La strage del Teatro Diana: differenze tra le versioni

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== Le motivazioni dell'attentato ==
== Le motivazioni dell'attentato ==
[[File:Carlo Frigerio.jpg|thumb|180 px|[[Carlo Frigerio]], anarchico italo-svizzero.]]
[[File:Carlo Frigerio.jpg|thumb|180 px|[[Carlo Frigerio]], anarchico italo-svizzero.]]
Nell'[[Italia]] dell'immediato periodo post-[[biennio rosso]] e precedente l'avvento del [[fascismo]], vi era un infuocato clima in cui convivevano, scontrandosi anche violentemente, le istanze [[rivoluzione|rivoluzionarie]] e quelle della reazione, quelle [[rivoluzione|rivoluzionarie]] e quelle repressive, quelle del [[proletariato]] e quelle della [[borghesia]]. In questo clima, il [[17 ottobre]] [[1920]], dopo l'arresto di [[Armando Borghi]] del [[13 ottobre|13]] e la perquisizione della sede di «[[Umanità Nova]]» del [[15 ottobre|15]], erano stati arrestati gli anarchici redattori di «[[Umanità Nova]]» [[Malatesta]] e [[Carlo Frigerio|Frigerio]], accusati di una non meglio precisata attività cospirativa. <ref>[http://epheman.perso.neuf.fr/mars23.html Ephéméride Anarchiste, 23 mars]</ref> Insieme a loro erano stati arrestati in tempi più o meno differiti anche [[Corrado Quaglino]], [[Nella Giacomelli]] e altri "anarchici minori". Dopo il rilascio di alcuni anarchici, erano rimasti in stato di detenzione nel [[carcere]] milanese di San Vittore i conosciuti [[Armando Borghi|Borghi]], [[Malatesta]] e [[Corrado Quaglino]], i quali dopo cinque mesi di prigione, poiché la magistratura non aveva ancora stabilito alcun data di inizio processo, cinque giorni prima del fatidico [[23 marzo]] (giorno dell'attentato), avevano iniziato uno [[sciopero della fame]] con l'intento di richiamare l'attenzione dell'opinione pubblica sul loro ingiusto stato di detenzione.  
Nell'[[Italia]] dell'immediato periodo post-[[biennio rosso]] e precedente l'avvento del [[fascismo]], vi era un infuocato clima in cui convivevano, scontrandosi anche violentemente, le istanze [[rivoluzione|rivoluzionarie]] e quelle della reazione, quelle [[rivoluzione|rivoluzionarie]] e quelle repressive, quelle del [[proletariato]] e quelle della [[borghesia]]. In questo clima, il [[17 ottobre]] [[1920]], dopo l'arresto di [[Armando Borghi]] del [[13 ottobre|13]] e la perquisizione della sede di «[[Umanità Nova]]» del [[15 ottobre|15]], erano stati arrestati gli anarchici redattori di «[[Umanità Nova]]» [[Malatesta]] e [[Carlo Frigerio|Frigerio]], accusati di una non meglio precisata attività cospirativa. <ref>[http://www.ephemanar.net/mars23.html L'Ephéméride Anarchiste, 23 mars]</ref> Insieme a loro erano stati arrestati in tempi più o meno differiti anche [[Corrado Quaglino]], [[Nella Giacomelli]] e altri "anarchici minori". Dopo il rilascio di alcuni anarchici, erano rimasti in stato di detenzione nel [[carcere]] milanese di San Vittore i conosciuti [[Armando Borghi|Borghi]], [[Malatesta]] e [[Corrado Quaglino]], i quali dopo cinque mesi di prigione, poiché la magistratura non aveva ancora stabilito alcun data di inizio processo, cinque giorni prima del fatidico [[23 marzo]] (giorno dell'attentato), avevano iniziato uno [[sciopero della fame]] con l'intento di richiamare l'attenzione dell'opinione pubblica sul loro ingiusto stato di detenzione.  


