Moti anarchici della Lunigiana (1894): differenze tra le versioni

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== Contesto storico==
== Contesto storico==
All'epoca tutta la zona intorno a Carrara e all'area delle Apuane<ref>[http://it.wikipedia.org/wiki/Alpi_Apuane Alpi Apuane]</ref> era caratterizzata da una forte attività intorno all'estrazione e commercializzazione del marmo, con una conseguente aggregazione operaia molto combattiva. La frequente presenza in quest'area di anarchici come [[Bakunin]], [[Carlo Cafiero|Cafiero]], [[Errico Malatesta|Malatesta]], [[Pietro Gori|Gori]], [[Luigi Galleani|Galleani]], [[Paolo Schicchi|Schicchi]], [[Luigi Molinari|Molinari]] ed altri facilitò la diffusione dell'anarchia tra gli operai, andando a caratterizzare, ancora oggi, quest'area geografica come una di quelle a più alta intensità di presenze anarchiche.
All'epoca tutta la zona intorno a Carrara e all'area delle Apuane <ref>[http://it.wikipedia.org/wiki/Alpi_Apuane Alpi Apuane]</ref> era caratterizzata da una forte attività intorno all'estrazione e commercializzazione del marmo, con una conseguente aggregazione operaia molto combattiva. La frequente presenza in quest'area di anarchici come [[Bakunin]], [[Carlo Cafiero|Cafiero]], [[Errico Malatesta|Malatesta]], [[Pietro Gori|Gori]], [[Luigi Galleani|Galleani]], [[Paolo Schicchi|Schicchi]], [[Luigi Molinari|Molinari]] ed altri facilitò la diffusione dell'anarchia tra gli operai, andando a caratterizzare, ancora oggi, quest'area geografica come una di quelle a più alta intensità di presenze anarchiche.


La repressione dei [[fasci siciliani|moti siciliani]] ad opera del governo Crispi portò alla promozione di molte manifestazioni di [[solidarietà ]] per i fratelli della Sicilia, che furono particolarmente numerose e combattive proprio in Lunigiana. Il [[7 gennaio]] [[1894]] viene affisso sui muri di Carrara incitante gli operai a rivoltarsi contro le [[autorità ]] così come avevano fatto i [[fasci siciliani|lavoratori siciliani]].
La repressione dei [[fasci siciliani|moti siciliani]] ad opera del governo Crispi portò alla promozione di molte manifestazioni di [[solidarietà]] per i fratelli della Sicilia, che furono particolarmente numerose e combattive proprio in Lunigiana. Il [[7 gennaio]] [[1894]] viene affisso sui muri di Carrara incitante gli operai a rivoltarsi contro le [[autorità]] così come avevano fatto i [[fasci siciliani|lavoratori siciliani]].
:«Operai lavoratori!
:«Operai lavoratori!


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:Tremano i vili e cercano una difesa mandando i Fratelli ad uccidere altri Fratelli, stolti!
:Tremano i vili e cercano una difesa mandando i Fratelli ad uccidere altri Fratelli, stolti!


:Operai lavoratori! Se in voi non è spento l 'ultimo seme delle nostra onestà , e se vegeta nei nostri cuori il sentimento di fratellanza è nostro dovere renderci solidali coi lavoratori di Sicilia che potrebbero con giusta causa chiamarci vili e codardi se di fronte a una si grande iniziativa come quella rimanessimo inerti spettatori.
:Operai lavoratori! Se in voi non è spento l 'ultimo seme delle nostra onestà, e se vegeta nei nostri cuori il sentimento di fratellanza è nostro dovere renderci solidali coi lavoratori di Sicilia che potrebbero con giusta causa chiamarci vili e codardi se di fronte a una si grande iniziativa come quella rimanessimo inerti spettatori.


