Lotta di classe (concetto): differenze tra le versioni

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La '''lotta di classe''' è un concetto o una teoria che spiega l'esistenza dei conflitti sociali come il risultato di un supposto conflitto principale o di un intrinseco antagonismo esistente tra gli interessi delle diverse classi sociali.
La '''lotta di classe''' è un concetto o una teoria che spiega l'esistenza dei conflitti sociali come il risultato di un supposto conflitto principale o di un intrinseco antagonismo esistente tra gli interessi delle diverse classi sociali.


Nonostante esso sia centrale soprattutto per il [[marxismo]] ([[materialismo storico]]), non è una sua esclusività ed anzi appartiene anche ad altri pensieri politicamente e socialmente radicali: [[sindacalismo]], [[anarchismo]], [[socialismo rivoluzionario]]ecc. <ref>Secondo [[Karl Marx]] e [[Friedrich Engels]], durante la storia le persone hanno cercato di organizzarsi in diversi tipi di società in cui comunque si sono sempre manifestati conflitti tra ricchi e poveri, liberi e schiavi, patrizi e plebei, signori e servi, [[capitalisti]] e proletari. I [[marxisti]] ritengono che il conflitto [[classismo|classista]] potrebbe essere risolto esclusivamente con la lotta di classe e la costruzione di una società senza classi, senza che ciò supponga la scomparsa del processo e del progresso storico, che essi ritengono realizzarsi con il [[comunismo]].</ref>
Nonostante esso sia centrale soprattutto per il [[marxismo]] ([[materialismo storico]]), non è una sua esclusività ed anzi appartiene anche ad altri pensieri politicamente e socialmente radicali: [[sindacalismo]], [[anarchismo]], [[socialismo rivoluzionario]] ecc. <ref>Secondo [[Karl Marx]] e [[Friedrich Engels]], durante la storia le persone hanno cercato di organizzarsi in diversi tipi di società in cui comunque si sono sempre manifestati conflitti tra ricchi e poveri, liberi e schiavi, patrizi e plebei, signori e servi, [[capitalisti]] e proletari. I [[marxisti]] ritengono che il conflitto [[classismo|classista]] potrebbe essere risolto esclusivamente con la lotta di classe e la costruzione di una società senza classi, senza che ciò supponga la scomparsa del processo e del progresso storico, che essi ritengono realizzarsi con il [[comunismo]].</ref>