[[Errico Malatesta]] era quasi settantenne, le sue condizioni di [[salute]] peggioravano sempre più e quel giorno «[[Umanità Nova]]» era uscito col titolo ''Compagni! Malatesta muore!''. <ref>[http://xoomer.virgilio.it/anarchivio/archivio%20testi/078/78_09.htm Letture (da A-Rivista)]</ref> In tutta [[Italia]] erano già state numerose le manifestazioni di protesta e [[solidarietà]] con i tre redattori (soprattutto a Carrara, Piombino, Valdarno e in tutta la Liguria), seppur del tutto inutili ed incapaci di obbligare la magistratura ad uscire dall'''impasse''. In questa situazione, il gruppo milanese decise di far sentire alta la propria voce organizzando una serie di attentati in segno di [[solidarietà]] con [[Malatesta]] e compagni.<ref>[http://simonettiwalter.blogspot.it/2010/06/gli-individualisti-che-salvarono.html Gli individualisti che salvarono Malatesta da Anarcotico.net]</ref>
[[Errico Malatesta]] era quasi settantenne, le sue condizioni di [[salute]] peggioravano sempre più e quel giorno «[[Umanità Nova]]» era uscito col titolo ''Compagni! Malatesta muore!''. <ref>[http://xoomer.virgilio.it/anarchivio/archivio%20testi/078/78_09.htm Letture (da A-Rivista)]</ref> In tutta [[Italia]] erano già state numerose le manifestazioni di protesta e [[solidarietà]] con i tre redattori (soprattutto a Carrara, Piombino, Valdarno e in tutta la Liguria), seppur del tutto inutili ed incapaci di obbligare la magistratura ad uscire dall'''impasse''. In questa situazione, il gruppo milanese decise di far sentire alta la propria voce organizzando una serie di attentati in segno di [[solidarietà]] con [[Malatesta]] e compagni. <ref>[http://simonettiwalter.blogspot.it/2010/06/gli-individualisti-che-salvarono.html Gli individualisti che salvarono Malatesta da Anarcotico.net]</ref>


==Progettazione ed esecuzione dell'attentato==
==Progettazione ed esecuzione dell'attentato==
[[File:Ettore Aguggini.jpg|thumb|left|170 px|[[Ettore Aguggini]]]]
[[File:Ettore Aguggini.jpg|thumb|left|170 px|[[Ettore Aguggini]]]]
Un gruppo [[anarco-individualismo|anarchico-individualista]] milanese, all'ingiusta detenzione dei tre redattori, vollero rispondere con una terna d'attentati che avevano come obiettivo la centrale elettrica di via Gladio, il giornale socialista «l'Avanti» e l'albergo Diana, in via Mascagni, nei pressi dell'omonimo teatro. Quest'ultimo era sicuramente l'attentato più complicato da mettere in atto ed aveva come reale obiettivo il questore Giovanni Gasti, che si pensava risiedesse in un appartamento del vicino albergo, e doveva essere attuato da [[Giuseppe Mariani]] - 23 anni di Mantova, di professione frenatore delle Ferrovie -, [[Giuseppe Boldrini]] - 27 anni, operaio anch'egli di Mantova (che si proclamerà sempre innocente) -, [[Ettore Aguggini]] - 19 anni, meccanico nato a Milano il [[23 marzo]] [[1902]]; del gruppo faceva parte anche [[Elena Melli]], che avrebbe però avuto un ruolo marginale.
Un gruppo [[anarco-individualismo|anarchico-individualista]] milanese, all'ingiusta detenzione dei tre redattori, vollero rispondere con una terna d'attentati che avevano come obiettivo la centrale elettrica di via Gladio, il giornale [[socialista]] «l'Avanti» e l'albergo Diana, in via Mascagni, nei pressi dell'omonimo teatro. Quest'ultimo era sicuramente l'attentato più complicato da mettere in atto ed aveva come reale obiettivo il questore Giovanni Gasti, che si pensava risiedesse in un appartamento del vicino albergo; il fatto doveva essere compiuto da [[Giuseppe Mariani]] (23 anni, di Mantova, di professione frenatore delle Ferrovie), [[Giuseppe Boldrini]] (27 anni, operaio anch'egli di Mantova, che si proclamerà sempre innocente), [[Ettore Aguggini]] (19 anni, meccanico nato a Milano il [[23 marzo]] [[1902]]); del gruppo faceva parte anche [[Elena Melli]], che avrebbe però avuto un ruolo marginale.


