Roberto Elia: differenze tra le versioni

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Emigrato nel [[1906]] negli [[Stati Uniti]], si lega in amicizia con [[Andrea Salsedo]], [[Gaspare Cannone]], [[Michele Caminita]], tutti tipografi anarchici che ruotavano intorno alla redazione del giornale «[[Cronaca Sovversiva]]» di [[Luigi Galleani]], che veniva stampato a Barre, nel Vermont.  
Emigrato nel [[1906]] negli [[Stati Uniti]], si lega in amicizia con [[Andrea Salsedo]], [[Gaspare Cannone]], [[Michele Caminita]], tutti tipografi anarchici che ruotavano intorno alla redazione del giornale «[[Cronaca Sovversiva]]» di [[Luigi Galleani]], che veniva stampato a Barre, nel Vermont.  
[[File:Cronaca.gif|thumb|360 px|right|«[[Cronaca Sovversiva]]», 30° numero, 22 luglio 1916]]
[[File:Cronaca.gif|thumb|400px|right|Testata di «[[Cronaca Sovversiva]]»]]
Diventato anarchico, Elia per qualche tempo assume anche l'amministratozione del giornale. Le [[autorità]] americane, nello specifico il Dipartimento di Giustizia Americano, includono il suo nome in una lista di sovversivi anarchici fuggiti in [[Messico]] per evitare la chiamata alle armi. Oltre a lui, nella lista compaiono altri nomi conosciuti: [[Andrea Salsedo]], [[Luigi Galleani]], [[Bartolomeo Vanzetti]], [[Nicola Sacco]], [[Mario Buda]] e molti altri.
Diventato anarchico, Elia per qualche tempo assume anche l'amministratozione del giornale. Le [[autorità]] americane, nello specifico il Dipartimento di Giustizia Americano, includono il suo nome in una lista di sovversivi anarchici fuggiti in [[Messico]] per evitare la chiamata alle armi. Oltre a lui, nella lista compaiono altri nomi conosciuti: [[Andrea Salsedo]], [[Luigi Galleani]], [[Bartolomeo Vanzetti]], [[Nicola Sacco]], [[Mario Buda]] e molti altri.


Terminata la guerra, fonda con il suo amico [[Andrea Salsedo|Salsedo]] la rivista quindicinale ''Il Domani'' (teoricamente avrebbe dovuto sostituire ''[[Cronaca Sovversiva]]'' dopo la sua chiusura d'[[autorità]]), che assume posizioni filo-bolsceviche, ma ben presto dovrà uscire clandestinamente con una nuova testata, ''L'Ordine'', dopo la violenta [[repressione]] dei comunisti (intendendo con questo termine tanto il [[marxismo]] quanto l'[[anarchismo]]) voluta dal ministro della Giustizia, Mitchell Palmer. Tra i vari collaboratori c'è anche [[Bartolomeo Vanzetti|Vanzetti]] che si firmava con lo pseudonimo «Il Picconiere».
Terminata la guerra, fonda con il suo amico [[Andrea Salsedo|Salsedo]] la rivista quindicinale ''Il Domani'' (teoricamente avrebbe dovuto sostituire ''[[Cronaca Sovversiva]]'' dopo la sua chiusura d'[[autorità]]), che assume posizioni filo-bolsceviche, ma ben presto dovrà uscire clandestinamente con una nuova testata, ''L'Ordine'', dopo la violenta [[repressione]] dei comunisti (intendendo con questo termine tanto il [[marxismo]] quanto l'[[anarchismo]]) voluta dal ministro della Giustizia, Mitchell Palmer. Tra i vari collaboratori c'è anche [[Bartolomeo Vanzetti|Vanzetti]] che si firmava con lo pseudonimo «Il Picconiere».


