La Retirada: differenze tra le versioni

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[[File:Spanish_War_Children001.jpg|right|250px|thumb|Bambini si preprano all'evacuazione dalla Spagna salutando a pugno chiuso]]
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Viene storicamente indicato col termine '''''retirada''''' (o «esilio repubblicano spagnolo») l'esodo dei combattenti e antifascisti della [[rivoluzione spagnola|guerra civile di Spagna]] (1936-1939). I primi esuli cominciarono ad affluire in [[Francia]], attraverso i [[Pirenei]], subito dopo la caduta della Catalogna in mano franchista (gennaio 1939) e proseguirono sempre con maggiore intensità per diverse settimane. In totale le persone coinvolte nella retirada furono almeno 500 000 persone tra antifascisti combattenti e civili al seguito.
Viene storicamente indicato col termine '''''retirada''''' (o «esilio repubblicano spagnolo») l'esodo dei combattenti e [[antifascisti]] della [[rivoluzione spagnola|guerra civile di Spagna]] (1936-1939). I primi esuli cominciarono ad affluire in [[Francia]], attraverso i [[Pirenei]], subito dopo la caduta della Catalogna in mano franchista (gennaio 1939) e proseguirono sempre con maggiore intensità per diverse settimane. In totale le persone coinvolte nella retirada furono almeno 500.000 persone tra antifascisti combattenti e civili al seguito.


== L'esodo verso la Francia==  
== L'esodo verso la Francia==  
=== La retirada (gennaio-febbraio 1939) ===
=== La retirada (gennaio-febbraio 1939) ===
[[File:Lo storico italiano Pietro Ramella.jpg|thumb|Lo storico Pietro Ramella con due Miliziani Antifascisti spagnoli sopravvissuti al campo di concentramento]]
[[File:Lo storico italiano Pietro Ramella.jpg|thumb|Lo storico Pietro Ramella con due Miliziani Antifascisti spagnoli sopravvissuti al campo di concentramento]]
L'esodo verso la [[Francia]] cominciò a concretizzarsi durante il corso della Battaglia dell'Ebro (luglio-novembre 1938) <ref>[http://archive.is/GwHzu Battaglia dell'Ebro]</ref>, per proseguire via via più intensamente nelle settimane seguenti. L'esodo però assunse carattere massiccio immediatamente dopo la caduta di Barcellona avvenuta il [[26 gennaio]] [[1939]]. Il governo francese di [[Édouard Daladier|Daladier]] decise di aprire la frontiera franco-spagnola il [[27 gennaio|giorno dopo]], consentendo ai rifugiati di attraversare i Pirenei. Nel marzo del [[1939]] il numero degli esuli spagnoli in [[Francia]] fu stimato in 450-500.000 persone, tra cui 150-200 000 civili. <ref> Denis Peschanski, ''[https://tel.archives-ouvertes.fr/tel-00362523/fr/ Les camps français d'internement (1938-1946) - Doctorat d'Etat]''</ref>
L'esodo verso la [[Francia]] cominciò a concretizzarsi durante il corso della Battaglia dell'Ebro (luglio-novembre 1938) <ref>[http://archive.is/GwHzu Battaglia dell'Ebro]</ref>, per proseguire via via più intensamente nelle settimane seguenti. L'esodo però assunse carattere massiccio immediatamente dopo la caduta di Barcellona avvenuta il [[26 gennaio]] [[1939]]. Il governo francese di [[Édouard Daladier|Daladier]] decise di aprire la frontiera franco-spagnola il [[27 gennaio|giorno dopo]], consentendo ai rifugiati di attraversare i Pirenei. Nel marzo del [[1939]] il numero degli esuli spagnoli in [[Francia]] fu stimato in 450-500.000 persone, tra cui 150-200.000 civili. <ref> Denis Peschanski, ''[https://tel.archives-ouvertes.fr/tel-00362523/fr/ Les camps français d'internement (1938-1946) - Doctorat d'Etat]''</ref>


