Mario Betto: differenze tra le versioni

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[[File:Mario Betto.jpg|thumb|Mario Betto]]'''Mario Betto''' (Venezia, [[31 dicembre]] [[1909]] - Barcis, [[23 ottobre]] [[1944]]) è stato un anarchico, [[antifascismo|antifascista]] e combattente nella [[la Rivoluzione spagnola (1936-39)|rivoluzione spagnola]] italiano. Morì in un gesto di sacrificio estremo, facendosi esplodere in un tunnel per fermare l'avanzata dei [[Nazionalsocialismo|nazifascisti]].
[[File:Mario Betto.jpg|thumb|Mario Betto]]'''Mario Betto''' (Venezia, [[31 dicembre]] [[1909]] - Barcis, [[23 ottobre]] [[1944]]) è stato un [[anarchico]], [[antifascismo|antifascista]] e combattente nella [[la Rivoluzione spagnola (1936-39)|rivoluzione spagnola]] italiano. Morì in un gesto di sacrificio estremo, facendosi esplodere in un tunnel per fermare l'avanzata dei [[Nazionalsocialismo|nazifascisti]].
==Biografia ==
==Biografia ==
'''Mario Betto''' nasce a Venezia il [[31 dicembre]] [[1909]] da Giuseppe e Rosa Formentini.
'''Mario Betto''' nasce a Venezia il [[31 dicembre]] [[1909]] da Giuseppe e Rosa Formentini.
Inizialmente [[comunismo|comunista]], viene ricercato dai fascisti insieme ai suoi due fratelli: Alberto ed Ulderico. Quest'ultimo più volte dovrà subire le persecuzioni fisiche degli [[Fascismo|squadristi]] che lo consideravano un pericoloso sovversivo. Nel [[1923]] la famiglia Betto ripara a Thais, vicino a Parigi, dato che in [[Italia]] la vita è per loro oramai impossibile. Dal [[1930]] al [[1936]] risiede a Parigi, svolgendo la professione di apprendista vetraio e muratore.  
Inizialmente [[comunismo|comunista]], viene ricercato dai fascisti insieme ai suoi due fratelli: Alberto ed Ulderico. Quest'ultimo più volte dovrà subire le persecuzioni fisiche degli [[Fascismo|squadristi]] che lo consideravano un pericoloso sovversivo. Nel [[1923]] la famiglia Betto ripara a Thais, vicino a Parigi, dato che in [[Italia]] la vita è per loro oramai impossibile. Dal [[1930]] al [[1936]] risiede a Parigi, svolgendo la professione di apprendista vetraio e muratore.  
[[File:Milizianti_antifascisti_spagnoli_versi_icampi.jpg|thumb|left|Miliziani antifascisti spagnoli diretti verso i campi di concentramento]][[File:Monumento_ai_miliziani_antifascisti_spagnoli.jpg|thumb|left|Scultura di Françoise Desnoyer dedicata ai miliziani antifascisti spagnoli a Saint Cyprien]]
[[File:Milizianti_antifascisti_spagnoli_versi_icampi.jpg|thumb|left|Miliziani antifascisti spagnoli diretti verso i campi di concentramento]][[File:Monumento_ai_miliziani_antifascisti_spagnoli.jpg|thumb|left|Scultura di Françoise Desnoyer dedicata ai miliziani antifascisti spagnoli a Saint Cyprien]]
Iniziata la [[la Rivoluzione spagnola (1936-39)|Rivoluzione Spagnola]], Mario si arruola come volontario miliziano [[antifascismo|antifascista]] nell'agosto del [[1936]]. Secondo quanto egli stesso racconterà alla polizia [[fascismo|fascista]], si trovava in [[Spagna]] per le ferie quando sarebbe stato coinvolto negli eventi della [[la Rivoluzione spagnola (1936-39)|Rivoluzione Spagnola]]. Si tratta ovviamente di una confessione fasulla rifilata ai fascisti, infatti egli dichiarerà loro di aver rifiutato l'arruolamento nelle forze armate repubblicane, ma in realtà vi sono prove del suo arruolamento nel “battaglione dei miliziani rossi” di [[Carlo Penchienati]] <ref>[http://books.google.it/books?id=jqYGCR1GXngC&pg=PA123&lpg=PA123&dq=Carlo+Penchienati&source=bl&ot Penchienati, da ''Senza tregua'' di Giovanni pesce]</ref> <ref name="penchienati"> Carlo Penchienati è stato anche autore di alcuni libri sulle vicende di [[Spagna]], fra cui ''Brigate Internazionali in Spagna: delitti della "[[Ceka]]"'', editore Echi del Secolo, 1950 </ref> e della sua partecipazione a tutti i combattimenti, da quello dell'Harama alla battaglia dell'Ebro ([[24 luglio]] [[1938]]) <ref name="morte">[http://issuu.com/erabbit/docs/guerra_di_spagna/37 Morte accidentale di un anarchico: Mario Betto]</ref>
Iniziata la [[la Rivoluzione spagnola (1936-39)|Rivoluzione spagnola]], Mario si arruola come volontario miliziano [[antifascismo|antifascista]] nell'agosto del [[1936]]. Secondo quanto egli stesso racconterà alla polizia [[fascismo|fascista]], si trovava in [[Spagna]] per le ferie quando sarebbe stato coinvolto negli eventi della [[la Rivoluzione spagnola (1936-39)|Rivoluzione spagnola]]. Si tratta ovviamente di una confessione fasulla rifilata ai fascisti, infatti egli dichiarerà loro di aver rifiutato l'arruolamento nelle forze armate repubblicane, ma in realtà vi sono prove del suo arruolamento nel “battaglione dei miliziani rossi” di [[Carlo Penchienati]] <ref>[http://books.google.it/books?id=jqYGCR1GXngC&pg=PA123&lpg=PA123&dq=Carlo+Penchienati&source=bl&ot Penchienati, da ''Senza tregua'' di Giovanni pesce]</ref> <ref name="penchienati"> Carlo Penchienati è stato anche autore di alcuni libri sulle vicende di [[Spagna]], fra cui ''Brigate Internazionali in Spagna: delitti della "[[Ceka]]"'', editore Echi del Secolo, 1950 </ref> e della sua partecipazione a tutti i combattimenti, da quello dell'Harama alla battaglia dell'Ebro ([[24 luglio]] [[1938]]) <ref name="morte">[http://issuu.com/erabbit/docs/guerra_di_spagna/37 Morte accidentale di un anarchico: Mario Betto]</ref>


