Maxime Lisbonne: differenze tra le versioni

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'''Maxime Lisbonne''' ([[Parigi]], [[24 marzo]] [[1839]] - [[La Ferté-Alais]], [[Île-de-France]], [[25 maggio]] [[1905]]) fu un valoroso [[comunardo]], soprannominato il « D'Artagnan della Comune ».  
'''Maxime Lisbonne''' (Parigi, [[24 marzo]] [[1839]] - [[La Ferté-Alais]], [[Île-de-France]], [[25 maggio]] [[1905]]) fu un valoroso [[comunardo]], soprannominato il « D'Artagnan della Comune ».  


== Biografia ==
== Biografia ==
Maxime Lisbonne nacque in una famiglia borghese: suo padre Auguste era ufficiale d'artiglieria e amava il teatro, e la madre, Marie Louise Foussen, una modista che aveva una larga clientela fra le attrici. Vita militare e teatrale influenzarono Maxime che già a quindici anni si arruolò militare, partecipando alla guerra di [[Crimea]].  
Maxime Lisbonne nacque in una famiglia borghese: suo padre Auguste era ufficiale d'artiglieria e amava il teatro, e la madre, Marie Louise Foussen, una modista che aveva una larga clientela fra le attrici. Vita militare e teatrale influenzarono Maxime che già a quindici anni si arruolò militare, partecipando alla guerra di [[Crimea]].  


Congedatosi nel [[1864]], si appassionò di teatro, lanciandosi nell'attività di impresario alle Folies Saint-Antoine. Le sue rappresentazioni di opere popolari ottenerono anche dei successi, poi le spese superarono le entrate e Lisbonne abbandonò l'impresa.  
Congedatosi nel [[1864]], si appassionò di teatro, lanciandosi nell'attività di impresario alle Folies Saint-Antoine. Le sue rappresentazioni di opere popolari ottenerono anche dei successi, poi le spese superarono le entrate e Lisbonne abbandonò l'impresa.  


Durante la guerra franco-prussiana, all'assedio di Parigi, Lisbonne entrò nella Guardia nazionale e venne eletto tra i membri del Comitato centrale. Aderì alla [[La Comune di Parigi (1871)|Comune]] e col grado di colonnello si batté a [[Issy]] e a [[Vaugirard]] finché il [[25 maggio]] [[1871]] venne ferito e catturato dai versagliesi sulle barricate del boulevard Voltaire. Condannato ai lavori forzati a vita, fu deportato nella [[Nuova Caledonia]] e amnistiato nel [[1880]].
Durante la guerra franco-prussiana, all'assedio di Parigi, Lisbonne entrò nella Guardia nazionale e venne eletto tra i membri del Comitato centrale. Aderì alla [[La Comune di Parigi (1871)|Comune]] e col grado di colonnello si batté a [[Issy]] e a [[Vaugirard]] finché il [[25 maggio]] [[1871]] venne ferito e catturato dai versagliesi sulle barricate del boulevard Voltaire. Condannato ai lavori forzati a vita, fu deportato nella [[Nuova Caledonia]] e amnistiato nel [[1880]].
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Lisbonne pubblicò anche un giornale, che da buon giacobino intestò ''L'Ami du Peuple'' a omaggio di [[Jean-Paul Marat|Marat]], nel quale voleva ricordare l'esperienza gloriosa della Comune e dei suoi protagonisti. Ma il nome stesso della Comune era tabù nella III Repubblica e il [[7 agosto]] [[1885]] Lisbonne fu costretto a chiudere il giornale. Lisbonne non si fece intimidire e il [[6 ottobre]], con l'apertura a Montmartre di un suo nuovo locale, ''La Taverne du Bagne'', uscirono ancora cinque numeri de ''La Gazette du Bagne'', nei quali Lisbonne ricordò i suoi vecchi compagni di lotta.  
Lisbonne pubblicò anche un giornale, che da buon giacobino intestò ''L'Ami du Peuple'' a omaggio di [[Jean-Paul Marat|Marat]], nel quale voleva ricordare l'esperienza gloriosa della Comune e dei suoi protagonisti. Ma il nome stesso della Comune era tabù nella III Repubblica e il [[7 agosto]] [[1885]] Lisbonne fu costretto a chiudere il giornale. Lisbonne non si fece intimidire e il [[6 ottobre]], con l'apertura a Montmartre di un suo nuovo locale, ''La Taverne du Bagne'', uscirono ancora cinque numeri de ''La Gazette du Bagne'', nei quali Lisbonne ricordò i suoi vecchi compagni di lotta.  