L'intenzione era quindi quella di colpire non tanto il Teatro quanto l'hotel Diana, che però erano separati da una semplice parete, la sera del [[23 marzo]], giorno in cui si sarebbe dovuta svolgere una rappresentazione di un'operetta di Lehar (quindicesima ed ultima replica di ''Mazurka blu''). In verità, secondo quanto scrisse [[Giuseppe Mariani]] nella sua autobiografia, la prima intenzione era quella di far saltare in aria la Questura centrale di piazza San Fedele, ma il proposito fu lasciato cadere per sopraggiunte difficoltà.<ref>Ne fa riferimento lo stesso mariani nel suo volume autobiografico ''Memorie di un ex-terrorista''</ref> Il gruppo decise allora di indirizzare il proprio obiettivo sul Diana, come raccontato dallo stesso [[Giuseppe Mariani|Mariani]]:
L'intenzione era quindi quella di colpire non tanto il Teatro quanto l'hotel Diana, che però erano separati da una semplice parete, la sera del [[23 marzo]], giorno in cui si sarebbe dovuta svolgere una rappresentazione di un'operetta di Lehar (quindicesima ed ultima replica di ''Mazurka blu''). In verità, secondo quanto scrisse [[Giuseppe Mariani]] nella sua autobiografia, la prima intenzione era quella di far saltare in aria la Questura centrale di piazza San Fedele, ma il proposito fu lasciato cadere per sopraggiunte difficoltà. <ref>Ne fa riferimento lo stesso mariani nel suo volume autobiografico ''Memorie di un ex-terrorista''</ref> Il gruppo decise allora di indirizzare il proprio obiettivo sul Diana, come raccontato dallo stesso [[Giuseppe Mariani|Mariani]]:
:«... si è accreditata la “solita” storia dello anarchico che, spalancata la porta di un teatro, dissemina la morte ed il terrore, coscientemente e volontariamente. Quella sera il carico di esplosivo fu depositato al di fuori del teatro, con l'intenzione di colpire non il teatro quanto il soprastante albergo – che, secondo informazioni allora in possesso degli attentatori, serviva regolarmente da luogo di incontro tra Benito Mussolini ed il questore di Milano Gasti, entrambi acerrimi nemici degli anarchici e da questi ultimi odiati, in particolare, si credeva che proprio quella sera Gasti si dovesse trovare in quell'albergo.»  
:«... si è accreditata la “solita” storia dello anarchico che, spalancata la porta di un teatro, dissemina la morte ed il terrore, coscientemente e volontariamente. Quella sera il carico di esplosivo fu depositato al di fuori del teatro, con l'intenzione di colpire non il teatro quanto il soprastante albergo – che, secondo informazioni allora in possesso degli attentatori, serviva regolarmente da luogo di incontro tra Benito Mussolini ed il questore di Milano Gasti, entrambi acerrimi nemici degli anarchici e da questi ultimi odiati, in particolare, si credeva che proprio quella sera Gasti si dovesse trovare in quell'albergo.»  


L'ordigno esplosivo consisteva in 160 candelotti di gelatina sistemati in una cesta coperta di paglia e fu preparato a Mantova da Mariani e [[Ettore Aguggini|Aguggini]]. Il problema fu che al soppragiungere di altre persone, [[Giuseppe Mariani|Mariani]] lasciò il bagaglio-esplosivo dietro una porta che immetteva nella platea del teatro e poco prima delle 23 innescò la miccia e scappò insieme ad [[Ettore Aguggini|Aguggini]] verso [[Giuseppe Boldrini|Boldrini]] che stava poco distante (Boldrini negherà sempre la partecipazione all'attentato). L'esplosione provocò diciasette morti immediate e un'ottantina di feriti (nei giorni seguenti quattro di questi morirono).
L'ordigno esplosivo consisteva in 160 candelotti di gelatina sistemati in una cesta coperta di paglia e fu preparato a Mantova da Mariani e [[Ettore Aguggini|Aguggini]]. Il problema fu che al soppragiungere di altre persone, [[Giuseppe Mariani|Mariani]] lasciò il bagaglio-esplosivo dietro una porta che immetteva nella platea del teatro e poco prima delle 23 innescò la miccia e scappò insieme ad [[Ettore Aguggini|Aguggini]] verso [[Giuseppe Boldrini|Boldrini]] che stava poco distante (Boldrini negherà sempre la partecipazione all'attentato). L'esplosione provocò diciasette morti immediate e un'ottantina di feriti (nei giorni seguenti quattro di questi morirono).