:Viva la Sicilia, Viva il Socialismo! »<ref>[http://ienaridensnexus.blogspot.it/2011/03/1894-i-moti-della-lunigiana.html 1894: i moti della Lunigiana]</ref>
:Viva la Sicilia, Viva il Socialismo! » <ref>[http://archive.is/jNhto 1894: i moti della Lunigiana]</ref>
== I fatti, l'esplosione della rivolta ==
== I fatti, l'esplosione della rivolta ==
Così [[Pier Carlo Masini]] racconta l'esplosione della rivolta:<ref name="cedema1">[[Pier Carlo Masini]], ''Storia degli anarchici italiani nell'epoca degli attentati'', Milano, Rizzoli, 1981, </ref>
Così [[Pier Carlo Masini]] racconta l'esplosione della rivolta: <ref name="cedema1">[[Pier Carlo Masini]], ''Storia degli anarchici italiani nell'epoca degli attentati'', Milano, Rizzoli, 1981, </ref>
:«Il [[13 gennaio]] [[1894]] veniva indetto a Carrara lo sciopero di protesta contro lo stato d'assedio in Sicilia e di solidarietà con gli uomini dei [[Fasci siciliani]] arrestati. La manifestazione, che doveva esprimere anche il risentimento per la chiamata alle armi della classe del [[1869]], doveva essere anzitutto una adunata di scioperanti nella città di Carrara. Ma dai primi assembramenti si passò alla formazione di barricate alla Foce, fra Massa e Carrara, e alla interruzione delle linee telegrafiche. Gruppi di dimostranti attaccavano poi i posti del dazio e le armerie delle guardie, che venivano saccheggiate. Ad Avenza si verificava il primo scontro armato: uccisi un carabiniere e un dimostrante.  
:«Il [[13 gennaio]] [[1894]] veniva indetto a Carrara lo sciopero di protesta contro lo stato d'assedio in Sicilia e di solidarietà con gli uomini dei [[Fasci siciliani]] arrestati. La manifestazione, che doveva esprimere anche il risentimento per la chiamata alle armi della classe del [[1869]], doveva essere anzitutto una adunata di scioperanti nella città di Carrara. Ma dai primi assembramenti si passò alla formazione di barricate alla Foce, fra Massa e Carrara, e alla interruzione delle linee telegrafiche. Gruppi di dimostranti attaccavano poi i posti del dazio e le armerie delle guardie, che venivano saccheggiate. Ad Avenza si verificava il primo scontro armato: uccisi un carabiniere e un dimostrante.  
:Fra il 13 e il 14 si formarono concentramenti di ribelli a Becizzano, Codena e Miseglia e mossero verso la città al grido di "Viva la Sicilia! Viva la rivoluzione!", nella convinzione e nella speranza che in altre parti d'Italia si stesse sviluppando un movimento analogo. Il 15 si ebbe un secondo scontro fra una banda scesa da Fossola verso Carrara e la cavalleria: un altro morto fra gli insorti. Il 16, alla periferia della città , presso la caserma Dogali, una colonna di 400 dimostranti, armati di roncole, forconi e qualche fucile, si scontrò con una compagnia di soldati. Otto dimostranti restarono uccisi, molti i feriti. La colonna si disperse. Alcuni gruppi fuggirono verso i monti dove vennero rastrellati nei giorni successivi. »[[File:Attentato a Crispi di Paolo Lega.jpg|thumb|180 px|Rappresentazione dell'attentato di [[Paolo Lega]] contro Crispi (Roma, 16-06-1894) per vendicare la repressione della Lunigiana]].
:Fra il 13 e il 14 si formarono concentramenti di ribelli a Becizzano, Codena e Miseglia e mossero verso la città al grido di "Viva la Sicilia! Viva la rivoluzione!", nella convinzione e nella speranza che in altre parti d'Italia si stesse sviluppando un movimento analogo. Il 15 si ebbe un secondo scontro fra una banda scesa da Fossola verso Carrara e la cavalleria: un altro morto fra gli insorti. Il 16, alla periferia della città, presso la caserma Dogali, una colonna di 400 dimostranti, armati di roncole, forconi e qualche fucile, si scontrò con una compagnia di soldati. Otto dimostranti restarono uccisi, molti i feriti. La colonna si disperse. Alcuni gruppi fuggirono verso i monti dove vennero rastrellati nei giorni successivi. »[[File:Attentato a Crispi di Paolo Lega.jpg|thumb|180 px|Rappresentazione dell'attentato di [[Paolo Lega]] contro Crispi (Roma, 16-06-1894) per vendicare la repressione della Lunigiana]].