Durante la '''''Retirada''''' gli ultimi ad abbandonare la Catalogna furono i miliziani della [[Colonna Durruti]] che coprirono la ritirata degli antifascisti, spesso con donne e bambini al seguito, rischiando pesantemente la propria incolumità poiché dovettero agire in zone ormai pienamente controllate dai [[franchismo|franchisti]]. La conquista della regione catalana da parte dei nazionalisti fu completata il [[12 febbraio]], obbligando quindi i miliziani a poter raggiungere i compagni solo attraverso i sentieri di montagna e peraltro correndo gravi rischi. Infatti, non pochi caddero vittima del fuoco franchista nel disperato tentativo di raggiungere la [[Francia]].
Durante la '''''Retirada''''' gli ultimi ad abbandonare la Catalogna furono i miliziani della [[Colonna Durruti]] che coprirono la ritirata degli antifascisti, spesso con donne e bambini al seguito, rischiando pesantemente la propria incolumità poiché dovettero agire in zone ormai pienamente controllate dai [[franchismo|franchisti]]. La conquista della regione catalana da parte dei nazionalisti fu completata il [[12 febbraio]], obbligando quindi i miliziani a poter raggiungere i compagni solo attraverso i sentieri di montagna e peraltro correndo gravi rischi. Infatti, non pochi caddero vittima del fuoco franchista nel disperato tentativo di raggiungere la [[Francia]].
Le notizie giunte in Catalogna delle migliaia di vittime dei nazionalisti laddove essi avevano sconfitto i repubblicani, <ref>Il libro ''I grandi cimiteri sotto la luna'', descrive le stragi perpetrate dai franchisti a Maiorca agli ordini del fascista Arconovaldo Bonacorsi, evidenziando l'appoggio fornito al militare italiano dal vescovo di Palma di Maiorca, Miralles Sbert.</ref> fu una delle mole che spinse gli antifascisti catalani ad abbandonare Barcellona e i altri centri vicini in cerca della salvezza. Fu di conseguenza una drammatica fuga necessaria per sfuggire alla feroce [[repressione]] voluta direttamente da [[Francisco Franco]]:
Le notizie giunte in Catalogna delle migliaia di vittime dei nazionalisti laddove essi avevano sconfitto i repubblicani, <ref>Il libro ''I grandi cimiteri sotto la luna'', descrive le stragi perpetrate dai franchisti a Maiorca agli ordini del fascista Arconovaldo Bonacorsi, evidenziando l'appoggio fornito al militare italiano dal vescovo di Palma di Maiorca, Miralles Sbert.</ref> fu una delle mole che spinse gli antifascisti catalani ad abbandonare Barcellona e i altri centri vicini in cerca della salvezza. Fu di conseguenza una drammatica fuga necessaria per sfuggire alla feroce [[repressione]] voluta direttamente da [[Francisco Franco]]:
:«Il regime internò, in almeno cinquanta campi di concentramento improvvisati, oltre settecentomila soldati repubblicani. Secondo il Ministero della Giustizia furono 192.684 i giustiziati dall'aprile 1939 al giugno 1944 (a Madrid le esecuzioni quotidiane erano da 200 a 250, a Barcellona 150 e a Siviglia 80 e quest'ultima non era mai stata in mano alle sinistre). Le sentenze capitali erano eseguite dalla Guardia Civile, ma le squadre della morte falangiste, coi loro tribunali speciali, erano libere di scatenarsi contro quanti erano stati assolti nei processi o erano sfuggiti alla giustizia o si opponevano al Movimento Nazionale. E le persone da perseguire potevano avere anche solo 15 anni.» <ref>[http://www.homolaicus.com/storia/spagna/franchismo.htm Violenza franchista]</ref>
:«Il regime internò, in almeno cinquanta campi di concentramento improvvisati, oltre settecentomila soldati repubblicani. Secondo il Ministero della Giustizia furono 192.684 i giustiziati dall'aprile 1939 al giugno 1944 (a Madrid le esecuzioni quotidiane erano da 200 a 250, a Barcellona 150 e a Siviglia 80 e quest'ultima non era mai stata in mano alle sinistre). Le sentenze capitali erano eseguite dalla Guardia Civile, ma le squadre della morte falangiste, coi loro tribunali speciali, erano libere di scatenarsi contro quanti erano stati assolti nei processi o erano sfuggiti alla giustizia o si opponevano al Movimento Nazionale. E le persone da perseguire potevano avere anche solo 15 anni.» <ref>[http://www.homolaicus.com/storia/spagna/franchismo.htm Violenza franchista]</ref>
===Accoglienza dei rifugiati===
===Accoglienza dei rifugiati===
[[File:Monumento_ai_miliziani_antifascisti_spagnoli.jpg|220px|left|thumb| Monumento ad opera di François Desnoyer in ricordo dell'internamento di 90000 antifascisti spagnoli a Saint Cyprien]]
[[File:Monumento_ai_miliziani_antifascisti_spagnoli.jpg|220px|left|thumb| Monumento ad opera di François Desnoyer in ricordo dell'internamento di 90.000 antifascisti spagnoli a Saint Cyprien]]
L'accoglienza dei francesi fu alquanto brutale e disumana, gli esuli (inizialmente donne, bambini, anziani...) vennero raccolti in centri di raccolta (''camps de collectage'') creati a ridosso dei Pirenei (Mont-Louis, Prats-de-Mollo-la-Preste, Arles-sur-Tech, Boulou, La-Tour-de-Carol), esposti alle intemperie e con scarsissimo cibo a disposizione degli esuli. Man mano che giungevano nuove persone, i primi arrivati venivano smistati in centri di accoglienza (caserme o edifici abbandonati).  
L'accoglienza dei francesi fu alquanto brutale e disumana, gli esuli (inizialmente donne, bambini, anziani...) vennero raccolti in centri di raccolta (''camps de collectage'') creati a ridosso dei Pirenei (Mont-Louis, Prats-de-Mollo-la-Preste, Arles-sur-Tech, Boulou, La-Tour-de-Carol), esposti alle intemperie e con scarsissimo cibo a disposizione degli esuli. Man mano che giungevano nuove persone, i primi arrivati venivano smistati in centri di accoglienza (caserme o edifici abbandonati).  