Venne quasi immediatamente fermato l'anarchico [[Antonio Pietropaolo]], che era stato visto fuggire subito dopo l'esplosione e che insieme ad altri due compagni anarchici avrebbe dovuto incendiare la redazione dell'''Avanti''. Le indagini si indirizzarono immediatamente verso gli ambienti anarchici: nel giro di pochi giorni finirono in [[carcere]], con l'accusa di essere gli autori materiali dell'attentato, anche [[Giuseppe Mariani]], [[Ettore Aguggini]] e [[Giuseppe Boldrini]].
Venne quasi immediatamente fermato l'anarchico [[Antonio Pietropaolo]], che era stato visto fuggire subito dopo l'esplosione e che insieme ad altri due compagni anarchici avrebbe dovuto incendiare la redazione dell'''Avanti''. Le indagini si indirizzarono immediatamente verso gli ambienti anarchici: nel giro di pochi giorni finirono in [[carcere]], con l'accusa di essere gli autori materiali dell'attentato, anche [[Giuseppe Mariani]], [[Ettore Aguggini]] e [[Giuseppe Boldrini]].


== Reazioni immediate ==
== Reazioni immediate ==
[[Image:Bruzzi Pietro-200x192-200x191.jpg|thumb|210px|[[Pietro Bruzzi]], fu accusato di complicità nell'attentato. Per evitare l'arresto fuggì dall'[[Italia]].]]
[[Image:Bruzzi Pietro-200x192-200x191.jpg|thumb|210px|[[Pietro Bruzzi]], fu accusato di complicità nell'attentato. Per evitare l'arresto fuggì dall'[[Italia]].]]
Subito dopo l'esplosione, una squadraccia [[fascismo|fascista]], che si trovava nei pressi del Teatro, fu richiamata dal boato e accorse sul posto, decidendo immediatamente di compiere un'azione di rappresaglia contro le sedi del giornale socialista ''Avanti!'', in via San Gregorio, e di ''[[Umanità Nova]]'', in via Carlo Goldoni. <ref>Il [[19 aprile]] i fascisti distrussero a Pistoia la sede del giornale l'''Iconoclasta!''. Il [[5 maggio]], a Pisa, fu incendiata la tipografia de ''L'Avvenire anarchico'' </ref>
Subito dopo l'esplosione, una squadraccia [[fascismo|fascista]], che si trovava nei pressi del Teatro, fu richiamata dal boato e accorse sul posto, decidendo immediatamente di compiere un'azione di rappresaglia contro le sedi del giornale [[socialista]] ''Avanti!'', in via San Gregorio, e di ''[[Umanità Nova]]'', in via Carlo Goldoni. <ref>Il [[19 aprile]] i fascisti distrussero a Pistoia la sede del giornale ''I[[conoclasta!]]''. Il [[5 maggio]], a Pisa, fu incendiata la tipografia de ''L'Avvenire anarchico'' </ref>


L'attentato fu strumentalizzato dalle istituzioni, così da giustificare la feroce [[repressione]] degli anarchici e la criminalizzazione di tutto ciò che era anche solo vagamente definibile come di "sinistra". Nonostante le intenzioni degli attentatori fossero quelle di attirare l'attenzione sulle condizioni di detenzione dei redattori di ''[[Umanità Nova]]'' - [[Armando Borghi|Borghi]], [[Malatesta]] e [[Corrado Quaglino|Quaglino]] -, nessun motto di [[solidarietà]] si levò per i tre anarchici. L'azione contro il "Diana", al contrario, suscitò orrore e disapprovazione, anche negli stessi ambienti anarchici (Boldrini si dichiarò sempre innocente ed anche [[Giuseppe Mariani]], una volta uscito dal [[carcere]] ammise l'inutilità di quell'azione), per cui [[Malatesta]] e compagni rimasero in [[carcere]]; lo stesso Malatesta, venuto a conoscenza dell'esplosione, interrupe lo sciopero della fame ed espresse «il suo sdegno per il delitto esecrando che giova solo a chi opprime i lavoratori e a chi perseguita il nostro movimento». Più avanti, sulle pagine di «[[Umanità Nova]]», pubblicherà un articolo, intitolato ''Guerra civile'':
L'attentato fu strumentalizzato dalle istituzioni, così da giustificare la feroce [[repressione]] degli anarchici e la criminalizzazione di tutto ciò che era anche solo vagamente definibile come di "sinistra". Nonostante le intenzioni degli attentatori fossero quelle di attirare l'attenzione sulle condizioni di detenzione dei redattori di ''[[Umanità Nova]]'' - [[Armando Borghi|Borghi]], [[Malatesta]] e [[Corrado Quaglino|Quaglino]] - nessun motto di [[solidarietà]] si levò per i tre anarchici. L'azione contro il "Diana", al contrario, suscitò orrore e disapprovazione, anche negli stessi ambienti anarchici (Boldrini si dichiarò sempre innocente ed anche [[Giuseppe Mariani]], una volta uscito dal [[carcere]] ammise l'inutilità di quell'azione), per cui [[Malatesta]] e compagni rimasero in [[carcere]]; lo stesso Malatesta, venuto a conoscenza dell'esplosione, interrupe lo sciopero della fame ed espresse «il suo sdegno per il delitto esecrando che giova solo a chi opprime i lavoratori e a chi perseguita il nostro movimento». Più avanti, sulle pagine di «[[Umanità Nova]]», pubblicherà un articolo, intitolato ''Guerra civile'':


