Silvio Gesell: differenze tra le versioni

Jump to navigation Jump to search
m
Sostituzione testo - "Berlino" con "Berlino"
m (Sostituzione testo - "Berlino" con "Berlino")
 
(2 versioni intermedie di uno stesso utente non sono mostrate)
Riga 6: Riga 6:
Dopo aver frequentato la Bürgerschule di Sankt Vith, una scuola elementare e media statale per figli di famiglie a basso reddito, si iscrisse a un liceo privato a [[Malmedy]]. Sebbene i genitori intendessero mandarlo all'università, la grave malattia del padre lo costrinse ad abbandonare gli studi. Trovò quindi lavoro come impiegato postale dell'[[Impero Germanico]].
Dopo aver frequentato la Bürgerschule di Sankt Vith, una scuola elementare e media statale per figli di famiglie a basso reddito, si iscrisse a un liceo privato a [[Malmedy]]. Sebbene i genitori intendessero mandarlo all'università, la grave malattia del padre lo costrinse ad abbandonare gli studi. Trovò quindi lavoro come impiegato postale dell'[[Impero Germanico]].


Sentendosi frustrato per tale modesto incarico, decise di dedicarsi al commercio presso la ditta del fratello, che vendeva prodotti odontoiatrici a [[Berlino]]. All'età di vent'anni ne divenne rappresentante a [[Malaga]], in [[Spagna]], ma dovette rientrare a Berlino per il servizio militare. Completata la leva, lavorò come commerciante a [[Braunschweig]], dove si sposò con Anna Böttger, e ad [[Amburgo]] per poi essere inviato nel 1887 come rappresentante in [[Argentina]], dove aprì una succursale della ditta del fratello.
Sentendosi frustrato per tale modesto incarico, decise di dedicarsi al commercio presso la ditta del fratello, che vendeva prodotti odontoiatrici a Berlino. All'età di vent'anni ne divenne rappresentante a [[Malaga]], in [[Spagna]], ma dovette rientrare a Berlino per il servizio militare. Completata la leva, lavorò come commerciante a [[Braunschweig]], dove si sposò con Anna Böttger, e ad [[Amburgo]] per poi essere inviato nel 1887 come rappresentante in [[Argentina]], dove aprì una succursale della ditta del fratello.


La [[Grande depressione (1873-1895)|Grande depressione]] argentina, che danneggiò notevolmente la sua attività commerciale, lo spinse a riflettere su alcuni problemi strutturali legati al sistema monetario. Nel [[1891]] pubblicò in tedesco il suo primo lavoro su quel tema: ''Una riforma sostanziale del denaro come passaggio allo Stato sociale''. In seguito scrisse ''Nervus Rerum'' (''La sostanza delle cose'') e ''La rinazionalizzazione del denaro'', opera contro la cessione a privati del reddito da signoraggio derivante dal diritto di battere moneta, tema che rimarrà presente in tutte le sue ulteriori opere. Nel [[1892]], ceduta la sua attività argentina al fratello, tornò in [[Europa]].
La [[Grande depressione (1873-1895)|Grande depressione]] argentina, che danneggiò notevolmente la sua attività commerciale, lo spinse a riflettere su alcuni problemi strutturali legati al sistema monetario. Nel [[1891]] pubblicò in tedesco il suo primo lavoro su quel tema: ''Una riforma sostanziale del denaro come passaggio allo Stato sociale''. In seguito scrisse ''Nervus Rerum'' (''La sostanza delle cose'') e ''La rinazionalizzazione del denaro'', opera contro la cessione a privati del reddito da signoraggio derivante dal diritto di battere moneta, tema che rimarrà presente in tutte le sue ulteriori opere. Nel [[1892]], ceduta la sua attività argentina al fratello, tornò in [[Europa]].
Riga 32: Riga 32:
In virtù di questa necessità il salario dei dipendenti è mantenuto il più basso possibile dal capitalista, ma l'interpretazione marxista è fuorviante. Marx dà un valore al tempo, cosa che non corrisponde alla realtà. Si dà per scontato che una persona possa lavorare un certo tempo massimo al giorno. Un dipendente non accetterebbe di lavorare sotto una certa cifra giornaliera, corrispondente alla cifra minima per vivere, che quindi esigerà a prescindere dal lavoro da svolgere. A parità di salario minimo giornaliero il capitalista quindi cercherà di mantenere al lavoro il dipendente più tempo possibile. Ecco stabilita un'equivalenza. Quindi il rapporto salario/tempo è scollegato e fittizio, è stabilito solo per convenzione bilaterale.
In virtù di questa necessità il salario dei dipendenti è mantenuto il più basso possibile dal capitalista, ma l'interpretazione marxista è fuorviante. Marx dà un valore al tempo, cosa che non corrisponde alla realtà. Si dà per scontato che una persona possa lavorare un certo tempo massimo al giorno. Un dipendente non accetterebbe di lavorare sotto una certa cifra giornaliera, corrispondente alla cifra minima per vivere, che quindi esigerà a prescindere dal lavoro da svolgere. A parità di salario minimo giornaliero il capitalista quindi cercherà di mantenere al lavoro il dipendente più tempo possibile. Ecco stabilita un'equivalenza. Quindi il rapporto salario/tempo è scollegato e fittizio, è stabilito solo per convenzione bilaterale.