Gli ultimi ad essere autorizzati ad entrare in [[Francia]] furono i militari, confinati in veri e propri lager circondati dal filo spinato: Argelès-sur-Mer, Saint Cyprien, Les Barcarès, Agde e Vernet les Bains (Pirenei orientali), Mazières, Montaillou (Ariège), Gurs (Pirenei atlantici), Bram (Aude), Septfonds (Tarn e Garonne). Questi campi furono destinati ad accogliere soprattutto i miliziani delle Brigate Internazionali (Gurs), baschi, catalani (Agde, Rivesaltes), anziani (Bram) e quelli della "[[Colonna Durruti| Durruti]] (Le Vernet).
Gli ultimi ad essere autorizzati ad entrare in [[Francia]] furono i militari, confinati in veri e propri lager circondati dal filo spinato: Argelès-sur-Mer, Saint Cyprien, Les Barcarès, Agde e Vernet les Bains (Pirenei orientali), Mazières, Montaillou (Ariège), Gurs (Pirenei atlantici), Bram (Aude), Septfonds (Tarn e Garonne). Questi campi furono destinati ad accogliere soprattutto i miliziani delle Brigate Internazionali (Gurs), baschi, catalani (Agde, Rivesaltes), anziani (Bram) e quelli della "[[Colonna Durruti| Durruti]] (Le Vernet).


Molti combattenti di matrice comunista speravano di trovare accoglienza in URSS, ma per gli anarchici e i comunisti non stalinisti (vedi [[POUM]]) questa opzione era non praticabile perché le divergenze ideologiche sviluppatesi durante la rivoluzione li avrebbe resi vititme della persecuzione bolscevica. Spesso furono le stesse autorità francesi ad alimentare i conflitti ideologici tra anarchici e stalinisti, come nel caso di Vernet d'Ariège <ref>Denis Peschanski, ''La France des camps: l'internement, 1938-1946'', Gallimard, 2002.</ref>, per poter meglio gestire la vita dei prigionieri dentro il campo.
Molti combattenti di matrice comunista speravano di trovare accoglienza in URSS, ma per gli anarchici e i comunisti non stalinisti (vedi [[POUM]]) questa opzione era non praticabile perché le divergenze ideologiche sviluppatesi durante la rivoluzione li avrebbe resi vititme della persecuzione bolscevica. Spesso furono le stesse autorità francesi ad alimentare i conflitti ideologici tra anarchici e stalinisti, come nel caso di Vernet d'Ariège <ref>Denis Peschanski, ''La France des camps: l'internement, 1938-1946'', Gallimard, 2002.</ref>, per poter meglio gestire la vita dei prigionieri dentro il campo.
La divergenza ideologica tra esiliati anarchici e comunisti fu manifestata anche dai due fogli che circolavano nei campi: uno comunista e l'altro anarchico, la ''Voz de los Españoles'' e il ''Buletín de los antifascistas descontentos de los campos internacionales''.
La divergenza ideologica tra esiliati anarchici e comunisti fu manifestata anche dai due fogli che circolavano nei campi: uno comunista e l'altro anarchico, la ''Voz de los Españoles'' e il ''Buletín de los antifascistas descontentos de los campos internacionales''.