===Fra comunismo ed anarchia===
===Fra comunismo ed anarchia===


Dopo gli scontri di Barcellona tra [[Personalità anarchiche|anarchici]] (e miliziani del [[POUM]]) e comunisti stalinisti (maggio [[1937]]), Mario Betto si avvicina all'[[anarchismo]]. Nell'aprile-maggio del [[1938]] Mario Betto rientra in [[Francia]], da cui viene però espulso, insieme ai fratelli, in quanto riconosciuti come militanti comunisti e “combattenti per la Spagna Rossa”.  
Dopo gli scontri di Barcellona tra [[Personalità anarchiche|anarchici]] (e miliziani del [[POUM]]) e comunisti stalinisti (maggio [[1937]]), Mario Betto si avvicina all'[[anarchismo]]. Nell'aprile-maggio del [[1938]] Mario Betto rientra in [[Francia]], da cui viene però espulso, insieme ai fratelli, in quanto riconosciuti come militanti comunisti e “combattenti per la Spagna Rossa”.  


Rientrato in [[Spagna]], è viene arrestato dall'esercito repubblicano con l'accusa di diserzione ed [[carcere|incarcerato]] a Montjuich (fino al febbraio [[1939]]), assieme ad anarchici e miliziani comunisti antistalinisti del [[POUM]]. È questa la prova del suo definitivo distacco dal partito comunista <ref name="morte">[http://issuu.com/erabbit/docs/guerra_di_spagna/37 Morte accidentale di un anarchico: Mario Betto]</ref>.
Rientrato in [[Spagna]], è viene arrestato dall'esercito repubblicano con l'accusa di diserzione ed [[carcere|incarcerato]] a Montjuich (fino al febbraio [[1939]]), assieme ad anarchici e miliziani comunisti antistalinisti del [[POUM]]. È questa la prova del suo definitivo distacco dal partito comunista <ref name="morte">[http://issuu.com/erabbit/docs/guerra_di_spagna/37 Morte accidentale di un anarchico: Mario Betto]</ref>.


