentato linciaggio nei suoi confronti da parte dei fascisti, scrive:
Nonostante la storiografia ufficiale abbia cercato di ricondurre tutte queste [[antifascismo|lotte antifasciste]] e [[sindacalismo|sindacali]] al [[marxismo]] e al riformismo, gli anarchici sardi furono molto attivi nel contrastare lo squadrismo e per questo spesso vittime di numerose aggressioni, frequentemente commissionate dai padroni delle fabbriche e delle miniere che mal sopportavano il loro sostegno agli sfruttati. "Il Sante Caserio" fu il primo gruppo sardo ad opporsi in maniera organizzata a queste violenze che oramai si susseguivano con una certa continuità: nel [[1921]] l'anarchico [[Luigi Atzori]] è arrestato dalle per essersi difeso dallo squadrismo fascista; [[Giuseppe Ballocco]], minacciato sul posto di lavoro dai fascisti, reagisce ferendo uno dei suoi aggressori. Nel [[1924]] numerosi anarchici vengono attaccati mentre diffondo il periodico «Fede», ma la loro pronta reazione lascia a mal partito i soliti seguaci del "Duce". Nel [[1926]] sono organizzate numerose manifestazioni [[antifascismo|antifasciste]] di matrice anarchica. Della [[repressione]] degli anarchici a Cagliari ne fa cenno anche [[Emilio Lussu]] in ''Marcia su Roma e dintorni'', in cui, a proposito del tentato linciaggio nei suoi confronti da parte dei fascisti, scrive:
[[File:Fancello Pascale Crodazzu-133x200-132x200.jpg|400 px|thumb|[[Pasquale Fancello]]]]
[[File:Fancello Pascale Crodazzu-133x200-132x200.jpg|400 px|thumb|[[Pasquale Fancello]]]]
: «...Riconobbi altri fra gli aggressori.Mi sorprese molto la presenza di tale Fois [...] Era stato organizzatore dei lavoratori del mare, anarchico-sindacalista e antifascista. Quando i fascisti avevano occupato la sede dell'organizzazione si era trovato nell'impossibilità  di guadagnarsi la vita.Aveva voluto emigrare in Francia ed io lo avevo raccomandato perchè amici di lì lo soccorressero e gli trovassero lavoro[...] Rientrato dalla Francia a Cagliari si era iscritto al fascio [...] Si scusava presso gli antichi compagni con la necessità  di dar da mangiare ai figli [...] mi chiedo ancora perchè quella sera,armato, esigesse il mio linciaggio [...]» <ref name="marcia">''Marcia su Roma e dintorni'', L'Unione Sarda, pag 241</ref>
: «...Riconobbi altri fra gli aggressori.Mi sorprese molto la presenza di tale Fois [...] Era stato organizzatore dei lavoratori del mare, anarchico-sindacalista e antifascista. Quando i fascisti avevano occupato la sede dell'organizzazione si era trovato nell'impossibilità  di guadagnarsi la vita.Aveva voluto emigrare in Francia ed io lo avevo raccomandato perché amici di lì lo soccorressero e gli trovassero lavoro[...] Rientrato dalla Francia a Cagliari si era iscritto al fascio [...] Si scusava presso gli antichi compagni con la necessità  di dar da mangiare ai figli [...] mi chiedo ancora perché quella sera,armato, esigesse il mio linciaggio [...]» <ref name="marcia">''Marcia su Roma e dintorni'', L'Unione Sarda, pag. 241</ref>
La [[repressione]] fascista, sommata all'ostilità  dei [[comunismo|comunisti]] e dei riformisti, portò col tempo alla dissoluzione del "Sante Caserio". Molti anarchici allora scelsero di andare in esilio in [[Francia]], in [[Tunisia]] o in altri paesi. A Tunisi <ref name="tunisi"> A Tunisi era presente una folta comunità  di antifascisti italiani: ([http://www.ilcorriereditunisi.it/default.asp?id=34&mnu=34&ACT=5&content=275 Articolo del Corriere di Tunisi)].</ref> gli anarchici sardi, tra cui [[Emilio Atzori]], [[Raimondo Mereu]], [[Giovanni Dettori]], [[Francesco Piras|Francesco]] e [[Antonio Piras]], contribuirono non poco alle attività  del locale circolo anarchico. Le [[autorità]] fasciste imputarono ai sardi [[Giovanni Dettori]] e [[Emilio Atzori]], oltre che a [[Giuvanni Curti]] e [[Alberto Tarchiani]], gli attentati al consolato di Tunisi ([[28 dicembre]] [[1928]]) e al giornale fascista «Unione» ([[18 aprile]] [[1929]]) <ref name="militants">[http://militants-anarchistes.info/spip.php?article1249 da militants-anarchistes.info]</ref>. Altri anarchici sardi scelsero di costituire piccoli gruppi, andando incontro alle periodiche ondate repressive. Solo alla fine della [[II Guerra mondiale]] il "gruppo Sante Caserio" si ricostituì cambiando nome in "gruppo [[Michele Schirru]]" (il gruppo rimarrà  attivo sino agli anni 80). Dettori abbia partecipato con Atzori, Giuvanni Curti e Alberto Tarchiani agli attentati contro il consolato di Tunisi (il [[28 dicembre]] [[1928]]) e contro il giornale fascista «Unione» ([[18 aprile]] [[1929]]).[[Image:Schirru.jpg|thumb|left|160 px|[[Michele Schirru]], condannato a morte per aver pensato di uccidere Mussolini]]