: «...Qualunque sia la barbarie degli altri, spetta a noi anarchici, a noi tutti uomini di progresso, il mantenere la lotta nei limiti dell'umanità, vale a dire non fare mai, in materia di violenza, più di quello che è strettamente necessario per difendere la nostra libertà e per assicurare la vittoria della causa nostra, che è la causa del bene di tutti...» ([[8 settembre]] [[1921]])
: «... Qualunque sia la barbarie degli altri, spetta a noi anarchici, a noi tutti uomini di progresso, il mantenere la lotta nei limiti dell'umanità, vale a dire non fare mai, in materia di violenza, più di quello che è strettamente necessario per difendere la nostra libertà e per assicurare la vittoria della causa nostra, che è la causa del bene di tutti... » ([[8 settembre]] [[1921]]).
 
Molti anarchici milanesi (più di una decina, gran parte dei quali innocenti, furono accusati di complicità con i tre esecutori materiali dell'attentato), per lo più assurgendo a motivazioni insensate, furono accusati a vario titolo di complicità nell'attentato: tra questi [[Pietro Bruzzi]] (fuggì dall'Italia per evitare l'arresto) e [[Nella Giacomelli]] (sarà in breve tempo assolta da ogni accusa).


Molti anarchici milanesi (più di una decina, gran parte dei quali innocenti, furono accusati di complicità  con i tre esecutori materiali dell'attentato), per lo più assurgendo a motivazioni insensate, furono accusati a vario titolo di complicità  nell'attentato: tra questi [[Pietro Bruzzi]] (fuggì dall'Italia per evitare l'arresto) e [[Nella Giacomelli]] (sarà  in breve tempo assolta da ogni accusa).
== Processo e reazioni seguenti ==
== Processo e reazioni seguenti ==
[[File:Giuseppe Mariani.jpg|left|thumb|170 px|[[Giuseppe Mariani]]]]
[[File:Giuseppe Mariani.jpg|left|thumb|170 px|[[Giuseppe Mariani]]]]
Il processo contro [[Giuseppe Mariani|Mariani]], [[Giuseppe Boldrini|Boldrini]], [[Ettore Aguggini|Aguggini]] e altri quattordici anarchici iniziò a Milano il [[9 maggio]] [[1922]] alla Corte di Assise di piazza Fontana. Le accuse riguardavano la strage del teatro Diana, la collocazione della bomba alla centrale elettrica di via Gladio, il mancato attentato all'''Avanti'' (quello che avrebbe dovuto compiere Pietropaolo) ed altre esplosioni avvenute l'anno prima.  
Il processo contro [[Giuseppe Mariani|Mariani]], [[Giuseppe Boldrini|Boldrini]], [[Ettore Aguggini|Aguggini]] e altri quattordici anarchici iniziò a Milano il [[9 maggio]] [[1922]] alla Corte di Assise di piazza Fontana. Le accuse riguardavano la strage del teatro Diana, la collocazione della bomba alla centrale elettrica di via Gladio, il mancato attentato all'''Avanti'' (quello che avrebbe dovuto compiere Pietropaolo) ed altre esplosioni avvenute l'anno prima.  


