Storia del movimento libertario in Italia: differenze tra le versioni

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Nel momento più intenso dello squadrismo, gli [[anarchici]] (insieme a socialisti, repubblicani e comunisti disobbedienti alle direttive di partito) furono immediatamente protagonisti di episodi di resistenza: gli “'''[[Arditi del Popolo]]'''” organizzarono un serio tentativo di resistenza proletaria armata contro il [[fascismo]], infliggendoli dure sconfitte a Sarzana, Civitavecchia, Viterbo e, nel [[1922]], a '''[[Difesa di Parma del 1922|Parma]]'''; altri agirono [[anarco-individualismo|individualisticamente]] e tra questi uno dei più irriducibili fu senza dubbio [[Renzo Novatore]] (verrà ucciso il [[29 novembre]] [[1922]] in un conflitto a fuoco con i Regi Carabinieri presso Teglia, Genova).
Nel momento più intenso dello squadrismo, gli [[anarchici]] (insieme a socialisti, repubblicani e comunisti disobbedienti alle direttive di partito) furono immediatamente protagonisti di episodi di resistenza: gli “'''[[Arditi del Popolo]]'''” organizzarono un serio tentativo di resistenza proletaria armata contro il [[fascismo]], infliggendoli dure sconfitte a Sarzana, Civitavecchia, Viterbo e, nel [[1922]], a '''[[Difesa di Parma del 1922|Parma]]'''; altri agirono [[anarco-individualismo|individualisticamente]] e tra questi uno dei più irriducibili fu senza dubbio [[Renzo Novatore]] (verrà ucciso il [[29 novembre]] [[1922]] in un conflitto a fuoco con i Regi Carabinieri presso Teglia, Genova).


Il dibattito interno al movimento si svolse principalemte all'interno di riviste e periodici che nacquero e si svilupparono tra enormi difficoltà (clandestinità, minacce e azioni squadriste, difficoltà a reperire fondi, limitazioni drastiche della [[libertà]] di stampa, persecuzioni varie ecc.). I più importanti giornali dell'epoca furono: '''''[[La Verità]]''''' (primo [[stampa anarchica|periodico anarchico]] clandestino del [[1923]]), '''''[[La Voce del Profugo]]''''' (diretto da [[Alberto Meschi]]), '''''[[Fede!]]''''' («'''Settimanale Anarchico di Coltura e di Difesa'''» diretto da [[Gigi Damiani]] e pubblicato a Roma dal [[1923]] al [[1926]]), '''''[[Pensiero e Volontà]]''''' (fondato da [[Malatesta]] e pubblicato dal [[1924]] al [[1926]]), '''''[[L'Adunata dei Refrattari]]''''' (giornale pubblicato a New York, ma che raccolse numerosi articoli di [[anarchici]] italiani dal [[1928]] al [[1972]]).
Il dibattito interno al movimento si svolse principalemte all'interno di riviste e periodici che nacquero e si svilupparono tra enormi difficoltà (clandestinità, minacce e azioni squadriste, difficoltà a reperire fondi, limitazioni drastiche della [[libertà]] di stampa, persecuzioni varie ecc.). I più importanti giornali dell'epoca furono: '''''[[La Verità]]''''' (primo [[stampa anarchica|periodico anarchico]] clandestino del [[1923]]), '''''[[La Voce del Profugo]]''''' (diretto da [[Alberto Meschi]] e pubblicato a Parigi dal [[1923]] al [[1924]]), '''''[[Fede!]]''''' («'''Settimanale Anarchico di Coltura e di Difesa'''» diretto da [[Gigi Damiani]] e pubblicato a Roma dal [[1923]] al [[1926]]), '''''[[Pensiero e Volontà]]''''' (fondato da [[Malatesta]] e pubblicato a Roma dal [[1924]] al [[1926]]), '''''[[L'Adunata dei Refrattari]]''''' (giornale pubblicato a New York, ma che raccolse numerosi articoli di [[anarchici]] italiani dal [[1922]] al [[1971]]).


Nel [[1926]] il governo [[fascista]] dichiarò illegale l'[[USI]] e la stessa [[Unione Anarchica Italiana|UAI]], ciò non fece altro che a riportare in voga l'atto [[anarco-individualismo |individualistico]]: nel [[1926]] [[Gino Lucetti]] attentò alla vita di Benito Mussolini; [[Michele Schirru]] e [[Angelo Sbardellotto]] furono condannati a morte per aver solo preparato un piano di attentato.
Nel [[1926]] il governo [[fascista]] dichiarò illegale l'[[USI]] e la stessa [[Unione Anarchica Italiana|UAI]], ciò non fece altro che a riportare in voga l'atto [[anarco-individualismo |individualistico]]: nel [[1926]] [[Gino Lucetti]] attentò alla vita di Benito Mussolini; [[Michele Schirru]] e [[Angelo Sbardellotto]] furono condannati a morte per aver solo preparato un piano di attentato.
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