Fra gli esiliati spagnoli, la bibliografia omette spesso quelli che sbarcarono in Africa del Nord. Furono in tutto più di mille e come scrive Peter Gaida, dottorando in storia all'Università di Brema, molti caddero vittime delle sofferenze patite quotidianamente (fame, freddo, violenza fisica e psicologica) <ref>Peter Gaida, ''[http://www.petergaida.de/gte/index.htm Tesi di Dottorato]'', 2008</ref>. Inizialmente semplicemente trattenuti nei campi, allo scoppio della guerra mondiale vennero utilizzati come manodopera in diversi lavori, come nei cantieri trans-sahariani del [[1939]]. Con l'avvento del governo collaborazionista dei nazifascisti guidato da Pétain, vi verranno internati gli elementi più facinorosi e ribelli. <ref>Particolarmente noto, per la ferrea disciplina e il tipo di punizioni inflitte ai detenuti, fu il campo di Dijelfa.</ref>
Fra gli esiliati spagnoli, la bibliografia omette spesso quelli che sbarcarono in Africa del Nord. Furono in tutto più di mille e come scrive Peter Gaida, dottorando in storia all'Università di Brema, molti caddero vittime delle sofferenze patite quotidianamente (fame, freddo, violenza fisica e psicologica) <ref>Peter Gaida, ''[https://web.archive.org/web/20150601145357/http://www.petergaida.de/gte/index.htm Tesi di Dottorato]'', 2008</ref>. Inizialmente semplicemente trattenuti nei campi, allo scoppio della guerra mondiale vennero utilizzati come manodopera in diversi lavori, come nei cantieri trans-sahariani del [[1939]]. Con l'avvento del governo collaborazionista dei nazifascisti guidato da Pétain, vi verranno internati gli elementi più facinorosi e ribelli. <ref>Particolarmente noto, per la ferrea disciplina e il tipo di punizioni inflitte ai detenuti, fu il campo di Dijelfa.</ref>


Molti di questi esiliati non resistettero, trovando spesso la morte tra atroci sofferenze. I sopravvissuti alle drammatiche condizioni di vita dei campi furono liberati nel [[1943]] dopo lo sbarco degli alleati in Africa del Nord.
Molti di questi esiliati non resistettero, trovando spesso la morte tra atroci sofferenze. I sopravvissuti alle drammatiche condizioni di vita dei campi furono liberati nel [[1943]] dopo lo sbarco degli alleati in Africa del Nord.
==== Il campo di Le Vernet ====
==== Il campo di Le Vernet ====


Il campo di Le Vernet nacque nel [[1918]] come luogo d'addestramento per truppe coloniali, ma fu quasi subito trasformato in campo di prigionia per soldati tedeschi ed austriaci e poi utilizzato come deposito militare. Ai primi di febbraio del [[1939]], con l'incrementarsi dell'afflusso di esuli provenienti dalla Catalogna, le [[autorità]] francesi pensarono di utilizzare Le Vernet come campo d'accoglienza per i profughi, ma poiché si trovava in grave stato d'abbandono la Sanità militare non ne autorizzò l'utilizzo.  
Il campo di Le Vernet nacque nel [[1918]] come luogo d'addestramento per truppe coloniali, ma fu quasi subito trasformato in campo di prigionia per soldati tedeschi ed austriaci e poi utilizzato come deposito militare. Ai primi di febbraio del [[1939]], con l'incrementarsi dell'afflusso di esuli provenienti dalla Catalogna, le [[autorità]] francesi pensarono di utilizzare Le Vernet come campo d'accoglienza per i profughi, ma poiché si trovava in grave stato d'abbandono la Sanità militare non ne autorizzò l'utilizzo.  