Rientrato in [[Francia]] dopo la fine della [[la Rivoluzione spagnola (1936-39)|Rivoluzione]], è arrestato e internato al campo di concentramento di Gurs, mentre la sua compagna Rosa Cervera Terricabras è arrestata. Impiegato nei lavori militarizzati di Pas-de-Calais, è arrestato dai tedeschi nel [[1940]] e internato in [[Germania]]. Anche i fratelli, temendo di essere prima o poi arrestati, erano già scappati in [[Francia]], <ref>Non si hanno notizie sui due fratelli ma dalla loro fuga si può dedurre che con molte probabilità fossero pure loro in rotta di collisione con gli stalinisti</ref> ma ciò non impedisce che [[Ulderico Betto|Ulderico]] venga internato nel ben noto e triste campo di concentramento di Vernet <ref>[http://it.wikipedia.org/wiki/Campo_d%27internamento_di_Le_Vernet Campo d'internamento di Le Vernet d'Ariège], scritto con la supervisione dello storico [http://it.wikipedia.org/wiki/Pietro_Ramella Pietro Ramella] </ref>, dove è inserito nella sezione degli anarchici.
Rientrato in [[Francia]] dopo la fine della [[la Rivoluzione spagnola (1936-39)|Rivoluzione]], è arrestato e internato al campo di concentramento di Gurs, mentre la sua compagna Rosa Cervera Terricabras è arrestata. Impiegato nei lavori militarizzati di Pas-de-Calais, è arrestato dai tedeschi nel [[1940]] e internato in [[Germania]]. Anche i fratelli, temendo di essere prima o poi arrestati, erano già scappati in [[Francia]], <ref>Non si hanno notizie sui due fratelli ma dalla loro fuga si può dedurre che con molte probabilità fossero pure loro in rotta di collisione con gli stalinisti</ref> ma ciò non impedisce che [[Ulderico Betto|Ulderico]] venga internato nel ben noto e triste campo di concentramento di Vernet <ref>[http://it.wikipedia.org/wiki/Campo_d%27internamento_di_Le_Vernet Campo d'internamento di Le Vernet d'Ariège], scritto con la supervisione dello storico [http://it.wikipedia.org/wiki/Pietro_Ramella Pietro Ramella] </ref>, dove è inserito nella sezione degli anarchici.