Il processo durò 23 giorni, al termine del quale, il [[1° giugno]], fu emessa la sentenza: gli esecutori materiali [[Giuseppe Mariani|Mariani]], [[Giuseppe Boldrini|Boldrini]] ed [[Ettore Aguggini|Aguggini]] ricevettero una condanna all'ergastolo (i primi due) e a trent'anni (Aguggini); e per gli altri (molti dei quali erano in realtà innocenti) ci furono pene varianti tra i 15 giorni e i quattro anni di [[carcere]].
Il processo durò 23 giorni, al termine del quale, il [[1° giugno]], fu emessa la sentenza: gli esecutori materiali [[Giuseppe Mariani|Mariani]], [[Giuseppe Boldrini|Boldrini]] ed [[Ettore Aguggini|Aguggini]] ricevettero una condanna all'ergastolo (i primi due) e a trent'anni (Aguggini); e per gli altri (molti dei quali erano in realtà innocenti) ci furono pene varianti tra i 15 giorni e i quattro anni di [[carcere]].


Molti [[antifascista|antifascisti]] ipotizzarono che il gruppo [[anarco-individualismo|anarchico-individualista]] era stato manovrato dalla [[polizia]], giacché quell'attentato favorì l'ascesa del [[fascismo]]. L'anarchico [[Gigi Damiani]] scrive nella prefazione dell'autobiografia di Mariani:
Molti [[antifascista|antifascisti]] ipotizzarono che il gruppo [[anarco-individualismo|anarchico-individualista]] era stato manovrato dalla [[polizia]], giacché quell'attentato favorì l'ascesa del [[fascismo]]. L'anarchico [[Gigi Damiani]] scrive nella prefazione dell'autobiografia di Mariani:
: «Fu la polizia a condurre per mano gli esacerbati terroristi fino davanti alle griglie del teatro Diana».
: «Fu la polizia a condurre per mano gli esacerbati terroristi fino davanti alle griglie del teatro Diana».


I sospetti nacquero anche dal fatto che [[Elena Melli]], la donna che avrebbe partecipato alla fase progettuale dell'attentato, non comparve fra gli imputati e una volta fuggita in SudAmerica di lei non si seppe mai nulla. Mariani però non fu mai convinto che il gruppo fosse infiltrato ed orientato così dalla polizia a compiere un attentato che favorì il nascente regime [[fascista]]:
I sospetti nacquero anche dal fatto che [[Elena Melli]], la donna che avrebbe partecipato alla fase progettuale dell'attentato, non comparve fra gli imputati e una volta fuggita in Sud America di lei non si seppe mai nulla. Mariani però non fu mai convinto che il gruppo fosse infiltrato ed orientato così dalla polizia a compiere un attentato che favorì il nascente regime [[fascista]]:
: «Non ho mai pensato, come sempre hanno fatto alcuni miei compagni, in base ad elementi che mi hanno detto positivi, fino a credere possibile una revisione del processo, d'incolpare qualcuno che vicino a noi sapesse manovraci tanto bene da farci credere che avremmo colpito il questore e altre personalità e che invece ci facevano colpire delle povere persone innocenti intente solo a divertirsi»<ref>[http://www.odg.mi.it/node/31335 Le stragi degli anni Venti]</ref>
: «Non ho mai pensato, come sempre hanno fatto alcuni miei compagni, in base ad elementi che mi hanno detto positivi, fino a credere possibile una revisione del processo, d'incolpare qualcuno che vicino a noi sapesse manovraci tanto bene da farci credere che avremmo colpito il questore e altre personalità e che invece ci facevano colpire delle povere persone innocenti intente solo a divertirsi» <ref>[http://www.odg.mi.it/node/31335 Le stragi degli anni Venti]</ref>
 
[[Malatesta]], che il [[25 marzo]] [[1921]] era stato finalmente processato insieme a [[Armando Borghi|Borghi]] e [[Corrado Quaglino|Quaglino]] (oltre ad altre decine di imputati) <ref>[[Armando Borghi|Borghi]], [[Malatesta]] e [[Corrado Quaglino|Quaglino]] furono assolti ma rinviati a gudizio per istigazioni sovversive, insieme a [[Dante Pagliai]], accusato di essere il gerente di ''[[Umanità Nova]]'', del quale erano stati incriminati ben 43 articoli. [[Dante Pagliai]] rimase a piede libero, [[Corrado Quaglino|Quaglino]] fu scarcerato, mentre [[Malatesta]] e [[Armando Borghi|Borghi]] restarono in [[carcere]] in attesa del nuovo giudizio. Nel luglio del [[1921]] furono assolti da ogni accusa e ritornarono definitivamente in [[libertà]].</ref>, sempre condannò risolutamente il gesto ma mai gli autori, che anzi definì «compagni nostri, buoni compagni nostri, pronti sempre al sacrificio per il bene degli altri»; gente che «nel compiere il loro tragico ed infausto gesto intendevano fare opera di sacrificio e di devozione».
:«Quegli uomini hanno ucciso e straziato degli incolpevoli in nome della nostra idea, in nome del nostro e del loro sogno d'amore. I dinamitardi del “Diana” furono travolti da una nobile passione, ed ogni uomo dovrebbe arrestarsi innanzi a loro pensando alle devastazioni che una passione, anche sublime, può produrre nel cervello umano [...]». <ref>[http://stragedistato.wordpress.com/tag/errico-malatesta/ L'opinione di Malatesta]</ref>