== Origine e sviluppo del concetto ==
== Origine e sviluppo del concetto ==
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Il conflitto, all'epoca della '''società schiaviste''' greca e romana, si sviluppò principalmente tra uomini '''liberi''' e '''schiavi''', delineando quindi dei [[gerarchia|rapporti gerarchici]] strutturati sulla base delle relazioni di [[La proprietà |proprietà]]. [[Jean-Jacques Rousseau]] nel [[1754]] scrisse che «il primo uomo che, avendo recinto un terreno, ebbe l'idea di proclamare questo è mio e trovò altri così ingenui da credergli [...] è stato il vero fondatore della società civile» <ref>da ''Discorso sulle origini della disuguaglianza fra gli uomini'', 1754</ref>, descivendo l'ipotetico passaggio dallo stato di natura allo stato sociale come una degenerazione (non un progresso) prodotta delle disuguaglianze sociali emerse con l'affermarsi del concetto di [[proprietà privata]] e dell'[[autorità]]. Essa si poneva come garante legalitario del diritto alla proprietà dei mezzi di produzione, ma non faceva altro che difendere i ricchi e i potenti e mantenere i poveri in uno stato di subalternità. L'emergere della [[proprietà privata]] e del [[diritto]] hanno così creato un abisso [[gerarchia|gerarchico]] tra le due "classi" sociali: '''proprietari''' e '''nullatenenti''', '''dominatori''' e '''sottomessi'''.  
Il conflitto, all'epoca della '''società schiaviste''' greca e romana, si sviluppò principalmente tra uomini '''liberi''' e '''schiavi''', delineando quindi dei [[gerarchia|rapporti gerarchici]] strutturati sulla base delle relazioni di [[La proprietà |proprietà]]. [[Jean-Jacques Rousseau]] nel [[1754]] scrisse che «il primo uomo che, avendo recinto un terreno, ebbe l'idea di proclamare questo è mio e trovò altri così ingenui da credergli [...] è stato il vero fondatore della società civile» <ref>da ''Discorso sulle origini della disuguaglianza fra gli uomini'', 1754</ref>, descivendo l'ipotetico passaggio dallo stato di natura allo stato sociale come una degenerazione (non un progresso) prodotta delle disuguaglianze sociali emerse con l'affermarsi del concetto di [[proprietà privata]] e dell'[[autorità]]. Essa si poneva come garante legalitario del diritto alla proprietà dei mezzi di produzione, ma non faceva altro che difendere i ricchi e i potenti e mantenere i poveri in uno stato di subalternità. L'emergere della [[proprietà privata]] e del [[diritto]] hanno così creato un abisso [[gerarchia|gerarchico]] tra le due "classi" sociali: '''proprietari''' e '''nullatenenti''', '''dominatori''' e '''sottomessi'''.  
[[File:Lotta di classe.jpg|right|280 px|thumb|''[[Lotta di classe]]'' (Organo dell'[[USI]]), n° 125, giugno 2012]]
[[File:Lotta di classe.jpg|right|280 px|thumb|''[[Lotta di classe]]'' (Organo dell'[[USI]]), n° 125, giugno 2012]]
Nella '''società feudale''' il potere apparteneva all''''aristocrazia,''' quantunque l'importanza della borghesia crebbe gradualmente con la rivitalizzazione delle città, al cui interno aumentò progressivamente la sua importanza. <ref>Si veda: [[Rivolta dei contadini in Germania (1525)]], [[Insurrezione contadina d'Ungheria (1514)]]</ref> Iniziò comunque da allora un processo di erosione e trasformazione delle strutture sociali, sino ad allora incentrate sulle campagne, che comportò una crescita urbana e lo sviluppo e la concentrazione delle attività commerciali e manifatturiere, per altro agevolati dalla centralizzazione politico-amministrativa operata dallo [[Stato]] moderno. Nel [[1758]] François Quesnay pubblicò il suo primo trattato fisiocratico che divideva la società in "'''classe produttiva'''" (attività agricole) e "'''classi non produttive'''" e sfruttatrici (militari, accademici, politici e funzionari statali, nobili e politici privilegiatiecc.). Più avanti ancora Adam Smith divise la società in «coloro che vivono di '''rendita''', coloro che vivono di '''salario''' e coloro che vivono di '''profitti'''». <ref>''La Ricchezza delle Nazioni'' - Grandi Tascabili Economici Newton, Roma</ref>
Nella '''società feudale''' il potere apparteneva all''''aristocrazia,''' quantunque l'importanza della borghesia crebbe gradualmente con la rivitalizzazione delle città, al cui interno aumentò progressivamente la sua importanza. <ref>Si veda: [[Rivolta dei contadini in Germania (1525)]], [[Insurrezione contadina d'Ungheria (1514)]]</ref> Iniziò comunque da allora un processo di erosione e trasformazione delle strutture sociali, sino ad allora incentrate sulle campagne, che comportò una crescita urbana e lo sviluppo e la concentrazione delle attività commerciali e manifatturiere, per altro agevolati dalla centralizzazione politico-amministrativa operata dallo [[Stato]] moderno. Nel [[1758]] François Quesnay pubblicò il suo primo trattato fisiocratico che divideva la società in "'''classe produttiva'''" (attività agricole) e "'''classi non produttive'''" e sfruttatrici (militari, accademici, politici e funzionari statali, nobili e politici privilegiati ecc.). Più avanti ancora Adam Smith divise la società in «coloro che vivono di '''rendita''', coloro che vivono di '''salario''' e coloro che vivono di '''profitti'''». <ref>''La Ricchezza delle Nazioni'' - Grandi Tascabili Economici Newton, Roma</ref>


La [[rivoluzione francese]] del [[1789]] fu lo spartiacque che segnò la fine della società feudale e l'emergere definitivo della '''borghesia''' come [[classismo|classe dominante]].
La [[rivoluzione francese]] del [[1789]] fu lo spartiacque che segnò la fine della società feudale e l'emergere definitivo della '''borghesia''' come [[classismo|classe dominante]].
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