Gli anarchici più conosciuti che parteciparono alla rivolta furono [[Luigi Molinari]] (autore dell'''[[Inno della rivolta]]'', dedicato proprio ai rivoltosi della Lunigiana), [[Pasquale Binazzi]], [[Galileo Palla]] e tanti altri.
Gli anarchici più conosciuti che parteciparono alla rivolta furono [[Luigi Molinari]] (autore dell'''[[Inno della rivolta]]'', dedicato proprio ai rivoltosi della Lunigiana), [[Pasquale Binazzi]], [[Galileo Palla]] e tanti altri.


== Repressione e conseguenze==
== Repressione e conseguenze==
: «Il [[16 gennaio]] Crispi sottopose al re il decreto di stato d'assedio (...). Contemporaneamente alla firma del decreto reale, viene nominato commissario straordinario per la Lunigiana il maggior generale degli alpini Nicola Huesch, livornese, di famiglia originaria dell'Austria. Cominciano le repressioni e i processi davanti ai tribunali militari, per direttissima, con pene pesanti. Circa trecento sono gli arrestati per sedizione e duecentonove gli anarchici arrestati in quanto tali. Chi non finisce in carcere, viene spedito al domicilio coatto (...). Per il solo fatto della presenza alle dimostrazioni, si ebbero condanne a venti anni»<ref name="cedema2">[[Pier Carlo Masini]], ''Storia degli anarchici italiani nell'epoca degli attentati'', Milano, Rizzoli, 1981</ref>
: «Il [[16 gennaio]] Crispi sottopose al re il decreto di stato d'assedio (...). Contemporaneamente alla firma del decreto reale, viene nominato commissario straordinario per la Lunigiana il maggior generale degli alpini Nicola Huesch, livornese, di famiglia originaria dell'Austria. Cominciano le repressioni e i processi davanti ai tribunali militari, per direttissima, con pene pesanti. Circa trecento sono gli arrestati per sedizione e duecentonove gli anarchici arrestati in quanto tali. Chi non finisce in carcere, viene spedito al domicilio coatto (...). Per il solo fatto della presenza alle dimostrazioni, si ebbero condanne a venti anni» <ref name="cedema2">[[Pier Carlo Masini]], ''Storia degli anarchici italiani nell'epoca degli attentati'', Milano, Rizzoli, 1981</ref>


In tre mesi di attività processuali, i tribunali emanarono in tutto ben 454 condanne a oltre 2.500 anni di [[carcere]]. Tra i condannati molti appartenevano al [[movimento anarchico]], [[Luigi Molinari]] era probabilmente quello più conosciuto ed anche uno dei più pesantemente sanzionati: 23 anni in prima istanza ridotti a sette in appello.
In tre mesi di attività processuali, i tribunali emanarono in tutto ben 454 condanne a oltre 2.500 anni di [[carcere]]. Tra i condannati molti appartenevano al [[movimento anarchico]], [[Luigi Molinari]] era probabilmente quello più conosciuto ed anche uno dei più pesantemente sanzionati: 23 anni in prima istanza ridotti a sette in appello.


Dopo l'attentato subito dal presidente del Consiglio,  Francesco Crispi, responsabile della repressione dei moti, il 16 Giugno 1894 a Roma ad opera dell'anarchico [[Paolo Lega]] provocò la promulgazione delle cosiddette leggi anti-anarchiche o anti-socialiste.<ref>[http://ienaridensnexus.blogspot.it/2013/06/le-leggi-di-crispi-del-luglio-1894.html Leggi antisocialiste di Crispi]</ref>
Dopo l'attentato subito dal presidente del Consiglio,  Francesco Crispi, responsabile della repressione dei moti, il 16 Giugno 1894 a Roma ad opera dell'anarchico [[Paolo Lega]] provocò la promulgazione delle cosiddette leggi anti-anarchiche o anti-socialiste. <ref>[http://archive.is/ttXDZ Leggi antisocialiste di Crispi]</ref>


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