In seguito, quando giunsero in [[Francia]] circa 10.200 anarchici, molti dei quali appartenenti alla [[Colonna Durruti|26ª Divisione Durruti]] (tra loro anche [[Ricardo Sanz]], [[Joseph Juan Domenench]], [[Miguel Garcia Vivancios]],) e perciò ritenuti particolarmente pericolosi, il Prefetto cambiò parere e Le Vernet fu predisposto ad accogliere questi ex-miliziani. Il campo si trovava in pessime condizioni, un'immensa spianata di fango, con solo una ventina di baracche peraltro in rovina. La notte la temperatura scendeva a meno 10 gradi, i rifugiati si riparavano alla meglio, ma ben 57 di loro morirono di fame e freddo tra marzo e settembre [[1939]] (gli esuli ricevettero una pagnotta di pane e una scatola di sardine tre giorni dopo il loro arrivo). All'arrivo dei combattenti comunisti e antifascisti delle Brigate Internazionali, a partire dall'autunno [[1939]] (fino ad allora internati nel campo di Gurs), lentamente furono costruite nuove baracche, un'infermeria e tutta una serie di reticolati volti a dividere il campo in sezioni, dove vennero collocati gli internati sulla base dell'ideologia e della nazionalità.
In seguito, quando giunsero in [[Francia]] circa 10.200 anarchici, molti dei quali appartenenti alla [[Colonna Durruti|26ª Divisione Durruti]] (tra loro anche [[Ricardo Sanz]], [[Joseph Juan Domenench]], [[Miguel Garcia Vivancios]]) e perciò ritenuti particolarmente pericolosi, il Prefetto cambiò parere e Le Vernet fu predisposto ad accogliere questi ex-miliziani. Il campo si trovava in pessime condizioni, un'immensa spianata di fango, con solo una ventina di baracche peraltro in rovina. La notte la temperatura scendeva a meno 10 gradi, i rifugiati si riparavano alla meglio, ma ben 57 di loro morirono di fame e freddo tra marzo e settembre [[1939]] (gli esuli ricevettero una pagnotta di pane e una scatola di sardine tre giorni dopo il loro arrivo). All'arrivo dei combattenti comunisti e antifascisti delle Brigate Internazionali, a partire dall'autunno [[1939]] (fino ad allora internati nel campo di Gurs), lentamente furono costruite nuove baracche, un'infermeria e tutta una serie di reticolati volti a dividere il campo in sezioni, dove vennero collocati gli internati sulla base dell'ideologia e della nazionalità.


La situazione peggiorò dopo la firma del patto di non-aggressione sovietico-tedesco del [[23 agosto]] [[1939]] (Patto Molotov-Ribbentrop), che portò le [[autorità]] francesi a bollare i comunisti stranieri residenti in [[Francia]] o internati nei diversi campi come «uomini pericolosi» (''hommes dangereux''). Le Vernet così si trasformò in un "campo di disciplina", dove gli internati venivano sottoposti alla stretta sorveglianza del regime duro.  
La situazione peggiorò dopo la firma del patto di non-aggressione sovietico-tedesco del [[23 agosto]] [[1939]] (Patto Molotov-Ribbentrop), che portò le [[autorità]] francesi a bollare i comunisti stranieri residenti in [[Francia]] o internati nei diversi campi come «uomini pericolosi» (''hommes dangereux''). Le Vernet così si trasformò in un "campo di disciplina", dove gli internati venivano sottoposti alla stretta sorveglianza del regime duro.  
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Una tristissima testimonianza della vita nei campi fu resa dal comunista Arthur Koestler nel suo libro ''Dialogo con la morte''.
Una tristissima testimonianza della vita nei campi fu resa dal comunista Arthur Koestler nel suo libro ''Dialogo con la morte''.


== I rifugiati durante la Seconda Guerra Mondiale ([[1940]] - [[1945]]) ==
== I rifugiati durante la Seconda guerra mondiale ([[1940]] - [[1945]]) ==