Il [[25 febbraio]] [[1920]], Elia e [[Andrea Salsedo]] vengono fermati dalla [[polizia]] per essere interrogati riguardo al volantino di rivendicazione degli attentati del [[2 giugno]] [[1919]] (in uno di questi era morto l'anarchico [[Carlo Valdinoci]] a causa dell'improvvisa deflagrazione dell'ordigno che doveva collocare negli uffici del Ministro Palmer) recanti il titolo il titolo «Semplici Parole» (''Plain Words'', in inglese). L'FBI era arrivato ai due anarchici tramite le soffiate dell'infiltrato Luigi Ravarini (il cosiddetto agente D-5), grazie alle quali i federali erano giunti ad individuare la tipografia di [[Beniamino Mazzotta]] e [[Ludovico Caminiti]]. I due, sottoposti ad interrogatorio, avevano fatto diversi nomi di persone invischiate negli attentati, tra cui [[Roberto Elia]] e Andrea Salsedo (oltre a [[Nicola Recchi|Recchi]], [[Aldino Felicani|Felicani]], [[Filippo Caci|Caci]], [[Giuseppe Sberna|Sberna]]..) ...
La [[polizia]] ferma Elia il [[25 febbraio]] [[1920]] e [[Andrea Salsedo]] il [[7 marzo]]: vengono interrogati riguardo al volantino di rivendicazione degli attentati del [[2 giugno]] [[1919]] (in uno di questi era morto l'anarchico [[Carlo Valdinoci]] a causa dell'improvvisa deflagrazione dell'ordigno che doveva collocare negli uffici del Ministro Palmer) recanti il titolo il titolo «Semplici Parole» (''Plain Words'', in inglese). L'FBI era arrivato ai due anarchici tramite le soffiate dell'infiltrato Luigi Ravarini (il cosiddetto agente D-5), grazie alle quali i federali erano giunti ad individuare la tipografia di [[Beniamino Mazzotta]] e [[Ludovico Caminiti]]. I due, sottoposti ad interrogatorio, avevano fatto diversi nomi di persone invischiate negli attentati, tra cui Roberto Elia e [[Andrea Salsedo]] (oltre a [[Nicola Recchi|Recchi]], [[Aldino Felicani|Felicani]], [[Filippo Caci|Caci]], [[Giuseppe Sberna|Sberna]]... ).


I due vengono arrestati illegalmente e sottoposti a torture e violenze, secondo la ricostruzione fatta da [[Paul Avrich]] in ''Ribelli in paradiso. Sacco, Vanzetti e il movimento anarchico negli Stati Uniti'' i due cedono e parlano: Elia conferma la confessione di Salsedo, ovvero che era stato proprio l'anarchico di Pantelleria ad aver stampato, su richiesta di [[Nicola Recchi]], il volantino ''Plain Words'' in settecento copie nella tipografia di [[Goffredo Canzani]].  
I due vengono arrestati illegalmente e sottoposti a torture e violenze, secondo la ricostruzione fatta da [[Paul Avrich]] in ''Ribelli in paradiso. Sacco, Vanzetti e il movimento anarchico negli Stati Uniti'' i due cedono e parlano: Elia conferma la confessione di Salsedo, ovvero che era stato proprio l'anarchico di Pantelleria ad aver stampato, su richiesta di [[Nicola Recchi]], il volantino ''Plain Words'' in settecento copie nella tipografia di [[Goffredo Canzani]].  


[[Andrea Salsedo]] morirà defenestrato (suicida o assassinato) il [[3 maggio]] [[1920]], volando a terra dal 14° piano del palazzo di Giustizia dove da diversi mesi veniva interrogato e torturato. Al contrario, Elia si salva grazie al «Comitato pro Vittime Politiche», costituito da [[Carlo Tresca]], [[Luigi Quintiliano]] e [[Bartolomeo Vanzetti]], che ne ottiene il rilascio ma senza poterne impedirne la deportazione in [[Italia]].
[[Andrea Salsedo]] morirà defenestrato (suicida o assassinato) il [[3 maggio]] [[1920]], volando a terra dal 14° piano del palazzo di Giustizia dove da diversi mesi veniva interrogato e torturato. Al contrario, Elia si salva grazie al «Comitato pro Vittime Politiche», costituito da [[Carlo Tresca]], [[Luigi Quintiliano]] e [[Bartolomeo Vanzetti]], che ne ottiene il rilascio ma senza poterne impedirne la deportazione in [[Italia]].


