La strage del Teatro Diana: differenze tra le versioni

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Un gruppo [[anarco-individualismo|anarchico-individualista]] milanese, all'ingiusta detenzione dei tre redattori, vollero rispondere con una terna d'attentati che avevano come obiettivo la centrale elettrica di via Gladio, il giornale socialista «l'Avanti» e l'albergo Diana, in via Mascagni, nei pressi dell'omonimo teatro. Quest'ultimo era sicuramente l'attentato più complicato da mettere in atto ed aveva come reale obiettivo il questore Giovanni Gasti, che si pensava risiedesse in un appartamento del vicino albergo, e doveva essere attuato da [[Giuseppe Mariani]] - 23 anni di Mantova, di professione frenatore delle Ferrovie -, [[Giuseppe Boldrini]] - 27 anni, operaio anch'egli di Mantova (che si proclamerà  sempre innocente) -, [[Ettore Aguggini]] - 19 anni, meccanico nato a Milano il [[23 marzo]] [[1902]]; del gruppo faceva parte anche [[Elena Melli]], che avrebbe però avuto un ruolo marginale.
Un gruppo [[anarco-individualismo|anarchico-individualista]] milanese, all'ingiusta detenzione dei tre redattori, vollero rispondere con una terna d'attentati che avevano come obiettivo la centrale elettrica di via Gladio, il giornale socialista «l'Avanti» e l'albergo Diana, in via Mascagni, nei pressi dell'omonimo teatro. Quest'ultimo era sicuramente l'attentato più complicato da mettere in atto ed aveva come reale obiettivo il questore Giovanni Gasti, che si pensava risiedesse in un appartamento del vicino albergo, e doveva essere attuato da [[Giuseppe Mariani]] - 23 anni di Mantova, di professione frenatore delle Ferrovie -, [[Giuseppe Boldrini]] - 27 anni, operaio anch'egli di Mantova (che si proclamerà  sempre innocente) -, [[Ettore Aguggini]] - 19 anni, meccanico nato a Milano il [[23 marzo]] [[1902]]; del gruppo faceva parte anche [[Elena Melli]], che avrebbe però avuto un ruolo marginale.


L'intenzione era quindi quella di colpire non tanto il Teatro quanto l'hotel Diana, che però erano separati da una semplice parete, la sera del [[23 marzo]], giorno in cui si sarebbe dovuta svolgere una rappresentazione di un'operetta di Lehar (quindicesima ed ultima replica di ''Mazurka blu''). In verità, secondo quanto scrisse [[Giuseppe Mariani]] nella sua autobiografia, la prima intenzione era quella di far saltare in aria la Questura centrale di piazza San Fedele, ma il proposito fu lasciato cadere per sopraggiunte difficoltà .<ref>Ne fa riferimento lo stesso mariani nel suo volume autobiografico ''Memorie di un ex-terrorista''</ref> Il gruppo decise allora di indirizzare il proprio obiettivo sul Diana, come raccontato dallo stesso [[Giuseppe Mariani|Mariani]]:
L'intenzione era quindi quella di colpire non tanto il Teatro quanto l'hotel Diana, che però erano separati da una semplice parete, la sera del [[23 marzo]], giorno in cui si sarebbe dovuta svolgere una rappresentazione di un'operetta di Lehar (quindicesima ed ultima replica di ''Mazurka blu''). In verità, secondo quanto scrisse [[Giuseppe Mariani]] nella sua autobiografia, la prima intenzione era quella di far saltare in aria la Questura centrale di piazza San Fedele, ma il proposito fu lasciato cadere per sopraggiunte difficoltà.<ref>Ne fa riferimento lo stesso mariani nel suo volume autobiografico ''Memorie di un ex-terrorista''</ref> Il gruppo decise allora di indirizzare il proprio obiettivo sul Diana, come raccontato dallo stesso [[Giuseppe Mariani|Mariani]]:
:«... si è accreditata la “solita” storia dello anarchico che, spalancata la porta di un teatro, dissemina la morte ed il terrore, coscientemente e volontariamente. Quella sera il carico di esplosivo fu depositato al di fuori del teatro, con l'intenzione di colpire non il teatro quanto il soprastante albergo – che, secondo informazioni allora in possesso degli attentatori, serviva regolarmente da luogo di incontro tra Benito Mussolini ed il questore di Milano Gasti, entrambi acerrimi nemici degli anarchici e da questi ultimi odiati, in particolare, si credeva che proprio quella sera Gasti si dovesse trovare in quell'albergo.»  
:«... si è accreditata la “solita” storia dello anarchico che, spalancata la porta di un teatro, dissemina la morte ed il terrore, coscientemente e volontariamente. Quella sera il carico di esplosivo fu depositato al di fuori del teatro, con l'intenzione di colpire non il teatro quanto il soprastante albergo – che, secondo informazioni allora in possesso degli attentatori, serviva regolarmente da luogo di incontro tra Benito Mussolini ed il questore di Milano Gasti, entrambi acerrimi nemici degli anarchici e da questi ultimi odiati, in particolare, si credeva che proprio quella sera Gasti si dovesse trovare in quell'albergo.»