Assodato ciò, secondo Gesell anche le [[Problema della trasformazione dei valori in prezzi di produzione|teorie di Marx sul paragone salari/prezzi]] risultano sbagliate. Marx definisce come plusvalore la differenza tra salari totali di un'azienda e [[fatturato]] (ovvero il totale del valore delle merci vendute). E secondo Marx il concetto di plusvalore è un'aberrazione. Gesell invece dice che nella realtà sono i prezzi delle merci che vengono spontaneamente ad adattarsi ai salari generali. Questo per una semplice legge domanda/offerta che può essere così riassunta: distribuendo il plusvalore, e quindi aumentando i salari, automaticamente aumenterebbero di pari misura i prezzi, annullando di fatto l'aumento salariale ed avviando una spirale inflazionistica. In definitiva, il plusvalore è un adattamento spontaneo e inevitabile del mercato, non un'"aberrazione disonesta" creata dal padrone.<ref>L'argomento è trattato da Gesell nel volume ''The natural economic order''. La traduzione italiana è consultabile [http://www.gesell.it on line].</ref>
Assodato ciò, secondo Gesell anche le [[Problema della trasformazione dei valori in prezzi di produzione|teorie di Marx sul paragone salari/prezzi]] risultano sbagliate. Marx definisce come plusvalore la differenza tra salari totali di un'azienda e [[fatturato]] (ovvero il totale del valore delle merci vendute). E secondo Marx il concetto di plusvalore è un'aberrazione. Gesell invece dice che nella realtà sono i prezzi delle merci che vengono spontaneamente ad adattarsi ai salari generali. Questo per una semplice legge domanda/offerta che può essere così riassunta: distribuendo il plusvalore, e quindi aumentando i salari, automaticamente aumenterebbero di pari misura i prezzi, annullando di fatto l'aumento salariale ed avviando una spirale inflazionistica. In definitiva, il plusvalore è un adattamento spontaneo e inevitabile del mercato, non un'"aberrazione disonesta" creata dal padrone. <ref>L'argomento è trattato da Gesell nel volume ''The natural economic order''. La traduzione italiana è consultabile [http://www.gesell.it on line].</ref>


Lasciò numerosi opuscoli, libri, saggi, discorsi, sia in tedesco che in spagnolo, ora raccolti in 18 volumi editi a [[Lütjenburg]] dalla Casa editrice per l'Economia Sociale.
Lasciò numerosi opuscoli, libri, saggi, discorsi, sia in tedesco che in spagnolo, ora raccolti in 18 volumi editi a [[Lütjenburg]] dalla Casa editrice per l'Economia Sociale.