La ''Taverne du Bagne'' era un ''bistrot'' che ottenne successo. I camerieri erano vestiti da forzati del bagno penale, con tanto di catena alla caviglia; le bevande avevano i nomi delle località di detenzione, i bicchieri erano a forma di palla di ferro cava e ai clienti, all'uscita, veniva rilasciato un certificato di buona condotta. L'interno della taverna era decorato con scene della colonia penale, tra le quali spiccavano le immagini della fuga di [[Henri Rochefort]] e quella del comunardo [[Gustave Maroteau]], incatenato e agonizzante.
La ''Taverne du Bagne'' era un ''bistrot'' che ottenne successo. I camerieri erano vestiti da forzati del bagno penale, con tanto di catena alla caviglia; le bevande avevano i nomi delle località di detenzione, i bicchieri erano a forma di palla di ferro cava e ai clienti, all'uscita, veniva rilasciato un certificato di buona condotta. L'interno della taverna era decorato con scene della colonia penale, tra le quali spiccavano le immagini della fuga di [[Henri Rochefort]] e quella del [[comunardo]] [[Gustave Maroteau]], incatenato e agonizzante.


Quando il municipio di Parigi non gli rinnovò la concessione del locale, Lisbonne aprì il [[12 febbraio]] [[1886]] a Belleville, un sobborgo popolare della capitale, la ''Taverne du Bagne et des Ratapoils'',<ref>Ratapoil, o «topo spelacchiato», è una figura satirica resa celebre e proverbiale in Francia nel 1851 dallo scultore Daumier, con la quale si indica l'agente provocatore di Napoleone III, e in generale il sostenitore del militarismo e del cesarismo.</ref> a imitazione della precedente. Due mesi dopo fu la volta della ''Taverne de la Révolution française'', aperta nel centrale quartiere parigino del Marais, poi, nel [[1888]], della ''Brasserie des Frites révolutionnaires'', dove, mangiando patate fritte, si ascoltavano canzoni popolari e si rievocava il passato rivoluzionario.
Quando il municipio di Parigi non gli rinnovò la concessione del locale, Lisbonne aprì il [[12 febbraio]] [[1886]] a Belleville, un sobborgo popolare della capitale, la ''Taverne du Bagne et des Ratapoils'', <ref>Ratapoil, o «topo spelacchiato», è una figura satirica resa celebre e proverbiale in Francia nel 1851 dallo scultore Daumier, con la quale si indica l'agente provocatore di Napoleone III, e in generale il sostenitore del militarismo e del cesarismo.</ref> a imitazione della precedente. Due mesi dopo fu la volta della ''Taverne de la Révolution française'', aperta nel centrale quartiere parigino del Marais, poi, nel [[1888]], della ''Brasserie des Frites révolutionnaires'', dove, mangiando patate fritte, si ascoltavano canzoni popolari e si rievocava il passato rivoluzionario.


Pubblicò ancora un periodico di politica e letteratura, ''Le Citoyen de Montmartre'', che uscì per due anni fino all'agosto del [[1894]] e si presentò come indipendente alle elezioni politiche, senza farsi illusioni - e infatti non fu mai eletto - nel [[1889]], nel [[1892]] e nel [[1898]], quando era vivo l'affare Dreyfus. Quell'anno lasciò Parigi per ritirarsi nel piccolo paese di La Ferté-Alais, dove si mantenne gestendo una tabaccheria. Alla sua morte, avvenuta il 25 maggio 1905, anniversario del ferimento e della sua cattura sulle barricate di Parigi, un vecchio compagno della Comune lo ricordò con un articolo su ''L'Intransigeant''.<ref>Gaston Da Costa, ''Adieu à Maxime Lisbonne'', 27 maggio 1905.</ref>
Pubblicò ancora un periodico di politica e letteratura, ''Le Citoyen de Montmartre'', che uscì per due anni fino all'agosto del [[1894]] e si presentò come indipendente alle elezioni politiche, senza farsi illusioni - e infatti non fu mai eletto - nel [[1889]], nel [[1892]] e nel [[1898]], quando era vivo l'affare Dreyfus. Quell'anno lasciò Parigi per ritirarsi nel piccolo paese di La Ferté-Alais, dove si mantenne gestendo una tabaccheria. Alla sua morte, avvenuta il 25 maggio 1905, anniversario del ferimento e della sua cattura sulle barricate di Parigi, un vecchio compagno della Comune lo ricordò con un articolo su ''L'Intransigeant''. <ref>Gaston Da Costa, ''Adieu à Maxime Lisbonne'', 27 maggio 1905.</ref>


== Bibliografia ==
== Bibliografia ==
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[[Categoria:Comunardi|Lisbonne, Maxime]]
[[Categoria:Comunardi|Lisbonne, Maxime]]
[[Categoria:Teatro|Lisbonne, Maxime]]
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