===Ritorno in Italia===
===Ritorno in Italia===
[[File:Bruno Misefari.jpg|thumb|210 px|left|[[Bruno Misefari]] e [[Pia Zanolli]], anarchici che con Elia furono attivi nel movimento anarchico calabrese]]
[[File:Bruno Misefari.jpg|thumb|250px|[[Bruno Misefari]] e [[Pia Zanolli]], anarchici che con Elia furono attivi nel movimento anarchico calabrese]]
Elia, fortemente minato nel fisico non solo per colpa della tubercolosi contratta negli [[USA]] ma anche a cause delle violenze subite in [[carcere]], giunge in [[Italia]] il [[30 agosto]] [[1920]].  
Elia, fortemente minato nel fisico non solo per colpa della tubercolosi contratta negli [[USA]] ma anche a cause delle violenze subite in [[carcere]], giunge in [[Italia]] il [[30 agosto]] [[1920]].  


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Insieme a [[Bruno Misefari]], Roberto Elia è il principale organizzatore del primo convegno anarchico calabrese tenutosi a Reggio Calabria il [[15 gennaio]] [[1922]]. Con lo stesso [[Bruno Misefari|Misefari]], un mese dopo, lancia la circolare per la pubblicazione di ''Pane e libertà. Organo per la diffusione dell'Ideale Anarchico in Calabria''. Il giornale, che vorrebbe pubblicare anche alcuni articoli in dialetto calabrese, si prefiggeva l'obiettivo di condurre «soprattutto una lotta tenace, continua, incessante contro signorotti e funzionari [che il popolo ...] vede e considera qual primo flagello delle sue povere case».  
Insieme a [[Bruno Misefari]], Roberto Elia è il principale organizzatore del primo convegno anarchico calabrese tenutosi a Reggio Calabria il [[15 gennaio]] [[1922]]. Con lo stesso [[Bruno Misefari|Misefari]], un mese dopo, lancia la circolare per la pubblicazione di ''Pane e libertà. Organo per la diffusione dell'Ideale Anarchico in Calabria''. Il giornale, che vorrebbe pubblicare anche alcuni articoli in dialetto calabrese, si prefiggeva l'obiettivo di condurre «soprattutto una lotta tenace, continua, incessante contro signorotti e funzionari [che il popolo ...] vede e considera qual primo flagello delle sue povere case».  


Purtroppo, il mancato aiuto finanziario dei gruppi anarchici del Nord Italia e d'America, ritarderà la realizzazione del progetto che si concretizzerà solo due anni più tardi, il [[14 dicembre]] [[1924]], con la fondazione a Reggio Calabria de ''L'Amico del popolo'', redatto da [[Bruno Misefari|Misefari]] con l'aiuto di [[Nino Malara]] e [[Nino Napolitano]].  
Purtroppo, il mancato aiuto finanziario dei gruppi anarchici del Nord Italia e d'America, ritarderà la realizzazione del progetto che si concretizzerà solo due anni più tardi, il [[14 dicembre]] [[1924]], con la fondazione a Reggio Calabria de ''L'Amico del popolo'', redatto da [[Bruno Misefari|Misefari]] con l'aiuto di [[Nino Malara]] e [[Nino Napolitano]].  


Roberto Elia non potè dare il suo contributo alla realizzazione del giornale perché nel frattempo era deceduto a Napoli l'[[11 giugno]] precedente.
Roberto Elia non potè dare il suo contributo alla realizzazione del giornale perché nel frattempo era deceduto a Napoli l'[[11 giugno]] precedente.
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