=== Internamento e lavori forzati durante il regime collaborazionista di Vichy ===
=== Internamento e lavori forzati durante il regime collaborazionista di Vichy ===
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Questo governo, che era completamente subordinato agli ordini tedeschi, formò con i rifugiati antifascisti i ''Groupements des travailleurs étrangers'' («Raggruppamento di lavoratori stranieri», GTE), che furono indirizzati al lavoro forzato a vantaggio degli occupanti nazisti, in particolare per la costruzione del vallo atlantico. [[File:Umberto Marzocchi.jpg|thumb|[[Umberto Marzocchi]], anarchico arruolatosi nella Legione]]Prima che le partenze fossero vietate, ancora un certo numero di reduci antifascisti spagnoli riuscì ad imbarcarsi per l'America del Sud e raggiungere la salvezza.
Questo governo, che era completamente subordinato agli ordini tedeschi, formò con i rifugiati antifascisti i ''Groupements des travailleurs étrangers'' («Raggruppamento di lavoratori stranieri», GTE), che furono indirizzati al lavoro forzato a vantaggio degli occupanti nazisti, in particolare per la costruzione del vallo atlantico. [[File:Umberto Marzocchi.jpg|thumb|[[Umberto Marzocchi]], anarchico arruolatosi nella Legione]]Prima che le partenze fossero vietate, ancora un certo numero di reduci antifascisti spagnoli riuscì ad imbarcarsi per l'America del Sud e raggiungere la salvezza.
===La Legione straniera e la resistenza al nazi-fascismo===
===La Legione straniera e la resistenza al nazi-fascismo===
Dopo i tentativi di rimpatrio, moltissimi antifascisti, pur di continuare a combattere i nazifascisti, entrarono nei quadri delle più disparate formazioni militari, compresa la [[Legione Straniera]] (vedi il caso di [[Umberto Marzocchi]] e l'impresa di Narvik <ref>Narvick è una cittadina siderurgica, allora di importanza strategica per l'industria pesante nella Norvegia, e per questo occupata dai germanici e poi presa con un colpo di mano da truppe anglo francesi, grazie anche al fondamentale apporto della Legione Straniera, che fece da apripista con le squadre formate dagli antifascisti spagnoli, tra cui molti anarchici.</ref>), visto anche che vi era nessuna richiesta di dichiarazione d'identità e la paga era quella stabilita per la truppa francese: 2.000 franchi l'anno e la concessione della cittadinanza francese alla fine della ferma a quanti avessero rispettato determinate norme comportamentali. I volontari avrebbero prestato servizio nelle colonie francesi d'oltremare: Marocco, Levante o Tonchino.  
Dopo i tentativi di rimpatrio, moltissimi antifascisti, pur di continuare a combattere i nazifascisti, entrarono nei quadri delle più disparate formazioni militari, compresa la [[Legione Straniera]] (vedi il caso di [[Umberto Marzocchi]] e l'impresa di Narvik <ref>Narvick è una cittadina siderurgica, allora di importanza strategica per l'industria pesante nella Norvegia, e per questo occupata dai germanici e poi presa con un colpo di mano da truppe anglo francesi, grazie anche al fondamentale apporto della Legione Straniera, che fece da apripista con le squadre formate dagli antifascisti spagnoli, tra cui molti anarchici.</ref>), visto anche che vi era nessuna richiesta di dichiarazione d'identità e la paga era quella stabilita per la truppa francese: 2.000 franchi l'anno e la concessione della cittadinanza francese alla fine della ferma a quanti avessero rispettato determinate norme comportamentali. I volontari avrebbero prestato servizio nelle colonie francesi d'oltremare: Marocco, Levante o Tonchino.  


Spesso le [[autorità]] francesi, pur di liberarsi dei militari antifascisti, davano un ultimatum agli esuli: «O la Legione o la Spagna», ragion per cui molti scelsero forzatamente di arruolarsi, ma altrettanti diedero ben volentieri il loro contributo alla lotta al [[nazismo]].  
Spesso le [[autorità]] francesi, pur di liberarsi dei militari antifascisti, davano un ultimatum agli esuli: «O la Legione o la Spagna», ragion per cui molti scelsero forzatamente di arruolarsi, ma altrettanti diedero ben volentieri il loro contributo alla lotta al [[nazismo]].  
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=== Compromesso tra l'esercito francese e la resistenza ===
=== Compromesso tra l'esercito francese e la resistenza ===