La [[repressione]] fascista, sommata all'ostilità  dei [[comunismo|comunisti]] e dei riformisti, portò col tempo alla dissoluzione del "Sante Caserio". Molti anarchici allora scelsero di andare in esilio in [[Francia]], in [[Tunisia]] o in altri paesi. A Tunisi <ref name="tunisi"> A Tunisi era presente una folta comunità  di antifascisti italiani: ([http://www.ilcorriereditunisi.it/default.asp?id=34&mnu=34&ACT=5&content=275 Articolo del Corriere di Tunisi)].</ref> gli anarchici sardi, tra cui [[Emilio Atzori]], [[Raimondo Mereu]], [[Giovanni Dettori]], [[Francesco Piras|Francesco]] e [[Antonio Piras]], contribuirono non poco alle attività  del locale circolo anarchico. Le [[autorità]] fasciste imputarono ai sardi [[Giovanni Dettori]] e [[Emilio Atzori]], oltre che a [[Giuvanni Curti]] e [[Alberto Tarchiani]], gli attentati al consolato di Tunisi ([[28 dicembre]] [[1928]]) e al giornale fascista «Unione» ([[18 aprile]] [[1929]]) <ref name="militants">[http://militants-anarchistes.info/spip.php?article1249 da militants-anarchistes.info]</ref>. Altri anarchici sardi scelsero di costituire piccoli gruppi, andando incontro alle periodiche ondate repressive. Solo alla fine della [[II Guerra mondiale]] il "gruppo Sante Caserio" si ricostituì cambiando nome in "gruppo [[Michele Schirru]]" (il gruppo rimarrà  attivo sino agli anni 80). Dettori abbia partecipato con Atzori, Giuvanni Curti e Alberto Tarchiani agli attentati contro il consolato di Tunisi (il [[28 dicembre]] [[1928]]) e contro il giornale fascista «Unione» ([[18 aprile]] [[1929]]).[[Image:Schirru.jpg|thumb|left|160 px|[[Michele Schirru]], condannato a morte per aver pensato di uccidere Mussolini]]
Durante gli anni del [[Fascismo|fascismo]] il numero dei militanti si aggirava intorno a cinquecento, moltissimi dei quali furono schedati. Alcuni riuscirono a sfuggire ai controlli ossessivi della polizia politica, e tra questi va citato [[Zemiro Melas]]. Melas partecipò alle lotte antifasciste in Jugoslavia poi, al rientro in [[Italia]], fu tra i fondatori del gruppo anarchico fiorentino "Fronte della Gioventù", prima di venir arrestato e deportato dai [[Nazionalsocialismo|nazisti]] (Zemiro Melas riuscirà  poi a sfuggire fortunosamente alla deportazione).  
Durante gli anni del [[Fascismo|fascismo]] il numero dei militanti si aggirava intorno a cinquecento, moltissimi dei quali furono schedati. Alcuni riuscirono a sfuggire ai controlli ossessivi della polizia politica, e tra questi va citato [[Zemiro Melas]]. Melas partecipò alle lotte antifasciste in Jugoslavia poi, al rientro in [[Italia]], fu tra i fondatori del gruppo anarchico fiorentino "Fronte della Gioventù", prima di venir arrestato e deportato dai [[Nazionalsocialismo|nazisti]] (Zemiro Melas riuscirà  poi a sfuggire fortunosamente alla deportazione).  
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Ma il progetto libertario più interessante fu però messo in atto all'inizio degli anni  
Ma il progetto libertario più interessante fu però messo in atto all'inizio degli anni  
'60 dal già  citato [[Tomaso Serra]] che a Barrali (Ca) fondò la "[[Collettività  anarchica di solidarietà]]" (CAS). La CAS fu un vero e proprio esperimento di [[autogestione]] che ebbe all'epoca notevole risalto anche all'estero. A metà  degli anni '60 [[Aurelio Chessa]] (nato a Putifigari) ritornò in Sardegna, ad Iglesias, dove per breve periodo trasferì il suo archivio anarchico alla ricerca di nuovo materiale. Il [[24 aprile]] [[1970]], durante la visita di Papa Paolo VI nel capoluogo, ad un gruppo di anarchici, tra cui diversi appartenenti del gruppo "Dioniso Milano", venne impedito di manifestare contro il corteo papale. Ciò scatenò dei tumulti nel corso del quale ci fu una violenta sassaiola prima dell'arresto di ventidue anarchici che nell'ottobre successivo saranno processati e condannati <ref>[http://www.anarca-bolo.ch/a-rivista/339/56.htm Pietro e le pietre]</ref><ref>[http://www.arivista.org/index.php?nr=83&pag=83_06.htm Quelli del Dioniso]</ref>.