=== La Resistenza ===
=== La Resistenza ===
Uscito dal campo [[Nazionalsocialismo|nazista]] e rientrato in [[Francia]] nel novembre [[1941]], il mese seguente viene interorgato dalla polizia [[fascismo|fascista]] a cui nega ogni militanza politica. Scontata la pena nel [[carcere]] francese (marzo [[1942]]), rientra in [[Italia]], a Visinale di Pasiano (Friuli Venezia Giulia), ed entra in contatto con i partigiani comunisti che ben conoscevano il suo sincero [[antifascismo]] <ref name="morte">[http://issuu.com/erabbit/docs/guerra_di_spagna/37 Morte accidentale di un anarchico: Mario Betto]</ref>. Con loro combatte nelle fila della "Brigata [[Antonio Gramsci]]" con il nome di battaglia di "[[Spartaco il gladiatore|Spartaco]]". È conosciuto in zona anche per la sua eccentricità, indossa un cappello a larghe falde sul genere dei ''campesinos'', un cinturone con pistola a tamburo, grosso coltello e "collana di granate". I compagni anche per questo gli vogliono bene e Mario li ricambia con un coraggio e una tranquillità fuori dal comune. In molti ricorderanno di come Mario tenesse alto il morale a tutti i partigiani: Mario è il "vecchio" fra i "ragazzini", la grande esperienza militare, ottenuta dalla milizia [[antifascismo|antifascista]] in [[Spagna]], è un riferimento fondamentale per i giovani.
Uscito dal campo [[Nazionalsocialismo|nazista]] e rientrato in [[Francia]] nel novembre [[1941]], il mese seguente viene interorgato dalla polizia [[fascismo|fascista]] a cui nega ogni militanza politica. Scontata la pena nel [[carcere]] francese (marzo [[1942]]), rientra in [[Italia]], a Visinale di Pasiano (Friuli Venezia Giulia), ed entra in contatto con i partigiani comunisti che ben conoscevano il suo sincero [[antifascismo]] <ref name="morte">[http://issuu.com/erabbit/docs/guerra_di_spagna/37 Morte accidentale di un anarchico: Mario Betto]</ref>. Con loro combatte nelle fila della "Brigata [[Antonio Gramsci]]" con il nome di battaglia di "[[Spartaco il gladiatore|Spartaco]]". È conosciuto in zona anche per la sua eccentricità, indossa un cappello a larghe falde sul genere dei ''campesinos'', un cinturone con pistola a tamburo, grosso coltello e "collana di granate". I compagni anche per questo gli vogliono bene e Mario li ricambia con un coraggio e una tranquillità fuori dal comune. In molti ricorderanno di come Mario tenesse alto il morale a tutti i partigiani: Mario è il "vecchio" fra i "ragazzini", la grande esperienza militare, ottenuta dalla milizia [[antifascismo|antifascista]] in [[Spagna]], è un riferimento fondamentale per i giovani.
====Il coraggio di ''Spartaco'': il sacrificio estremo per fermare i nazifascisti====
====Il coraggio di ''Spartaco'': il sacrificio estremo per fermare i nazifascisti====
Il [[15 ottobre]] [[1944]], nella zona di Barcis (Friuli), i partigiani in ritirata avvistano un grosso contingente di [[Nazionalsocialismo|nazifascisti]] che stanno iniziando un "rastrellamento". Spartaco e il giovane compagno partigiano Diana il [[23 ottobre]] si offrono volontari, impedendo che la pericolosa azione potesse essere compiuta da partigiani che erano anche padri di famiglia, per l'azione di copertura: il piano prevede di far saltare la galleria di ponte Antoi e così bloccare l'avanzata dei [[Nazionalsocialismo|nazifascisti]].
Il [[15 ottobre]] [[1944]], nella zona di Barcis (Friuli), i partigiani in ritirata avvistano un grosso contingente di [[Nazionalsocialismo|nazifascisti]] che stanno iniziando un "rastrellamento". Spartaco e il giovane compagno partigiano Diana il [[23 ottobre]] si offrono volontari, impedendo che la pericolosa azione potesse essere compiuta da partigiani che erano anche padri di famiglia, per l'azione di copertura: il piano prevede di far saltare la galleria di ponte Antoi e così bloccare l'avanzata dei [[Nazionalsocialismo|nazifascisti]].


I due partono in bicicletta col pesante fardello, fisico e morale, ma con una tranquillità tale che è come se «andassero a far merenda sul prato». Nel pomeriggio, la Brigata Antonio Gramsci in ritirata ode un forte boato a dimostrazione che l'operazione è riuscita: è saltata la galleria dell'Antoi. Quando Diana ritornerà solitario al campo partigiano, racconterà che mentre [[Spartaco il gladiatore|Spartaco]] si trovava circa a metà del tunnel ed era intento a preparare l'innesco per far saltare la galleria, i nazifascisti erano all'improvviso comparsi. "Spartaco", secondo il racconto del giovane compagno, aveva allora deciso di usare la "miccia corta", non prima però di esser riuscito a far allontanare il compagno Diana, facendo brillare le mine e sacrificando la sua vita pur di fermare i [[Nazionalsocialismo|nazifascisti]]. Termina così la sua vita il [[23 ottobre]] [[1944]], coerentemente con i suoi ideali di irriducibile combattente [[antifascismo|antifascista]], salvando la ritirata ai compagni partigiani.
I due partono in bicicletta col pesante fardello, fisico e morale, ma con una tranquillità tale che è come se «andassero a far merenda sul prato». Nel pomeriggio, la Brigata Antonio Gramsci in ritirata ode un forte boato a dimostrazione che l'operazione è riuscita: è saltata la galleria dell'Antoi. Quando Diana ritornerà solitario al campo partigiano, racconterà che mentre [[Spartaco il gladiatore|Spartaco]] si trovava circa a metà del tunnel ed era intento a preparare l'innesco per far saltare la galleria, i nazifascisti erano all'improvviso comparsi. "Spartaco", secondo il racconto del giovane compagno, aveva allora deciso di usare la "miccia corta", non prima però di esser riuscito a far allontanare il compagno Diana, facendo brillare le mine e sacrificando la sua vita pur di fermare i [[Nazionalsocialismo|nazifascisti]]. Termina così la sua vita il [[23 ottobre]] [[1944]], coerentemente con i suoi ideali di irriducibile combattente [[antifascismo|antifascista]], salvando la ritirata ai compagni partigiani.


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