Tra il [[1939]] e il [[1940]], molti repubblicani presero ad arruolarsi nei battaglioni starnieri dell'esercito francese, nonostante i pregiudizi degli ufficiali nei confronti dei rossi. Alla fine del [[1942]] in tanti si unirono alla [[Anarchici e Resistenza in Francia|resistenza]], ai ''maquis'' (partigiani) e alle ''Forces françaises libres'' (FFL, Forze Francese Libere) create da De Gaulle. I rifugiati repubblicani speravano che la caduta del [[nazismo]] e la conseguente liberazione della Francia sarebbe stata propedeutica alla liberazione della [[Spagna]]. <ref>Pierre Milza (sld), Denis Peschanski (1994)]] « Les Espagnols dans la Résistance» p.619. Además ''Reconquista de España'' es el nombre de el organismo de prensa clandestino del Partido Comunista de España.</ref> Durante la liberazione di Parigi il primo distaccamento dell'[[esercito]] di Leclerc che entrò nella città fu una sezione spagnola. <ref>Archivio di [[Le Monde diplomatique|Monde diplomatique]], ''[http://www.monde-diplomatique.fr/2004/08/FERNANDEZ_RECATALA/11465 « Ces Espagnols qui ont libéré Paris»]'', agosto [[2004]].</ref>
Tra il [[1939]] e il [[1940]], molti repubblicani presero ad arruolarsi nei battaglioni starnieri dell'esercito francese, nonostante i pregiudizi degli ufficiali nei confronti dei rossi. Alla fine del [[1942]] in tanti si unirono alla [[Anarchici e Resistenza in Francia|resistenza]], ai ''maquis'' (partigiani) e alle ''Forces françaises libres'' (FFL, Forze Francese Libere) create da De Gaulle. I rifugiati repubblicani speravano che la caduta del [[nazismo]] e la conseguente liberazione della Francia sarebbe stata propedeutica alla liberazione della [[Spagna]]. <ref>Pierre Milza (sld), Denis Peschanski (1994)]] « Les Espagnols dans la Résistance» p.619. Además ''Reconquista de España'' es el nombre de el organismo de prensa clandestino del Partido Comunista de España.</ref> Durante la liberazione di Parigi il primo distaccamento dell'[[esercito]] di Leclerc che entrò nella città fu una sezione spagnola. <ref>Archivio di [[Le Monde diplomatique|Monde diplomatique]], ''[http://www.monde-diplomatique.fr/2004/08/FERNANDEZ_RECATALA/11465 « Ces Espagnols qui ont libéré Paris»]'', agosto [[2004]].</ref>


=== Deportazione ===
=== Deportazione ===
I lavoratori spagnoli o gli esiliati repubblicani detenuti nel territorio francese privi dello stuatus di prigionieri di guerra furono deportati in diversi campi di concentramento. Gli [[antifascismo|antifascisti]] furono distribuiti in numerosi campi: gli uomini arrestati tra le fila della resistenza ebbero come destinazione Buchenwald, le donne Ravensbrück <ref>[http://www.vita.it/it/article/2015/01/21/ravensbruck-la-guerra-nascosta-di-hitler-alle-donne/129070/ Ravensbrück: la guerra nascosta di Hitler alle donne]</ref>, mentre quelli che si opponevano al lavoro forzato costituirono un gruppo importante nel complesso di Mauthausen. Qui furono internati più di 7.200 spagnoli, la metà dei quali trovò la morte. In totale, 12.000 spagnoli repubblicani furono indirizzati ai campi di concentramento o di lavoro tra il [[6 agosto]] [[1940]], che segnò il primo ingresso a Mauthausen, e il maggio del [[1945]].
I lavoratori spagnoli o gli esiliati repubblicani detenuti nel territorio francese privi dello stuatus di prigionieri di guerra furono deportati in diversi campi di concentramento. Gli [[antifascismo|antifascisti]] furono distribuiti in numerosi campi: gli uomini arrestati tra le fila della resistenza ebbero come destinazione Buchenwald, le donne Ravensbrück <ref>[http://www.vita.it/it/article/2015/01/21/ravensbruck-la-guerra-nascosta-di-hitler-alle-donne/129070/ Ravensbrück: la guerra nascosta di Hitler alle donne]</ref>, mentre quelli che si opponevano al lavoro forzato costituirono un gruppo importante nel complesso di Mauthausen. Qui furono internati più di 7.200 spagnoli, la metà dei quali trovò la morte. In totale, 12.000 spagnoli repubblicani furono indirizzati ai campi di concentramento o di lavoro tra il [[6 agosto]] [[1940]], che segnò il primo ingresso a Mauthausen, e il maggio del [[1945]].