== Pensiero ==
== Pensiero ==
Gesell fu [[vegetarianismo|vegetariano]] praticante. Si considerava un cittadino del mondo e adorava la [[Terra]], che chiamava familiarmente "la nostra zuppiera", in quanto solo da essa si ottengono tutti i nostri cibi e che pertanto dovrebbe appartenere a tutti gli uomini, indipendentemente dal [[sesso (biologia)|sesso]], dalla [[classe sociale]], dalle condizioni economiche, dalle appartenenze [[religione|religiose]] e dall'età.<ref>Da ''The natural economic order'', 2º libro, capitolo 5.</ref>
Gesell fu [[vegetarianismo|vegetariano]] praticante. Si considerava un cittadino del mondo e adorava la [[Terra]], che chiamava familiarmente "la nostra zuppiera", in quanto solo da essa si ottengono tutti i nostri cibi e che pertanto dovrebbe appartenere a tutti gli uomini, indipendentemente dal [[sesso (biologia)|sesso]], dalla [[classe sociale]], dalle condizioni economiche, dalle appartenenze [[religione|religiose]] e dall'età. <ref>Da ''The natural economic order'', 2º libro, capitolo 5.</ref>


A partire dal 1848 i socialisti si erano allontanati dai liberali (configurandosi come gruppo di pensiero-politico autonomo) essenzialmente perché, oltre ai diritti naturali (i soli fermamente pretesi dai liberali) s'erano accorti di quanto nocivi fossero, per la classe operaia, i profitti di capitale, e ne pretendevano l'abolizione.
A partire dal 1848 i socialisti si erano allontanati dai liberali (configurandosi come gruppo di pensiero-politico autonomo) essenzialmente perché, oltre ai diritti naturali (i soli fermamente pretesi dai liberali) s'erano accorti di quanto nocivi fossero, per la classe operaia, i profitti di capitale, e ne pretendevano l'abolizione.
Riga 45: Riga 45:
Gesell si occupò di tali tematiche, condividendo la proposta marxista relativa all'eliminazione della proprietà privata della terra, ma contestandone la statalizzazione; Gesell - contrario al [[kolkhoz]] ed alla conduzione comunitaria - suggeriva la successiva concessione onerosa a privati (diritto di superficie), in modo da ripristinare completamente la precedente macchina produttiva libertaria, ma con reddito agrario comunizzato e che quindi poteva essere portato o in diminuzione delle tasse o preferibilmente a creazione degli assegni familiari (che allora non esistevano) cioè quello che oggi definiamo "reddito di cittadinanza".
Gesell si occupò di tali tematiche, condividendo la proposta marxista relativa all'eliminazione della proprietà privata della terra, ma contestandone la statalizzazione; Gesell - contrario al [[kolkhoz]] ed alla conduzione comunitaria - suggeriva la successiva concessione onerosa a privati (diritto di superficie), in modo da ripristinare completamente la precedente macchina produttiva libertaria, ma con reddito agrario comunizzato e che quindi poteva essere portato o in diminuzione delle tasse o preferibilmente a creazione degli assegni familiari (che allora non esistevano) cioè quello che oggi definiamo "reddito di cittadinanza".


Gesell infatti evidenzia come, filiando, la classe operaia si dia la zappa sui piedi, perché la presenza di quei figli, una volta divenuti adulti ed aumentando l'offerta di lavoro, per la legge della domanda ed offerta, farà contrarre i salari dei padri; invece i profitti di capitale da affitti e da commercio (si pensi alla valorizzazione immobiliare ottenuta, nell'Italia del XXI secolo, attraverso l'immigrazione) vengono ingigantiti dall'aumento numerico, per cui è equo e giusto che siano essi a spesare gli assegni familiari (e non, come attualmente, il costo del lavoro).<ref>Da ''The natural economic order'', 2º libro, capitolo 1, comma 4.1.</ref>
Gesell infatti evidenzia come, filiando, la classe operaia si dia la zappa sui piedi, perché la presenza di quei figli, una volta divenuti adulti ed aumentando l'offerta di lavoro, per la legge della domanda ed offerta, farà contrarre i salari dei padri; invece i profitti di capitale da affitti e da commercio (si pensi alla valorizzazione immobiliare ottenuta, nell'Italia del XXI secolo, attraverso l'immigrazione) vengono ingigantiti dall'aumento numerico, per cui è equo e giusto che siano essi a spesare gli assegni familiari (e non, come attualmente, il costo del lavoro). <ref>Da ''The natural economic order'', 2º libro, capitolo 1, comma 4.1.</ref>