'60 dal già  citato [[Tomaso Serra]] che a Barrali (Ca) fondò la "[[Collettività  anarchica di solidarietà]]" (CAS). La CAS fu un vero e proprio esperimento di [[autogestione]] che ebbe all'epoca notevole risalto anche all'estero. A metà  degli anni '60 [[Aurelio Chessa]] (nato a Putifigari) ritornò in Sardegna, ad Iglesias, dove per breve periodo trasferì il suo archivio anarchico alla ricerca di nuovo materiale. Il [[24 aprile]] [[1970]], durante la visita di Papa Paolo VI nel capoluogo, ad un gruppo di anarchici, tra cui diversi appartenenti del gruppo "Dioniso Milano", venne impedito di manifestare contro il corteo papale. Ciò scatenò dei tumulti nel corso del quale ci fu una violenta sassaiola prima dell'arresto di ventidue anarchici che nell'ottobre successivo saranno processati e condannati <ref>[http://www.arivista.org/?nr=339&pag=56.htm Pietro e le pietre]</ref><ref>[http://www.arivista.org/index.php?nr=83&pag=83_06.htm Quelli del Dioniso]</ref>.


Riguardo poi all'esperienza della CAS, in seno a quest'iniziativa nacque più avanti nel tempo anche l'"Arkiviu-bibrioteka de kurtura populari" (Archivio biblioteca di cultura popolare), che alla morte di [[Tomaso Serra]], avvenuta nel [[1985]], assunse il nome di [[S'arkiviu-bibrioteka "T. Serra"]]. Questa biblioteca, gestita attualmente da [[Costantino Cavalleri]], si avvalse dei testi di [[Tomaso Serra]] e di donazioni fatte da altri anarchici sardi, in particolare da [[Pietrino Arixi]] e [[Giovanni Tolu]].  
Riguardo poi all'esperienza della CAS, in seno a quest'iniziativa nacque più avanti nel tempo anche l'"Arkiviu-bibrioteka de kurtura populari" (Archivio biblioteca di cultura popolare), che alla morte di [[Tomaso Serra]], avvenuta nel [[1985]], assunse il nome di [[S'arkiviu-bibrioteka "T. Serra"]]. Questa biblioteca, gestita attualmente da [[Costantino Cavalleri]], si avvalse dei testi di [[Tomaso Serra]] e di donazioni fatte da altri anarchici sardi, in particolare da [[Pietrino Arixi]] e [[Giovanni Tolu]].  
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=== Articoli ===
=== Articoli ===
*[http://www.anarca-bolo.ch/a-rivista/ Le carceri in Sardegna]
*[http://www.arivista.org/?nr=361&pag=23.htm Le carceri in Sardegna]
*[http://anarca-bolo.ch/a-rivista/359/44.htm Dimmi cosa produci e ti dirò chi sei. Dietro le mobilitazioni dei pastori sardi, un passato di smantellamento dell'economia isolana.]
*[http://www.arivista.org/?nr=359&pag=44.htm Dimmi cosa produci e ti dirò chi sei. Dietro le mobilitazioni dei pastori sardi, un passato di smantellamento dell'economia isolana.]
*[http://www.amoscardia.com/userfiles/nonviolenza,%20pacifismo%20e%20antimilitarismo%20nel%20sud%20sardegna.pdf Nonviolenza, pacifismo e antimilitarismo nel sud sardegna]
*[http://www.amoscardia.com/userfiles/nonviolenza,%20pacifismo%20e%20antimilitarismo%20nel%20sud%20sardegna.pdf Nonviolenza, pacifismo e antimilitarismo nel sud sardegna]
*[http://www.informa-azione.info/autodeterminazione_quotuna_prospettiva_anarchica_sulla_lotta_di_liberazione_nazionale_sarda_spunti_per_un_dibattitoquot Una prospettiva anarchica sulla lotta di liberazione nazionale sarda. Spunti per un dibattito]
*[https://web.archive.org/web/20150417152107/http://informa-azione.info/autodeterminazione_quotuna_prospettiva_anarchica_sulla_lotta_di_liberazione_nazionale_sarda_spunti_per_un_dibattitoquot Una prospettiva anarchica sulla lotta di liberazione nazionale sarda. Spunti per un dibattito]




[[Categoria:Storia]]
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[[Categoria:Anarchismo in Italia]]
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