Furono quasi 9.000 i repubblicani spagnoli che subirono la deportazione nei campi di concentramento nazista.
Furono quasi 9.000 i repubblicani spagnoli che subirono la deportazione nei campi di concentramento nazista.
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=== In America Latina e gli USA ===
=== In America Latina e gli USA ===


Più di 20 000 antifascisti si rifuggirono in [[Messico]], un paese governato da Lázaro Cárdenas, che si dimostrò immediatamente disponile ad accettare i reduci della [[rivoluzione spagnola]] o comunque antifranchisti (tra questi [[Luis Bunuel]]). Altre 2 000 persone trovarono invece accoglienza in molti paesi del sudamerica: Argentina, Venezuela, Colombia e Cuba. <ref>Geneviève Dreyfus-Armand, ''L'exil des républicains espagnols en France. De la Guerre civile à la mort de Franco'', Albin Michel, 1999,</ref>
Più di 20.000 antifascisti si rifuggirono in [[Messico]], un paese governato da Lázaro Cárdenas, che si dimostrò immediatamente disponile ad accettare i reduci della [[rivoluzione spagnola]] o comunque antifranchisti (tra questi [[Luis Buñuel]]). Altre 2 000 persone trovarono invece accoglienza in molti paesi del sudamerica: Argentina, Venezuela, Colombia e Cuba. <ref>Geneviève Dreyfus-Armand, ''L'exil des républicains espagnols en France. De la Guerre civile à la mort de Franco'', Albin Michel, 1999,</ref>


Parte dell'esilio repubblicano in America latina era costituito principalmente da scienziati, artisti e intellettuali. Queste personalità contribuirono a migliorare la vita qualitativa di questi paesi, mentre dall'altro verso contribuì non poco ad impoverire il livello culturale della [[Spagna]] di [[Francisco Franco|Franco]].  
Parte dell'esilio repubblicano in America latina era costituito principalmente da scienziati, artisti e intellettuali. Queste personalità contribuirono a migliorare la vita qualitativa di questi paesi, mentre dall'altro verso contribuì non poco ad impoverire il livello culturale della [[Spagna]] di [[Francisco Franco|Franco]].  


Un cospicuo numero di repubblicani trovò accoglienza anche negli [[Stati Uniti]].
Un cospicuo numero di repubblicani trovò accoglienza anche negli [[Stati Uniti]].
===In URSS===
===In URSS===
Le cifre dell'emigrazione repubblicana fino in URSS sono ancora oggi oggetto di discussione. La maggior parte degli storici calcola questo numero in diverse migliaia di persone, esclusivamente militanti del «Partito Comunista di Spagna» con rispettivi famigliari. Si calcola che tra 2900 e 3200 bambini furono inviati in URSS tra marzo del [[1937]] e ototbre del 1938. <ref>Bartolomé Bennassar, ''La guerre d'Espagne et ses lendemains'', pp.396-399</ref> Molti orfani,dopo la sconfitta della Reppublica, conobbero destini diversi, alcuni addirittura combatterono e morrirono per la loro nuova patria (caso del figlio di [[Dolores Ibárruri]]) durante la Seconda Guerra Mondiale. . <ref>Rubén González Gallego, ''Blanc sur noir'', Actes Sud, [[2003]], </ref>
Le cifre dell'emigrazione repubblicana fino in URSS sono ancora oggi oggetto di discussione. La maggior parte degli storici calcola questo numero in diverse migliaia di persone, esclusivamente militanti del «Partito Comunista di Spagna» con rispettivi famigliari. Si calcola che tra 2900 e 3200 bambini furono inviati in URSS tra marzo del [[1937]] e ototbre del 1938. <ref>Bartolomé Bennassar, ''La guerre d'Espagne et ses lendemains'', pp.396-399</ref> Molti orfani,dopo la sconfitta della Reppublica, conobbero destini diversi, alcuni addirittura combatterono e morrirono per la loro nuova patria (caso del figlio di [[Dolores Ibárruri]]) durante la Seconda guerra mondiale. . <ref>Rubén González Gallego, ''Blanc sur noir'', Actes Sud, [[2003]], </ref>
Evoluzione dell'esilio
Evoluzione dell'esilio


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== Collegamenti esterni ==
== Collegamenti esterni ==
*[http://www.storia900bivc.it/pagine/editoria/ramella297.html La retirada]
*[https://web.archive.org/web/20210418112105/http://www.storia900bivc.it/pagine/editoria/ramella297.html La retirada]
*[http://digilander.libero.it/asciarossa/Pietro%20Ramella/Articoli%20Pietro%20Ramella.htm Articoli di Pietro Ramella]
*[http://digilander.libero.it/asciarossa/Pietro%20Ramella/Articoli%20Pietro%20Ramella.htm Articoli di Pietro Ramella]


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