Per quanto riguarda i "valori aggiunti" sulla terra (immobili, impianti d'irrigazione e di trasporto, frutteti ecc.) essi sono e restano di proprietà privata fino ad intercorso ammortamento, dopo di che vengono gratuitamente trasferiti al Comune, come "annesso e connesso nonché [[superfetazione]]" della terra comunale.<ref>Da ''The natural economic order'', 2º libro, capitolo 3, parte 6.</ref>
Per quanto riguarda i "valori aggiunti" sulla terra (immobili, impianti d'irrigazione e di trasporto, frutteti ecc.) essi sono e restano di proprietà privata fino ad intercorso ammortamento, dopo di che vengono gratuitamente trasferiti al Comune, come "annesso e connesso nonché [[superfetazione]]" della terra comunale. <ref>Da ''The natural economic order'', 2º libro, capitolo 3, parte 6.</ref>


Queste tematiche sono trattate nel 2º libro ("Liberterra") del suo testo principale (''The natural economic order''). Nel 3º, 4º e 5º libro, non credendo alla possibilità che lo statalismo riesca a costruire un sistema produttivo migliore dell'esistente, credente ma darwinista ed accanito proudhoniano, Gesell economista difende il principio di riappropriazione del pieno valore del proprio lavoro. Tuttavia, considerando insostituibile la divisione del lavoro e poiché ormai molti lavori concorrono alla formazione del valore finale, ritiene che ciò porterebbe ad enormi difficoltà e conflittualità; pertanto ci rinunzia parzialmente e, affermando che il singolo operaio non sarà notevolmente contrariato se di piccola parte del suo lavoro si approprierà un altro lavoratore (purché non un capitalista), si limita a puntare all'eliminazione dei profitti di capitale, ma tenendosi ben stretto libero mercato e pluralismo economico.<ref>Da ''The natural economic order'', 1º libro, capitolo 2, parte 2.</ref>
Queste tematiche sono trattate nel 2º libro ("Liberterra") del suo testo principale (''The natural economic order''). Nel 3º, 4º e 5º libro, non credendo alla possibilità che lo statalismo riesca a costruire un sistema produttivo migliore dell'esistente, credente ma darwinista ed accanito proudhoniano, Gesell economista difende il principio di riappropriazione del pieno valore del proprio lavoro. Tuttavia, considerando insostituibile la divisione del lavoro e poiché ormai molti lavori concorrono alla formazione del valore finale, ritiene che ciò porterebbe ad enormi difficoltà e conflittualità; pertanto ci rinunzia parzialmente e, affermando che il singolo operaio non sarà notevolmente contrariato se di piccola parte del suo lavoro si approprierà un altro lavoratore (purché non un capitalista), si limita a puntare all'eliminazione dei profitti di capitale, ma tenendosi ben stretto libero mercato e pluralismo economico. <ref>Da ''The natural economic order'', 1º libro, capitolo 2, parte 2.</ref>


Alla resa dei conti egli non vuole niente di diverso da ciò che vuole Marx, solo cerca di ottenerlo percorrendo altre strade. Molteplici sono infatti i profitti di capitale, ma tutti riconducibili alla formula
Alla resa dei conti egli non vuole niente di diverso da ciò che vuole Marx, solo cerca di ottenerlo percorrendo altre strade. Molteplici sono infatti i profitti di capitale, ma tutti riconducibili alla formula
:::Profitti (P) = Somma di Denaro (S) x Saggio d'Interesse (I)
:::Profitti (P) = Somma di Denaro (S) x Saggio d'Interesse (I)
Affinché il risultato di una moltiplicazione sia nullo, deve essere nullo uno dei moltiplicatori: Marx sceglie di azzerare la S (Somma detenuta dai privati) optando per lo statalismo, la programmazione economica e la cancellazione del libero mercato, in definitiva il "totalitarismo economico". Gesell invece - sempre per tenersi ben stretto il libero mercato e il pluralismo economico - incomincia a chiedersi se ci sia modo di azzerare il secondo moltiplicatore, la I, cioè il Saggio d'Interesse.<ref>Da ''The natural economic order'', 1º libro, capitolo 3.</ref>
Affinché il risultato di una moltiplicazione sia nullo, deve essere nullo uno dei moltiplicatori: Marx sceglie di azzerare la S (Somma detenuta dai privati) optando per lo statalismo, la programmazione economica e la cancellazione del libero mercato, in definitiva il "totalitarismo economico". Gesell invece - sempre per tenersi ben stretto il libero mercato e il pluralismo economico - incomincia a chiedersi se ci sia modo di azzerare il secondo moltiplicatore, la I, cioè il Saggio d'Interesse. <ref>Da ''The natural economic order'', 1º libro, capitolo 3.</ref>