[[Malatesta]], che il [[25 marzo]] [[1921]] era stato finalmente processato insieme a [[Armando Borghi|Borghi]] e [[Corrado Quaglino|Quaglino]] (oltre ad altre decine di imputati) <ref>[[Armando Borghi|Borghi]], [[Malatesta]] e [[Corrado Quaglino|Quaglino]] furono assolti ma rinviati a gudizio per istigazioni sovversive, insieme a [[Dante Pagliai]], accusato di essere il gerente di ''[[Umanità  Nova]]'', del quale erano stati incriminati ben 43 articoli. [[Dante Pagliai]] rimase a piede libero, [[Corrado Quaglino|Quaglino]] fu scarcerato, mentre [[Malatesta]] e [[Armando Borghi|Borghi]] restarono in [[carcere]] in attesa del nuovo giudizio. Nel luglio del [[1921]] furono assolti da ogni accusa e ritornarono definitivamente in [[libertà]].</ref>, sempre condannò risolutamente il gesto ma mai gli autori, che anzi definì «compagni nostri, buoni compagni nostri, pronti sempre al sacrificio per il bene degli altri»; gente che «nel compiere il loro tragico ed infausto gesto intendevano fare opera di sacrificio e di devozione.».
:«Quegli uomini hanno ucciso e straziato degli incolpevoli in nome della nostra idea, in nome del nostro e del loro sogno d'amore. I dinamitardi del “Diana” furono travolti da una nobile passione, ed ogni uomo dovrebbe arrestarsi innanzi a loro pensando alle devastazioni che una passione, anche sublime, può produrre nel cervello umano (...)» <ref>[http://stragedistato.wordpress.com/tag/errico-malatesta/ L'opinione di Malatesta]</ref>
==Note==
==Note==
<references/>
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*Giuseppe Mariani, ''Memorie di un ex-terrorista'', Torino, 1953
*Giuseppe Mariani, ''Memorie di un ex-terrorista'', Torino, 1953
*Vincenzo Mantovani, ''Mazurka blu. La strage del Diana'', Rusconi, Milano, 1978
*Vincenzo Mantovani, ''Mazurka blu. La strage del Diana'', Rusconi, Milano, 1978
*[[Pier Carlo Masini]], ''Storia degli anarchici italiani nell'epoca degli attentati'', Ed. Rizzoli, Milano 1981
*[[Pier Carlo Masini]], ''Storia degli anarchici italiani nell'epoca degli attentati'', Ed. Rizzoli, Milano, 1981
*Vincenzo Mantovani, ''Anarchici alla sbarra. La strage del Diana tra primo dopoguerra...'', Net editore, 2007
*Vincenzo Mantovani, ''Anarchici alla sbarra. La strage del Diana tra primo dopoguerra e fascismo'', Net editore, 2007
 
== Voci correlate ==
== Voci correlate ==
* [[Gli attentati individualistici nella storia dell'anarchismo]]
* [[Gli attentati individualistici nella storia dell'anarchismo]]
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== Collegamenti esterni ==
== Collegamenti esterni ==


*[http://stragedistato.wordpress.com/tag/il-tragico-attentato-al-teatro-diana/ Il tragico attentato al teatro Diana.]
*[http://stragedistato.wordpress.com/tag/il-tragico-attentato-al-teatro-diana/ Il tragico attentato al teatro Diana]
*[http://www.arivista.org/?nr=279&pag=16.htm La strage del Diana]
*[http://www.arivista.org/?nr=279&pag=16.htm La strage del Diana]


[[Categoria:Storia]]
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[[Categoria:Anarchismo in Italia]]
[[Categoria:Anarchismo in Italia]]
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