Usufruendo anche delle esperienze proudhoniane e dopo aver notato che l'insolito e imprevisto "potere straordinario" del denaro gli proviene dal fatto di essere praticamente l'unica "merce indeperibile", comincia a pensare ad un ''[[Freigeld]]'' (denaro libero, ossia una moneta che perde valore col passare del tempo).<ref>Da ''The natural economic order'', 3º libro, capitolo 16.</ref> Effettivamente, finché il denaro non si "squaglia", nulla obbliga il suo possessore a farlo affluire sul mercato finanziario o a comprare (almeno finché non si ritrovi in condizioni di necessità); e ciò rappresenta la spaventosa forza di cui egli usufruisce per procacciarsi il Premio di Liquidità e conseguentemente tutti gli altri profitti di capitale.<ref>Da ''The natural economic order'', 5º libro, capitolo 7.</ref>
Usufruendo anche delle esperienze proudhoniane e dopo aver notato che l'insolito e imprevisto "potere straordinario" del denaro gli proviene dal fatto di essere praticamente l'unica "merce indeperibile", comincia a pensare ad un ''[[Freigeld]]'' (denaro libero, ossia una moneta che perde valore col passare del tempo). <ref>Da ''The natural economic order'', 3º libro, capitolo 16.</ref> Effettivamente, finché il denaro non si "squaglia", nulla obbliga il suo possessore a farlo affluire sul mercato finanziario o a comprare (almeno finché non si ritrovi in condizioni di necessità); e ciò rappresenta la spaventosa forza di cui egli usufruisce per procacciarsi il Premio di Liquidità e conseguentemente tutti gli altri profitti di capitale. <ref>Da ''The natural economic order'', 5º libro, capitolo 7.</ref>


Fatta questa diagnosi, individuato il tumore, Gesell procede rapidamente ad asportarlo, anche se [[Giacomo Matteotti]] s'accorgerà d'una contrarietà imprevista tal ché - ancorché innamorato di Gesell e delle sue teorie e convinto che esse sole possano apportare un vero socialismo - propende per soprassedere, in attesa della realizzazione di una moneta di tipo on-off (cioè che si squagli in mano ai privati, ma cessi di squagliarsi non appena in mano alle banche).
Fatta questa diagnosi, individuato il tumore, Gesell procede rapidamente ad asportarlo, anche se [[Giacomo Matteotti]] s'accorgerà d'una contrarietà imprevista tal ché - ancorché innamorato di Gesell e delle sue teorie e convinto che esse sole possano apportare un vero socialismo - propende per soprassedere, in attesa della realizzazione di una moneta di tipo on-off (cioè che si squagli in mano ai privati, ma cessi di squagliarsi non appena in mano alle banche).
== Note ==
== Note ==
<references/>
<references/>
Riga 69: Riga 70:
[[Categoria:Anarchici tedeschi|Gessell, Silvio]]
[[Categoria:Anarchici tedeschi|Gessell, Silvio]]
[[Categoria:Economie alternative|Gessell, Silvio]]
[[Categoria:Economie alternative|Gessell, Silvio]]
{{GFDL-1.2}}
64 364

contributi

I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi. Utilizzando i nostri servizi, accetti il nostro utilizzo dei cookie.

Menu di navigazione